Povertà, perdita di nonni e genitori, mancanza di contatti: i bambini pagano carissimo la pandemia

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view post Posted on 18/6/2020, 18:54
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Il catastrofico impatto della pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 sta lasciando un segno profondo soprattutto nei bambini e negli adolescenti, la cui salute mentale è messa seriamente a repentaglio dall’emergenza sanitaria e dalle severe misure introdotte per arginarla. Esperti preoccupati per le conseguenze a breve e lungo termine.

di Andrea Centini


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La pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 sta avendo un impatto sanitario, sociale ed economico senza precedenti a livello globale, paragonabile per certi versi a quello di una catastrofica guerra mondiale. La prima ondata di contagi è ancora in atto a più di sei mesi dalla scoperta del patogeno, e in moltissimi Paesi la curva sta ancora accelerando, come mostrano i dati diffusi dall'Università Johns Hopkins (al momento si registrano circa 8,4 milioni di infezioni e 449mila decessi). In alcune parti del mondo, come in Italia e in altri Paesi europei, la fase più critica sembra fortunatamente alle spalle, dal punto di vista squisitamente sanitario ed emergenziale, e si iniziano a fare i conti con ciò che questi mesi durissimi ci hanno lasciato in eredità. Come sottolineato nelle settimane addietro dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi, ci sarà un'ondata di stress post-traumatico per molti italiani, “che potrà rappresentare il vero conto salato della crisi in corso”. Non a caso, un sondaggio commissionato dagli specialisti all'Istituto Piepoli ha evidenziato che più del 60 percento dei connazionali ha sperimentato stress durante l'emergenza, e che per il 43 percento di essi ha raggiunto la soglia massima. L'impatto della pandemia e delle misure per contenerla (come il severo lockdown) sulla salute mentale è stato particolarmente significativo su bambini e adolescenti, che hanno visto crollare le proprie certezze e la routine quotidiana, con effetti a breve e lungo termine che stanno preoccupando gli esperti.

A evidenziare i rischi per la salute mentale dei giovani vi è un nuovo rapporto messo a punto da scienziati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) chiamato “Indicazioni ad interim per un appropriato sostegno della salute mentale nei minori di età durante la pandemia COVID-19”, che potete consultare nella sua interezza e scaricare cliccando sul seguente link. Gli esperti sottolineano che sono stati ben 9 i milioni di bambini e adolescenti proiettati nell'emergenza scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, dei quali in 7,6 milioni non sono più potuti andare a scuola, perdendo buona parte dei propri punti di riferimento. Ma sono saltate anche altre “attività educative, sportive, culturali e aggregative”, si legge in un comunicato stampa dell'ISS, interrompendo bruscamente le normali relazioni sociali e il contatto, fondamentali per la crescita e il neurosviluppo durante l'età evolutiva.

A erodere la salute mentale dei piccoli non vi è stato solo l'isolamento sociale legato al lockdown. Come specificato dall'ISS, moltissimi bambini hanno subito l'improvvisa scomparsa di nonni e/o genitori senza poterli nemmeno salutare – la morte in solitudine dei pazienti con coronavirus è uno degli effetti più drammatici della pandemia -, altri non hanno potuto riabbracciare i propri cari per settimane poiché impegnati nella lotta al coronavirus negli ospedali, nelle RSA e negli altri centri di cura e supporto. E poi ci sono i gravissimi problemi economici innescati dal crollo delle entrate e dalla perdita del lavoro, che ha coinvolto ben il 7,4 percento dei genitori italiani. La povertà, lo stress in aumento in famiglia, le difficoltà legate allo smartworking dei genitori e all'organizzazione delle didattica online (non tutti hanno potuto accedervi in modo adeguato), sono tutti fattori che hanno contribuito ad abbattere psicologicamente i più piccoli, catalizzati da paura del contagio, noia, frustrazione, mancanza di contatti e tutto ciò che abbiamo sperimentato per circa due mesi. Non a caso, secondo uno studio condotto negli Stati Uniti dall'American Psychological Association (APA) e dal The Harris Poll, è emerso che lo stress estremo è diventato una nuova “normalità” per tantissimi genitori, decisamente più colpiti da chi è senza figli.

Come specificato dall'ISS, i dati sull'effettiva salute psicologica di bambini e adolescenti durante l'attuale pandemia non sono ancora disponibili, ma ci sono numerose evidenze sugli effetti negativo sul loro benessere. Secondo uno studio condotto in Cina su ragazzi delle scuole superiori, durante l'emergenza il 43,7 percento ha sperimentato sintomi depressivi; il 36,4 percento ansia e il 31,3 percento una combinazione dei due. Per i piccoli con problemi di salute mentale pregressi, l'impatto del lockdown è stato ancor più catastrofico, come mostrano i dati dell'articolo “Mental health effects of school closures during COVID-19” pubblicato dalla professoressa Joyce Lee sull'autorevole rivista scientifica The Lancet Child&Adolescent Health. Da un sondaggio condotto su giovani è emerso che ben l'83 percento ha subito un peggioramento delle proprie condizioni di salute, e circa un quarto di essi non ha potuto accedere a un centro specializzato a causa del lockdown. Preoccupa anche l'impatto sui neonati, tenendo presente che i primissimi anni di vita giocano un ruolo fondamentale "per un sano e completo sviluppo neuropsichico del bambino", e la riorganizzazione dei percorsi di nascita, le difficoltà ad accedere a servizi di supporto e le sopracitate problematiche famigliari, possono determinare conseguenze da non sottovalutare.

L' esposizione ad eventi traumatici, in particolar modo quelli intensi e prolungati, “può avere un impatto significativo sulla salute mentale dei minori di età, aumentando il rischio di manifestare disturbi psichiatrici nel breve/medio periodo e/o in età adulta”, sottolinea l'ISS nel proprio rapporto. Dovranno pertanto essere messe in campo tutte le risorse per supportare bambini, adolescenti e le loro famiglie a superare questa catastrofe senza precedenti, dalla quale non è ancora possibile sapere quando ne usciremo definitivamente.

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