25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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marisa56
view post Posted on 23/11/2012, 22:00 by: marisa56
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Il 25 novembre si celebra la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“, riconosciuta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1999, con grande apprezzamento da parte delle associazioni onlus e noprofit che si occupano di tutelare e difendere i diritti delle donne in tutto il mondo.
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Foto di Monjurul Hoque su Flickr

Insieme alla “Giornata internazionale della donna” – ribattezzata “Festa della donna” o “dell’8 marzo” – la data del 25 novembre desidera richiamare l’attenzione sul ruolo della donna nel mondo, ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche fatte delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze che le stesse sono spesso costrette a subire.

L’associazione ActionAid ha pubblicato un interessante infografico con dati e percentuali relative al fenomeno della violenza sulle donne. Dati che rivelano una terribile diffusione di questo problema, non solo nei paesi più poveri dell’Africa, bensì in tutto il mondo.

C’è ancora molto da fare per cambiare la situazione e anche grazie all’impegno di associazioni come ActionAid, alle donazioni libere e alle adozioni a distanza dei sostenitori internazionali, ognuno può dare il suo contributo per migliorare presente e futuro di bambini, donne e uomini.

Da come possiamo leggere sul sito di ActionAid:

ActionAid è impegnata in attività di sensibilizzazione e dialogo con le istituzioni per l’attuazione di misure di contrasto e prevenzione della violenza in tutte le sue forme, sia in Italia che nei Paesi in via di sviluppo. I nostri progetti mirano a fornire servizi di assistenza a donne vittime di violenza e favorire il loro accesso alla giustizia, oltre a chiedere la concreta attuazione dei diritti sanciti da Convenzioni internazionali quali la CEDAW (Convenzione ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne), ratificata da 187 Paesi del mondo.


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Violenza donne: una lunga scia di sangue



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Il 25 novembre l'Onu celebra la donna. Quella sulle donne è la forma di violenza più diffusa, senza confini di ambiente, religione, cultura e nazionalità.

Lo dimostra la statistica e lo conferma la cronaca. Sono centinaia le donne che ogni anno vengono uccise dalla violenza ed una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.

La data del 25 novembre fu scelta in ricordo del brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni

Nel 2012 sono state oltre 100 in Italia le donne uccise per gelosia, motivi sessuali o da violenze familiari. Tra loro ci sono:

Sabrina, Blotti, il 31 maggio a Cesena viene uccisa a colpi di pistola dal marito per gelosia

Alessandra Sorrentino, il 2 luglio scorso a Palma Campania muore con un paio di forbici conficcati dal marito perche' geloso

Maria Anastasi, il 4 luglio a Trapani viene ammazzata a picconate. Dell'omicidio sono accusati il marito e l'amante di lui

Sandra Lunardini, il 24 luglio a Milano viene uccisa da tre proiettili al petto, sparati dal fidanzato geloso

Laila Mastari, il 4 settembre a Torino viene uccisa uccisa dall'ex fidanzato con 19 coltellate

Carmela Petruzzi, il 19 ottobre a Palermo muore con una coltellata alla gola per difendere la sorella Lucia, minacciata a morte dall'ex fidanzato

In precedenza altri casi di violenza sfociata in omicidio hanno conquistato per molti mesi le prime pagine dei giornali.

Melania Rea, il 18 aprile del 2011 viene uccisa nel bosco di Ripe Civitella. Il marito , Domenico Parolisi e' accusato dell'omicidio

Yara Gambirasio, il 26 novembre del 2010 scompare a Brembate di Sopra. Ritrova morta tre mesi dopo. Non identificato ancora l'assassino

Sarah Scazzi, il 26 agosto del 2010 la quindicenne di Avetrana, viene uccisa nel garage della casa dello zio.

Chiara Poggi, il 14 agosto del 2007 viene uccisa nella sua abitazione. Il fidanzato, Alberto Stasi, ritenuto inzialmente colpevole, e' stato assolto anche in appello

Simonetta Cesaroni, il 7 agosto del 1990 viene uccisa a coltellate a Roma. L'ex fidanzato Raniero Busco, condannato in primo grado a 24 anni, viene assolto in appello quest'anno


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Domenica la giornata internazionale contro la violenza sulle donne: Verona si prepara

Tre mostre e la proiezione di un video per dire basta, l'inaugurazione sabato pomeriggio


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Sono oltre cento le donne uccise in Italia dall’inizio del 2012. Nel 2011 hanno perso la vita centoventisette rappresentanti del gentil sesso vittime del sopruso maschile. E proprio in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra domenica 25 novembre, la commissione Pari opportunità della provincia di Verona, la consigliera di Parità provinciale, Telefono Rosa e “Madri. All’origine del coraggio” promuovono l’iniziativa “La vera forza è nel rispetto”, una serie di iniziative per sensibilizzare la cittadinanza su questo tema.
Nello specifico saranno tre le proposte artistiche. A partire da “Women don’t war”, una mostra di fotografie di Maurizio Marcato, che ritrae donne portatrici di storie di dolore e di coraggio; sono coloro che ce l’hanno fatta a fuggire da condizioni di vita non più sopportabili come la guerra e la violenza.
Si prosegue con “Svaw!”, una video installazione a cura di Giancarlo Beltrame e Iaia Zanella. Svaw è l’acronimo di Stop Violence Against Women, ossia fermiamo la violenza contro le donne. La mostra ritrae un centinaio di immagini, create da decine di artisti di tutto il mondo con la nuova forma d’arte chiamata Mobile Art, montate in un video, accompagnate da una colonna sonora e proiettate su un telo squarciato, ai cui piedi, targhettine da obitorio riportano i nomi di tutte le vittime di femminicidio dall’inizio del 2012.
La terza proposta prende il nome di “Hilaria”, una vergine sacrificale. Si tratta di un’installazione in cui l' immagine dell'artista, Silvia Celeste Calcagno, ripetuta ossessivamente, è impressa nella ceramica arsa dalla cottura. La Calcagno sceglie di “usarsi” come soggetto del suo lavoro; e così nasce una “dialettica della diversità nell'identità” in cui la vita è costantemente abitata da un profondo senso di inquietudine.
Infine domenica 25 novembre verrà trasmesso un video creato da Giancarlo Beltrame assieme a Martine Susana, Eleonora Ievolella, Dagmawi Yimer, Tommo Castiglioni e Alessandro Rosso. Il video verrà proiettato per tutto il giorno a San Giorgetto, Piazza Sant'Anastasia.


Verona: tre mostre per dire basta alla violenza sulle donne


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Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.

L'Assemblea Generale dell'ONU ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà (Colombia) nel 1981. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

In Italia solo dal 2005 alcuni Centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty International festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali. Nel 2007 100 000 donne (40 000 secondo la questura) hanno manifestato a Roma "Contro la violenza sulle donne", senza alcun patrocinio politico. È stata la prima manifestazione su questo argomento che ha ricevuto una forte attenzione mediatica, anche per le contestazioni che si sono verificate a danno di alcuni ministri e di due deputate.[1]

Dal 2006 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna promuove annualmente il Festival La Violenza Illustrata, unico festival nel panorama internazionale interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ormai centinaia di iniziative in tutta Italia vengono organizzate in occasione del 25 novembre per dire no alla violenza di genere in tutte le sue forme.

25 novembre 1960

Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. L'assassinio delle sorelle Mirabal è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana.


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Violenza contro le donne

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Donna deturpata mediante acido, Cambogia

La violenza contro le donne è la violenza perpetrata contro donne basata sul genere, ed è ritenuta una violazione dei diritti umani.

Termine analogo a quello di violenza contro le donne è il termine violenza di genere che in una accezione più ampia abbraccia oltre che la violenza contro le donne anche quella contro i minori. Questa terminologia è largamente usata sia a livello istituzionale
che da persone e associazioni di donne che operano nel settore.

«Parlare di violenza di genere in relazione alla diffusa violenza su donne e minori significa mettere in luce la dimensione “sessuata” del fenomeno in quanto […] manifestazione di un rapporto tra uomini e donne storicamente diseguali che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne» e quindi come «[…] uno dei meccanismi sociali decisivi che costringono le donne a una posizione subordinata agli uomini, così come viene rilevato nell'introduzione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne del 1993 che, nell'art.1, descrive la violenza contro le donne come «Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata».

La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. E il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici: vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio.



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Radiografia di piedi "loto d'oro"

Varie forme di violenza di genere

Da diverse ricerche emerge che la violenza di genere si esprime su donne e minori in vari modi ed in tutti i paesi del mondo. Esiste la violenza domestica esercitata soprattutto nell'ambito familiare o nella cerchia di conoscenti, attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, percosse, abusi sessuali, delitti d'onore, uxoricidi passionali o premeditati. I bambini, gli adolescenti, ma in primo luogo le bambine e le ragazze adolescenti sono sottoposte all'incesto.

Le donne sono esposte nei luoghi pubblici e sul posto di lavoro a molestie ed abusi sessuali, a stupri e a ricatti sessuali. In particolare verso le lesbiche sono agiti i cosiddetti "stupri correttivi"
. In molti paesi le ragazze giovani sono vittime di matrimoni coatti, matrimoni riparatori e/o costrette alla schiavitù sessuale, mentre altre vengono indotte alla prostituzione forzata e/o sono vittime di tratta. Altre forme di violenza sono le mutilazioni genitali femminili o altri tipi di mutilazioni come in un recente passato le fasciature dei piedi, le cosiddette "dowry death" (morte a causa della dote), l'uso dell'acido per sfigurare, lo stupro di guerra ed etnico.

Va citato il femminicidio che in alcuni paesi, come in India e in Cina, si concretizza nell'aborto selettivo (le donne vengono indotte a partorire solo figli maschi, perché più riconosciuti e accettati socialmente) mentre in altri addirittura nell'uccisione sistematica di donne adulte. Esistono infine violenze relative alla riproduzione (aborto forzato, sterilizzazione forzata, contraccezione negata, gravidanza forzata).

Conseguenze della violenza

Nell'ambito del World report on violence and health l'OMS (Organizzazione mondiale della sanità), esaminando esclusivamente la violenza da parte del partner, ha pubblicato il seguente elenco di possibili conseguenze sulla salute delle donne.



Fisiche

Lesioni addominali
Lividi e frustate
Sindromi da dolore cronico
Disabilità
Fibromialgie
Fratture
Disturbi gastrointestinali
Sindrome dell'intestino irritabile
Lacerazioni e abrasioni
Danni oculari
Funzione fisica ridotta



Sessuali e Riproduttive

Disturbi ginecologici
Sterilità
Malattia infiammatoria pelvica
Complicazioni della gravidanza/aborto spontaneo
Disfunzioni sessuali
Malattie a trasmissione sessuale, compreso HIV/AIDS
Aborto in condizioni di rischio
Gravidanze indesiderate



Psicologiche e Comportamentali

Abuso di alcool e droghe
Depressione e ansia
Disturbi dell’alimentazione e del sonno
Sensi di vergogna e di colpa
Fobie e attacchi di panico
Inattività fisica
Scarsa autostima
Disturbo da stress post-traumatico
Disturbi psicosomatici
Fumo
Comportamento suicida e autolesionista
Comportamenti sessuali a rischio



Conseguenze Mortali

Mortalità legata all’AIDS
Mortalità materna
Omicidio
Suicidio



Storia

I "Centri antiviolenza" e le "Case delle donne"

A partire dagli anni Settanta del XX secolo il movimento delle donne e il femminismo in Occidente hanno iniziato a mobilitarsi contro la violenza di genere, sia per quanto riguarda lo stupro sia per quanto riguarda il maltrattamento e la violenza domestica. Il movimento ha messo in discussione la famiglia patriarcale e il ruolo dell'uomo nella sua funzione di "marito/padre-padrone", non volendo più accettare alcuna forma di violenza esercitata sulla donna fuori o dentro la famiglia.

La violenza alle donne - in qualunque forma si presenti, e in particolare quando si tratta di violenza intrafamiliare - è uno dei fenomeni sociali più nascosti; è considerato come punta dell'iceberg dell'esercizio di potere e controllo dell'uomo sulla donna e si estrinseca in diverse forme come violenza fisica, psicologica e sessuale, fuori e dentro la famiglia.

Già negli anni Settanta le donne hanno istituito i primi Centri antiviolenza e le Case delle donne per ospitare donne che hanno subito violenza e che potevano trovare ospitalità nelle case rifugio gestite dalle associazioni di donne.

In Italia

Statistiche[modifica]


Nel 2006, l'ISTAT ha eseguito un'indagine per via telefonica su tutto il territorio nazionale, raccogliendo i seguenti risultati:

Le donne tra i 16 e i 70 anni che dichiarano di essere state vittime di violenza, fisica o sessuale, almeno una volta nella vita sono 6 milioni e 743 mila, cioè il 31,9% della popolazione femminile; considerando il solo stupro, la percentuale è del 4,8% (oltre un milione di donne).
Il 14,3% delle donne afferma di essere stata oggetto di violenze da parte del partner: per la precisione, il 12% di violenza fisica e il 6,1% di violenza sessuale. Del rimanente 24,7% (violenze provenienti da conoscenti o estranei), si contano 9,8% di violenze fisiche e 20,4% di violenza sessuale. Per quanto riguarda gli stupri, il 2,4% delle donne afferma di essere stata violentata dal partner e il 2,9% da altre persone.
Il 93% delle donne che afferma di aver subito violenze dal coniuge ha dichiarato di non aver denunciato i fatti all'Autorità; la percentuale sale al 96% se l'autore della violenza non è il partner.
Nell'ambito di una precedente indagine ISTAT condotta nel 2004, il 91,6% delle donne che affermava di aver subito violenze dal coniuge aveva dichiarato di non aver denunciato i fatti all'Autorità.

L'indagine ISTAT del 2004, a differenza di quella condotta nel 2006, distingueva tra violenze sessuali (non meglio definite) e molestie sessuali; entro queste ultime – oltre a molestie verbali, telefonate oscene, esibizionismo e pedinamenti – erano tuttavia classificati anche atti di natura prettamente fisica (donne avvicinate, toccate o baciate contro la loro volontà). Inoltre, nell'indagine ISTAT del 2006 non sono stati raccolti dati sulle molestie verbali, il pedinamento, gli atti di esibizionismo e le telefonate oscene.

Centri antiviolenza

In Italia i primi Centri antiviolenza sono nati solo alla fine degli anni novanta ad opera di associazioni di donne proveniente dal movimento delle donne, tra cui la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e la Casa delle donne maltrattate di Milano. Ad oggi sono varie le organizzazioni che lavorano sui vari tipi di violenza di genere. I Centri antiviolenza in Italia si sono riuniti nella Rete nazionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne. Nel 2008 è nata una federazione nazionale che riunisce 58 Centri antiviolenza in tutta Italia dal nome "D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza alle donne"


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



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IL CORAGGIO DELLE DONNE
Bruno Esposito


Sono coraggiose le donne,
ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.
La fragilità? Solo uno stato culturale,
più che un dato biologico.
Sono forti e coraggiose, le donne.
Quando scelgono la solitudine,
rinunciando a un falso amore,
smascherandone la superficialità.
Sono coraggiose le donne, quando
crescono i figli senza l'aiuto di nessuno,
rivalutando l'ancestrale primato,
quello di essere mamme.
Hanno il coraggio di non chiedere
a uomini che sono anche padri,
la loro presenza, puntualmente assente.
Uomini che rifuggono le proprie responsabilità,
trincerandosi in comodi ruoli o paraventi
infantili di adulti mai cresciuti.
Sono forti e coraggiose, le donne,
quando a discapito di tutto e di tutti
scelgono i propri compagni; costruendo solide storie
spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.
Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano,
violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,
che non son più tali
Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi
circostanza continuano a far nascere uomini,
che poi le tradiranno.



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