27 gennaio GIORNO DELLA MEMORIA - PER NON DIMENTICARE MAI

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view post Posted on 11/1/2024, 12:22
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“Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché
non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché
non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perché
non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa.”

Martin Niemoeller


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view post Posted on 15/1/2024, 11:04
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MOSTRE E SPETTACOLI
Shoah: conoscere per non dimenticare
Invito alla memoria
Shoah: conoscere per non dimenticare
Testi e immagini (storiche e d'autore) raccontano in 26 pannelli lo sterminio del popolo ebraico durante la Seconda Guerra Mondiale. Un invito alla memoria e alla riflessione, perché eventi del genere non accadano più.

Le vittime della Shoah vengono ricordate il 27 gennaio, Giorno della Memoria. In quella data le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, rivelando al mondo il genocidio nazista. Il percorso della mostra racconta i fatti salienti relativi allo sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, avvalendosi di testi e immagini:o scopo è fornire un quadro delle ragioni ideologiche e delle tappe storiche che condussero alla Shoah, oltre a mostrare come gli ebrei vissero gli anni delle persecuzioni e la deportazione nei campi di concentramento. La mostra si chiude con i fatti che seguirono la Liberazione del 1945 e un invito alla riflessione perché eventi del genere non si ripetano più.

La Shoah: conoscere per non dimenticare è articolata in 25 pannelli (più una copertina), suddivisi in quattro sezioni.
La prima sezione si intitola ?Le origini della Shoah?e illustra le ragioni dell?odio nei confronti degli ebrei e il modo in cui la discriminazione razziale si trasformò prima in privazione dei diritti politici e poi in segregazione e violenza fisica.
Nella seconda sezione, ?Gli ebrei di fronte all?Olocausto?, si scopre come le vittime reagirono alle persecuzioni o si ritrovarono a subirle: alcune fuggirono all?estero, altre si rifugiarono nei nascondigli, altre ancora vennero segregate nei ghetti e poi deportate.
La terza sezione, ?La vita nel campo di concentramento?, racconta una giornata da deportati: l?arrivo al campo, il vitto, il lavoro forzato, gli spazi affollati delle camerate, le violenze e le uccisioni.
La mostra si chiude su una nota più positiva con la sezione ?Dalla liberazione a oggi?, che descrive i processi ai carnefici, il destino degli ebrei dopo il 1945 e i luoghi della memoria di oggi, lasciando infine il visitatore con una domanda fondamentale: ?Come possiamo impedire che tutto questo si ripeta??.

Da quest?anno la mostra è anche un libro: uno strumento agile, sintetico ed economico pensato per gli studenti e gli insegnanti, con tutti i contenuti necessari a capire la Shoah. Clicca qui per scoprirlo.

 
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view post Posted on 24/1/2024, 10:49
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view post Posted on 27/1/2024, 03:06
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CHE DIRE??...NO NIENTE...PREFERISCO IL SILENZIO!!!

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“Ad Auschwitz c’era la neve…” – Giornata della Memoria 2024, per non dimenticare

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Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, la ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto. La giornata si celebra dal 2005, quando fu ufficialmente instituita dall’ONU. In Italia invece si commemora dal 2000.

Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria con la ricorrenza del 27 gennaio perché, in quel giorno del 1945, le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazifascista.

Ad Auschwitz, circa 10 giorni prima, i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa.

L’apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista.

Le truppe sovietiche vi trovarono circa 7.000 sopravvissuti, insieme a corpi morti, abiti, scarpe, tonnellate di capelli, strumenti di tortura e di morte. Le prime immagini che arrivarono furono come un pugno nello stomaco di coloro che avevano chiuso (troppo presto) gli occhi e la bocca di fronte alla tragedia di poveri esseri umani, la cui unica “colpa” era quella essere di religione ebraica o soltanto di avere “sangue” ebreo nelle vene.

Cadaveri umani trattati come spazzatura, mentre i sopravvissuti si porteranno addosso per sempre quell’angoscia incommensurabile, non riuscendo mai a dimenticare ciò che avevano vissuto, subìto, patito. Un dolore insopportabile anche a distanza di tempo.

Nel campo di concentramento più conosciuto sarebbero stati uccisi un milione di ebrei sui circa 6.000.000 totali, ma il conteggio potrebbe essere addirittura più alto, non avendo dati certi. Il più grande genocidio di massa nella storia dell’umanità, partorito da esseri vili e meschini.

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“Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. In queste parole della dolcissima Anna Frank, tramandateci grazie ai suoi diari, è racchiuso il senso del Giorno della Memoria, ricorrenza che si celebra in gran parte del mondo, ogni anno, il 27 gennaio.



www.amnotizie.it/2024/01/26/ad-aus...on-dimenticare/
 
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view post Posted on 27/1/2024, 09:04
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Il bello della vita è...ritrovare la luce in una notte qualsiasi, che sembrava la più scura e decidere che... se la vita ti ha messo davanti una montagna...tu imparerai a volare!

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«Mai come in questo momento, in un mondo dove ogni giorno si moltiplicano episodi di razzismo, di intolleranza, di xenofobia è importante celebrare anche quest’anno il “Giorno della Memoria».
 
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view post Posted on 27/1/2024, 11:43
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…che quindi non sia…

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view post Posted on 27/1/2024, 12:47
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Perché il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, la storia nelle immagini dell’Olocausto

Anche quest’anno il 27 gennaio si celebra la giornata della Memoria, in ricordo della Shoah e delle vittime dello sterminio nazista: perché è stata scelta questa data in Italia e nel mondo e cosa c’entra il complesso di campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

A cura di Ida Artiaco


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Le braccia di Leon Greenman, sopravvissuto ad Auschwitz.

Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria. Quest'anno capita di sabato. Il motivo per cui si è scelta questa data per ricordare la Shoah e uno dei periodi più bui della storia dell'umanità, con lo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, è collegato al fatto che il 27 gennaio del 1945 furono abbattuti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e il mondo intero aprì gli occhi sulle nefandezze perpetrate dal Nazismo.

In Italia la Giornata della Memoria è stata istituita dal Parlamento con la legge n. 211 del 2000 in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Questa legge prevede l’organizzazione di cerimonie, incontri ed eventi commemorativi e di riflessione, rivolti in particolare alle scuole e ai più giovani.

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Nel resto del mondo è stata istituita a partire dal 2005: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunitasi il primo novembre di quell'anno, ha proclamato ufficialmente, in occasione dei 60 anni dalla liberazione dei campi di concentramento, il 27 gennaio Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto, "condannando senza riserve tutte le manifestazioni (su base etnica o religiosa) di intolleranza, incitamento, molestia o violenza contro persone o comunità".

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Il 27 gennaio del 1945 la 60esima armata dell'esercito sovietico (conosciuta come Armata rossa) aprì i cancelli di Auschwitz, il complesso di campi di concentramento più grande mai realizzato durante il periodo nazista e non molto distante da Cracovia, in Polonia, dopo una battaglia in cui persero la vita più di 200 sovietici. All'interno i soldati russi, che marciavano in direzione della Germania, trovarono circa novemila prigionieri, i più deboli e ammalati, 600 di loro erano già morti.

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L'ingresso di Auschwitz.

All'interno del campo di concentramento di Auschwitz trovarono la morte ebrei, sinti, omosessuali e oppositori politici, per un numero totale di vittime compreso tra un milione e un milione e mezzo0, e col tempo è diventato sinonimi di "lager".

fanpage.it

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Giornata della Memoria 2024, le frasi e le citazioni più significative per non dimenticare la Shoah

Oggi, 27 gennaio 2024, si celebra il Giorno della Memoria per commemorare in tutto il mondo le vittime dell’Olocausto. Abbiamo selezionato le migliori frasi e citazioni per l’occasione, dalle parole di Primo Levi a Liliana Segre.

A cura di Vincenzo Nasto


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Giornata della memoria, 2024

Oggi, 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria per commemorare in tutto il mondo le vittime dell'Olocausto. Si celebra il 27 gennaio di ogni anno dal 1945, quando le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. 60 anni dopo, nel 2005, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha celebrato l'anniversario in una sessione speciale tenutasi a gennaio, con cui è stata instaurata successivamente una giornata per il ricordo delle vittime, con la risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria. Abbiamo selezionato per voi le frasi e le citazioni più significative per non dimenticare la Shoah: alcune tra queste riferite da autori come Primo Levi, dalla senatrice a vita Liliana Segre al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, passando per Anna Frank.

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Giornata della Memoria 2024

Le frasi celebri e le citazioni per il Giorno della Memoria 2024


L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria. (Primo Levi)

"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre". (Primo Levi)

Per un attimo vidi una pistola a terra, pensai di raccoglierla. Ma non lo feci. Capii che io non ero come il mio assassino. Da allora sono diventata donna libera e di pace. (Liliana Segre)

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Giornata della Memoria 2024

Rendendo oggi onore a questi italiani, non possiamo sottacere anche l’esistenza di delatori, informatori, traditori che consegnarono vite umane agli assassini, per fanatismo o in vile cambio di denaro. (Sergio Mattarella)

Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo. (Anna Frank)

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Roses with a note saying "#weremember", are placed on the Holocaust Memorial on International Holocaust Remembrance Day, in Berlin, Germany, Wednesday, Jan. 27, 2021. (AP Photo/Markus Schreiber)

Frasi e riflessioni sull'Olocausto per il 27 gennaio 2024

Quel che ora penso veramente è che il male non è mai «radicale», ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla sua superficie come un fungo. Esso sfida, come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua banalità. Solo il bene è profondo e può essere radicale. (Hannah Arendt)

La Shoah non è stata mica un incidente di percorso del fascismo. Ha i suoi prodromi nelle leggi razziali del '38, che a loro volta affondano le radici nella marcia su Roma del '22. È qui che comincia la tragedia. Un consenso fondato in gran parte sulla coercizione. (Andrea Riccardi)

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Giornata della Memoria 2024

Noi siamo la nostra memoria, noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti, questo mucchio di specchi rotti. (Jorge Luis Borges)

La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare. (Octavio Paz)

Le guerre negano la memoria dissuadendoci dall’indagare sulle loro radici, finché non si è spenta la voce di chi può raccontarle. Allora ritornano, con un altro nome e un altro volto, a distruggere quel poco che avevano risparmiato. (Carlos Luiz Safon)

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La farfalla

Pavel Friedman


Pavel Friedman visse in Repubblica Ceca sotto il nazismo.
Fu deportato nel ghetto di Terezin
e da lì successivamente ad Auschwitz,
dove morì.
La farfalla racconta la sua vita nel ghetto,
dove le farfalle - ricorda - non vivono.


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La Farfalla

L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!

L’ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.


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Lwow_Ghetto_spring_1942

 
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Liberato il lager di Auschwitz
sabato 27 gennaio 1945 (79 anni fa)maryeterngif-17063310126264
Liberato il lager di Auschwitz: «Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto». Così lo scrittore rumeno Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto e Premio Nobel per la pace 1986, ricorda nelle sue memorie uno dei tanti orrori vissuti nel lager di Auschwitz. Un inferno da cui fu liberato insieme a poche migliaia di superstiti, ridotti in condizioni scheletriche, dall'arrivo delle truppe sovietiche.

La città di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), sita a 75 km da Cracovia, era stata per secoli un luogo di pacifica convivenza tra gli abitanti di origine polacca e quelli di origine tedesca. Dal 1400 la popolazione era in maggioranza di religione ebraica, ma ciò non le aveva impedito di figurare tra i principali centri della cultura protestante in Polonia. Lo scoppio del secondo conflitto mondiale mutò completamente lo scenario.

Dopo l'invasione della Polonia, i Nazisti decisero di aprire in questa zona un campo di concentramento destinato a dissidenti polacchi, comunisti, intellettuali, criminali tedeschi e zingari. A questo scopo furono utilizzate delle vecchie caserme dell'esercito polacco, nella periferia della città.

L'area, recintata con il filo spinato elettrificato, venne chiusa da un cancello di ferro tristemente famoso per la scritta ingannevole che lo sormontava: «Arbeit macht frei» ("il lavoro rende liberi"). Il fabbro che l'aveva realizzata pare che avesse appositamente saldato la "B" al contrario, in segno di protesta verso la reale funzione del luogo.

Nei due anni successivi il complesso si ampliò ulteriormente con il campo di Birkenau, riservato inizialmente ai prigionieri russi, e il campo di lavoro di Monowitz, quest'ultimo destinato a sfruttare il lavoro dei deportati per la costruzione di una fabbrica legata alla produzione di gomma sintetica (mai avviata). Con l'adozione della famigerata soluzione finale, proposta nella conferenza di Wannsee del gennaio 1942, l'area divenne lo strumento di un disegno criminoso: lo sterminio del popolo ebraico.

Da quel momento Birkenau si trasformò in una "cittadella di morte", attraverso la costruzione di camere a gas e forni crematori. La scelta ricadde qui per la vicinanza della linea ferroviaria che facilitava le deportazioni.

Al loro arrivo i prigionieri venivano spogliati di tutto e rivestiti con una casacca standard che si distingueva per un contrassegno colorato all'altezza del torace (identificativo della categoria del detenuto; agli ebrei era associata una stella gialla a sei punte) e per il numero di matricola (tatuato anche sul braccio sinistro).

Tutti i deportati ignoravano la loro destinazione e la sorte che li attendeva. Stremati dalla fame e dalle indicibili torture patite, molti preferirono andare incontro alla morte volontaria lanciandosi contro il filo spinato elettrificato, piuttosto che aspettare di essere avvelenati dal gas e bruciati nei forni crematori. Qui, in tre anni, furono messi a morte circa 12mila ebrei al giorno.

Uno sterminio di massa che s'interruppe solo di fronte all'avanzata dell'Armata rossa in Polonia, di fronte alla quale il capo delle SS Himmler diede l'ordine di evacuare i prigionieri e distruggere qualsiasi traccia dei crimini commessi, dai forni crematori agli indumenti delle vittime ammassati nei magazzini. L'operazione non poté essere portata a termine e molte testimonianze di quell'inferno rimasero intatte.
Quando il pomeriggio del 27 gennaio le truppe sovietiche della Prima Armata del Fronte Ucraino, al comando dal maresciallo Konev, abbatterono i cancelli di Auschwitz si trovarono di fronte a 7mila fantasmi: tanti erano i sopravvissuti ridotti a pelle e ossa che li accolsero. L'ispezione della zona fece emergere le prime tracce dell'orrore consumato all'insaputa del mondo intero: tra i vari resti, furono rinvenute 8 tonnellate di capelli umani.

Nelle settimane successive si poté così svelare il più grande inganno della storia, partendo dai numeri. Si parlò inizialmente di 4 milioni di ebrei uccisi ad Auschwitz, cifra rivista in seguito e fissata a 1.500.000. La gran parte di essi fu messa a morte poco dopo l'arrivo, la restante spirò per malattie e denutrizione.

Più dei numeri dicevano le numerose testimonianze dei sopravvissuti, tra cui lo scrittore torinese Primo Levi (autore del romanzo Se questo è un uomo), e quelle lasciate dalle vittime, come il celebre diario di Anna Frank.

Istituzioni governative e culturali si attivarono negli anni perché le generazioni future non dimenticassero mai più questa drammatica pagina di storia. L'UNESCO dichiarò Auschwitz Patrimonio dell'Umanità nel 1979. Nel 1996 la Germania riconobbe il 27 gennaio come Giorno della memoria delle vittime del Nazismo, proclamata anche dall'Italia (nel 2000) e dall'ONU (risoluzione 60/7 del 1° novembre 2005).
 
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