S. Giuseppe e Festa del Papa'

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view post Posted on 9/3/2013, 05:24
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Festa del papà

La festa del papà è una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo. Nei paesi di lingua italiana viene festeggiata il 19 marzo.

Storia

La festa del papà, come la intendiamo oggi, nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma per festeggiare la paternità e i padri in generale. La festa è celebrata in varie date in tutto il mondo, spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre.

La prima volta documentata che fu festeggiata sembra essere il 5 luglio 1908 a Fairmont in West Virginia, presso la chiesa metodista locale.[1] Fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l'ufficializzazione della festa; senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, ella organizzò la festa una prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane, Washington. La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana.

Data e associazione

La data in generale varia da Paese a Paese. Nei Paesi che seguono la tradizione statunitense, la festa si tiene la terza domenica di giugno. In molti Paesi di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il giorno di san Giuseppe, padre putativo di Gesù, ovvero in corrispondenza con la Festa di San Giuseppe.

In alcuni Paesi la festa è associata ai padri nel loro ruolo nazionale, come in Russia dove è celebrata come la festa dei difensori della patria (День защитника Отечества).


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In Italia

Come in molti Paesi di tradizione cattolica, la festa del babbo viene festeggiata il giorno di san Giuseppe, padre putativo di Gesù. San Giuseppe, in quanto archetipo del padre e del marito devoto, nella tradizione popolare protegge anche gli orfani, le giovani nubili e i più sfortunati. In accordo con ciò, in alcune zone della Sicilia, il 19 marzo è tradizione invitare i poveri a pranzo. In altre aree la festa coincide con la festa di fine inverno: come riti propiziatori, si brucia l'incolto sui campi da lavorare e sulle piazze si accendono falò da superare con un balzo. In alcune regioni dell'Italia centro-meridionale, il dolce per questa festa è la zeppola (o zeppolella se in versione mignon) dalle origini antico romane: accompagnava la festività dei Liberalia, che si teneva nello stesso periodo dell'anno. Sono realizzate con pasta simile ai bignè, di forma schiacciata, e possono essere fritte o al forno; al di sopra viene posta di norma crema pasticcera e marmellata di amarene.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Tabella elaborata da marisa




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La festa del Papà è un giorno speciale per tutti gli uomini che hanno avuto l'onore e l'onere della paternità, soprattutto oggi che questa figura è sempre più rivalutata nell'ambito della famiglia.
Le più antiche notizie farebbero risalire le origini di questa festa addirittura ai tempi dei babilonesi. La leggenda vuole, infatti, che un giovane ragazzo dal nome Elmesu, quasi 4.000 anni fa, scrivesse al padre, su una piastra di argilla, un messaggio di augurio di buona salute e lunga vita.
In tempi decisamente più recenti, alcune fonti, riferiscono che questa usanza avrebbe avuto le sue origini in Olanda nel 1936 dove, in occasione di questa festa, i padri intraprendevano una gita per soli uomini. Oggi, tuttavia, la festa del papà viene celebrata solo in alcuni paesi europei, in giorni diversi e in modo differente da un nazione all'altra. In Olanda, viene festeggiata il 18 Giugno ed anche nei paesi anglosassoni, la festa del papà ricorre a Giugno e non ha alcuna connotazione religiosa. Secondo questa stessa tradizione, l'idea di individuare una giornata in cui i figli possano onorare il loro padre nacque intorno ai primi del 1900 a Spokane, Washington, da una donna, Sonora Smart Dodd, mentre stava ascoltando il sermone nel giorno della festa della mamma. Sonora fu cresciuta dal padre Henry Jackson Smart (dopo la morte della madre) e volle far conoscere a tutti quanto questo premuroso genitore fosse importante per lei. Un padre che le fece anche da madre, con coraggio, altruismo e soprattutto amore e dolcezza. Fu scelta la data del 19 Giugno, proprio perché il padre di Sonora era nato in quella data. La prima festa del papà fu celebrata proprio il 19 Giugno 1910 a Spokane, Washington. Nel 1924, il Presidente Calvin Coolidge (1923-1929) proclamò la terza domenica di Giugno giorno ufficiale del papà. Le rose sono il simbolo di questa festa, rosse, se il genitore è ancora in vita, bianche, in caso contrario.
Solamente quando questa usanza giunse anche in Italia, si decise che sarebbe stato più adeguato festeggiarla il giorno della Festa di San Giuseppe. Nella tradizione popolare, infatti, San Giuseppe, sposo di Maria, è il padre "terreno" di Gesù e quindi figura emblematica per ricoprire questa carica!
Inizialmente la Festa del Papà fu dichiarata festa nazionale, successivamente abrogata, ma è rimasta comunque un'occasione per le famiglie, e soprattutto per i bambini, di festeggiare i loro papà. Anche se in Italia la ricorrenza ha questa connotazione religiosa, sembra comunque che solo dal 1968 la festa del papà fu fatta coincidere con il giorno dell'onomastico del Santo, e che la connotazione commerciale della festa è stata voluta dalla Buton per promuovere la vendita del proprio brandy "Vecchia Romagna".

Due tradizioni, in particolare, caratterizzano la festa del 19 Marzo un po' in tutta Italia: i falò e le "zeppole". Poiché la celebrazione di San Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, le celebrazioni rituali religiose, come spesso accade, si sovrappongono a quelle pagane come i riti di purificazione agraria, di antica memoria. In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe. Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle "zeppole", le famose frittelle di S. Giuseppe, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa. A Roma la preparazione delle zeppole, affiancate dai bignè di San Giuseppe, ha un fervore particolare.
In passato, ad ogni angolo di strada era possibile trovare un banco di frittelle, e tutta la città era addobbata da festose decorazioni. In questo giorno, si ricorda la sacra coppia di giovani sposi che, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, si videro rifiutare la carità di un riparo per la notte per consentire a Maria di poter dare alla luce il Figlio dell'uomo. Questo atto, che viola due sacri doveri: l'ospitalità e l'amore familiare, viene ricordato in molte regioni con l'allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19 marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di San Giuseppe. In questa occasione, un sacerdote benediceva la tavola, ed i poveri erano serviti dal padrone di casa. In alcune città, il banchetto veniva addirittura allestito all'interno della chiesa, e, mentre due sacerdoti servivano i poveri, un terzo predicava per nove volte, tante quante le pietanze che venivano servite.
Oltre a proteggere i poveri e le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa.



QUI



DEDICA DI UN PADRE AL PROPIO FIGLIO

Se un giorno mi vedrai vecchio,
se mi sporco quando mangio
e non riesco a vestirmi
abbi pazienza...
Ricorda il tempo che
ho trascorso ad insegnartelo.
Se quando parlo con te
ripeto sempre le stesse cose
non mi interrompere, ascoltami...
Quando eri piccolo
dovevo raccontarti ogni sera
la stessa storia
finchè non ti addormentavi...
Se, a volte, non voglio lavarmi
non biasimarmi
e non farmi vergognare...
Ricordati quando dovevo correrti dietro
inventando delle scuse
perchè non volevi fare il bagno...
Se vedi la mia ignoranza
delle nuove tecnologie,
dammi il tempo necessario
e non guardarmi
con quel sorrisetto ironico...
Ho avuto tutta la pazienza
per insegnarti l'abc...
Se non riesco a ricordare
o perdo il filo del discorso,
dammi il tempo necessario
per ricordare...
Se non ci riesco
non ti innervosire,
la cosa più importante
non è quello che dico,
ma il bisogno di essere con te
ed averti lì che mi ascolti...
Se le mie gambe stanche
non mi consentono
di tenere il tuo passo
non trattarmi come fossi un peso...
Vieni verso di me
con le tue mani forti
nello stesso modo con cui
io l'ho fatto con te
quando muovevi i tuoi primi passi...
Se dico che vorrei essere morto
non arrabbiarti...
Un giorno comprenderai
che cosa mi spinge a dirlo...
Cerca di capire che alla mia età
non si vive, si sopravvive...
Un giorno scoprirai
che nonostante i miei errori
ho sempre voluto il meglio per te,
che ho tentato
di spianarti la strada...
Dammi un pò del tuo tempo,
dammi un pò della tua pazienza,
dammi una spalla
su cui poggiare la testa
allo stesso modo in cui io
l'ho fatto per te...
Aiutami a camminare,
aiutami a finire i miei giorni,
con amore e pazienza...
In cambio io ti darò un sorriso
e l'immenso amore
che ho sempre avuto per te...
Ti amo, figlio mio
e prego per te
anche se mi ignori...
Papà



Dolci per la festa del papà: le zeppole di San Giuseppe

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La Festa del Papà si sta avvicinando a grandi balze e, visto che a conti fatti manca poco più di una settimana, per non farsi cogliere impreparati ecco qui una bella ricetta da segnarsi in previsione del gran giorno. Le zeppole di San Giuseppe, del resto, sono proprio la specialità da sfornare, secondo tradizione, il 19 marzo, data che vede appunto coincidere la festa di San Giuseppe, protettore dei friggitori e dei falegnami, con quella dei papà.

Si tratta di dolcetti piccoli e fritti da guarnire con crema e amarene spolverizzate di zucchero a velo: ovviamente esiste anche la versione al forno, ma quella preparata in olio e padella resta comunque quella più fedele alla tradizione e a quello che è il vero gusto originario di questo dolce. L’accompagnamento migliore per le zeppole di San Giuseppe, che volendo si possono anche tagliare a metà nel senso della lunghezza e quindi guarnire di crema anche al centro oltre che sulla superficie, è lo spumante dolce, possibilmente servito fresco.


Dosi 6 persone

Ingredienti


200 gr. farina | 100 gr. burro | 1 cucchiaio zucchero | 1 bustina zucchero vanigliato | 5 uova intere | 1 pizzico sale | 1 lt. latte (per la crema) | 8 cucchiaio scarsi di zucchero (per la crema) | 2 cucchiaio pieni di farina (per la crema) | 2 cucchiaio amido di mais (per la crema) | 4 tuorli d'uovo (per la crema) | 1 buccia di limone (per la crema) | q.b. amarene (per la guarnizione) | q.b. zucchero a velo (per la guarnizione) | q.b. olio di semi (per la frittura)

Preparazione

Impastare la farina con un po' d'acqua e con il burro, lo zucchero e il pizzico di sale. Una volta amalgamato il tutto, aggiungere le uova, lavorare fino a ottenere un composto omogeneo e metterlo in una sach a poche.

Scaldare l'olio di semi, e una volta ben caldo disegnare dei cerchi d'impasto con la sach a poche direttamente sull'olio. Una volta pronte, scolarle e metterle da parte.

Preparare la crema per la guarnizione mischiando in una scodella il latte caldo con l'amido di mais, la buccia di limone grattugiata, la farina e i tuorli d’uovo.

Guarnire le zeppole con la crema, aggiungendo poi amarene e spolverando di zucchero a velo.

[photo courtesy of Blondie and brownie]

La preparazione delle zeppole è laboriosa il giusto, e per realizzarle oltre agli ingredienti servono dell’olio di semi e una padella per friggere, della carta assorbente, un pentolino per scaldare il latte, un piano di lavoro e una sach a poche. Quest’ultima, in particolare, ha una doppia utilità: in un primo momento si usa per formare dei cerchi con l’impasto “disegnandoli” direttamente nell’olio di semi nel frattempo diventato ben caldo e poi, in una fase successiva, per guarnire le zeppole con la crema preparata a parte con amido di mais, buccia di limone grattugiata, farina, latte caldo e tuorli d’uovo.

Le zeppole, ovvero le ciambelline create con l’impasto e la sach a poche, durante la frittura cominceranno a gonfiarsi e prendere colore: una volta pronte, non resta che scolarle con una schiumarola, tamponarle con cura in carta assorbente e guarnirle.


fonte


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San Giuseppe

- San Giuseppe vecchierello
cosa avete nel cestello?
- Erba fresca, fresche viole
nidi, uccelli e lieto sole!
Nel cantuccio più piccino
ho di neve un fiocchettino,
un piattino di frittelle
e poi tante cose belle!
Mentre arriva primareva
canto a tutti una preghiera,
la preghiera dell’amore
a Gesù nostro Signore.



Poesia di S. Giuseppe da Copertino

Chi fa bene

Chi fa ben so!' per paura,
non fa niente e poco dura.
Chi fa ben sol per usanza,
se non perde, poco avanza.
Chi fa ben solo per forza,
lascia il frutto e tien la scorza.
Chi fa ben qual sciocco, a caso,
va per l'acqua senza vaso.
Chi fa. ben per parer buono,
ci si acquista un po' di suono.
Chi fa ben per vanagloria,
non avrà mai la vittoria.
Chi fa ben per avarizia,
crescerà sempre in malizia.
Chi fa ben con negligenza,
perde il frutto e la semenza.
Chi fa bene all'indiscreta,
non fa frutto e mai si quieta.
Chi fa ben sol per salvarsi,
troppo si ama e non sa amarsi.
Chi fa ben solo per gusto,
non sarà sano, nè giusto.
Chi fa ben per puro amore,
dona a Dio l'anima e il cuore.



Significato dei nomi: Giuseppe

Significato: Dio aggiunga
Origine: ebraica
Onomastico: 19 Marzo
Corrispondenze: Segno Zodiacale del Cancro
Numero portafortuna: 1
Colore: rosso
Pietra: rubino
Metallo: ferro

E' in assoluto il nome più frequente in Italia al maschile, al ventisettesimo posto tra i nomi femminili, ma, nell'alterazione Giuseppina, al terzo posto. Beppe, Beppino, Bepi, Peppe, Peppino, Pinuccio, Giuseppantonio, Giusi e Pinuccia sono varianti di larghissima diffusione in tutta la penisola. Tra i diminutivi, Pino deriva in alcuni casi da altri nomi, come Filippo e Giacomo. L'origine ebraica di Giuseppe deriva dal nome del figlio di Giacobbe, venduto per gelosia come schiavo dai fratelli. La matrice più importante è quella cristiana, per il culto nato in Oriente nel IV secolo (in Occidente, invece, nell'XI secolo) per s. Giuseppe, padre di Gesù e sposo di Maria Segno Zodiacale della Vergine. E' patrono del Canadà, del Perù, dei falegnami, dei carpentieri, degli ebanisti, dei moribondi e dei papà, e viene invocato per ottenere un buon matrimonio. Una seconda matrice è certamente laica, ma più recente, e deve la sua fama a personaggi storici dell'Ottocento, tra cui gli imperatori d'Austria Giuseppe I e II, e soprattutto Francesco Giuseppe (1830-1916); l'imperatrice dei Francesi, moglie di NapoSegno Zodiacale del Leone I, Giuseppina Beauharnais; e, in Italia, i tre personaggi più famosi del Risorgimento, Mazzini, Garibaldi e Verdi. Altri personaggi famosi furono il dittatore sovietico Stalin, morto nel 1953; lo scrittore inglese di origine polacca Comrad e lo scrittore siciliano del Novecento Tomasi di Lampedusa; il poeta Ungaretti; l'attore e commediografo Peppino De Filippo. Giuseppe è un falegname che costruisce edifici di materiale indistruttibile. Le sue qualità sono fatte per durare nel tempo: serietà, riflessione, ostinazione, intelligenza senza fronzoli, cuore sincero, discrezione, laboriosità e coraggio. Cosa può esigere di più la donna prescelta da un simile campione di virtù?


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a mio padre: PAPA' sei in ogni mio pensiero, ogni cosa intorno a me mi ricorda te, sento il tuo profumo sui vestiti che hai lasciato e ogni giorno la tua assenza si fa sempre più grande! E’ dura andare avanti senza una persona così importante, ma ti chiedo di vegliare su di noi e aiutarci nei momenti difficili e ancora grazie perché tutto ciò che mi hai insegnato mi ha fatto crescere e rimarrà sempre dentro di me come ogni tuo ricordo.

 
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La festa del papà: origini e tradizioni



Tradizioni

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(da Wikipedia)

Tracce del legame con i culti pagani e con i riti agricoli si ritrovano nella tradizione dei falò dei residui del raccolto dell’anno precedente ancora diffusi in molte regioni.

Ma – secondo la tradizione – san Giuseppe, oltre ad essere il patrono dei falegnami e degli artigiani, è anche il protettore dei poveri, perchè a Giuseppe e Maria fu negato un riparo per il parto da poveri in fuga.

Proprio per questa ragione alla festa di san Giuseppe è legato anche il pane, spesso deposto sugli altari.

In Sicilia e nel Salento sono diffuse usanze denominate “Tavole di San Giuseppe”: la sera del 18 marzo le famiglie che intendono assolvere un voto o esprimere una particolare devozione al santo allestiscono in casa un tavolo su cui troneggia un’immagine del santo e sul quale vengono poste paste, verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino. Sono poi invitati a mensa mendicanti, familiari e amici, tre bambini poveri rappresentanti la Santa Famiglia. Si riceve il cibo con devozione e spesso recitando preghiere, mentre tredici bambine con in testa una coroncina di fiori, dette “tredici verginelle”, cantano e recitano poesie in onore di S. Giuseppe. Talvolta è un intero quartiere a provvedere e allestire le tavole all’aperto.

tavola-san-giuseppe-300x220
(da Wikipedia)

Alimento tradizionale di questa festa sono le “frittelle” a Firenze e a Roma, chiamate “zeppole” a Napoli e in Puglia, “sfincie” a Palermo. In Canton Ticino sono tradizionali i “tortelli di San Giuseppe“.
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Papà

La legge della vita dice

che non ci sei più…

Ma, il tuo stile di vita,

e l’amore per il prossimo

sono un marchio troppo importante

da poter cancellare.

E… ogni tuo figlio,

e… ogni nostro figlio,

avrà come dono il tuo stile di VITA!



Edoardo






Urlo nel silenzio che non c’è…

Grazie destino della dolce magia

che nell’anima mia sta navigando ora,

nel silenzio di luce al freddo gelo di rugiada.

La vita non sei per me,

amara morte, lo è per te!

Non così… non così, bambina mia,

non andar via… ascolta!

La luna si specchia nella tua mano,

dove c’è il lontano dolore

e il cielo si nasconde dietro il buio

del suono del mio amore.

Appoggiati a me,

così non potrai cadere!

Uno non muore mai se nell’anima sei,

l’eternità.

Vivere, avrei voluto l’amore di figlia…

cercare la tua mano

e gridare il tuo nome,

ma ora io

intensamente urlo nel respiro che non c’è,

il mio “voglio restare senza te”.

Padre, anche se io cerco ancora

la tua immagine dentro di me,

irrespirabile menzogna

è il tuo volto su di me.

Non è la morte

che ti porterà via da me,

sei tu che abbandonandomi,

hai lasciato un vuoto

nella bambina che c’era in me!



Dedicata a mio padre


naida santacruz



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A mio fratello


Non c’è un me senza un te.

Fragile senza speranza di cambiare,

senza voglia di farlo forse.

Mi diverto a dirti che siamo diversi

per poi spiare le tue reazioni,

ti spio adesso…

credici è dedicata a te!

È dedicato a te il mio pensiero

perché ti penso spesso,

perché sei l’altra metà di me.

Sei tu quello razionale,

io sono quella sognatrice,

sei tu quello riflessivo,

io sono quella che non ci pensa due volte.

Sei tu che dicevi che scrivo fesserie

ed ora… é una lacrima quella?



Tilly



A MIO FRATELLO GIUSEPPE


Tristezza in questa notte,
piena di ricordi…
e lacrime pensandoti.
Te ne sei andato…
attorniato dalle persone
a te tanto care.
Amore e dolcezza
hai sempre profuso
dando tanto coraggio
anche da quel tuo calvario.
Ormai è tempo di ricordi
e in ogni momento
dolce è ripercorrere il passato
per ritrovarci insieme
e per non dimenticare.
La nostra preghiera…
t'accompagni sempre
sperando che la Luce
in cui sei immerso
sia spirito ed essenza
per noi qui sulla terra!

Roma, 21 maggio 2004


di Franco Maccioni

 
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nonnaanna
view post Posted on 18/3/2013, 17:07





Babbo

Babbo, quando eravamo piccini
tu ci tenevi sui tuoi ginocchi,
non avevamo balocchi
perchè eravam poverini;
ma nella stanza oscura,
quando calava la sera
anche se la stagione era dura
facevi nascere la primavera.
Illuminavi la stanza di stelle,
di lucciole, di fiammelle,
la riempivi di fiori,
di trilli, di canti, di odori:
Gli angeli venivano a cento
avvolti nel velo del vento
e con i gigli fatati
sfioravano i nostri occhi,
ci davano sogni incantati,
facevan di noi lievi fiocchi,
fiocchi leggeri in cammino
per un viottolino di stelle........
Babbo, che nostalgia
di sedere sui tuoi ginocchi,
di sentire nel sonno
i tuoi occhi vegliarmi.
E addormentare il mio dolore,
e addormentare il mio tormento,
essere un fiocco nel vento
e un canto per il tuo cuore.
Ma se ti vengo accanto
nella casina di terra,
quella che ti rinserra
e dove sei tutto solo,
non c'è per te che il mio pianto,
non c'è per me che il tuo canto,
nel canto dell'usignolo.

(Lilla Lipparini) (1951/1952)



augupapifg9

 
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view post Posted on 18/3/2013, 20:15
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La sedia vuota

La sedia vuota attende il miraggio
del tuo riflesso specchiato
nell'immobile simmetria dell'acqua,
in attesa del compiersi di un mistero
che non avrà corpo,
ma solo un'irriducibile voglia d'irridere la morte
offrendole l'illusione delle tue braccia fra le sue,
mentre noi staremo fuggendo lontano,
stringendoci la mano.

Nemesis Marina Perozzi

 
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