Nato nel 1944, si è spento a Cagliari. 'Rombo di tuono' il suo soprannome
Redazione
ROMA – Addio a Gigi Riva: il campione del calcio italiano si è spento oggi 22 gennaio a 79 anni.
La leggenda del calcio italiano, nata il 7 novembre del 1944, era ricoverata da domenica all’ospedale Brotzu di Cagliari, dopo aver accusato un malore nella propria abitazione. Le condizioni di ‘Rombo di Tuono’, questo il suo storico soprannome, in un primo momento non sembravano destare particolare preoccupazione nonostante si rincorressero le voci sulla necessità di un intervento chirurgico al cuore. Nel pomeriggio, riporta l’Unione Sarda, era stato diramato un bollettino medico in cui si sottolineava che “il paziente è sereno e le sue le condizioni generali sono stabili. Attualmente è sotto sorveglianza del personale sanitario e accudito dai famigliari. Nei prossimi giorni si proseguirà con gli accertamenti clinici del caso”. In serata, però, l’improvviso aggravamento delle condizioni con la morte arrivata poco dopo le 19.30.
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Il mondo del calcio piange Gigi Riva, il “Rombo di tuono” che rifiutò la Juve
Gigi Riva "Rombo di tuono" disse no alla Juventus che era disposta a cedere diversi giocatori e a spendere 1 miliardo di lire pur di averlo
Adriano Gasperetti
ROMA – La sua storia è più vicina alla Leggenda che a quella di un ‘semplice’ grande calciatore. Era piuttosto quella di un attaccante che aveva tutte le potenzialità, che si trasferì in una squadra che lo voleva ma che rifiutò una grande che avrebbe fatto carte false per portarselo via. Luigi Riva, per tutti Gigi Riva o ‘Rombo di tuono‘, come lo soprannominò Gianni Brera per le sue doti sotto porta, tra cui una potenza del tiro che lo rendeva unico, se n’è andato a 79 anni.
Era nato a Leggiuno, provincia di Varese, il 7 novembre 1944, lombardo di nascita ma sardo di adozione. Era ricoverato da un paio di giorni in ospedale a Cagliari, a causa di un problema cardiaco che si pensava potesse essere risolto con un piccolo intervento chirurgico, programmato nei prossimi giorni. I tifosi del Cagliari avevano subito preso d’assalto i social per augurargli una pronta guarigione.
La sua esperienza in Sardegna era iniziata nel 1963 quando, di ritorno da una partita con la maglia della Nazionale Juniores, venne a sapere dal suo allenatore ai tempi del Legnano, la sua prima squadra, che era pronto il trasferimento in Sardegna. Ma a tutto pensava tranne che al Cagliari, del resto nei giorni precedenti su di lui si era espresso positivamente il Bologna di Bernardini, lo seguiva anche l’Inter, che era la sua squadra del cuore. Quando seppe che era stato ceduto al Cagliari, disse che mai ci sarebbe andato. E invece non andò così, anche grazie all’intervento della sorella Fausta che gli consigliò di pensarci bene prima di rifiutare.
Ascoltò la sorella, che gli faceva anche da mamma, e si rivelò la scelta migliore. L’esordio in quel Cagliari che militava in B avvenne poco dopo il suo arrivo, era la stagione 1963/64, un esordio con gol. Ma quello fu solo il primo passo sulla strada che nella stagione 1969/70 lo avrebbe visto assoluto protagonista nella vittoria dello scudetto del Cagliari. Nell’estate del 1973, Riva fu protagonista del gran rifiuto. Seguito da diverse squadre del nord, disse no alla Juventus che era disposta a cedere diversi giocatori e a spendere 1 miliardo di lire pur di averlo. “La Sardegna mi aveva conquistato”, racconterà nelle sue interviste ricordando quei tempi, “sarebbe stata una vigliaccata andare via, malgrado tutti i soldi della Juve”.
Alla fine Riva ha giocato in Sardegna 13 stagioni consecutive, disputando 289 gare e 155 reti. Con la Nazionale giocò 42 partite segnando 35 gol (due più di Meazza, record di tutti i tempi), contribuendo alla vittoria del Campionato Europeo del 1968. Se ne va una leggenda, ma il Rombo di tuono non si spegnerà mai.
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Perché Gigi Riva ha rifiutato l’operazione che poteva salvarlo poche ore prima di morire
Gigi Riva è morto a 79 anni lunedì 22 gennaio per problemi al cuore. Il leggendario attaccante del Cagliari e della Nazionale era stato ricoverato in ospedale per un malore e nelle ore successive ha rifiutato un’angioplastica.
A cura di Alessio Morra
A 79 anni è venuto a mancare Gigi Riva, leggenda totale del calcio italiano. Questa notizia non ha lasciato indifferente chi ama il calcio. Da ore infatti giungono, da ogni dove, messaggi di cordoglio sinceri per quello che si può considerare senza possibilità di smentita il più grande attaccante che ha mai avuto l'Italia. La morte di Riva ha sconvolto perché dopo la notizia del suo ricovero in ospedale le sue condizioni non parevano così gravi, ma all'improvviso è arrivata un'ulteriore crisi cardiaca. I medici che lo avevano in cura, poi, hanno fatto sapere che il campione ha rifiutato un intervento al cuore.
Cosa è successo a Gigi Riva, l'infarto e il ricovero in ospedale
Riva, che con il Cagliari conquistò lo storico Scudetto del 1970 e con la Nazionale vinse gli Europei 1968 e giocò la finale del Mondiale di Messico '70, nella notte tra domenica 21 e lunedì 22 gennaio il mito ha un malore, il problema è al cuore, viene portato al pronto soccorso dove viene subito visitato. Gli esami vengono effettuati e alle 10:30 viene sottoposto a una coronarografia che evidenzia un problema al cuore. Il direttore del reparto di cardiologia, Marco Corda, lo informa e gli dice che bisognerebbe effettuare un intervento di angioplastica. Riva replica al medico: "Ci voglio pensare, ne devo parlare con i mei cari", moglie e figli.
La situazione non si poteva definire certamente rosea, ma nemmeno grave. Tanto che nella mattinata viene emesso un comunicato nel quale vengono rese note le condizioni di Riva che nel bollettino viene definito sereno, oltre che vigile cosciente. L'intervento di angioplastica comunque andrebbe fatto, ma senza il suo consenso scritto non si può. Gigi Riva viene informato di tutto, delle sue condizioni ma anche delle difficoltà che avrebbe avuto quel tipo di intervento: "È stato informato dei rischi che comportava e ha rifiutato per potersi consultare coi familiari. Gli ho prospettato l'angioplastica avvertendolo che senza procedere avrebbe rischiato il decesso. Avremmo provato a convincerlo martedì".
Gigi Riva ha rifiutato un intervento in angioplastica prima della morte
Il bomber risponde: "Ci voglio pensare, ne devo parlare con i miei cari". La giornata procede. Sia il direttore del reparto Corda che il direttore sanitario Pinna fanno sapere che Riva era di buon umore, tanto da scherzare sul fatto che gli era vietato fumare – è stato un accanito fumatore. Il direttore Pinna ha detto: "Dopo una valutazione di un team multidisciplinare, gli è stato proposto un intervento chirurgico di angioplastica coronarica che il paziente ha rifiutato. Ho avuto modo di parlarci prima della 18 e stava bene. Scherzava. C'era sua moglie con lui, si stava preparando a cenare e niente faceva presupporre un peggioramento così grave".
E invece purtroppo è sopraggiunta un'ulteriore crisi che ha portato poi alla morte del campione nato a Leggiano. Crisi totalmente inaspettata, come ha riferito il primario Brunello Loi: "Era sotto controllo, monitorato, siamo intervenuti rapidamente. Le condizioni in un quadro con una patologia severa si sono aggravate. Siamo corsi in emodimanimica mentre gli veniva praticato il massaggio cardiaco così come anche le manovre rianimatoria, eseguite in emergenza con tutte le misure del caso".
Riva è venuto a mancare poco dopo le sette della sera. Il mondo del calcio italianolo ha omaggiato con tutti i crismi, lo ha ricordato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, purtroppo a Riyad, dove si è giocata la finale Napoli-Inter di Superoppa Italiana, nel momento del ricordo ci sono stati degli orrendi fischi.
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