25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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marisa56
view post Posted on 25/11/2012, 08:36 by: marisa56
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Violenza donne, giornata mondiale contro la barbarie

Da mobilitazione no a femminicidi, violenza domestica e stalking


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La giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, che si celebra domani 25 novembre, "non deve essere una ricorrenza retorica e in qualche modo rituale": contro la barbarie del femminicidio - sono 113 le donne uccise da inizio anno, di cui 73 dal proprio partner - sono tante le organizzazioni che in Italia, ma anche nel resto del mondo, celebreranno la ricorrenza rilanciando iniziative e progetti che per forza di cose dovranno avere anche un carattere transnazionale.

Dalla politica alla società civile, dalle ong alle grandi organizzazioni per la difesa dei diritti umani, i mille eventi di domani muoveranno anche un richiamo al rispetto. Sono in tanti a chiedere ai politici e alle istituzioni di operare a favore della prevenzione, finanziando da subito misure concrete. Come fa 'No More! - convenzione che ha avuto il plauso del presidente Napolitano, promossa da Udi, Casa Internazionale delle Donne, GiULiA (Giornaliste unite, autonome, libere), D.i.Re (Donne contro la violenza), Zeroviolenzadonne.it, Piattaforma Cedaw '30 anni lavori in corsa Cedaw': Fondazione Pangea onlus, Giuristi Democratici, Be Free, Differenza Donna, Le Nove, Arcs-Arci, ActionAid, Fratelli dell'Uomo - che si oppone all'annunciata proposta di legge Buongiorno-Carfagna che punta a un aggravamento delle pene, fino all'ergastolo, per i responsabili di femminicidio. "Non serve condannare gli uomini all'ergastolo per impedire che altri uomini commettano femminicidio, serve lavorare sulla prevenzione", spiega Vittoria Tola di No More!.

C'é chi poi come la Croce Rossa Italiana continua a lavorare alla realizzazione di progetti per migliorare la protezione sociale delle donne. La Croce Rossa, spiega il direttore generale Patrizia Ravaioli, "attraverso propri centri di assistenza e ascolto è presente sul territorio nazionale per tutelare le donne che in qualche modo subiscono persecuzioni". Lancia il suo allarme anche l'Osservatore Romano che in un editoriale spiega che "percuotere e uccidere chi è fisicamente più debole è una disumana dimostrazione di codardia e di viltà". Perché "se sempre e in ogni sua forma la violenza volta le spalle alla speranza, la violenza degli uni sulle altre é il cemento che immobilizza il domani. Che preclude ogni incontro e asfissia la vita" Nel resto del mondo, sottolinea la United Nations Women's Guild (organizzazione che fa capo all'Onu per la promozione di progetti per le donne), il fenomeno della violenza contro le donne non accenna a diminuire: è un fenomeno trasversale e multinazionale che va combattuto puntando sull'educazione.

Per Telefono Rosa le violenze quest'anno hanno fatto segnare un aumento all'interno dei rapporti sentimentali, con una quota dell'85% sul totale, il 3% in più rispetto al 2011. Domani il ministro Fornero, in qualità di responsabile delle Pari opportunità, riceverà dalle donne di D.i.Re (rete contro la violenza) un appello con 20mila forme per chiedere la ratifica del Consiglio d'Europa sui femminicidi e l'attuazione di un piano nazionale per la prevenzione di questi crimini. Sempre domani sarà presentata la campagna 'One billion rising', una sorta di danza mondiale ideata da Eve Ensler, autrice dei 'Monologhi della vagina'.

A Milano verrà invece presentato (al Teatro Litta) il documentario di Francesca Archibugi 'Giulia ha picchiato Filippo (che verra' trasmesso anche su Rai Uno); al Teatro Leonardo andrà invece in scena 'Home sweet home', dedicato alla violenza domestica.


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Telefono rosa, piano scuola antiabusi

Un piano-scuola - con tanto di materia specifica - contro la violenza alle donne. Un programma scolastico per "educare al rispetto" pensato non solo per le ragazze ma anche, soprattutto, per i ragazzi. Lo propone al governo, sollecitando quindi azioni a partire dalla scuola materna, Telefono Rosa in occasione della Giornata contro la violenza alle donne. Su questi temi, la scuola è "assente - denuncia la presidente Gabriella Moscatelli - c'é uno spazio vuoto. Esistono solo esperienze locali nate per sensibilità di amministratori e professori. Ma manca un investimento educativo complessivo. La violenza alle donne che è una grande emergenza sociale, non certo un fatto individuale". E contro gli abusi e il femminicidio "non basta l'ergastolo, come si sta ipotizzando con alcune proposte di legge, serve la prevenzione con azioni che vedano accanto donne e uomini". L'attenzione a bambini e ragazzi (richiamata anche dalla Convenzione di Istanbul, che il parlamento italiano deve ancora ratificare) è una novità per il nostro paese; ma è su questa strada che spingono le organizzazioni delle donne, compreso Telefono Rosa. Il presupposto su cui intervenire è che uomini e donne, da adulti, ripercorrono i modelli familiari. "Se da piccoli - osserva Moscatelli - si vive fra liti e violenze assimileranno un modello sbagliato. E' un circolo vizioso, la scuola non può chiamarsi fuori". "Da un'anticipazione dei nostri dati del 2012 - aggiunge - abbiamo visto che sono in aumento i figli che assistono alle violenze ai danni delle madri; si è passati dal 75% del 2011 all'81% di quest'anno. Questi sono bambini ed adolescenti terribilmente segnati". In questi casi è alta la probabilità che i maschi ripeteranno soprusi e prepotenze, mentre le femmine imposteranno le relazioni su un modello di sopportazione. "L' esperienza ci dice che la donna tende a scegliere un partner con il carattere dell'uomo che viveva con la madre". Nella casa di Telefono Rosa che accoglie donne abusate spesso ci sono i figli. "In tanti anni ne abbiamo visti centinaia di bambini e adolescenti - dice la presidente - sono per lo più silenziosi, incapaci di parlano di ciò che avveniva a casa, non riescono a chiedere aiuto. Questo filo che va spezzato". "Ciò che chiediamo - dice ancora Moscatelli - è la programmazione di azioni educative per aiutare i ragazzi. E' necessario che lo stato prenda in mano la situazione, inserisca nella scuola programmi specifici, direi una materia sull' 'educazione al rispetto'. Nelle scuole dove andiamo troviamo insegnanti molto sensibilizzati, così come c'é un aumento di attenzione da parte delle forze dell'ordine. Ma serve un piano generale. Questo permetterà anche di combattere altri fenomeni violenti come il bullismo, il razzismo e l'omofobia".

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La strage nel'60 delle sorelle Mirabal

Erano tre giovani donne le sorelle Mirabal, assassinate il 25 novembre di oltre mezzo secolo fa perché si erano opposte alla tirannia di un governo brutale come quello di Rafael Leonidas Trujillo, nella Repubblica Dominicana. La Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebrerà domani in tutto il mondo, prende le mosse proprio dal sacrificio di Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa e di Patria Mercedes, uccise il 25 novembre del 1960 mentre andavano a trovare i propri mariti in carcere. L'assassinio delle sorelle Mirabal è stato dunque preso ad esempio dall'Onu, su indicazione nel 1981 di un gruppo di donne riunitesi in un consesso femminista a Bogotà, per designare - con la risoluzione 54/134 del 1999 - il 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La ferocia dell'atto perpetrato dagli uomini di Trujillo spiega bene l'intendimento delle Nazioni Unite: il 25 novembre del 1960 le tre sorelle furono intercettate dagli uomini del dittatore mentre si dirigevano a trovare i propri mariti in un carcere del Paese latino americano. Portate nei campi, vennero uccise a bastonate per poi essere riportate in macchina e spinte in un burrone, per simulare una loro morte casuale. Una vicenda che da lì a poco si diffuse dalla piccola Ojo de Agua, nella provincia di Salcedo, in tutto il mondo, fino a diventare il triste emblema delle violenza maschile, che ancora oggi, 52 anni dopo quell'accadimento, continua a perpetuarsi in tutto il mondo, anche in quello più civilizzato, declinandosi dal femminicidio alla violenza fisica, dallo stalking allo stupro, dalle violenze domestiche fino al mobbing sui posti di lavoro. Tutte espressioni distorte del potere diseguale tra donne e uomini.



Genova, acqua rossa in fontana De Ferrari

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Acqua rossa a Genova per ricordare il sangue delle donne rimaste vittima di violenza: è quella della fontana della centralissima piazza De Ferrari, davanti a Palazzo Ducale. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, l'acqua della fontana è stata tinta di rosso. Contemporaneamente sono stati disposti intorno alla fontana centinaia di palloncini bianchi listati con una croce nera, a ricordare tutte le donne che hanno perso la vita per aver subito violenza.

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Miss Italia, stop a femminicidio

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ROMA - Uno sguardo di sfida, l'opposizione della ragazza: un'immagine per dire 'basta'. Cosi', nella Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne che si celebra domani, Miss Italia si unisce al coro di chi si batte contro l'uccisione delle donne ed ogni tipo di sopruso contro di esse. In questo appuntamento fissato dall'Onu, il concorso di Patrizia Mirigliani, con i suoi 74 anni di storia e di rispetto del mondo femminile, si schiera con una fotografia di Miss Italia Giusy Buscemi realizzata da Tiziana Luxardo.

''L'espressione 'femminicidio' e i dati sulla 'strage delle donne' (115 morti in Italia dall'inizio dell'anno) sono agghiaccianti - dice Patrizia Mirigliani - e Miss Italia, come manifestazione nazionale delle ragazze, delle donne italiane, e' accanto, non solo simbolicamente, ai gruppi e ai promotori delle iniziative che nel nostro paese e in tutto il mondo chiedono di mettere una barriera contro la violenza su mamme, mogli, fidanzate. Vogliamo che il 2012 - conclude - sia davvero un anno speciale per porre fine a questa tragica scia di cronaca nera nella quale le donne, simbolo di forza, coraggio e bellezza, sono coinvolte''.


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Fornero, sconto l'essere ministro donna
Sulla condizione femminile il governo ha fatto il possibile ma la strada e' lunga


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VENEZIA - Il ministro del Lavoro Elsa Fornero pensa di scontare il fatto di essere un ministro donna? ''Ho gia' detto in altre occasioni pacatamente di si' e ribadisco pacatamente di si''. Fornero, che ha occupa uno dei tre ministeri chiave (''pesanti'', ha tenuto a sottolineare) affidati a donne nel governo Monti, ha risposto cosi' alla domanda postale dai giornalisti a margine del convegno su ''Tempo di donne: crescita economica e diversita' di genere''in corso a Venezia''. ''E' un tema molto importante - ha sottolineato Fornero, ricordando l'imminente giornata sulla violenza contro le donne - In questi giorni ho avuto molti appuntamenti su questo tema sia di carattere istituzionale sia di carattere meno istituzionale. Ho avuto modo di incontrare molte donne, di sentire ancora fortissima la violenza, la pressione e la distanza nei confronti delle donne in molti ambiti, anche all'interno della famiglia, nei posti di lavoro: quindi il tema e' piu' che mai attuale''.

''Ovviamente il tema specifico delle differenze di genere nell'ambito del mercato del lavoro, nell'accesso alle professioni, nell'accesso alla carriera, nella dinamica della progressione di carriera - ha proseguito - e' un tema non di violenza, ma e' comunque un tema che per la nostra Italia e' molto importante perche' questi ritardi costano in termini di mancato sviluppo oltre che di mancato benessere''.

''Molte ricerche - ha proseguito il ministro - dimostrano che laddove il lavoro e' sia della donna che dell'uomo nella famiglia i bambini vivono meglio, non solo in termini materiali ma anche di benessere psicologico. Quindi c'e' una maggiore sicurezza. Certo si puo' dire che questa e' una bella aspirazione ed e' vero che deve essere un'aspirazione di tutti. Il governo la condivide e io ritengo che anche la riforma del mercato del lavoro, magari con mezzi insufficienti, tenda a valorizzare il ruolo della donna, a darle piu' chance, a ridurre le segmentazioni che sono oggi molto a discapito delle donne''. ''Noi - ha concluso - abbiamo cercato di fare quello che era possibile, certo la strada non e' finita, altri la riprenderanno io penso che dobbiamo puntare sulle cose positive e credo che ce ne siano molte''.


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Presto ratifica Convenzione Istanbul

E' la Turchia, spesso sotto il fuoco incrociato di molti paladini dei diritti umani, l'unico Paese che ha ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, trattato innovativo che anche l'Italia ha firmato - 23/mo Paese su 24 - e che, nelle intenzioni delle ministre del governo Monti, vorrebbe ratificare entro fine legislatura.

E' stata la vice segretario del Consiglio d'Europa Gabriella Battaini Dragoni, oggi in un incontro con i giornalisti, a fare il punto sull'iter della Convenzione e sulla necessità di una legge quadro che unifichi la variegata normativa che in Italia affronta in ordine sparso il tema della violenza sulle donne. Il ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità Elsa Fornero, il Guardasigilli Paola Severino e il sottosegretario agli Esteri Marta Dassù "si sono impegnate perché si arrivi entro la fine della legislatura alla ratifica della Convenzione di Istanbul" contro la violenza sulle donne e "hanno concordato sulla necessità di predisporre una legge quadro che raggruppi e metta ordine" nelle varie e diverse leggi sulla questione, ha precisato Battaini che ieri ha incontrato Fornero, Severino e Dassù.


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FOTO Le scarpe rosse simbolo di violenza e denuncia

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"Scarpe rosse eppur bisogna andar": è lo slogan (che fa una perifrasi della celebre canzone "Fischia il vento") lanciato sul doodle del sito internet del Pd in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il motivo è l'adesione di alcune deputati del Pd all'iniziativa di indossare le scarpe rosse per denunciare il problema. Idea nata dopo l'installazione dell'artista messicana Elina Chauvet. Sulla prima pagina seguono una serie di foto dei piedi delle parlamentari del Pd che calzano le scarpe rosse con la spiegazione dell'iniziativa: "Abbiamo voluto indossare quelle scarpe abbandonate per far camminare un obiettivo di civiltà incredibilmente ancora lontano: la lotta la femminicidio, obiettivo che deve ancora farsi strada soprattutto nella coscienza e nell'educazione dei singoli". Seguono il video di "FIschia il vento" interpretato da Modena City Ramblers e di "Todo cambia" di Mercedes Sosa.

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