25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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view post Posted on 23/11/2012, 22:00
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Il 25 novembre si celebra la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“, riconosciuta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1999, con grande apprezzamento da parte delle associazioni onlus e noprofit che si occupano di tutelare e difendere i diritti delle donne in tutto il mondo.
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Foto di Monjurul Hoque su Flickr

Insieme alla “Giornata internazionale della donna” – ribattezzata “Festa della donna” o “dell’8 marzo” – la data del 25 novembre desidera richiamare l’attenzione sul ruolo della donna nel mondo, ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche fatte delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze che le stesse sono spesso costrette a subire.

L’associazione ActionAid ha pubblicato un interessante infografico con dati e percentuali relative al fenomeno della violenza sulle donne. Dati che rivelano una terribile diffusione di questo problema, non solo nei paesi più poveri dell’Africa, bensì in tutto il mondo.

C’è ancora molto da fare per cambiare la situazione e anche grazie all’impegno di associazioni come ActionAid, alle donazioni libere e alle adozioni a distanza dei sostenitori internazionali, ognuno può dare il suo contributo per migliorare presente e futuro di bambini, donne e uomini.

Da come possiamo leggere sul sito di ActionAid:

ActionAid è impegnata in attività di sensibilizzazione e dialogo con le istituzioni per l’attuazione di misure di contrasto e prevenzione della violenza in tutte le sue forme, sia in Italia che nei Paesi in via di sviluppo. I nostri progetti mirano a fornire servizi di assistenza a donne vittime di violenza e favorire il loro accesso alla giustizia, oltre a chiedere la concreta attuazione dei diritti sanciti da Convenzioni internazionali quali la CEDAW (Convenzione ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne), ratificata da 187 Paesi del mondo.


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Violenza donne: una lunga scia di sangue



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Il 25 novembre l'Onu celebra la donna. Quella sulle donne è la forma di violenza più diffusa, senza confini di ambiente, religione, cultura e nazionalità.

Lo dimostra la statistica e lo conferma la cronaca. Sono centinaia le donne che ogni anno vengono uccise dalla violenza ed una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.

La data del 25 novembre fu scelta in ricordo del brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni

Nel 2012 sono state oltre 100 in Italia le donne uccise per gelosia, motivi sessuali o da violenze familiari. Tra loro ci sono:

Sabrina, Blotti, il 31 maggio a Cesena viene uccisa a colpi di pistola dal marito per gelosia

Alessandra Sorrentino, il 2 luglio scorso a Palma Campania muore con un paio di forbici conficcati dal marito perche' geloso

Maria Anastasi, il 4 luglio a Trapani viene ammazzata a picconate. Dell'omicidio sono accusati il marito e l'amante di lui

Sandra Lunardini, il 24 luglio a Milano viene uccisa da tre proiettili al petto, sparati dal fidanzato geloso

Laila Mastari, il 4 settembre a Torino viene uccisa uccisa dall'ex fidanzato con 19 coltellate

Carmela Petruzzi, il 19 ottobre a Palermo muore con una coltellata alla gola per difendere la sorella Lucia, minacciata a morte dall'ex fidanzato

In precedenza altri casi di violenza sfociata in omicidio hanno conquistato per molti mesi le prime pagine dei giornali.

Melania Rea, il 18 aprile del 2011 viene uccisa nel bosco di Ripe Civitella. Il marito , Domenico Parolisi e' accusato dell'omicidio

Yara Gambirasio, il 26 novembre del 2010 scompare a Brembate di Sopra. Ritrova morta tre mesi dopo. Non identificato ancora l'assassino

Sarah Scazzi, il 26 agosto del 2010 la quindicenne di Avetrana, viene uccisa nel garage della casa dello zio.

Chiara Poggi, il 14 agosto del 2007 viene uccisa nella sua abitazione. Il fidanzato, Alberto Stasi, ritenuto inzialmente colpevole, e' stato assolto anche in appello

Simonetta Cesaroni, il 7 agosto del 1990 viene uccisa a coltellate a Roma. L'ex fidanzato Raniero Busco, condannato in primo grado a 24 anni, viene assolto in appello quest'anno


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Domenica la giornata internazionale contro la violenza sulle donne: Verona si prepara

Tre mostre e la proiezione di un video per dire basta, l'inaugurazione sabato pomeriggio


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Sono oltre cento le donne uccise in Italia dall’inizio del 2012. Nel 2011 hanno perso la vita centoventisette rappresentanti del gentil sesso vittime del sopruso maschile. E proprio in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra domenica 25 novembre, la commissione Pari opportunità della provincia di Verona, la consigliera di Parità provinciale, Telefono Rosa e “Madri. All’origine del coraggio” promuovono l’iniziativa “La vera forza è nel rispetto”, una serie di iniziative per sensibilizzare la cittadinanza su questo tema.
Nello specifico saranno tre le proposte artistiche. A partire da “Women don’t war”, una mostra di fotografie di Maurizio Marcato, che ritrae donne portatrici di storie di dolore e di coraggio; sono coloro che ce l’hanno fatta a fuggire da condizioni di vita non più sopportabili come la guerra e la violenza.
Si prosegue con “Svaw!”, una video installazione a cura di Giancarlo Beltrame e Iaia Zanella. Svaw è l’acronimo di Stop Violence Against Women, ossia fermiamo la violenza contro le donne. La mostra ritrae un centinaio di immagini, create da decine di artisti di tutto il mondo con la nuova forma d’arte chiamata Mobile Art, montate in un video, accompagnate da una colonna sonora e proiettate su un telo squarciato, ai cui piedi, targhettine da obitorio riportano i nomi di tutte le vittime di femminicidio dall’inizio del 2012.
La terza proposta prende il nome di “Hilaria”, una vergine sacrificale. Si tratta di un’installazione in cui l' immagine dell'artista, Silvia Celeste Calcagno, ripetuta ossessivamente, è impressa nella ceramica arsa dalla cottura. La Calcagno sceglie di “usarsi” come soggetto del suo lavoro; e così nasce una “dialettica della diversità nell'identità” in cui la vita è costantemente abitata da un profondo senso di inquietudine.
Infine domenica 25 novembre verrà trasmesso un video creato da Giancarlo Beltrame assieme a Martine Susana, Eleonora Ievolella, Dagmawi Yimer, Tommo Castiglioni e Alessandro Rosso. Il video verrà proiettato per tutto il giorno a San Giorgetto, Piazza Sant'Anastasia.


Verona: tre mostre per dire basta alla violenza sulle donne


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Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.

L'Assemblea Generale dell'ONU ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà (Colombia) nel 1981. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

In Italia solo dal 2005 alcuni Centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty International festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali. Nel 2007 100 000 donne (40 000 secondo la questura) hanno manifestato a Roma "Contro la violenza sulle donne", senza alcun patrocinio politico. È stata la prima manifestazione su questo argomento che ha ricevuto una forte attenzione mediatica, anche per le contestazioni che si sono verificate a danno di alcuni ministri e di due deputate.[1]

Dal 2006 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna promuove annualmente il Festival La Violenza Illustrata, unico festival nel panorama internazionale interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ormai centinaia di iniziative in tutta Italia vengono organizzate in occasione del 25 novembre per dire no alla violenza di genere in tutte le sue forme.

25 novembre 1960

Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. L'assassinio delle sorelle Mirabal è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana.


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Violenza contro le donne

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Donna deturpata mediante acido, Cambogia

La violenza contro le donne è la violenza perpetrata contro donne basata sul genere, ed è ritenuta una violazione dei diritti umani.

Termine analogo a quello di violenza contro le donne è il termine violenza di genere che in una accezione più ampia abbraccia oltre che la violenza contro le donne anche quella contro i minori. Questa terminologia è largamente usata sia a livello istituzionale
che da persone e associazioni di donne che operano nel settore.

«Parlare di violenza di genere in relazione alla diffusa violenza su donne e minori significa mettere in luce la dimensione “sessuata” del fenomeno in quanto […] manifestazione di un rapporto tra uomini e donne storicamente diseguali che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne» e quindi come «[…] uno dei meccanismi sociali decisivi che costringono le donne a una posizione subordinata agli uomini, così come viene rilevato nell'introduzione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne del 1993 che, nell'art.1, descrive la violenza contro le donne come «Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata».

La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. E il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici: vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio.



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Radiografia di piedi "loto d'oro"

Varie forme di violenza di genere

Da diverse ricerche emerge che la violenza di genere si esprime su donne e minori in vari modi ed in tutti i paesi del mondo. Esiste la violenza domestica esercitata soprattutto nell'ambito familiare o nella cerchia di conoscenti, attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, percosse, abusi sessuali, delitti d'onore, uxoricidi passionali o premeditati. I bambini, gli adolescenti, ma in primo luogo le bambine e le ragazze adolescenti sono sottoposte all'incesto.

Le donne sono esposte nei luoghi pubblici e sul posto di lavoro a molestie ed abusi sessuali, a stupri e a ricatti sessuali. In particolare verso le lesbiche sono agiti i cosiddetti "stupri correttivi"
. In molti paesi le ragazze giovani sono vittime di matrimoni coatti, matrimoni riparatori e/o costrette alla schiavitù sessuale, mentre altre vengono indotte alla prostituzione forzata e/o sono vittime di tratta. Altre forme di violenza sono le mutilazioni genitali femminili o altri tipi di mutilazioni come in un recente passato le fasciature dei piedi, le cosiddette "dowry death" (morte a causa della dote), l'uso dell'acido per sfigurare, lo stupro di guerra ed etnico.

Va citato il femminicidio che in alcuni paesi, come in India e in Cina, si concretizza nell'aborto selettivo (le donne vengono indotte a partorire solo figli maschi, perché più riconosciuti e accettati socialmente) mentre in altri addirittura nell'uccisione sistematica di donne adulte. Esistono infine violenze relative alla riproduzione (aborto forzato, sterilizzazione forzata, contraccezione negata, gravidanza forzata).

Conseguenze della violenza

Nell'ambito del World report on violence and health l'OMS (Organizzazione mondiale della sanità), esaminando esclusivamente la violenza da parte del partner, ha pubblicato il seguente elenco di possibili conseguenze sulla salute delle donne.



Fisiche

Lesioni addominali
Lividi e frustate
Sindromi da dolore cronico
Disabilità
Fibromialgie
Fratture
Disturbi gastrointestinali
Sindrome dell'intestino irritabile
Lacerazioni e abrasioni
Danni oculari
Funzione fisica ridotta



Sessuali e Riproduttive

Disturbi ginecologici
Sterilità
Malattia infiammatoria pelvica
Complicazioni della gravidanza/aborto spontaneo
Disfunzioni sessuali
Malattie a trasmissione sessuale, compreso HIV/AIDS
Aborto in condizioni di rischio
Gravidanze indesiderate



Psicologiche e Comportamentali

Abuso di alcool e droghe
Depressione e ansia
Disturbi dell’alimentazione e del sonno
Sensi di vergogna e di colpa
Fobie e attacchi di panico
Inattività fisica
Scarsa autostima
Disturbo da stress post-traumatico
Disturbi psicosomatici
Fumo
Comportamento suicida e autolesionista
Comportamenti sessuali a rischio



Conseguenze Mortali

Mortalità legata all’AIDS
Mortalità materna
Omicidio
Suicidio



Storia

I "Centri antiviolenza" e le "Case delle donne"

A partire dagli anni Settanta del XX secolo il movimento delle donne e il femminismo in Occidente hanno iniziato a mobilitarsi contro la violenza di genere, sia per quanto riguarda lo stupro sia per quanto riguarda il maltrattamento e la violenza domestica. Il movimento ha messo in discussione la famiglia patriarcale e il ruolo dell'uomo nella sua funzione di "marito/padre-padrone", non volendo più accettare alcuna forma di violenza esercitata sulla donna fuori o dentro la famiglia.

La violenza alle donne - in qualunque forma si presenti, e in particolare quando si tratta di violenza intrafamiliare - è uno dei fenomeni sociali più nascosti; è considerato come punta dell'iceberg dell'esercizio di potere e controllo dell'uomo sulla donna e si estrinseca in diverse forme come violenza fisica, psicologica e sessuale, fuori e dentro la famiglia.

Già negli anni Settanta le donne hanno istituito i primi Centri antiviolenza e le Case delle donne per ospitare donne che hanno subito violenza e che potevano trovare ospitalità nelle case rifugio gestite dalle associazioni di donne.

In Italia

Statistiche[modifica]


Nel 2006, l'ISTAT ha eseguito un'indagine per via telefonica su tutto il territorio nazionale, raccogliendo i seguenti risultati:

Le donne tra i 16 e i 70 anni che dichiarano di essere state vittime di violenza, fisica o sessuale, almeno una volta nella vita sono 6 milioni e 743 mila, cioè il 31,9% della popolazione femminile; considerando il solo stupro, la percentuale è del 4,8% (oltre un milione di donne).
Il 14,3% delle donne afferma di essere stata oggetto di violenze da parte del partner: per la precisione, il 12% di violenza fisica e il 6,1% di violenza sessuale. Del rimanente 24,7% (violenze provenienti da conoscenti o estranei), si contano 9,8% di violenze fisiche e 20,4% di violenza sessuale. Per quanto riguarda gli stupri, il 2,4% delle donne afferma di essere stata violentata dal partner e il 2,9% da altre persone.
Il 93% delle donne che afferma di aver subito violenze dal coniuge ha dichiarato di non aver denunciato i fatti all'Autorità; la percentuale sale al 96% se l'autore della violenza non è il partner.
Nell'ambito di una precedente indagine ISTAT condotta nel 2004, il 91,6% delle donne che affermava di aver subito violenze dal coniuge aveva dichiarato di non aver denunciato i fatti all'Autorità.

L'indagine ISTAT del 2004, a differenza di quella condotta nel 2006, distingueva tra violenze sessuali (non meglio definite) e molestie sessuali; entro queste ultime – oltre a molestie verbali, telefonate oscene, esibizionismo e pedinamenti – erano tuttavia classificati anche atti di natura prettamente fisica (donne avvicinate, toccate o baciate contro la loro volontà). Inoltre, nell'indagine ISTAT del 2006 non sono stati raccolti dati sulle molestie verbali, il pedinamento, gli atti di esibizionismo e le telefonate oscene.

Centri antiviolenza

In Italia i primi Centri antiviolenza sono nati solo alla fine degli anni novanta ad opera di associazioni di donne proveniente dal movimento delle donne, tra cui la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e la Casa delle donne maltrattate di Milano. Ad oggi sono varie le organizzazioni che lavorano sui vari tipi di violenza di genere. I Centri antiviolenza in Italia si sono riuniti nella Rete nazionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne. Nel 2008 è nata una federazione nazionale che riunisce 58 Centri antiviolenza in tutta Italia dal nome "D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza alle donne"


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



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IL CORAGGIO DELLE DONNE
Bruno Esposito


Sono coraggiose le donne,
ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.
La fragilità? Solo uno stato culturale,
più che un dato biologico.
Sono forti e coraggiose, le donne.
Quando scelgono la solitudine,
rinunciando a un falso amore,
smascherandone la superficialità.
Sono coraggiose le donne, quando
crescono i figli senza l'aiuto di nessuno,
rivalutando l'ancestrale primato,
quello di essere mamme.
Hanno il coraggio di non chiedere
a uomini che sono anche padri,
la loro presenza, puntualmente assente.
Uomini che rifuggono le proprie responsabilità,
trincerandosi in comodi ruoli o paraventi
infantili di adulti mai cresciuti.
Sono forti e coraggiose, le donne,
quando a discapito di tutto e di tutti
scelgono i propri compagni; costruendo solide storie
spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.
Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano,
violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,
che non son più tali
Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi
circostanza continuano a far nascere uomini,
che poi le tradiranno.



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Violenza donne, giornata mondiale contro la barbarie

Da mobilitazione no a femminicidi, violenza domestica e stalking


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La giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, che si celebra domani 25 novembre, "non deve essere una ricorrenza retorica e in qualche modo rituale": contro la barbarie del femminicidio - sono 113 le donne uccise da inizio anno, di cui 73 dal proprio partner - sono tante le organizzazioni che in Italia, ma anche nel resto del mondo, celebreranno la ricorrenza rilanciando iniziative e progetti che per forza di cose dovranno avere anche un carattere transnazionale.

Dalla politica alla società civile, dalle ong alle grandi organizzazioni per la difesa dei diritti umani, i mille eventi di domani muoveranno anche un richiamo al rispetto. Sono in tanti a chiedere ai politici e alle istituzioni di operare a favore della prevenzione, finanziando da subito misure concrete. Come fa 'No More! - convenzione che ha avuto il plauso del presidente Napolitano, promossa da Udi, Casa Internazionale delle Donne, GiULiA (Giornaliste unite, autonome, libere), D.i.Re (Donne contro la violenza), Zeroviolenzadonne.it, Piattaforma Cedaw '30 anni lavori in corsa Cedaw': Fondazione Pangea onlus, Giuristi Democratici, Be Free, Differenza Donna, Le Nove, Arcs-Arci, ActionAid, Fratelli dell'Uomo - che si oppone all'annunciata proposta di legge Buongiorno-Carfagna che punta a un aggravamento delle pene, fino all'ergastolo, per i responsabili di femminicidio. "Non serve condannare gli uomini all'ergastolo per impedire che altri uomini commettano femminicidio, serve lavorare sulla prevenzione", spiega Vittoria Tola di No More!.

C'é chi poi come la Croce Rossa Italiana continua a lavorare alla realizzazione di progetti per migliorare la protezione sociale delle donne. La Croce Rossa, spiega il direttore generale Patrizia Ravaioli, "attraverso propri centri di assistenza e ascolto è presente sul territorio nazionale per tutelare le donne che in qualche modo subiscono persecuzioni". Lancia il suo allarme anche l'Osservatore Romano che in un editoriale spiega che "percuotere e uccidere chi è fisicamente più debole è una disumana dimostrazione di codardia e di viltà". Perché "se sempre e in ogni sua forma la violenza volta le spalle alla speranza, la violenza degli uni sulle altre é il cemento che immobilizza il domani. Che preclude ogni incontro e asfissia la vita" Nel resto del mondo, sottolinea la United Nations Women's Guild (organizzazione che fa capo all'Onu per la promozione di progetti per le donne), il fenomeno della violenza contro le donne non accenna a diminuire: è un fenomeno trasversale e multinazionale che va combattuto puntando sull'educazione.

Per Telefono Rosa le violenze quest'anno hanno fatto segnare un aumento all'interno dei rapporti sentimentali, con una quota dell'85% sul totale, il 3% in più rispetto al 2011. Domani il ministro Fornero, in qualità di responsabile delle Pari opportunità, riceverà dalle donne di D.i.Re (rete contro la violenza) un appello con 20mila forme per chiedere la ratifica del Consiglio d'Europa sui femminicidi e l'attuazione di un piano nazionale per la prevenzione di questi crimini. Sempre domani sarà presentata la campagna 'One billion rising', una sorta di danza mondiale ideata da Eve Ensler, autrice dei 'Monologhi della vagina'.

A Milano verrà invece presentato (al Teatro Litta) il documentario di Francesca Archibugi 'Giulia ha picchiato Filippo (che verra' trasmesso anche su Rai Uno); al Teatro Leonardo andrà invece in scena 'Home sweet home', dedicato alla violenza domestica.


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Telefono rosa, piano scuola antiabusi

Un piano-scuola - con tanto di materia specifica - contro la violenza alle donne. Un programma scolastico per "educare al rispetto" pensato non solo per le ragazze ma anche, soprattutto, per i ragazzi. Lo propone al governo, sollecitando quindi azioni a partire dalla scuola materna, Telefono Rosa in occasione della Giornata contro la violenza alle donne. Su questi temi, la scuola è "assente - denuncia la presidente Gabriella Moscatelli - c'é uno spazio vuoto. Esistono solo esperienze locali nate per sensibilità di amministratori e professori. Ma manca un investimento educativo complessivo. La violenza alle donne che è una grande emergenza sociale, non certo un fatto individuale". E contro gli abusi e il femminicidio "non basta l'ergastolo, come si sta ipotizzando con alcune proposte di legge, serve la prevenzione con azioni che vedano accanto donne e uomini". L'attenzione a bambini e ragazzi (richiamata anche dalla Convenzione di Istanbul, che il parlamento italiano deve ancora ratificare) è una novità per il nostro paese; ma è su questa strada che spingono le organizzazioni delle donne, compreso Telefono Rosa. Il presupposto su cui intervenire è che uomini e donne, da adulti, ripercorrono i modelli familiari. "Se da piccoli - osserva Moscatelli - si vive fra liti e violenze assimileranno un modello sbagliato. E' un circolo vizioso, la scuola non può chiamarsi fuori". "Da un'anticipazione dei nostri dati del 2012 - aggiunge - abbiamo visto che sono in aumento i figli che assistono alle violenze ai danni delle madri; si è passati dal 75% del 2011 all'81% di quest'anno. Questi sono bambini ed adolescenti terribilmente segnati". In questi casi è alta la probabilità che i maschi ripeteranno soprusi e prepotenze, mentre le femmine imposteranno le relazioni su un modello di sopportazione. "L' esperienza ci dice che la donna tende a scegliere un partner con il carattere dell'uomo che viveva con la madre". Nella casa di Telefono Rosa che accoglie donne abusate spesso ci sono i figli. "In tanti anni ne abbiamo visti centinaia di bambini e adolescenti - dice la presidente - sono per lo più silenziosi, incapaci di parlano di ciò che avveniva a casa, non riescono a chiedere aiuto. Questo filo che va spezzato". "Ciò che chiediamo - dice ancora Moscatelli - è la programmazione di azioni educative per aiutare i ragazzi. E' necessario che lo stato prenda in mano la situazione, inserisca nella scuola programmi specifici, direi una materia sull' 'educazione al rispetto'. Nelle scuole dove andiamo troviamo insegnanti molto sensibilizzati, così come c'é un aumento di attenzione da parte delle forze dell'ordine. Ma serve un piano generale. Questo permetterà anche di combattere altri fenomeni violenti come il bullismo, il razzismo e l'omofobia".

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La strage nel'60 delle sorelle Mirabal

Erano tre giovani donne le sorelle Mirabal, assassinate il 25 novembre di oltre mezzo secolo fa perché si erano opposte alla tirannia di un governo brutale come quello di Rafael Leonidas Trujillo, nella Repubblica Dominicana. La Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebrerà domani in tutto il mondo, prende le mosse proprio dal sacrificio di Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa e di Patria Mercedes, uccise il 25 novembre del 1960 mentre andavano a trovare i propri mariti in carcere. L'assassinio delle sorelle Mirabal è stato dunque preso ad esempio dall'Onu, su indicazione nel 1981 di un gruppo di donne riunitesi in un consesso femminista a Bogotà, per designare - con la risoluzione 54/134 del 1999 - il 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La ferocia dell'atto perpetrato dagli uomini di Trujillo spiega bene l'intendimento delle Nazioni Unite: il 25 novembre del 1960 le tre sorelle furono intercettate dagli uomini del dittatore mentre si dirigevano a trovare i propri mariti in un carcere del Paese latino americano. Portate nei campi, vennero uccise a bastonate per poi essere riportate in macchina e spinte in un burrone, per simulare una loro morte casuale. Una vicenda che da lì a poco si diffuse dalla piccola Ojo de Agua, nella provincia di Salcedo, in tutto il mondo, fino a diventare il triste emblema delle violenza maschile, che ancora oggi, 52 anni dopo quell'accadimento, continua a perpetuarsi in tutto il mondo, anche in quello più civilizzato, declinandosi dal femminicidio alla violenza fisica, dallo stalking allo stupro, dalle violenze domestiche fino al mobbing sui posti di lavoro. Tutte espressioni distorte del potere diseguale tra donne e uomini.



Genova, acqua rossa in fontana De Ferrari

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Acqua rossa a Genova per ricordare il sangue delle donne rimaste vittima di violenza: è quella della fontana della centralissima piazza De Ferrari, davanti a Palazzo Ducale. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, l'acqua della fontana è stata tinta di rosso. Contemporaneamente sono stati disposti intorno alla fontana centinaia di palloncini bianchi listati con una croce nera, a ricordare tutte le donne che hanno perso la vita per aver subito violenza.

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Miss Italia, stop a femminicidio

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ROMA - Uno sguardo di sfida, l'opposizione della ragazza: un'immagine per dire 'basta'. Cosi', nella Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne che si celebra domani, Miss Italia si unisce al coro di chi si batte contro l'uccisione delle donne ed ogni tipo di sopruso contro di esse. In questo appuntamento fissato dall'Onu, il concorso di Patrizia Mirigliani, con i suoi 74 anni di storia e di rispetto del mondo femminile, si schiera con una fotografia di Miss Italia Giusy Buscemi realizzata da Tiziana Luxardo.

''L'espressione 'femminicidio' e i dati sulla 'strage delle donne' (115 morti in Italia dall'inizio dell'anno) sono agghiaccianti - dice Patrizia Mirigliani - e Miss Italia, come manifestazione nazionale delle ragazze, delle donne italiane, e' accanto, non solo simbolicamente, ai gruppi e ai promotori delle iniziative che nel nostro paese e in tutto il mondo chiedono di mettere una barriera contro la violenza su mamme, mogli, fidanzate. Vogliamo che il 2012 - conclude - sia davvero un anno speciale per porre fine a questa tragica scia di cronaca nera nella quale le donne, simbolo di forza, coraggio e bellezza, sono coinvolte''.


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Fornero, sconto l'essere ministro donna
Sulla condizione femminile il governo ha fatto il possibile ma la strada e' lunga


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VENEZIA - Il ministro del Lavoro Elsa Fornero pensa di scontare il fatto di essere un ministro donna? ''Ho gia' detto in altre occasioni pacatamente di si' e ribadisco pacatamente di si''. Fornero, che ha occupa uno dei tre ministeri chiave (''pesanti'', ha tenuto a sottolineare) affidati a donne nel governo Monti, ha risposto cosi' alla domanda postale dai giornalisti a margine del convegno su ''Tempo di donne: crescita economica e diversita' di genere''in corso a Venezia''. ''E' un tema molto importante - ha sottolineato Fornero, ricordando l'imminente giornata sulla violenza contro le donne - In questi giorni ho avuto molti appuntamenti su questo tema sia di carattere istituzionale sia di carattere meno istituzionale. Ho avuto modo di incontrare molte donne, di sentire ancora fortissima la violenza, la pressione e la distanza nei confronti delle donne in molti ambiti, anche all'interno della famiglia, nei posti di lavoro: quindi il tema e' piu' che mai attuale''.

''Ovviamente il tema specifico delle differenze di genere nell'ambito del mercato del lavoro, nell'accesso alle professioni, nell'accesso alla carriera, nella dinamica della progressione di carriera - ha proseguito - e' un tema non di violenza, ma e' comunque un tema che per la nostra Italia e' molto importante perche' questi ritardi costano in termini di mancato sviluppo oltre che di mancato benessere''.

''Molte ricerche - ha proseguito il ministro - dimostrano che laddove il lavoro e' sia della donna che dell'uomo nella famiglia i bambini vivono meglio, non solo in termini materiali ma anche di benessere psicologico. Quindi c'e' una maggiore sicurezza. Certo si puo' dire che questa e' una bella aspirazione ed e' vero che deve essere un'aspirazione di tutti. Il governo la condivide e io ritengo che anche la riforma del mercato del lavoro, magari con mezzi insufficienti, tenda a valorizzare il ruolo della donna, a darle piu' chance, a ridurre le segmentazioni che sono oggi molto a discapito delle donne''. ''Noi - ha concluso - abbiamo cercato di fare quello che era possibile, certo la strada non e' finita, altri la riprenderanno io penso che dobbiamo puntare sulle cose positive e credo che ce ne siano molte''.


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Presto ratifica Convenzione Istanbul

E' la Turchia, spesso sotto il fuoco incrociato di molti paladini dei diritti umani, l'unico Paese che ha ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, trattato innovativo che anche l'Italia ha firmato - 23/mo Paese su 24 - e che, nelle intenzioni delle ministre del governo Monti, vorrebbe ratificare entro fine legislatura.

E' stata la vice segretario del Consiglio d'Europa Gabriella Battaini Dragoni, oggi in un incontro con i giornalisti, a fare il punto sull'iter della Convenzione e sulla necessità di una legge quadro che unifichi la variegata normativa che in Italia affronta in ordine sparso il tema della violenza sulle donne. Il ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità Elsa Fornero, il Guardasigilli Paola Severino e il sottosegretario agli Esteri Marta Dassù "si sono impegnate perché si arrivi entro la fine della legislatura alla ratifica della Convenzione di Istanbul" contro la violenza sulle donne e "hanno concordato sulla necessità di predisporre una legge quadro che raggruppi e metta ordine" nelle varie e diverse leggi sulla questione, ha precisato Battaini che ieri ha incontrato Fornero, Severino e Dassù.


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FOTO Le scarpe rosse simbolo di violenza e denuncia

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"Scarpe rosse eppur bisogna andar": è lo slogan (che fa una perifrasi della celebre canzone "Fischia il vento") lanciato sul doodle del sito internet del Pd in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il motivo è l'adesione di alcune deputati del Pd all'iniziativa di indossare le scarpe rosse per denunciare il problema. Idea nata dopo l'installazione dell'artista messicana Elina Chauvet. Sulla prima pagina seguono una serie di foto dei piedi delle parlamentari del Pd che calzano le scarpe rosse con la spiegazione dell'iniziativa: "Abbiamo voluto indossare quelle scarpe abbandonate per far camminare un obiettivo di civiltà incredibilmente ancora lontano: la lotta la femminicidio, obiettivo che deve ancora farsi strada soprattutto nella coscienza e nell'educazione dei singoli". Seguono il video di "FIschia il vento" interpretato da Modena City Ramblers e di "Todo cambia" di Mercedes Sosa.

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25 Novembre: Questo non è un mondo per donne…

"...I problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali, ma i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo:il fatto di essere donne...".



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Oggi 25 Novembre, come ogni anno da quando nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite designò questa data come la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, in tutto il mondo sono state organizzate manifestazioni, fiaccolate, dibattiti, mostre fotografiche ed eventi di ogni sorta per sensibilizzare l’opinione pubblica ad affrontare più chiaramente e a dire di NO alla violenza sulla donne.

Ma perché proprio il 25 Novembre? In pochi sanno che questa data fu scelta da un gruppo di femministe latinoamericane e dei Caraibi nel 1981, durante un incontro femminista tenutosi a Bocotà (Colombia) in memoria delle sorelle Mirabal. Le Mirabal altro non erano che tre giovani donne che negli anni Sessanta ebbero il coraggio di lottare per la libertà politica del loro Paese (la Repubblica Dominicana), opponendosi a una delle tirannie più spietate dell’America Latina, quella di Rafael Leónidas Trujillo Molina. La storia delle sorelle Mirabal è tanto semplice quanto cruenta: a causa del loro impegno rivoluzionario, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto, furono torturate, massacrate di colpi e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

A distanza di ben cinquantadue anni da questa vicenda, molte cose sono cambiate in meglio nel mondo ma c’è una cosa è rimasta invariata: oggi come allora, nonostante tutto, questo NON è ancora un mondo per donne. Solitamente si dice (ognuno riferendosi al proprio) che “questo non è un Paese per donne”, ma guardandomi intorno e con fatti di cronaca e dati statistici in mano, arrivo all’idea che se c’è un ambito in cui di piena globalizzazione si può parlare, quello è certamente quello della violenza sulle donne. Quando si parla di questo argomento, come di sessismo, maschilismo e cultura patriarcale, il pensiero corre sempre all’Islam, ai Paesi arabi e in toto alla cultura musulmana. I Paesi della sponda sud del Mediterraneo e del Vicino Oriente, sono visti infatti come l’incarnazione perfetta di un rapporto tra i sessi che vede fronteggiarsi il dominatore (l’uomo) e il subalterno (la donna), e che si contrappone a quello paritario che vige ( sarebbe meglio dire che “si crede sia vigente”) in Occidente. Questa idea sul mondo musulmano è senza dubbio imprigionata da cliché che andrebbero eliminati con uno studio approfondito dell’Islam in tutte le sue componenti, ma è anche una concezione il cui fondamento non è inventato…anzi.

Non c’è dubbio per esempio che la famiglia nel mondo musulmano sia fondata su un ordine patriarcale e che il capofamiglia sia senza dubbio l’uomo che detiene il ruolo di punta e di maggior forza all’interno dell’istituzione familiare. Non c’è dubbio che per le ragazze sposarsi, quindi diventare mogli e madri, rappresenta un mutamento sostanziale della loro identità, mentre per i giovani maschi l’essere sposati non altera in profondità il loro status sociale e la loro autonomia, perché l’uomo possiede già il potere decisionale e lo mantiene, anzi lo rafforza dopo il matrimonio. Non c’è dubbio che l’uomo, molto più che la donna, con il contratto nuziale acquisisce diritti di esclusività sul corpo della moglie e sulla sua persona, così come acquisisce in molti Paesi arabi (Marocco, per esempio) la capacità unilaterale di sciogliere il vincolo matrimoniale attraverso il ripudio. Non c’è dubbio che ci siano Paesi musulmani in cui è ancora costituzionalmente legale il delitto d’onore ( la Giordania, per esempio). Non c’è dubbio che uccidere una donna scagliandole addosso delle pesanti pietre sia un’orribile pratica ancora diffusa, e che costituisce la pena a cui le donne sovente vengono condannate per il reato di adulterio.

Tutto quanto elencato costituisce sicuramente il paradigma di una mentalità piuttosto diffusa, anche se non in modo totalizzante, che va contro le donne, che le vede inferiori, complementari al massimo, ma non uguali all’uomo.

Tuttavia, questo elenco di abominevoli pensieri e azioni, non è altro che soltanto UNA delle facce con cui l’odio verso le donne si manifesta, e l’altra? Per vedere l’altra faccia non credo sia necessario affacciarsi oltre il Mar Mediterrano, basta guardare intorno sé, qui ovunque ci si trovi. I motivi che mi inducono ad affermare questa cosa, che agli occhi di molti potrà sembrare infondata e alquanto folle, sono molteplici, sono concreti e sono sotto gli occhi di tutti…quelli che vogliono vederli, s’intende.

120 sono le donne uccise solo in Italia dall’inizio del 2012.
Il 60% delle donne, con età compresa tra i 20 e i 54 anni, subisce più tipi di violenza ( fisica, sessuale, psicologica) ma tutti da un uomo che ha in casa.
L’85% delle violenze e dei maltrattamenti provengono da relazioni sentimentali.
Il 79,5% delle donne dichiara di aver avuto nella propria vita rapporti sessuali non desiderati.
2 donne su 5 ammettono di aver subito addirittura uno stupro.


Tutti questi dati non sono altro che il frutto di una ““cultura”” maschilista e avversa alle donne, che è radicata in Occidente tanto quanto nel mondo arabo-musulmano sopra citato. Questa ““cultura”” è quella che continua ad “educare” l’uomo a dominare, controllare e considerare la donna come un proprio possesso più che come un essere umano. Si tratta di una ““cultura”” avversa e violenta verso le donne per cui si diffonde l’idea che indossare una minigonna sia più liberatorio che indossare un velo, senza badare anche al fatto che per aver indossato quella minigonna, la quasi totalità del pubblico maschile si sente in diritto di farti delle avances, commentarti in modo volgare, guardarti in modo ossessivo per strada, metterti le mani addosso e finanche a stuprarti. Si tratta di una ““cultura”” avversa e violenta verso le donne per cui un fidanzato geloso o un marito respinto possono avere il cosiddetto “raptus” in cui ti sfregiano, ti picchiano o ti ammazzano e dopo tu finisci sui giornali come l’ennesimo caso di “delitto passionale”, quando invece di passione in tutto questo c’è ben poco. Si tratta di una ““cultura”” avversa e violenta verso le donne per cui, sebbene ci sia una legge che te lo consente, non sei libera di decidere di non voler portare avanti una gravidanza per il semplice fatto che l’obiezione di coscienza ti pone davanti ad un muro. Si tratta di una ““cultura”” avversa e violenta verso le donne per cui le donne vengono educate alla vergogna della violenza subita, a sentirsi colpevoli anziché in diritto e in dovere di denunciare. Si tratta di una ““cultura”” avversa e violenta verso le donne per cui si è uniformemente convinti che l’infinità di donne nude in tv, pubblicità e giornali simboleggi una sessualità femminile liberata, senza capire invece che la mercificazione del corpo femminile e la sua continua rappresentazione come puro oggetto del piacere maschile, è qualcosa di molto diverso dall’emancipazione e dalla libertà.

Dunque Oriente o Occidente che sia, ogni parte del globo ha coltivato e coltiva la ““cultura”” della violenza sulle donne a modo proprio, quello che non cambia è il soggetto, o sarebbe meglio dire l’oggetto: le donne, appunto. Impegnati troppo spesso a cercare la trave nell’occhio altrui, nessuno considera la cosiddetta “pagliuzza” che sta nel proprio e, anche quando la si considera, questa è tendenziosamente vista come migliore di quella dell’ “altro”.

Che esista dunque una violenza sulla donne migliore dell’altra?

NO, esiste LA violenza che va combattuta, senza “se”, senza “ma”, senza inibizioni, con aiuti legislativi applicabili e applicati concretamente, affinché il mondo cominci ad essere un mondo per tutti…anche per le donne.



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“Il Limite Oltrepassato”: foto di donne vittime di violenza, parole di chi la commette

A Genova una mostra fotografica guarda il fenomeno della violenza sulle donne da un diverso punto di vista, distanti dalle narrazioni della cronaca che riservano alle donne il ruolo di "vittime passive" e agli uomini quello di "mostri psicopatici".

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uovi punti di vista, distanti dalle narrazioni della cronaca che riservano alle donne il ruolo di “vittime passive” e agli uomini quello di “mostri psicopatici”
In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, al Palazzo Ducale di Genova, dal 20 al 22 novembre, è esposta una raccolta di foto dal titolo evocativo “Il Limite Oltrepassato” che pare avere questa frase come premessa essenziale: ovvero il tentativo di guardare un problema reale da un’angolazione differente, disintossicata da prese di posizione a priori. Le foto di donne che hanno subito violenze realizzate da Erica Canepa, unite ai testi di Cristina Oddone, sociologa che ha raccolto le testimonianze di uomini che ne hanno commesse, si uniscono per trovare in una separazione, una frattura, il filo rosso, l’elemento che fa scatenare la dinamica perversa della violenza degli uomini sulle donne.


Si potrebbe definire come la volontà di distaccarsi dall’idea che questo fenomeno sia il frutto della dicotomia tra due poli predefiniti, ma anzi di variabili impercettibili che sfociano in una alterazione da comprendere in modo analitico.

Il limite oltrepassato invita a riflettere sul fenomeno della violenza maschile sulle donne in maniera complessa, unendo l’indagine fotografica alla ricerca etnografica
Due, sempre binomi, sono appunto i luoghi dove il progetto è nato ed ha preso forma, Il Centro Antiviolenza di via Mascherona a Genova, istituito dalla Provincia e dal Comune di Genova, un luogo di ascolto e accoglienza per donne che hanno subito violenza. Dall’altra parte il primo centro italiano che si occupa di uomini autori di comportamenti violenti, si trova a Firenze e si tratta del CAM, Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti.



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Femminicidio, oggi giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Numerose iniziative in Italia in occasione della giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

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Per dire basta ad ogni forma di violenza contro le donne oggi 25 novembre si celebra la Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne istituita dall'Onu nel 1999. Come ha ricordato anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ancora oggi più del 70% delle donne nel mondo ha subito violenza almeno una volta nella vita e i casi di femminicidio non accennano a scomparire neanche nel ricco occidente. Solo in Italia,dall'inizio dell'anno sono state 128 le vittime di femminicidio mentre nel periodo tra il 2000 e il 2012, sono state uccise complessivamente oltre 2.200 donne, e di queste il 75% è stato ammazzato nell'ambito familiare o di relazioni affettive. Per dire basta a questo drammatico bollettino e per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne saranno numerose le iniziative organizzate in Italia e nel mondo.

L'appuntamento alla Camera - Tra gli eventi in calendario per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne anche la lettura alla Camera dei deputati dei monologhi di Serena Dandini, “Ferite a morte”. Su invito della presidente Laura Boldrini, parlamentari e ministre, attrici e cantanti saranno insieme a Montecitorio per prendere parte alla lettura dei monologhi, una Spoon River di storie di donne uccise per mano di mariti, compagni o fidanzati. All'evento è prevista anche la partecipazione del Premier Letta che proprio questa mattina ha annunciato che in occasione della giornata contro la violenza sulle donne “faremo con M.C.Guerra il punto sulla attuazione del nostro decreto femminicidio perché sono norme importanti da applicare bene”.

Iniziative in Italia - A Roma il comune ha promosso numerose iniziative che avranno il loro apice nel pomeriggio quando palazzo Senatorio sarà illuminato di rosso. Dopo il saluto in Campidoglio alla presenza del sindaco Marino, dell'assessore alle Pari opportunità e degli altri membri della giunta e del consiglio comunale, la piazza accoglierà gruppi e associazioni femminili che saranno protagoniste della manifestazione “La violenza ci costa…la vita” con letture, canti, testimonianze, flash-mob teatrali e performance. Anche a Milano il Comune esporrà la bandiera a mezz’asta su Palazzo Marino per sensibilizzare i cittadini sul dramma che vivono le vittime di abusi e maltrattamenti oltre ad organizzare convegni ed eventi. Altri appuntamenti ci saranno in tutta la Penisola, dalle grandi città ai piccoli centri come a Corigliano Calabro dove c'è stato un flash mob per non dimenticare Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa e bruciata viva dal suo fidanzatino nel maggio scorso.



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view post Posted on 25/11/2013, 11:30
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Diario di un dramma: uccise perché donne

Uomini violenti, che non accettano l'indipendenza delle proprie sorelle, figlie, compagne. Dall'inizio dell'anno la cronaca italiana ha raccontato già troppi casi di femminicidio


Il femminicidio è qualcosa di più dell'assassinio di una persona di sesso femminile, è la condanna senza appello di un comportamento che esula dal tradizionale ruolo della donna. Ci sono uomini che ancora attribuiscono alle donne il dovere di obbedienza assoluta, padri che impongono alle figlie stili di vita che non le rappresentano e sono pronti a sacrificarle in nome di un’insana idea di onore.


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Ci sono mariti che ritengono le mogli proprietà esclusive ed ex che, non accettando la fine di un rapporto, sfigurano la donna che dicono di amare perché non sia di nessun altro. Ci sono uomini che credono di poter fare ciò che vogliono con un essere umano solo perché si prostituisce o che si arrogano il diritto di giudicare e punire chi ha un orientamento sessuale ritenuto inaccettabile.
Queste le vicende più eclatanti del 2013, accomunate da ferocia e tragico epilogo.

OTTOBRE

26 ottobre 2013, Santa Margherita Ligure
Patricia Mendoza viene uccisa a coltellate nella casa in cui viveva, a Santa Maria Ligure. Arrestati il compagno, Manuel De Carmen Poveda Garcia, 62 anni. All'origine del gesto la crisi della relazione tra Poveda e la donna, 42 anni, anche lei originaria dell'Ecuador. L'uomo, ritrovato gravemente ferito sul luogo dell'omicidio, è accusato di omicidio volontario.

26 ottobre 2013, Calvisano (Brescia)
Donato Fanelli, un anziano di 84 anni, accoltella e uccide Giuliana Moreni, la moglie 82enne. Ferito anche il nipote dell'uomo, Laerte, intervenuto in difesa della donna. L'anziano, che è stato poi fermato dai carabinieri, ha aggredito la moglie al culmine di una lite.

25 ottobre 2013, Grosseto
E' in stato di fermo il compagno italiano di Il corpo di Irina Meynster, 47 anni, badante ucraina di cui si erano perse le tracce dal 16 ottobre, viene stato trovato in un dirupo all'Argentario, in provincia di Grosseto. Per l'omicidio viene fermato il compagno, Sergio Bertini, tecnico informatico 47enne: è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

16 ottobre 2013, Pescina (L'Aquila)
Era stato allontanato dalla moglie perché accusato di molestie sessuali e violenza nei confronti della figlia. Per questi motivi serbava un forte rancore per le due donne. Così Veli Selmanaj ha ucciso a colpi di pistola Fatima e la figlia Sene Ada. Fermato, ha confessato.

12 ottobre 2013, Barbarano Romano (Viterbo)
Un 65enne di origini napoletane uccide con un grosso coltello da cucina la convivente 52enne. L'uomo poi si è consegnato ai carabinieri.

11 ottobre 2013, Loano (Savona)
Dramma a Loano, nel Savonese. Un uomo di 55 anni, Paolo Moisello, ha ucciso con un colpo di pistola la moglie, Stefania Maritano, 49 anni. La donna era vicesindaco di Borghetto Santo Spirito. Il 55enne ha poi rivolto l'arma contro se stesso.

9 ottobre 2013, Rovereto (Trento)
Un 28enne colombiano ha ucciso la moglie 29enne soffocandola e poi si è suicidato buttandosi sotto a un treno.

2 ottobre 2013, Caltagirone (Catania)
Un uomo di 67 anni ha ucciso la moglie 63enne con un colpo di pistola, dopo avere ferito un figlio di 44 anni in modo grave, e mancato la figlia di un anno più grande. Il 67enne si è poi tolto la vita suicidandosi con un altro colpo di fucile.

SETTEMBRE

28 settembre 2013, Pinerolo (Torino)
Uccisa a coltellate dal marito nel cuore della notte. L'omicidio di Maria Pia Garnero, 64 anni, è avvenuto al culmine di un litigio: "Stava male, soffriva di crisi nervose", ha detto l'uomo all'arrivo dei Carabinieri.

23 settembre 2013, Taranto
È deceduta dopo una settimana di agonia Ilaria Pagliarulo. La 20enne era stata ferita da colpi di pistola esplosi dal convivente: in passato era stata vittima di frequenti violenze da parte dell'uomo, ma non aveva avuto la forza di denunciarlo.

23 settembre 2013, Villacidro (Cagliari)
Il suo corpo è stato trovato dai carabinieri a bordo di un'auto abbandonata nelle campagne intorno a Villacidro. Marta Deligia, 26 anni, è stata uccisa dall'ex fidanzato: dopo il delitto ha telefonato al 112 dicendo di aver fatto una cavolata e di volersi suicidare. È stato arrestato.

20 settembre 2013, Reggio Calabria
Uccisa sulla spiaggia mentre prendeva il sole: Tatiana Kuropatyk, ucraina di 41 anni, pensava di trascorrere un pomeriggio tranquillo a Brancaleone, nel Reggino. E' stata invece avvicinata da un balordo. La donna è stata violentata e uccisa dopo essere stata colpita più volte con un sasso. L'uomo ha poi bruciato il cadavere.

17 settembre 2013, Udine
Uccisa a coltellate mentre faceva jogging: il cadavere di Silvia Gobbato, praticante avvocato di 28 anni, è stato ritrovato lungo una via di campagna nelle vicinanze del parco del Cormor.

17 settembre 2013, Civitanova Marche (Macerata)
Uccisa a coltellate per strada dall'ex marito: così è morta Maria Pia Vigoni, 66 anni. L'assassino l'ha aspettata mentre andava a lavoro, colpendola al volto e al corpo con molteplici fendenti.

7 settembre 2013, San Martino in Strada (Lodi)
Ha abusato di lei, poi l'ha strangolata e abbandonata nuda nelle campagne: questa l'atroce fine di Lavinia Simona Ailoiaei per mano di un uomo conosciuto su internet. La ragazza, cittadina rumena, aveva solo 18 anni.

4 settembre 2013, Bari
Colpita con decine di coltellate: è stata uccisa così la psichiatra Paola Labriola, 53 anni, per mano di un paziente che aveva in cura.


AGOSTO

31 agosto 2013, Gambara (Brescia)
Il cadavere di una donna brasiliana di 29 anni, Marilia Rodrigues Martins, viene trovato nell'ufficio dove lavorava. Per l'omicidio è stato fermato il suo datore di lavoro, padre del bambino che la giovane portava in grembo.

25 agosto 2013, Desulo (Nuoro)
Uccisa nel sonno dal marito. Così è morta Giuseppina Brodu, di 62 anni. Il marito, allevatore, ha poi tentato di suicidarsi.

17 agosto 2013, Borgo San Dalmazzo (Cuneo)
Aggredita fino alla morte a colpi di bottiglia. Questa la fine di Maria Grazia Giummo, 38enne vittima della furia del compagno.

13 agosto 2013, Avola (Siracusa)
Antonella Russo, 48 anni, è stata uccisa dal marito ad Avola, nel Siracusano, con un colpo di fucile. L'uomo si è poi tolto la vita. La coppia si stava separando.

12 agosto 2013, Pinzolo (Trento)
Lucia Bellucci, 31 anni, addetta ad un centro benessere di Pinzolo, in Trentino, era sparita venerdì 9 dopo una cena con l'ex fidanzato. Il cadavere è stato trovato in un garage a Verona. Fermato l'uomo, noto avvocato di 44 anni.


LUGLIO

29 luglio 2013, Taurisano (Lecce)
Erika Ciurlia, 43 anni, è stata uccisa dall'ex marito a colpi di arma da fuoco: erano separati da un mese e mezzo. L'uomo poi si è suicidato.

28 luglio 2013, Marina di Massa (Massa Carrara)
Cristina Biagi è stata uccisa dall'ex marito mentre stava lavorando in un ristorante. L'uomo, dopo aver sparato al compagno della donna, si è tolto la vita.

21 luglio 2013, Gela (Caltanissetta)
Maria Nastasi, di 46 anni, è stata uccisa con quattro colpi di pistola al volto dal convivente. L'uomo, che dopo il delitto si è suicidato, era furibondo perché temeva di essere tradito.

10 luglio 2013, Palermo
Una donna di 26 anni, Rosy Bonanno, è stata uccisa nella sua casa dal convivente. L'uomo, l'ha accoltellata a morte al culmine di un litigio. Era già stato denunciato sei volte per stalking.

9 luglio 2013, Landriano (Pavia)
Accoltellata alla gola durante una lite. Tiziana Rizzi, 36 anni, è stata uccisa da suo marito: in casa c'era anche il loro bimbo di due anni e mezzo.

1 luglio 2013, Cologno Monzese (Milano)
Un albanese di 30 anni uccide la moglie gettandola dal balcone del loro appartamento durante una lite. La 31enne Silvia H. è morta dopo un volo di nove piani.


GIUGNO

30 giugno 2013, Bra (Cuneo)
Lei si rifiutava di parlargli, prima di allontantanarsi le ha sferrato un pugno, poi è tornato armato di pistola: Marta Forlani è stata uccisa dall'ex marito, in passato l'aveva già minacciata.

25 giugno 2013, Agrigento
Il cadavere di Giovanna Longo, 60 anni, è stato trovato abbandonato lungo la strada, nella zona dello stadio di Ravanusa (Agrigento). Fermato il marito della vittima, Luigi Gallo, 63 anni, che le ha sparato al mercato. Poi ha aperto il fuoco contro la folla, ferendo un passante, ed è fuggito.

25 giugno 2013, Polla (Salerno)
Il corpo di Olena Tonkoshkurova, 50 anni, di nazionalità ucraina, è stato trovato all'interno di un'abitazione andata a fuoco nel centro storico di Polla, in provincia di Salerno. Il cadavere aveva alcune ferite di arma da taglio alla gola.

21 giugno 2013, Benevento
Raffaella Ranauro, 41 anni, è stata uccisa dal marito: con il suo Suv ha tagliato la strada all'auto della moglie, è sceso dalla vettura e ha sparato un colpo attraverso il finestrino. Poi si è suicidato.

18 giugno 2013, San Giovanni al Natisone (Udine)
Accoltellata ferocemente davanti alle figlie. È morta così la 32enne Irma Hada, albanese, vittima di un uomo violento che negli ultimi anni l'aveva ridotta a vivere nel terrore.

14 giugno 2013, Foligno (Terni)
Sandita Munteanu, cittadina rumena di 35 anni, viene sgozzata in strada dal convivente. Dopo averla abbandonata in una pozza di sangue, l'uomo fugge in auto: braccato dai carabinieri, accosta e si suicida con una coltellata al cuore.


MAGGIO

24 maggio 2013, Corigliano Calabro (Cosenza)
Da subito i carabinieri sospettano di lui, fidanzato della 16enne il cui corpo carbonizzato è stato trovato nelle campagne di Corigliano Calabro. Messo sotto torchio, alla fine il giovane confessa di aver accoltellato Fabiana Luzzi e aver dato fuoco al cadavere.

24 maggio 2013, Guardamiglio (Lodi)
L’ha aspettata fuori dalla casa dove lei lavorava e trascinata in un giardino pubblico. Questi gli ultimi istanti di vita della rumena Angelica Timis, 35 anni, uccisa a coltellate dall’ex convivente, un italiano che la perseguitava da un anno.

22 maggio 2013, Cadoneghe (Padova)
Uccisa mentre dormiva con un colpo di pistola alla nuca dal marito, un agente di Polizia che poi si è tolto la vita con la stessa arma. Silvana Cassol, 50 anni, sarebbe morta perché lui non accettava le fratture nel loro rapporto.

15 maggio 2013, Palermo
Le hanno trovate stese sul letto: Erika Pechulska aveva ancora un sacchetto di plastica stretto attorno al collo, la coinquilina Micaela Gauril invece era stata accoltellata. Dopo il duplice delitto, l’ex marito di quest’ultima si è gettato sotto un treno.

3 maggio 2013, Roma
Le ha sparato un colpo alla nuca, poi si è suicidato con la stessa pistola. È finita così la storia della 28enne Chiara Di Vita, uccisa dal marito, una guardia giurata. Il loro unico figlio era a scuola.

2 maggio 2013, Roma
Alessandra Iacullo ha 30 anni quando viene trovata sotto il suo motorino in un lago di sangue in una strada alla periferia di Roma. Ad ucciderla, al culmine di un alite per gelosia, l'uomo con cui aveva appena chiuso una relazione.

2 maggio 2013, Castagneto Carducci (Livorno)
Ilaria Leone ha solo 19 anni. È stata strangolata a mani nude e abbandonata in un bosco: l’hanno ritrovata svestita e con ecchimosi sul corpo. Ad ucciderla sarebbe stato un senegalese senza permesso di soggiorno, su cui pendeva una procedura di espulsione già avviata. Era conosciuto come persona violenta e con precedenti per lesioni, furto e danneggiamento.


APRILE

18 aprile 2013, Acilia (Roma)
Era stato denunciato tre volte, ma le accuse dell’ex moglie non erano sufficienti. Michela Fioretti è stata assassinata da un uomo che la subissava di minacce. Era una guardia giurata, non gli hanno nemmeno tolto il porto d’armi.

16 aprile 2013, Montebelluna (Treviso)
Dopo la fine della loro storia le aveva pure comprato una pagina di giornale per dirle quanto l’amasse. Ma per Denise Morello, 22 anni, la storia era chiusa. L’ha raggiunta nel parcheggio del supermercato dove lavorava e l’ha freddata con un colpo di pistola, diritto alla nuca. Poi si è tolto la vita.

7 aprile 2013, Marcelli di Numana (Ancona)
Adriana Mihaela Simion si era trasferita dalla Romania, aveva 26 anni e si prostituiva. È stata ritrovata senza vita nel suo appartamento, diverse le ferite da arma da taglio sul corpo.

6 aprile 2013, Cisterna (Latina)
Ventiquattro ore, poi la confessione: era stato lui ad uccidere a coltellate Francesca Di Grazia e Martina Incocciati. Non sopportava più le loro continue richieste di denaro. L’uomo era rispettivamente ex marito e patrigno delle vittime.

1 aprile 2013, Ravenna
È stata ritrovata sul letto della sua abitazione Adela Simona Andro, infermiera di 35 anni. Accanto a lei c’era il marito, che l’aveva appena strangolata.


MARZO

27 marzo 2013, Porto Recanati (Macerata)
La 57enne Anna Maria Gandolfi è stata ritrovata con la testa fracassata: il marito, al culmine di una lite, l’ha spinta facendole sbattere la testa contro un tavolo.

2 marzo 2013, Attimis (Udine)
Denise Fernella Graham, originaria di Antigua, risiedeva da tempo in Italia. È stata la gelosia a scatenare la furia del marito, che l’ha presa a bastonate inferendole un colpo letale alla testa.


FEBBRAIO

27 febbraio 2013, Rieti
Uccisa dal compagno a colpi di mattarello, prima alla testa, poi all’addome. Questa la fine di una 38enne macedone residente a Rieti. Dopo averla uccisa, l’uomo ha avvertito la polizia.

24 febbraio 2013, Budrio (Bologna)
Il litigio, poi l’accoltellamento: Jamila Assafa è morta a causa della furia del marito. L’uomo, marocchino come la vittima, è poi scappato con i figli.

11 febbraio 2013, Napoli
È morta dopo tre giorni di agonia Giuseppina Di Fraia, 52 anni, aggredita dal marito che la investì con l'auto e poi le diede fuoco. L’uomo non ha fornito alcun alibi: sarebbe stato un raptus improvviso.

3 febbraio 2013, Dolianova, (Cagliari)
Il marito prima l’ha colpita con un martello, poi ha tentato il suicidio con il gas. Giuseppina Boi, di 87 anni, è stata ritrovata dai carabinieri in un lago di sangue.

3 febbraio 2013, Casal di Principe (Caserta)
Olayemi Favour aveva 24 anni, veniva dalla Nigeria e non aveva legami diretti col suo carnefice. Per vendicarsi dell’ex, coinquilina di Olayami, l’uomo ha dato fuoco alla loro abitazione.


GENNAIO

24 gennaio 2013, Vercelli
Domika Xhafa è stata trovata morta in una strada della provincia piemontese. Ad ucciderla il compagno che, costituendosi ai carabinieri, ha raccontato di averla uccisa in seguito a una lite accesa da futili motivi. Lui ha perso la testa, Domika, 47 anni, ha perso la vita.

18 gennaio 2013, Bernareggio (Monza e Brianza)
Antonia Stanghellini, 47enne originaria di Cremona, è morta per mano del’ex marito: aveva ancora le chiavi dell’appartamento della donna, si comportava da padrone in casa sua e non accettava che lei “non gli portasse rispetto”.

17 gennaio 2013, L’Aquila
È stata una vera e propria esecuzione la morte di Boshti Hrjeta, 36 anni. Un solo colpo, vicino all’orecchio, sparato dal padre dei suoi quattro figli. La donna si era rifatta una vita con un nuovo compagno.


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Giornata contro la Violenza sulle Donne, ecco perchè si celebra il 25 novembre

Nel 1999 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite scelse il 25 novembre per celebrare la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Ecco perchè è stata scelta questa data.


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Oggi, 25 novembre, si celebre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nel 1999, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite scelse il 25 novembre come data ufficiale per combattere i soprusi e le discriminazioni contro le donne, invitando i diversi governi, le associazioni e le ONG ad organizzare in questo giorno dell’anno una serie di eventi e attività per sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema grave, che ancora oggi, nonostante il progresso e la modernizzazione, affligge la società.

Perchè il 25 novembre - Tale data fu scelta da un gruppo di attiviste durante l’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi nel 1981 a Bogotà. All’epoca il gruppo di donne scelse il 25 novembre per ricordare il brutale assassinio delle sorelle Mirabel, avvenuto nel 1960. Queste ultime ancora oggi sono considerate un vero e proprio esempio per tutte le donne nel mondo, un simbolo rivoluzionario. Grazie al loro impegno per la salvaguardia dei diritti femminili alla fine degli anni ’60 riuscirono a contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana.

La morte delle sorelle Mirabel - Le tre sorelle furono uccise il 25 novembre del 1960 poichè ritenute figure scomode per il regime. Quel giorno si stavano recando in carcere per far visti ai propri mariti, furono bloccate sulla strada da alcuni agenti e trasportate con la forza in un luogo nascosto per essere torturate violentemente e strangolate. Dopo il feroce assassinio i corpi delle sorelle Mirabel furono rimessi in auto e gettati in un precipizio per simulare un incidente stradale. Ancora oggi la morte delle tre sorelle è considerata come uno degli episodi più assurdi e violenti della storia dell’America Meridionale.



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view post Posted on 26/11/2013, 06:08
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“La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà, e la vita delle persone.”
Giovanni Paolo II


“I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità.”
Kofi Hannam


Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.
La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.
Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.
Èlie Wiesel, Premio Nobel per la pace


C’è un momento che devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé…Io credo di aver già scelto…Mi sono salvata da sola. [Marilyn Monroe]

Quando si violentano, picchiano, storpiano, mutilano, bruciano, seppelliscono, terrorizzano le donne, si distrugge l’energia essenziale della vita su questo pianeta. Si forza quanto è nato per essere aperto, fiducioso, caloroso, creativo e vivo a essere piegato, sterile e domato. Eve Ensler, I Monologhi della vagina, 1996

Quanto più la donna cerca di affermarsi come uguale in dignità, valore e diritti all’uomo, tanto più l’uomo reagisce in modo violento. La paura di perdere anche solo alcune briciole di potere lo rende volgare, aggressivo, violento. Michela Marzano, Sii bella e stai zitta, 2010

 
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view post Posted on 16/11/2014, 15:53
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''RACCONTA UN'ALTRA STORIA''
La battaglia contro la violenza si combatte anche così

Dall’8 al 22 novembre 2014, campagna solidale di Fondazione Doppia Difesa Onlus:
sensibilizzazione, sostegno e tutela per prevenire e combattere la violenza.

DONA ANCHE TU AL 45599


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view post Posted on 21/11/2014, 14:31
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Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: tutte le iniziative e gli eventi

Nell'ultimo anno sono aumentati i casi di violenza sulle donne e di femminicidi. Solo in Italia, si conta una vittima ogni due giorni. Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che intende sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema. Ecco tutti gli eventi e le iniziative organizzate per l'occasione.

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Secondo l’ultimo Rapporto Eures, in Italia ci sarebbe stata una vittima di femminicidio ogni due giorni. In particolare è la violenza domestica ad essere la più diffusa e, nella maggior parte dei casi, rimane invisibile e non viene neppure denunciata poiché le vittime non la considerano reato, ma tendono ad accettarla come una realtà comune. Negli ultimi mesi, il Senato ha approvato il decreto legge contro il femminicidio, che prevede diverse misure per contrastare questo reato inaccettabile. Saranno imposte pene più dure per coloro che commettono violenza sessuale contro le donne, soprattutto se si tratta di minorenni, della coniuge o di una donna incinta. Sarà previsto l’arresto immediato per gli uomini scoperti in fragranza di reato per quanto riguarda il maltrattamento familiare e lo stalking. La vittima sarà inoltre costantemente informata sull’iter giudiziario del colpevole e saprà quindi se è stato condannato, se è stato dichiarato innocente o se si trova in carcere.

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne in Italia

La celebrazione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è stata istituita nel 1960, quando le tre sorelle Mirabal, senza un apparente motivo, sono state violentate, torturate e strangolate da agenti del Servizio di informazione militare di Santo Domingo, mentre si recavano a fare visita ai loro mariti in prigione. Il loro assassinio viene considerato ancora oggi tra i più tremendi e trucidi della storia.La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne sarà celebrata il 25 novembre e in tutte le città italiane saranno organizzati eventi ed iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento. Cotrina Madaghiele, presidente dell’Associazione Genere Femminile, ha dichiarato: “La ricorrenza del 25 novembre ci pone di fronte all’esigenza di una valutazione dei progressi raggiunti, ma anche della constatazione che la violenza sulle donne non è stata certo debellata“. Scopriamo quali sono gli eventi organizzati in Italia per combattere la violenza sulle donne.

“24 ore per parlarti d’amore” a Milano

A Milano, il 22 novembre sarà organizzato il tour “24 ore per parlarti d’amore”: un camion farà il giro della città tra piazze, licei e mercati per far conoscere la realtà del problema a tutti, giovani ed adulti. Inoltre, il 25 novembre, il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, e l’Assessore alle Pari Opportunità, invitano tutti coloro che vogliono sostenere le donne che hanno subito violenza a partecipare ad una fiaccolata per ricordare tutte le vittime. Si terrà a partire dalle ore 16.30, in piazza San Babila. (Per consultare il programma completo degli eventi della giornata clicca qui)

“Storie di donne” in metro e in piazza a Roma

A Roma, in luoghi tipici della quotidianità, come metropolitane e centri commerciali, saranno rappresentati quindici monologhi di “Storie di donne”, l’opera della regista Betta Ciancini, che racconta duecento casi di violenza. Inoltre, Piazza del Popolo si colorerà di rosso, colore simbolo della ricorrenza, sui palazzi circostanti saranno proiettate frasi e parole legate al tema e sarà organizzata una performance live di urban art di quattro street artist del progetto MURo.

“Canzonette di libertà delle donne” a Napoli

A Napoli, Palazzo San Giacomo diventerà sede di un Infopoint dove poter chiedere informazioni su tutte le iniziative che stanno cercando di combattere ogni tipo di violenza. Inoltre, il comune ha organizzato una serie di progetti ed eventi sparsi per tutta Napoli, chiamati “Tanaliberetutte”. A Castel Nuovo, dalle 9 alle 13 ci sarà un incontro tra le scuole e il sindaco De Magistris per prevenire il femminicidio e a seguire lo spettacolo musicale “Canzonette di libertà delle donne” di Dolores Melodia Posteggiatrice Chic. (Per consultare il programma completo degli eventi della giornata clicca qui)

Programmi televisivi per combattere la violenza sulle donne

La 5, il canale Mediaset dedicato alle donne, trasmetterà “Amore nero”, il film realizzato da Michelle Hunziker e Raoul Bova, che racconta una storia di violenza, con le sue conseguenze sulla psiche femminile. Il canale televisivo Cielo proporrà invece il film “L’amore tra le nuvole” e il documentario “Hello my name is lesbian”, che mostrano il mondo dell’omosessualità femminile e la sua discriminazione.

Il Fiocco Bianco di Stella McCartney

Sono molte le star dello show business che scelgono di sostenere con dei piccoli gesti tutte le vittime di femminicidio. Dal 1991, la campagna contro la violenza sulle donne è rappresentata dal White Ribbon, il fiocco bianco. Se l’anno scorso era stata Vivienne Westwood a schierarsi contro la violenza sulle donne, quest’anno è Stella McCartney, la stilista britannica che fa parte della Fondazione Kering, ad aver creato una spilla bianca in edizione limitata. Il White Ribbon verrà regalato ad ogni persona che farà un acquisto nei negozi europei della catena KeringLuxury. Ha chiesto a tutti i suoi colleghi di supportare la causa, fotografandosi con il fiocco in vista. Alexa Chung, Bradley Cooper, Dakota Johnson sono solo alcune delle star che si sono prestate all’iniziativa. Il White Ribbon verrà regalato ad ogni persona che farà un acquisto nei negozi europei della catena KeringLuxury. Molti altri scelgono di mostrare il proprio sostegno su Twitter e sui social network, con foto, hashtag e frasi, che incitano ad avere rispetto nei confronti del sesso femminile.



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view post Posted on 22/11/2014, 07:01
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