Carnevale

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view post Posted on 16/1/2014, 10:13
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l carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica. I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento.
La parola carnevale deriva dal latino "carnem levare" ("eliminare la carne") poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.

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Tipo di festa internazionale
Celebrata in tutto il mondo
Religione cristiana
Oggetti liturgici maschere
Feste correlate Quaresima

Origine e significato


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Carnevale a Roma", olio su tela di Johannes Lingelbach.
Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origini in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e i saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente. Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare.
Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale In Babilonia poco dopo l'equinozio primaverile veniva riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo. Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell'universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il salvatore. Nel corteo c'era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa - simbolo della parte superiore dello Zodiaco - verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell'ordine sociale e morale.
Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell'Eterno Ritorno: "Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell’anno e nell’attesa del Nuovo Anno si ripetono i
momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia". Più oltre Eliade afferma che "allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte (il caos primordiale non è riattualizzato?) e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi" Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli Indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il "bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia". Eliade scrive che " l'orgia è anch'essa una regressione nell' oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate".. L'autore aggiunge poi che "sul livello cosmologico l'orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l'orgia corrisponde al Grande Tempo, all'istante eterno, alla non - durata. La presenza dell'orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l'abolizione della Creazione. La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), dalla sospensione di tutte le norme, ecc. Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo - la comunità è l'immagine del mondo - e alla restaurazione dell'illud tempus primordiale ("quel tempo", il Grande Tempo mitico e a - storico delle origini; N.d.R.), che è evidentemente il momento mitico del principio (caos) e della fine (diluvio universale o ekpyrosis, apocalisse). Il significato cosmologico dell'orgia carnascialesca di fine d'anno è confermato dal fatto che al Caos segue sempre una nuova creazione del Cosmo".
Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere " soprannaturale " rappresentato. Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi (Giappone, mondo germanico, ecc.), sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. In questo intervallo paradossale fra due tempi (= fra due Cosmi), diventa possibile la comunicazione tra vivi e morti, cioè fra forme realizzate e il preformale, il larvale.”] Alla fine il tempo e l'ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti (nuova Creazione) con un rituale di carattere purificatorio comprendente un "processo", una "condanna", la lettura di un "testamento" e un "funerale" del carnevale il quale spesso comporta il bruciamento del "Re carnevale" rappresentato da un fantoccio (altre volte l'immagine - simbolo del carnevale è annegata o decapitata). Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee (sulla morte rituale del carnevale si veda anche Il ramo d'oro di James George Frazer[14]). “La ripetizione simbolica della cosmogonia, che segue all’annientamento simbolico del mondo vecchio, rigenera il tempo nella sua totalità”.


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Oinochoe raffigurante la sfilata di un gufo armato durante la celebrazione delle Antesterie (410–390 a.C.).

È interessante altresì notare che vari significati cosmologici del Carnevale erano presenti anche nel Samhain celtico.
Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate "trionfi" e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio dal Magnifico. Nella Roma del governo papalino si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.
La parola carnevale deriva dal latino "carnem levare" ("eliminare la carne") poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Calignano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.
Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda, il carnevale di Poggio Mirteto, il Carnevale di Bientina, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana[20] termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale".

Il Carnevale in Italia

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Romiti al carnevale di Satriano

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Scene del carnevale di Ulassai denominato Su Maimulu

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Carro allegorico del Carnevale di Viareggio

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Battaglia delle Arance allo Storico Carnevale di Ivrea

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Festa della Radeca al Carnevale storico di Frosinone
Il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Viareggio, lo Storico Carnevale di Ivrea, il Carnevale di Striano, Carnevale di Acireale, il Carnevale di Sciacca, il Carnevale di Fano sono considerati tra i più importanti al mondo. La loro fama, difatti, travalica i confini nazionali e sono in grado di attrarre turisti sia dall'Italia che dall'estero. Il Carnevale più lungo d'Italia è però quello di Putignano.
Uno dei carnevali più antichi d'Italia arrivato ai giorni nostri è il Carnevale di Verona, risalente al tardo Medioevo e il cui nome originale è Bacanàl del Gnoco.
Il Carnevale di Venezia è conosciuto per la bellezza dei costumi, lo sfarzo dei festeggiamenti nella magica atmosfera della Laguna e consta di diversi giorni fitti di manifestazioni di svariato tipo: mostre d'arte, sfilate di moda, spettacoli teatrali ecc.
Il Carnevale di Viareggio ha origine nel 1873 ed è uno dei più importanti e maggiormente apprezzati carnevali a livello internazionale. A caratterizzarlo sono i carri allegorici più o meno grandi che sfilano nelle domeniche fra gennaio e febbraio e sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta di uomini famosi nel campo della politica, della cultura o dello spettacolo, i cui tratti caratteristici,

specialmente quelli somatici, vengono sottolineati con satira e ironia.
Lo Storico Carnevale di Ivrea, famoso per il suo momento culminante della Battaglia delle Arance, è invece considerato uno tra i più antichi e particolari al mondo[21], seguendo un cerimoniale più volte modificatosi nel corso dei secoli. L'intero carnevale ha il pregio di rappresentare, sotto forma di allegoria, la rivolta dei cittadini per la libertà dal tiranno della città, probabilmente Ranieri di Biandrate, ucciso dalla Mugnaia su cui si apprestava a esercitare lo jus primae noctis. Fu quell'evento a innescare la guerra civile rappresentata dalla battaglia tra il popolo e le truppe reali che viene rievocata durante il carnevale, dove le squadre di Aranceri a piedi (ossia il popolo) difendono le loro piazze dagli aranceri su carri (ossia l'esercito) a colpi di arance a rappresentare le frecce, mentre tra le vie della città sfila il corteo della Mugnaia che lancia dolci e regali alla popolazione.
Il Carnevale di Montescaglioso in Provincia di Matera, Basilicata è, insieme a quelli di Tricarico, Aliano e Satriano, una delle manifestazioni Carnevalesche più note in regione. Il Carnevalone rappresenta l'espressione dell'identità locale, con figure giunteci quasi intatte dal passato e comuni anche ad altre manifestazioni analoghe. Il Carnevale celebra i riti propiziatori della fertilità e del risveglio della natura e le figure tradizionali dell’evento rimandano a simboli arcaici provenienti dal mondo greco-romano e medievale. Nel corso degli anni il corteo di Carnevale si evolve, conservando, però, la memoria di figure ben codificate che ogni generazione consegna alla successiva.
Il Carnevale storico di Frosinone è caratterizzato dalla Festa della Radeca, di origini antichissime, addirittura precristiane, origini che attraverso l’anello di congiunzione delle feste carnevalesche medioevali, si possono ricollegare ai lupercali romani e quindi ai riti della fertilità agraria (la "Radeca" altro non è che il nome in dialetto della foglia d’agave, simbolo di fecondità). Questa tesi è confortata dalla presenza, all’interno degli statuti comunali cittadini, risalenti all’anno 1200, di una norma secondo cui erano sospese le attività giudiziarie durante le festività in precisi periodi dell’anno, tra cui oltre che il Natale, l’Epifania ed i periodi delle messi e della vendemmia, i due giorni che precedono le ceneri, cioè il Carnevale. All'antichissimo rito di fertilità, si è poi sovrapposta attraverso un processo metastorico, una tradizione che commemora l’eroica rivolta dei frusinati contro le truppe d’occupazione francesi, avvenuta negli ultimissimi anni del XVIII sec. (1798-1799); è proprio in essa che si inserisce la ben nota figura del Generale francese Championnet protagonista del carnevale, il cui fantoccio, al termine della festa, viene dato alla fiamme. Famosa la testimonianza della Festa della Radeca descritta ad inizio '900, dall'antropologo scozzese James Frazer nel suo libro "Il Ramo d'Oro".
Il Carnevale di Striano è considerato uno dei più importanti carnevali della Campania e d'Italia. I carri allegorici, che sono i più grandi e movimentati della Campania, sfilano ogni anno in un luogo diverso della città di Striano. Il Carnevale Strianese, se non il più grandioso è sicuramente uno dei Carnevali più conosciuti e visitati della Regione Campania, con la sua trentennale storia. Il Carnevale a Striano resta la manifestazione per eccellenza, e ogni anno coinvolge attorno a sé centinaia di partecipanti, dai carristi ai gruppi coreografi e non mancano i turisti che con grande gioia vengono a visitare le maestose opere di cartapesta.
Il Carnevale di Sciacca rinomato per la bellezza delle sue opere in cartapesta realizzate dai locali maestri ceramisti, è il carnevale più antico di Sicilia, con origini che risalgono al periodo romano. Oggi è caratterizzato da sfilate di carri allegorici che percorrono l'antico centro della città accompagnati da gruppi mascherati che danno vita a coreografie realizzate sulle note di musiche a tema.
Famoso è il Carnevale di Acireale, comunemente definito "il più bel Carnevale di Sicilia" per la bellezza dei suoi carri allegorici e infiorati. Esso è frequentato da numerosi forestieri, i quali approfittano di questa festa popolare per visitare o rivisitare i monumenti della città barocca.
In Sicilia si ricorda ancora il Carnevale di Paternò del secondo dopoguerra, che dall’Epifania al martedì Grasso attirava masse di pubblico in cerca di divertimento da varie province, invadendo l’intera città, trasformata in una enorme balera all’aperto, sotto una fantasmagorica illuminazione artistica. Infatti esso era caratteristico non solo per le varie sfilate (di gruppi in maschera, macchine infiorate e carri allegorici notevoli per grandezza e bellezza) che si svolgevano negli ultimi tre giorni ed erano dotate di ricchi premi in denaro, ma anche per la possibilità data a tutti di ballare per le vie e le piazze, oltre che nei ritrovi notturni, mediante musiche diffuse da altoparlanti, tutti i giorni fino a mezzanotte, esclusi i venerdì (in cui non c’erano né musiche né balli). Erano vietate le allegorie politiche e religiose. Un’altra caratteristica era quella che per scherzo di Carnevale le persone mascherate potevano “impegnare” quelle non mascherate e ballare insieme o farsi pagare consumazioni al bar, mentre si potevano intrecciare relazioni amorose, magari senza mai conoscere l’identità della controparte in maschera. In quel periodo nessun tipo di reato veniva commesso: e questo era l’unico divertimento di tutto l’anno, tanto che il Carnevale di Paternò era detto "il più divertente Carnevale di Sicilia". Inoltre in un piccolo paesino della provincia di Ragusa, Acate si festeggia il carnevale più bello della provincia, con carri allegorici, questo, però, si è spento lentamente a causa della scomparsa dell'assessore Bellomo. Ad Acate il carnevale si festeggia dal sabato prima del martedì grasso.
La Puglia è la regione italiana con il maggior numero di manifestazioni abbinate alla lotteria nazionale del carnevale: il già citato Carnevale di Putignano, Carnevale di Massafra, Carnevale di Gallipoli, Carnevale di Manfredonia e il Carnevale Terranovese a Poggio Imperiale.
In Basilicata è molto conosciuto il Carnevale di Tricarico, caratterizzato dalla presenza di "mucche " e "tori" in transumanza ed intimamente legato a riti precristiani, mediati dal cristianesimo attraverso la figura di s. Antonio abate. Da citare anche il carnevale estivo di Laurenzana (PZ). Evento nato per promuovere le bellezze monumentali (Castello del XII secolo, Chiesa madre, Convento benedettino ecc.) e paesaggistiche (l'Abetina di Laurenzana conosciuta per la presenza dell'Abete Bianco). Si festeggia il primo sabato dopo ferragosto. Molto importante per la regione lucana risulta essere il Carnevale di Lavello. La maschera tradizionale della città risulta essere il Domino. Ogni sabato fino al sabato successivo al mercoledì delle ceneri si festeggia questo carnevale con grandi balli. L'ultimo sabato del carnevale lavellese è segnato dalla tradizionale rottura della pentolaccia. Altra punta di diamante della tradizione carnevalesca locale è rappresentato dal carnevale di Satriano che vanta la caratteristica presenza di tre maschere tipiche: l'orso , l'eremita e la quaresima.
A Oristano, nell'isola di Sardegna, si svolge, durante gli ultimi tre giorni di carnevale, la splendida giostra mascherata a cavallo, denominata Sa Sartiglia. Durante la quale i cavalieri si sfidano in bravura ad infilzare una stella forata al centro, nonché realizzando spettacolari acrobazie sopra i cavalli lanciati al galoppo sfrenato.
Il carnevale di Schignano è sicuramente uno dei carnevali più famosi della provincia di Como, data la sua unicità. Si svolge secondo il rito romano, il sabato ed il martedì grasso. La rappresentazione si svolge sulla contrapposizione di due maschere principali il Bello ed il Brutto. La maschera del bello presenta lineamenti eleganti mentre la maschera del Brutto ha un aspetto decisamente più grottesco. Importanti sono le maschere in legno, scolpite a mano dalla radice di noce, che vengono gelosamente custodite da chi le ha realizzate e concesse esclusivamente per il Carnevale di Schignano. Alcune maschere risalgono quasi a duecento anni fa.

Carnevale ambrosiano[modifica


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Spilla di latta, con i ritratti di Meneghino e Cecca, la coppia tipica del Carnevale Ambrosiano, del Carnevalone 1885

Dove si osserva il rito ambrosiano, ovvero nella maggior parte delle chiese dell'arcidiocesi di Milano e in alcune delle diocesi vicine, la Quaresima inizia con la prima domenica di Quaresima; l'ultimo giorno di carnevale è il sabato, 4 giorni dopo rispetto al martedì in cui termina dove si osserva il rito romano.
La tradizione vuole che il vescovo sant'Ambrogio fosse impegnato in un pellegrinaggio e avesse annunciato il proprio ritorno per carnevale, per celebrare i primi riti della Quaresima in città. La popolazione di Milano lo aspettò prolungando il carnevale sino al suo arrivo, posticipando il rito delle Ceneri che nell'arcidiocesi milanese si svolge la prima domenica di Quaresima.
In realtà la differenza è dovuta al fatto che anticamente la Quaresima iniziava dappertutto di domenica, i giorni dal mercoledì delle Ceneri alla domenica successiva furono introdotti nel rito romano per portare a quaranta i giorni di digiuno effettivo, tenendo conto che le domeniche non erano mai stati giorni di digiuno.
Questo carnevale, presente con diverse tradizioni anche in altre parti dell'Italia, prende il nome di carnevalone.

Per la Chiesa cattolica


Tradizionalmente nei paesi cattolici, il Carnevale ha inizio con la Domenica di Settuagesima (la prima delle nove che precedono la Settimana Santa secondo il calendario Gregoriano;[senza fonte] finisce il martedì precedente il Mercoledì delle Ceneri che segna l'inizio della Quaresima. Il momento culminante si ha dal Giovedì grasso fino al martedì, ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso). Questo periodo, essendo collegato con la Pasqua (festa mobile), non ha ricorrenza annuale fissa ma variabile. In realtà la Pasqua Cattolica può cadere dal 22 marzo al 25 aprile (Calcolo della Pasqua) e intercorrono 46 giorni tra il mercoledì delle Ceneri e Pasqua. Ne deriva che in anni non bisestili martedì grasso cade dal 3 febbraio al 9 marzo. Per questo motivo i principali eventi si concentrano in genere tra i mesi di febbraio e marzo.
Per la Chiesa cattolica il Tempo di Carnevale è detto anche Tempo di Settuagesima. Essa considera il Carnevale (Settuagesima) come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio. Si celebrano le Sante Quarantore (o carnevale sacro), che si concludono, con qualche ora di anticipo, la sera dell'ultima domenica di carnevale. La Chiesa cattolica ha però, durante il corso della storia, condannato il Carnevale in quanto contrario ai dettami di rigore imposto dall'istituzione stessa. Secondo antiche tradizioni il Carnevale durava l'intero periodo invernale, dal giorno di commemorazione dei defunti sino al primo giorno di Quaresima e il travestimento serviva non a nascondere la propria identità sebbene a rimandarne a un'altra. L'antica tradizione riporta anche alla celebrazione del ricordo della Strage degli Innocenti allorquando un bambino nominato episcopellus esercitava il suo effimero potere semel in anno sino al giorno del 28 dicembre, dì indicato per il ricordo della strage di infanti ordinata da Erode.

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Il Carnevale di Bagolino



ista dei Carnevali italiani


Carnevale di Acate, Acate, (RG)
Carnevale a Mare, Fiumicino (RM)
Carnevale d'Abruzzo, Francavilla al Mare (CH)
Carnevale di Acconia di Curinga, (CZ)
Carnevale di Acireale, (CT)
Carnevale di Acquedolci, (ME)
Carnevale di Acquapendente, (VT)
Carnevale di Acquasparta, (TR)
Carnevale di Agropoli, (SA)
Carnevale di Alba Adriatica, Alba Adriatica (TE)
Carnevale di Albenga, (SV)
Carnevale della Valle dell'Alcantara, Francavilla di Sicilia (ME)
Carnevale di Amalfi, (SA)
Carnevale di Amantea, Amantea (CS)
Carnevale Ambrosiano, di Milano
Carnevale di Arenzano, Arenzano (GE)
Carnevale Aretezzo
Carnevale di Asciano, (SI)
Carnevale di Ascoli Piceno
Carnevale astigiano, (AT)
Carnevale di Bagolino, (BS)
Carnevale di Bonorva, Bonorva (SS)
Carnevale di Borgosesia, (VC)
Carnevale di Bosa, Bosa (OR)
Carnevale di Bovolone (VR)
Carnevale di Busseto (PR)
Carnevale di Calvi Risorta (CE)
Carnevale di Canosa di Puglia (BT)
Carnevale di Capua (CE)
Carnevale di Carpi (MO)
Carnevale di Canicattì (AG)
Carnevale ambrosiano di Cantù (CO)
Carnevale di Capaccio (SA)
Carnevale di Carignano (TO)
Carnevale di Carpenedolo (BS)
Carnevale di Carpi (MO)
Carnevale di Castel Goffredo (MN)
Carnevale di Castellana Sicula (PA)
Carnevale di Castelnovo di Sotto (RE)
Carnevale di Castelvetere sul Calore (AV)
Carnevale di Castrovillari (CS)
Carnevale di Cavezzo (MO)
Carnevale d'Amare Catanzaro e Soverato (CZ)
Carnevale di Cecina (LI)
Carnevale di Cegni (PV)
Carnevale di Cento (FE)
Carnevale di Ceggia (VE)
Carnevale di Chivasso (TO)
Carnevale di Cinisi (PA)
Carnevale di Cittanova (RC)
Carnevale di Città Sant'Angelo (PE)
Carnevale di Civita Castellana (VT)
Carnevale Civitellese a Civitella di Romagna (FC)
Carnevale Cremasco di Crema (CR)
Carnevale Storico Crescentinese di Crescentino (VC)
Carnevale di Decima di San Matteo della Decima BO
Carnevale di Dicomano (FI)
Carnevale di Erbusco (BS)
Carnevale di Fano (PU)
Carnevale dei Fantaveicoli di Imola
Carnevale di Ferrara
Carnevale di Fiumicino (RM)
Carnevale di Foiano della Chiana (AR)
Carnevale di Follonica
Carnevale di Fonni (NU)
Carnevale di Fossa (MO)
Carnevale storico di Frosinone, Festa della Radeca
Carnevale di Gallipoli (LE)
Carnevale di Gattinara (VC)
Carnevale di Gambettola (FC)
Carnevale Occitano di Guardia Piemontese Provincia di Cosenza
Carnevale di Gela
Carnevale Guspinese di Guspini (VS)
Carnevale di Ivrea
Carnevale di Larino (CB)
Carnevale di Latina
Carnevale di Leonforte (EN)
Carnevale delle Madonie (Castellana Sicula)
Carnevale di Macerata
Carnevale di Malo
Carnevale di Mamoiada
Carnevale di Manfredonia (FG)
Carnevale di Marino ('U Carnevalone)
Carnevale di Marlia (LU)
- Carneva
Marlia
Carnevale di Marrubiu (Su Marrulleri) (OR)
Carnevale di Massafra (TA)
Carnevale di Melilli (SR)
Carnevale di Mezzojuso (PA)
Carnevale di Milano
Carnevale di Misterbianco
Carnevale di Modena
Carnevale di Mondovì (CN) - Carlevé 'd Mondvì
Carnevale di Monfalcone
Carnevale di Montefiore dell'Aso (AP)
Carnevale di Monteforte d'Alpone (VR) - Carnevalon de l'Alpon
Carnevale di Montemarano
Carnevale di Montescaglioso (MT) - U'Carn'valon
Carnevale di Muggia
Carnevale di Offida
Carnevale storico di Ormea (CN)
Carnevale di Ottana (NU)
Sartiglia a Oristano
Carnevale di Ovodda (NU)
Carnevale di Palazzolo Acreide (SR) (il più antico carnevale di Sicilia)
Carnevale di Palma Campania
Carnevale Palmese (NA)
Carnevale di Palmi, festeggiato in periodo quaresimale
Carnevale di Paternò
Carnevale di Paternopoli (AV)
Carnevale di Piombino (LI)
Carnevale di Poggio Mirteto
Carnevale di Polistena (RC) - versione invernale ed estiva
Carnevale del Pollino - Castrovillari (CS)
Carnevale di Pontecorvo (FR)
Carnevale di Pontey (AO)
Carnevale di Positano (SA)
Carnevale di Putignano
Carnevale di Ravanusa (AG)
Carnevale dei Ragazzi di Sant'Eraclio di Foligno (PG)
Carnevale di Regalbuto
Lachera di Rocca Grimalda (AL)
Carnevale di Roma (RM)
Carnevale di Ronciglione
Carnevale di Saluzzo (CN)
Carnevale di Samassi
Carnevale di San Gavino Monreale
Carnevale Storico Persicetano (Bologna)
Carnevale di San Mauro Pascoli (FC)
Carnevale di San Pietro in Casale
Carnevale di Santa Croce sull'Arno (PI)
Carnevale di Sant'Antonio Abate (NA)
Carnevale di Sant'Egidio alla Vibrata (TE)
Carnevale Storico di Santhià (VC)
Carnevale di Sappada (BL)
Carnevale di Satriano di Lucania (PZ)
Carnevale di Sauris (UD)
Carnevale di Saviano (NA)
Carnevale di Schignano (CO)
Carnevale di Sciacca (AG)
Carnevale di Striano (NA)
Carnevale Teurianovese
Carnevale di Tempio Pausania
Carnevale di Termini Imerese (PA)
Carnevale Terranovese di Poggio Imperiale (FG)
Carnevale di Tiana (NU) (Coli-Coli)
Carnevale di Tirano (SO) ("Carneval dei Vècch" segue grosso modo il rito ambrosiano, ha luogo infatti la domenica successiva il martedì grasso.)
Carnevale di Tissano (UD)
Carnevale di Tivoli
Carnevale di Torino (Carlevé ëd Turin)
Carnevale di Trezzo sull'Adda (MI)
Carnevale di Tricarico (Lucania)
Carnevale di Ulassai (OG) Su Maimulu
Carnevale di Valderice (TP)
Carnevale di Varallo Sesia (VC)
Carnevale di Varese (VA)
Carnevale di Vecchiano (PI)
Carnevale di Velletri (RM)
Carnevale del Veneto - Casale di Scodosia (PD)
Il Carnevale di Venezia, il più importante d'Italia
Carnevale di Verona
Carnevale di Viareggio, i carri più grandi del mondo
Carnevale di Villa Literno
Carnevale di Pedagaggi


date della fine del carnevale dal 2014 al 2020


2014 4 marzo
2015 17 febbraio
2016 9 febbraio
2017 28 febbraio
2018 13 febbraio
2019 5 marzo
2020 25 febbraio




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Storia del Carnevale

Origini del Carnevale


Le origini del Carnevale affondano nelle celebrazioni dionisiache della Grecia classica e nei Saturnali dell’Antica Roma. Feste accomunate dal sovvertimento temporaneo delle regole sociali, che davano spazio al divertimento, allo scherzo, alla licenziosità.

Ordine e Caos

ll bisogno, innato nella festa di Carnevale, di rigenerazione e rinascita, legato all’azzeramento temporaneo delle regole prestabilite e a un ritorno ad una sorta di caos primordiale, in cui anche le gerarchie sociali preordinate vengono messe in discussione, è probabilmente molto più antico.

Il Mascheramento

Anche la tradizione del mascheramento è molto antica, e sembra risalire alle celebrazioni egizie in onore di Iside. Le maschere, nelle diverse culture, possono rappresentare divinità, essere soprannaturali, demoni, anime dei morti. Il travestimento ha una funzione apotropaica: chi indossa le maschere assume l’identità dell’essere che rappresentano.

Carnevale in Italia

In Italia la Storia del Carnevale ha inizio della Firenze rinascimentale, quando la famiglia dei Medici promuoveva i cosiddetti “Trionfi”, ovvero grandi mascherate che andavano in giro per la città trasportate su carri e accompagnati da canti carnacialeschi scritti per l’occasione. Alcuni di questi canti sono anche entrati nella tradizione letteraria italiana, come il Trionfo di Bacco e Arianna, che porta la firma di Lorenzo il Magnifico in persona.

Origine del nome

Diffuse anche negli altri antichi stati italiani, le celebrazioni di Carnevale in genere si concentravano nel tradizionale banchetto che si teneva il giorno di martedì grasso, subito prima dell’astinenza quaresimale. Da qui anche il nome, che deriva da carnem levare (eliminare la carne… dalla dieta).


fonte



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SCHERZI DI CARNEVALE

Carnevale,
ogni scherzo vale.
Mi metterò una maschera
da Pantalone,
dirò che ogni mio starnuto
vale un milione.
mi metterò una maschera
da pagliaccio,
per far credere a tutti
che il Sole è di ghiaccio.
Mi metterò una maschera
da imperatore,
avrò un impero
per un paio d'ore:
per voler mio dovranno
levarsi la maschera
quelli che la portano
ogni giorno dell'anno...
E sarà il carnevale
più divertente
veder la faccia vera
di certa gente.
(G. Rodari)



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Il Carnevale...Ieri

Il Carnevale fu, all'origine, un pupazzone multicolore, a volte ricoperto di un'armatura, oppure fatto di scorza o di paglia, comunque un personaggio dai risvolti inquietanti oltre che comici, che veniva portato in corteo per le strade del villaggio.

Il Carnevale delle campagne fu, inizialmente, la celebrazione della fine di un periodo"povero" e del ritorno della natura alla fecondità.

L'inverno veniva simboleggiato da personaggi fantastici e soventi orribili, attorno ai quali si intrecciavano danze e che venivano distrutti, per lo più bruciandoli, al termine della festa.

Così, ad esempio, in Alsazia, il povero inverno aveva l'aspetto di un pupazzo ricoperto di paglia, che veniva trascinato per le strade legato a una corda, fatto oggetto di insulti, frustato e, alla fine, annegato in uno stagno.
A Roma, nel Cinquecento, ci si bombardava con uova preventivamente svuotate e, riempite poi di sabbia o pepe.

Le uova, però, costavano caro, ragion per cui le si sostituiva volentieri con le rape.
Più tardi, fu introdotta l'abitudine di lanciare confetti colorati contenenti semi di coriandolo e, per evitare piccoli incidenti, si "inventarono" coriandoli fatti di gesso o di carta, palline rotonde antenate di quelli che oggi si usano nelle sfilate...



fonte



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Origini
Luogo d'origine Italia Italia
Regioni Lazio
Liguria
Marche
Emilia-Romagna
Veneto
Diffusione regionale
Dettagli
Categoria dolce
Ingredienti principali farina, zucchero, uova, burro, lievito, zucchero a velo, sale


Le castagnole sono un dolce carnevalesco diffuso in tutta Italia; fa parte della tradizione culinaria ligure, emiliana-romagnola, marchigiana, laziale, umbria meridionale (con la variante detta "strufoli" nell'Umbria settentrionale), veneta, lombarda[senza fonte].

Impastati gli ingredienti principali uova, zucchero, farina e burro si formano delle palline che vengono poi fritte in olio bollente. Vengono servite con zucchero a velo o, in alcune varianti, anche con alchermes o miele. Ne esistono due varianti: una senza ripieno ed un'altra con ripieno alla crema pasticcera o alla panna. Altra variante è quella che prevede la cottura al forno.

La ricetta delle castagnole è sicuramente molto antica: è stato ritrovato nell'archivio di stato di Viterbo un volume manoscritto del Settecento in cui sono descritte ben quattro ricette di castagnole, di cui una prevede la cottura al forno, che quindi non è stata adottata recentemente nell'intento di rendere il dolce più leggero, come spesso si crede.

Nella tradizione italiana le castagnole sono considerate uno dei simboli del carnevale, come attesta anche un proverbio diffuso nei vari dialetti marchigiani; si riporta qui di seguito, espresso in anconitano:

(dialetto anconitano)

« Fenito Carnevà, fenito amore
fenito a fà la pachia da signore
fenito de stacià farina in fiore
fenito de magnà le castagnole »

(IT)

« Finito Carnevale, finito amore
finito il far la pacchia da signore
finito il setacciar farina in fiore
finito il mangiare castagnole »


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Storia del Carnevale italiano



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Il Carnevale è un periodo difficile da interpretare.
Di certo è un periodo magico di baldoria, durante il quale ci si dimentica dei problemi che la vita ogni giorno propone.
Esso è un intervallo che nel calendario liturgico-cristiano si colloca tra l'Epifania e la Quaresima. Riguardo alla etimologia della parola l'ipotesi più attendibile ricollega Carnevale al latino "carnem levare", cioè, alla prescrizione ecclesiastica dell'astensione dal consumo della carne. Paradossalmente, quindi, trarrebbe il nome dal suo opposto giacchè il periodo di Carnevale si caratterizza proprio dal godimento eccentuato o addirittura sregolato dei beni materiali come cibi, bevande, piaceri sessuali, almeno nelle sue origini e radici storiche. Le origini sembrano collocarsi lontane nel tempo: gli studiosi, unanimamente, fanno risalire la nascita del Carnevale ai Saturnali latini. In quei giorni i romani nel celebrare l'anniversario della costruzione del Tempio dedicato al dio Saturno, si riversavano nelle strade cantando ed osannando il padre degli Dei.




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Durante quei festeggiamenti veniva praticato il capovolgimento dei rapporti gerarchici ed in genere delle norme costituite della SOCIETA', sicchè i plebei potevano confondersi con i nobili e viceversa grazie ad un travestimento. Più tardi venne introdotto l'uso delle maschere, preso in prestito dai Baccanali, festeggiamenti in onore di Bacco. Presumibilmente con lo scopo di non essere riconosciuti durante le pratiche licenziose festaiole, di cui i latini erano maestri. Il Cristianesimo fece ordine nel complicato panorama delle festività romane e cercò di moderare quelle più smodate e trasgressive. Fu così che i Saturnali divennero Carnevale.






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Nel Medioevo esso subì una trasformazione per effetto probabilmente della tradizione pietistica e della diffusa pratica mistica. La Manifestazione divenne fondamentalmente un rito di purificazione come è provato dalla scena culminante della festa che consiste nel funerale di Re Carnevale. Questo senza però perdere il momento trasgressivo di abbandono ai piaceri materiali come viene rappresentato perfettamente dai versi di Lorenzo il Magnifico "chi vuol esser lieto sia di doman non v'è certezza...." tratti dai "CANTI CARNASCIALESCHI". Oggi, dopo alterne vicende di gloria e decadenza, le manifestazioni carnevalesche hanno ripreso con forte vigore. Per un certo aspetto, ed in molti casi, esse sono il frutto di un sincero recupero di tradizioni popolari, da lungo tempo dimenticate, spesso volutamente dimenticate,come una operazione di rimozione da un senso di colpa collettivo per essere esse stesse fortemente paganeggianti e quindi quasi mai condivise dalla autorità religiosa.



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Per un altro aspetto esse sono il risultato di un sapiente lavoro imprenditoriale dove il business diventa il volano
per iniziative turistiche e di valorizzazione di aree geografiche trascurate, con importanti ricadute sui livelli occupazionali e sul benessere della Comunità.
Una ricognizione delle manifestazioni medesime che si svolgono in Italia durante il periodo di Carnevale
permettono di dare, a grandi linee, una classificazione
delle manifestazioni in tre grandi gruppi:


Le maschere tradizionali di Carnevale


L'uso delle maschere di Carnevale ha origini teatrali: la commedia dell'arte ha dato vita a personaggi tipici che sono entrati a fare parte del costume italiano. Nascono dal teatro buffonesco e popolare delle fiere e più tardi giungono alla tipizzazione universale sottolineando i vizi e i difetti degli uomini.
La prima figura comica, diventata poi personaggio fisso della commedia, era lo "zanni". Originario del bergamasco, rappresentava il contadino povero e ignorante. Con gli anni la figura degli zanni si distinse in due categorie: il servo furbo, o primo zanni, e il servo sciocco, o secondo zanni. Da questo momento nascono maschere come Brighella e Arlecchino entrate a far del costume italiano.


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Colombina. Moglie o amante di Arlecchino: svolgeva la parte di servetta vivace, civetta e furbissima. Appare già nel 1530 nella commedia dell'arte.





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Arlecchino. Nell'alto medioevo Harlequin era una maschera paurosa e diabolica. Alla fine del '500 venne raffinato facendolo furbo e intelligente, mutando nel linguaggio la volgarità in astuzia. Dalla Francia passò in Italia con molta fortuna. Nel '700 Goldoni lo introdusse nella commedia letteraria.
Abito: a pezze multicolore, maschera nera, dialetto pseudo bergamasco, astuzia, coraggio e poltroneria. Ebbe particolare fortuna nel '700, durante l'800 la sua figura decadde per essere ripresa durante il teatro dei burattini, come protagonista di farse e di commedia per fanciulli.
Nel Novecento nuovi interpreti hanno ridato vita alla vecchia maschera con studio profondo delle sue radici storiche ma anche con uno spirito critico e una moderna sensibilità.


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Gianduja. Si tratta della maschera piemontese più famosa, nata per opera del burattinaio Gian Battista Sales nel 1798. Gianduia era un contadino di animo buono e generoso ma anche furbo e astuto, amante della buona tavola e del vino. Il suo nome originario era Gioan d'la douja che fu presto abbreviato con Gianduja, la sua compagnia è Giacometta. Gianduia rappresenta la gioia e la festa per l'intero Piemonte.



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Pulcinella. Protagonista della scena napoletana della Commedia dell'Arte. Famosa non solo in Italia ma anche in Francia, Spagna e Germania. La sua creazione si deve, molto probabilmente, a Silvio Fiorillo da Capu che lo interpretò sul palcoscenico. Furbo e pigro, la sua maggiore occupazione è mangiare, si adatta a tutto e finisce sempre per combinare guai e farsi bastonare.




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Stenterello. Nel 1793 a Firenze nasceva la maschera di Stenterello, per mano dell'orologiaio Luigi Del Buono. Creato per impersonare la gioia e lo spirito fiorentino, generoso con i poveri, acuto e scaltro, la sua saggezza è unita all'ottimismo. Indossa una giacca blu, panciotto con puntini verdi e pantaloni neri e corti. La nota caratteristica del suo abbigliamento sono le calze: una rossa, l'altra a strisce. In testa ha sempre il cappello e parrucca con codino.




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Meneghino. Il suo luogo di nascita è Milano e rappresenta il contadino semplice e un po' rozzo. L'abbigliamento è caratterizzato dalle calze a strisce bianche e verdi, una casacca sempre con orli verdi, pantaloni marroni e tricorno. Il carattere è semplice e buono, non è istruito ma sicuramente furbo e pieno di buon senso.




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Pantalone. Veneziano, mercante dapprima dipinto vecchio, avido e tirchio, poi è trasformato nel saggio e buon padre di famiglia. Veste in velluto o stoffa rossa, con calze rosse e berretto. Non abbandona mai la borsa con i suoi averi.
Brighella. Nella commedia dell'arte veniva identificato come lo "zanni". Nel 1650-51 era assai apprezzata nelle parti di Parma e di Modena e contemporaneamente anche in Francia. Brighella è un tipo di servo avventuriero munito di coltello e pronto a qualsiasi azione e intrighi, il che ha dato origine al suo nome. E' di Bergamo come Arlecchino: è vestito di bianco con galloni verdi. Sa suonare e cantare tanto che è chiamato pure "Flautino". Goldoni lo ha introdotto tra le sue maschere trasformandolo talora in servo affettuoso e disincantato.




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Balanzone. E' uno dei due vecchi dalla commedia dell'arte e appare già nella commedia cinquecentesca. Nella commedia dell'arte prende il nome di Graziano di Baolardo o Balanzone (da balle = frottole che raccontava). E' più spesso dottore in giurisprudenza che non in medicina, parla il dialetto bolognese e infarcisce la sua oratoria con errate citazioni latine e con spropositi comici e grossolani, detti con severità. Vesta la toga con collare bianco all spagnola, cappello nero a grandi falde; porta sotto il braccio libri voluminosi e polverosi. Dalla commedia dell'arte è passata ne teatro letterario.
 
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view post Posted on 24/1/2014, 18:28
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Carnevale è da sempre la festa dei bambini, ma coinvolge anche gli adulti. Anzi, si potrebbe dire che è un modo per i grandi di ritornare bambini, allegri e spensierati, approfittando di questi giorni per giustificare l'allegria e le stramberie che raggiungono i livelli massimi nella settimana di chiusura del Carnevale.

Le origini della festa sono religiose, infatti il Carnevale è collegato direttamente alla Pasqua, che cade sempre la domenica dopo il primo plenilunio (luna piena) di primavera.
Dalla Pasqua si sottraggono 6 settimane (di cui 5 sono di Quaresima) e la settimana precedente ad esse è quella in cui si festeggia il Carnevale.
Questa parola deriva forse dal latino medievale "carnem levare", cioè "togliere la carne" dalla dieta, in osservanza al divieto cattolico di mangiare carne durante la Quaresima.

Protagoniste del Carnevale da sempre sono le Maschere classiche più conosciute. Pare che la più antica fra queste sia Arlecchino, originario di Bergamo. Nel secolo XVI da Venezia venne la maschera di Pantalone e da Napoli Pulcinella, seguiti dal Dottor Balanzone di Bologna.
Gli altri famosi personaggi del Carnevale italiano vengono da Torino (Gianduia), da Firenze (Stenterello), da Bergamo ancora (Brighella) e da Venezia il personaggio femminile più famoso che è Colombina.

Anche in molti Paesi del mondo il Carnevale è una festa che viene vissuta senza risparmio di energie.



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PER CARNEVALE


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L'invenzione di Pulcinella

Signore e signori, fatevi avanti
più gente entra, più siete in tanti!
Correte a vedere la grande attrazione,
la formidabile invenzione.
Non sono venuto su questo mercato
per vendere il fumo affumicato.
Non sono venuto a questa fiera
per vendere i buchi del gruviera.
Il mio nome è Pulcinella
ed ho inventato la moz - za - rel - la!
Da questa parte, signori e signore
son Pulcinella il grande inventore!
Per consolare i poveretti
ho inventato gli spaghetti.
Per rallegrare a tutti la vita
creai la pizza Margherita!
Olio, farina, pomodoro
nulla vale questo tesoro.
Ad ascoltarlo corre la gente,
si diverte... e non compra niente!!


Gianni Rodari

 
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view post Posted on 21/2/2014, 11:52
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BUON CARNEVALE


BUON CARNEVALE

 
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view post Posted on 22/2/2014, 18:30
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E’ tornato Carnevale.
Per la strada, tra un inchino
e una buffa riverenza,
vanno allegri un Arlecchino, Colombina, Pantalone,
Corallina, Balanzone, e Rosaura con Brighella
a braccetto a Pulcinella.
"Fo’ l’inchino......Serva sua"
"E io fo’ la riverenza, Eccellenza....!"
E giù risa, scherzi, grida e schiamazzi
di fanciulli e di ragazzi.

Carnevale



Edited by marisa56 - 9/1/2016, 19:21
 
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view post Posted on 23/2/2014, 12:31


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La canzone delle mascherine

Un saluto, a tutti voi;
dite un po’ chi siamo noi?
Ci guardate e poi ridete?
Oh! mai più ci conoscete!
Noi scherziam senza far male,
Viva, viva il Carnevale!
Siamo vispe mascherine,
Arlecchini e Colombine,
diavolini, follettini,
marinai
bei ciociari
comarelle
vecchierelle:
noi scherziam senza far male,
viva, viva il Carnevale!
Vi doniamo un bel confetto,
uno scherzo, un sorrisetto;
poi balliamo
poi scappiamo.
Voi chiedete:
Ma chi siete?
Su pensate,
indovinate.
Siamo vispe mascherine,
Arlecchini e Colombine,
diavolini, follettini,
marinai
bei ciociari
comarelle
vecchierelle:
noi scherziam senza far male,
viva, viva il Carnevale!


n57LDOO

 
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view post Posted on 23/2/2014, 19:48
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view post Posted on 25/2/2014, 15:26
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