Tarocchi di Marsiglia

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view post Posted on 13/4/2017, 12:34
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L'Eremita nel mazzo di Jean Dodal del XVIII secolo

I tarocchi di Marsiglia (tarot de Marseille) o tarocchi marsigliesi sono il mazzo standard francese per i tarocchi e da cui sono derivati molti mazzi successivi.

I mazzi dei Tarocchi sono stati probabilmente inventati nell'Italia settentrionale nel XV secolo e introdotti in Francia e Svizzera durante il periodo di dominazione francese del Ducato di Milano all'inizio del XV secolo. Qui si diffusero a partire dalla Francia meridionale al resto della Francia e da qui verso la Germania e l'Austria. Quando il gioco fu reintrodotto nell'Italia settentrionale, dopo che si era praticamente estinto, lo stile delle carte marsigliesi influenzò anche quello delle carte italiane.

Lo stile dei tarocchi marsigliesi si era già imposto come standard per i tarocchi francesi intorno all'inizio del XVIII secolo, ma l'uso del nome Tarot de Marseille risale agli anni trenta del XX secolo, quando Paul Marteau direttore dell'editore di carte da gioco Grimaud usò questo nome per un mazzo pubblicato per usi esoterici e basato sullo schema di quelli prodotti da Nichola Conver di Marsiglia.


Struttura

I tarocchi di Marsiglia sono composti da un mazzo di cinquantasei carte di quattro semi italiani: bastoni, spade, coppe e denari (in francese Bâtons, Épées, Coupes e Deniers) a cui si aggiungono 21 trionfi e il Matto (Le Mat). Ogni seme contiene dieci carte numerali dall'asso al 10 e quattro carte di corte: Fante, Cavaliere, Regina e Re (Valet, Chevalier o Cavalier, Dame e Roi). Nei termini esoterici i trionfi insieme al Matto sono detti arcani maggiori e le carte rimanenti arcani minori.

Lo stile dei trionfi è molto simile a quello di un foglio di carte milanese del XV secolo conservato alla Beinecke Rare Book Library dell'Università di Yale. A parte alcune differenze nei dettagli e composizione delle illustrazioni di alcune carte, la principale novità rispetto alle carte milanesi del XV secolo è la presenza nei Tarocchi marsigliesi del numero e nome della carta in fondo a ciascuna di esse. Nei primi mazzi di tarocchi italiani queste caratteristiche sono assenti e i giocatori dovevano ricordare a memoria l'ordine della carta. Fa eccezione a questo il XIII trionfo (La Morte) il cui nome generalmente non è stampato.

I trionfi dei tarocchi di Marsiglia in un mazzo di Jean Dodal risalente al periodo 1701-1715:


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Le Bateleur
(Il Bagatto)

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La Papesse
(La Papessa)

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L'Impératrice
(L'Imperatrice)

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L'Empereur
(L'Imperatore)

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Le Pape
(Il Papa)

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L'Amoureux
(Gli Amanti)

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Le Chariot
(Il Carro)

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La Justice
(La Giustizia)

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La Roue de Fortune
(La Ruota della Fortuna)

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La Force
(La Forza)

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Le Pendu
(L'Appeso)

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L'Arcane sans nom (La Mort)
(La Morte)

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Tempérance
(La Temperanza)

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Le Diable
(Il Diavolo)

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La Maison Dieu
(La Torre)

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L'Étoile
(La Stella)

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La Lune
(La Luna)

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Le Soleil
(Il Sole)

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Le Jugement
(Il Giudizio)

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Le Monde
(Il Mondo)

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Le Fol (Le Mat)
(Il Matto)


Altre immagini

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Il dorso di una carta

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La Regina di coppe

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Il Re di bastoni

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Il due di coppe, su cui compare il nome del produttore


Varianti

La carta della Papessa ha generato discussioni a causa della rappresentazione di un papa femmina. Non ci sono evidenze storiche di un papa di sesso femminile ma la carta potrebbe essere stata ispirata dalla mitica Papessa Giovanna. Molte varianti hanno sostituito la carta con altri personaggi per evitare la controversia. In una delle varianti dei Tarocchi marsigliesi detti Tarocchi svizzeri o Tarocchi di Besançon il Papa e la Papessa sono sostituiti rispettivamente da Giunone con il suo pavone e Giove con la sua aquila. Mazzi più recenti, seguendo un suggerimento di Court de Gébelin rinominano le due carte Ierofante e Alta sacerdotessa. Durante la rivoluzione francese l'Imperatore e l'Imperatrice furono i soggetti di simili controversie.

Nel nord della Francia sui mazzi fiamminghi La Papessa fu rimpiazzata con Le 'Spagnol Capitano Eracasse (il Capitano della Commedia dell'arte), mentre il Papa (che spesso viene ritratto mentre regge il calice della comunione) viene rimpiazzato da Dioniso, la divinità greca del vino, che regge una bottiglia o coppa di vino e un bastone con grappoli mentre cavalca un barilotto di birra.Questo mazzo fu usato e è ancora in uso in molte parti del mondo , fu addirittura utilizzato in un famoso libro di Italo Calvino "Il Castello dei Destini Incrociati "un libro ambientato nell' epoca medioevale.

Storia

Le carte erano originariamente stampate da un'incisione in legno e successivamente colorate a mano o con l'uso di stencil. Un noto artigiano fu Nicolas Conver, che produsse uno dei primi mazzi attestati nel 1760. Altri primi mazzi della famiglia dei Tarocchi marsigliesi includono quelli di Noblet (intorno al 1650) e Dodal (intorno al 1701).

Uno dei modelli più conosciuti dei tarocchi di Marsiglia fu inciso su legno dal francese Claude Burdel nel 1751. Egli aveva contrassegnato Il Carro con le sue iniziali, mentre la sua firma per esteso compare sul 2 di denari. Le figure sono intere, e - relativamente ai trionfi - recano la denominazione in francese e sono contrassegnati da numeri romani. La morte non aveva nome. Le scritte erano in un francese sgrammaticato, spesso privo di accenti e apostrofi. Gli abiti delle figure, pur nella loro forte stilizzazione, si riferiscono a prototipi rinascimentali. Il mazzo fu poi rielaborato dal francese Grimaud, e ristampato nel XIX secolo.

Esoterismo

Fu alla fine del XVIII secolo che il mazzo di Conver o uno molto simile ad esso colse l'attenzione di Antoine Court de Gébelin. I suoi scritti, che contenevano molte speculazioni sulla supposta origine egiziana dei tarocchi e dei loro simboli richiamarono l'attenzione di altri esoteristi sui mazzi di tarocchi, a partire da Etteilla in avanti. Il loro uso nella cartomanzia è decisamente attestato in tutta la Francia al termine del XVIII secolo, Alexis-Vincent-Charles Berbiguier riporta un incontro con due "sibille" che usavano i mazzi da tarocchi come strumento di divinazione al termine del secolo ad Avignone. Nel mondo inglese, dove il gioco dei Tarocchi non si era mai diffuso, questi mazzi vennero conosciuti attraverso l'influenza degli esoteristi francesi come Etteilla e, successivamente, Eliphas Lévi. Gli occultisti inglesi produssero successivamente propri mazzi esoterici come i Tarocchi Rider-Waite o i Tarocchi di Toth, due dei mazzi principalmente usati dagli occultisti odierni.
A metà degli anni novanta il regista Alejandro Jodorowsky, appassionato utilizzatore dei tarocchi per la divinazione, collaborò con Philippe Camoin, discendente di Conver, alla ricostruzione di un mazzo di tarocchi basato sui più antichi stampi in legno rimanenti dei tarocchi marsigliesi e principalmente basata su quelli di Nicholas Conver

Pubblicazione

È possibile acquistare copie dei mazzi antichi da vari editori, per esempio copie dei mazzi di Convert sono pubblicati dall'italiana Lo Scarabeo e dalla francese Héron. Lo Scarabeo pubblica anche una versione di un mazzo svizzero del 1751 di Claude Burdel. La U.S. Games/Cartamundi ha pubblicato una riproduzione del mazzo di tarocchi del 1701 di Dodal, ora fuori produzione.



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view post Posted on 29/11/2021, 18:55
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view post Posted on 15/2/2023, 12:26
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LE CARTE DEI TAROCCHI NEGLI ARCANI MAGGIORI

Appena si parla delle carte dei Tarocchi, si pensa immediatamente alle cartomanti che le usano per predire il futuro.
Immagino che si sappia che le carte degli Arcani maggiori, in realtà, sono un libro: Il libro di Thot (dio o figura mitica dell'antico Egitto), il quale, pare, abbia scritto anche altri libri profetici, oggi dispersi.
Gli Arcani Maggiori, pur rivestendo un'iconografia classica medioevale, mantengono, in loro, gli antichi simbolismi che lo sconosciuto autore gli volle dare.
Essi narrano la storia evolutiva dell'uomo, partendo dal "Bagatto" (l'iniziato, il Giocoliere), per arrivare al "Mondo", la completa realizzazione nella conoscenza della materia; inoltre vi è la carta del "Matto", che è senza numero perché il suo simbolismo è dubbio, in quanto è l'individuo fuori dal contesto umano e quindi sembra quasi che non debba far parte della storia.
Sicuramente gli Arcani Maggiori contengono una forte carica simbolica, ed è plausibile che questa possa dare adito a interpretazioni sul futuro del richiedente, come lo è qualunque altro mezzo che sia in grado di stimolare la parte più profonda del veggente o del sensitivo.
Però non sono nati per prevedere il futuro degli uomini, piuttosto per raccontare la loro storia, la quale ha delle tappe fisse, previste e prevedibili.
Questa storia viene espressa in simboli archetipi, così che tutti la possano riconoscere come propria, solo se sapranno leggere e decifrare il proprio linguaggio interiore.
Facendo questo, non solo si conosce il destino dell'uomo, ma si colgono anche le proprie pulsioni profonde più vere, svelando le nostre tensioni e guardandoci senza maschere.
Così i Tarocchi diventano un nostro specchio interiore, che focalizza, non il nostro futuro, che è meglio programmare con intelligenza, piuttosto centra il nostro presente nascosto, il quale ben più precisamente determinerà ciò che saremo e cosa dovremo affrontare.
Così la storia inizia con "il Bagatto", un giocoliere che ha davanti a sé tutta l'enorme potenzialità per conoscere e dominare la natura, simboleggiata dal tavolo che si trova davanti, sorretto da solo tre gambe: i pilastri della conoscenza; la quarta gamba è invisibile, perché l'uomo è ancora immaturo per poterla concepire.
Egli gioca, allegro e forte dei suo io, appena conquistato, e tiene in mano una bacchetta puntata in alto per raccogliere quelle forze spirituali per iniziare la sua avventura. Ma la sua mano destra è rivolta in basso e stringe un denaro, perché ogni forza spirituale, per lui, può avere solo un valore materiale.
Sul tavolo vi sono sparpagliati diversi oggetti: una coppa, una spada, un bastone e un denaro; simboli che rappresentano i quattro elementi, terra, aria, acqua e fuoco, come le quattro leggi della magia Sapere, Osare, Volere, Tacere.
Il Bagatto, il Mago, il Giocoliere così apre e conduce il gioco; può creare il suo mondo illusorio e divertirsi con gli elementi che ha a disposizione, ma alla fine dovrà conoscerli e saperli dominare.
Ecco che, iniziato il cammino, il giovane Mago incontra una figura misteriosa: la Papessa. Che cosa potrà rivelargli? Quali nuovi segreti gli potrà svelare?
Provate voi a capirlo, a interpretare la storia, a scoprire le tappe di esaltazione, difficoltà, dolore e dramma che raccontano, a sorprendervi di come alla tragedia possa seguire una nuova rinascita, e che l'illusione di una falsa felicità possa insegnare il valore di una serenità conquistata.
E' la storia di ognuno di noi, ed è il nostro destino...scritto.


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umberto ridi fb

 
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