| Ayrton Senna Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. « I ricchi non possono vivere su un'isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità. » (Ayrton Senna) « La vita è troppo breve per avere dei nemici. » (Ayrton Senna)
Ayrton Senna da Silva (San Paolo, 21 marzo 1960 – Bologna, 1º maggio 1994) è stato un pilota automobilistico brasiliano, tre volte Campione del mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991.
Considerato uno dei piloti di Formula 1 più forti di tutti i tempi, si è dimostrato un campione assoluto in condizioni di asciutto ma soprattutto in condizioni di pioggia, riuscendo spesso in imprese entusiasmanti. Coniugò la capacità di portare al limite la propria monoposto, con una grande sensibilità nella messa a punto e nella scelta degli pneumatici.
Particolarmente veloce sul giro in prova, Senna è stato il pilota ad avere ottenuto più pole position in rapporto ai Gran Premi disputati, ed è il terzo pilota in classifica per numero di vittorie (41) dietro a Michael Schumacher (91) ed Alain Prost (51).
Morì in seguito a un incidente nel Gran Premio di San Marino 1994.
Le formule minori Figlio di famiglia benestante, Senna ebbe la possibilità di avvicinarsi precocemente al mondo dell'automobilismo, iniziando a gareggiare nei Kart all'età di tredici anni con un Parilla 100cc. a Interlagos grazie al primo istruttore Lucio Pascual (detto Tsche), vincendo al debutto e conquistando nello stesso anno, il '73, il Campionato Junior.[6]. Nel 1977 e '78 vince il Campionato Sudamericano di categoria e dal 1978 per quattro volte consecutive quello brasiliano. Sbarcato in Italia, con i colori della Dap è protagonista dei campionati mondiali del 1979 e del 1980, sfiorando entrambe le volte la conquista del titolo.
Nel 1981 debutta in Formula Ford 1600, disputando il campionato britannico RAC e il Townsend-Thoresen: li vince entrambi totalizzando 12 vittorie, 3 pole e 10 giri veloci su 19 gare. L'anno seguente passa alla Formula Ford 2000, disputando sia il campionato britannico Pace British che l'Europeo EFDA: li vince entrambi aggiudicandosi 21 vittorie, 15 pole e 22 giri veloci su 29 gare. A fine stagione debutta nell'ultima prova del difficile Campionato Britannico di Formula 3 conquistando incredibilmente pole, vittoria e giro più veloce.
Nel 1983 si schiera al via del Campionato Britannico F.3 con una Ralt-Toyota del team West Surrey Racing e lo vince grazie a 12 vittorie, 15 pole e 13 giri veloci su 20 gare. A fine stagione partecipa alla prestigiosa gara internazionale di F3 di Macao nella quale si confrontano tutti i più forti piloti della categoria: parte dalla pole, domina entrambe le manches e segna il giro veloce. È di quest'anno la decisione di adottare il cognome materno Senna al posto del paterno Da Silva usato sino all'anno precedente, in quanto meno comune del diffusissimo Da Silva; tuttavia quell'anno vennero usati entrambi i cognomi per riferirsi a lui.
L'arrivo in F1, con la Toleman Dopo questa eccellente trafila nelle formule minori Senna debutta in Formula 1 nel Gran Premio del Brasile 1984 su Toleman-Hart. Nel corso della sua prima stagione diede subito prova di un talento eccezionale, cogliendo per la piccola scuderia inglese risultati mai registrati prima, su tutti il clamoroso secondo posto nel Gran Premio di Monaco, disputatosi sotto un diluvio.
La gara venne interrotta proprio per l'enorme quantità di acqua che inondava la pista, e ad Ayrton (che stava recuperando oltre sei secondi a giro su Alain Prost) venne negata una vittoria che ormai sembrava sicura. Già in questa gara si manifestarono quindi due costanti della sua carriera: il duello col pilota transalpino e la sua abilità sotto la pioggia. Chiuse il primo Campionato Mondiale F1 al 9º posto, conquistando, oltre a quello di Montecarlo, altri due podi in Gran Bretagna e Portogallo. Risale all'84 anche l'unica mancata qualificazione di Senna, proprio a Imola, sul circuito dove dieci anni dopo perderà la vita.
Il passaggio alla Lotus
Tra le varie scuderie che misero gli occhi su di lui, fu la Lotus a ingaggiarlo per il 1985. Alla seconda gara con il team inglese, Senna ottenne subito la vittoria nel Gran Premio di Portogallo, anche questo disputatosi sotto una pioggia torrenziale, dimostrando ancora una volta il suo straordinario talento in condizioni estreme. Nel corso della stagione Senna diede esempio di quello che sarebbe stato il punto forte della sua carriera, ossia la velocità nel giro in prova. Ben 7 le pole position conquistate in questa stagione (grazie anche, va detto, alla bontà del motore turbo Renault che, in prova, non soffriva delle limitazioni al consumo), il più delle volte, però, vanificate da ritiri per guasti meccanici oppure per panne di benzina (in quel periodo, il regolamento limitava il quantitativo di benzina disponibile).
Senna rimase con la Lotus per tre stagioni, l'ultima delle quali (il 1987), disputata con motori Honda, segnò l'inizio della lunga e proficua collaborazione col motorista giapponese. Il talento di Senna, però, non era espresso compiutamente in Lotus, team che gli consentiva di ben figurare, ma non di poter raggiungere l'obiettivo per il quale il brasiliano correva: il titolo mondiale. Pertanto, dopo 3 stagioni, concluse due volte al quarto ed una al terzo posto nel Mondiale impreziosite da 16 pole, 6 Gp vinti e altrettanti giri veloci, Senna abbandonò la Lotus per la ben più competitiva McLaren, che proprio a partire dal 1988 avrebbe avuto i motori Honda.
La consacrazione in McLaren 1988
In McLaren, Senna trovò come compagno di squadra "Il Professore" Prost, con il quale iniziò ben presto una rivalità destinata a segnare, la Formula 1. La McLaren-Honda MP4/4 era una vettura eccezionale e questo consentì ai suoi due piloti di dominare il campionato in lungo e in largo, aggiudicandosi ben 15 dei 16 gran premi in programma.
Senna, con 8 vittorie e ben 13 pole (all'epoca record assoluto), riuscì a coronare il sogno di aggiudicarsi il titolo Mondiale di Formula 1, e con una gara d'anticipo, a Suzuka in Giappone. Sulla pista giapponese, Ayrton disputò una delle più belle gare della sua carriera: pur avendo conquistato la pole infatti, il brasiliano fu costretto, a causa di un'esitazione in partenza, a recuperare da metà schieramento. La rimonta su Prost fu straordinaria e si concretizzò al 28º giro, con un sorpasso memorabile.
Senna vinse il titolo pur ottenendo meno punti totali di Prost, grazie al sistema degli scarti che imponeva di considerare validi per i mondiale soltanto i migliori 11 piazzamenti; questa regola sarebbe stata rimossa nel 1991.
1989 Il 1989 iniziò sulla falsariga dell'anno precedente con un dominio netto della scuderia inglese e con Senna protagonista di 3 vittorie nelle prime 4 gare. In quella stagione però la McLaren MP4/5 evidenziò qualche debolezza dal punto di vista dell'affidabilità, che costrinse soprattutto Senna a diversi ritiri favorendo indirettamente Prost. L'epilogo del mondiale fu, alquanto controverso: sul circuito di Suzuka, sede del Gran Premio del Giappone, i due rivali si fronteggiarono nella penultima gara con Prost in vantaggio ma ancora non certo del titolo. Senna conquistò la pole position con una prestazione fenomenale, distaccando il compagno di squadra che gli partiva accanto, di più di un secondo e sette decimi. Ma Prost lo sorpassò in partenza e a cinque giri dalla fine, dopo un duello durato per tutta la corsa, Senna tentò di scavalcare il rivale alla chicane che precede il traguardo: il francese, anticipando l'ingresso in curva, chiuse il brasiliano bloccando le due vetture. Si trattò di una manovra molto discussa che ancora oggi non mette d'accordo i sostenitori dei due piloti: effettivamente, a termini di regolamento, Prost aveva diritto di traiettoria, avendo il muso della macchina più avanti di quello dell'avversario, ma la sua decisa sterzata anticipata sembrò una manovra volta a generare l'incidente.
Prost terminò lì la propria gara, Senna invece ripartì grazie ad una spinta dei commissari, ed attraversando la chicane rientrò in gara, pur con l'ala anteriore fuori uso per il contatto col francese. Dopo la sosta ai box, per il cambio del musetto, e il furioso inseguimento ad Alessandro Nannini, primo a quattro giri dal termine con dieci secondi di vantaggio sul brasiliano, Senna riuscì a tagliare per primo il traguardo, riaprendo il Mondiale. Sul gradino più alto del podio però salì Nannini: Senna era stato squalificato perché, tagliando la chicane, aveva tratto vantaggio dalla spinta dei commissari. Prost poté così fregiarsi del titolo di Campione del Mondo.
L'episodio inasprì definitivamente i già compromessi rapporti che Senna aveva col francese e con tutta la federazione, a quel tempo retta da Jean-Marie Balestre. Seguirono una serie di polemiche durante tutto l'inverno dell'anno: Senna, profondamente rattristato e scoraggiato, considerò il ritiro dalle corse, parlando di cospirazione ordita dal Presidente della FIA nei suoi confronti, mentre la Federazione minacciò al brasiliano la revoca della superlicenza per guidare in F1.
1990 Senna ebbe modo di restituire il torto subito durante l'anno successivo. Prost era passato alla Ferrari, ma la stagione 1990 non cambiò la trama, con i due sempre in accanita lotta tra di loro.
Il copione si ribaltò: Senna arrivò in Giappone in vantaggio di classifica, ma col rivale in recupero. Partito al palo, fu bruciato da Prost in partenza, complice la pista più sporca dal lato della pole. Alla prima curva, Prost chiuse la traiettoria, avendo ampio margine su Senna; il quale ritardando volontariamente la frenata (come avrebbe ammesso qualche anno più tardi ) speronò il francese. Entrambi finirono fuori gara (commentando a caldo l'episodio, Senna disse: «A volte le gare finiscono a sei giri dal termine, a volte alla prima curva»). Il brasiliano era Campione del Mondo per la seconda volta.
1991-1992
Senna con la McLaren nel 1991 Per la stagione 1991 la Honda decide di abbandonare il collaudato V10 ed iniziare lo sviluppo del V12, credendo che quest'ultimo fosse il frazionamento vincente. La stagione parte bene, con 4 vittorie consecutive di Senna, ma quest'ultimo invita alla prudenza e sprona la propria squadra e la Honda a velocizzare lo sviluppo, in quanto le cose non vanno come dovrebbero. Il cambio di motorizzazione infatti, oltre a creare problemi di affidabilità, produce problemi di bilanciamento vettura. Le vittorie iniziali sono favorite dal calo di competitività della Ferrari e soprattutto dall'inaffidabilità della rivale Williams, che sta sviluppando il cambio al volante e la nuova motorizzazione Renault. Non appena la Williams risolve i propri problemi, escono i veri valori in campo. Senna cerca come può di tamponare lo strapotere dell'eccezionale FW14. Al GP di Ungheria la Shell fornisce alla McLaren una speciale benzina che consente di ritrovare un po' di competitività, garantendo a Senna un'importantissima vittoria. A Spa la vittoria è frutto nuovamente del ritiro degli avversari. La svolta decisiva avviene in Portogallo, dove la Williams getta una facile vittoria sbagliando completamente il pitstop (viene avvitata male la ruota posteriore), allontanandosi dal sogno mondiale. A Suzuka un errore di Mansell apre la strada al terzo titolo mondiale di Senna, che arriva con una gara d'anticipo. Ma nel 1992 Senna e la McLaren nulla possono contro la Williams FW14B, dotata di sospensioni attive. Nelle prime 5 gare il brasiliano arriva al traguardo solo due volte, terzo in Sudafrica e Imola, dimostrando i problemi di competitività e affidabilità della monoposto di Woking. Il tempo perso per risolvere i problemi, la tardiva introduzione del cambio al volante, e la scelta rivelatasi sbagliata dell'Honda V12, hanno impedito a Senna di lottare per il titolo. La stagione termina con soli tre successi (Monaco, Budapest e Monza) e relega Senna al 4º posto in classifica, superato anche dall'astro nascente Michael Schumacher. Resta però memorabile un episodio che testimonia la grande umanità di Ayrton Senna: durante le prove del Gran Premio del Belgio a seguito di un incidente, la Ligier del pilota francese Erik Comas carambola a centro pista e il pilota sviene col motore acceso. Il primo pilota a fermarsi è Ayrton Senna. Rischiando la vita, spegne il motore e raddrizza la testa del pilota francese, muovendola verso una posizione più naturale.
Al termine della stagione la Honda si ritira dal mondiale. Per la stagione seguente Senna tenta di farsi ingaggiare dalla Williams, con la quale però ha firmato il rientrante acerrimo rivale Alain Prost, che ha posto il veto su un eventuale ingaggio di Senna per il 1993. Così il brasiliano è costretto a rimanere alla McLaren, ora dotata del motore clienti Ford 8 cilindri, non all'altezza del Renault 10 cilindri.
1993
Senna alla guida della sua McLaren al Gran Premio di Germania del 1993. Il 1993 non prometteva meglio per Senna, che con la McLaren motorizzata Ford doveva affrontare la superfavorita Williams, la cui prima guida era diventato il rivale di sempre, l'ormai trentottenne Alain Prost. Tuttavia, nonostante l'evidente inferiorità di mezzo, Senna diede vita ad alcune gare spettacolari, in particolare nel Gran Premio d'Europa a Donington Park, una delle più belle vittorie del campione brasiliano: sotto l'acqua (suo elemento naturale) Senna diede spettacolo effettuando quattro sorpassi nel solo primo giro, dominando la gara. Alla fine s'impose con quasi un minuto e mezzo di distacco su Damon Hill ed un giro su Prost. Nel corso dell'anno, la differenza di qualità e potenza (troppo evidente) si fece sentire ed il francese riuscì a fine anno, a laurearsi campione del mondo. Senna fu vice-campione, ottenendo 5 vittorie stagionali, tra cui, oltre a Donington, la seconda in carriera nel GP di casa, sempre sul bagnato, grazie a uno splendido sorpasso su Damon Hill, e la quinta consecutiva (un record) a Montecarlo. Durante la stagione, la sua McLaren palesò anche alcuni problemi di affidabilità, abbandonandolo ad Imola, in Canada, in Ungheria e in Portogallo quando era 2º e a Silverstone quando era 3º (finisce la benzina all'ultimo giro e si classifica 5º). Concluse la stagione conquistando gli ultimi due gran Premi in Giappone e Australia, la sua ultima vittoria (in cui ottene anche l'unica pole della stagione) che coincise con l'ultima gara in Formula 1 del rivale Prost giunto secondo; i due si abbracciarono sul podio.
Il passaggio alla Williams e l'incidente mortale Nel 1994 Senna lasciò la McLaren per trasferirsi alla Williams campione in carica, proprio al posto del ritirato Prost (suo rivale storico). Da quell'anno il regolamento vietava tutti i dispositivi elettronici (come le sospensioni attive e il controllo di trazione), un punto di forza della Williams nel 1992 e 1993. Ma la monoposto progettata da Adrian Newey non era solo meno competitiva che in passato: era troppo stretta nella zona dell'abitacolo, e Senna faticava a calarvisi e di conseguenza faticava nella guida. La vettura era inoltre instabile e difficile da guidare, a causa dell'eliminazione dei dispositivi elettronici. Senna iniziò i lavori di collaudo, ma sarebbe servito del tempo per sistemare i problemi. Con questi presupposti iniziò il mondiale. Dopo una partenza difficile (due ritiri nelle prime due gare, vinte da un giovane Michael Schumacher su Benetton Ford, nelle quali aveva tuttavia conquistato la pole) Senna affrontò la terza gara, il Gran Premio di San Marino, cogliendo nelle prove la terza pole position di fila. Ma a caratterizzare la gara sarà ben altro, le prove iniziate il venerdì con l'incidente di Rubens Barrichello alla variante bassa (senza gravi conseguenze), e funestate dall'incidente mortale di Roland Ratzenberger alla curva Villeneuve il sabato, segneranno profondamente lo stato d'animo del campione brasiliano e porteranno Ayrton a correre con la bandiera austriaca nella sua monoposto per sventolarla in caso di vittoria in segno di solidarietà (tale bandiera fu poi rinvenuta all'interno dei resti della Williams dopo l'incidente, intrisa del sangue del pilota Brasiliano). In seguito a questi incidenti Senna fece di tutto per non far disputare il gran premio il giorno dopo, ma nessuno gli diede retta[senza fonte]. Erano le 14:17 quando al 7º giro, il secondo dopo la ripartenza dietro la safety car (entrata in seguito ad un incidente in partenza che aveva coinvolto JJ Lehto e Pedro Lamy, i rottami delle cui vetture avevano provocato il ferimento di alcuni spettatori), Senna uscì di pista in piena velocità alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo. Il piantone era stato modificato la notte seguente le prove cronometrate, alla vigilia della gara, dopo che Senna aveva chiesto di migliorare la visibilità della strumentazione. Il piantone era stato allungato. La saldatura manuale si era mostrata però insufficiente a reggere le sollecitazioni della gara. Il pilota non poté quindi fare nulla per controllare la monoposto. Senna, infatti, rimasto ormai passeggero impotente di una vettura ingovernabile, frenò (come si vede anche dalle immagini riprese dal videocamera montata sulla monoposto), ma non riuscì ad evitare il muro del Tamburello. Le conseguenze risultarono tragiche: l'impatto fu tremendo, coinvolgendo la parte anteriore destra della monoposto.
Il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi, penetrò nella visiera del casco del pilota, dal bordo superiore. Ciò causò lo sfondamento della regione temporale destra e provocò gravissime e fatali lesioni. Il pilota brasiliano perse oltre 3 litri di sangue in seguito a tali lesioni; dopo i primi soccorsi a bordo pista prestatigli dall'equipe medica, sotto l'occhio vigile del medico della FIA Sid Watkins, fu deciso di trasportarlo via elicottero all'Ospedale Maggiore di Bologna. Qui il pilota venne ricoverato nel reparto di rianimazione, dove si accertò che il danno più rilevante era il trauma cranico provocato proprio dal puntone della sospensione; ogni sforzo per salvargli la vita fu vano e Senna spirò all'età di 34 anni alle ore 18,40 senza aver mai ripreso conoscenza. Poche ore dopo, la magistratura italiana ordinò l'autopsia sul corpo del campione, in cui non furono riscontrati altri danni fisici di particolare gravità. Ciò è spiegabile col fatto che l'angolo d'impatto, di soli 22º, aveva permesso una progressiva dissipazione dell'energia cinetica, prima contro il muretto e quindi nella sabbia. La cosa non deve destare meraviglia, dal momento che analoghi incidenti ad alta velocità nello stesso punto, come quello di Nelson Piquet nel 1987, quello di Gerhard Berger nel 1989 o quello di Michele Alboreto nel 1991, si erano risolti senza particolari traumi da decelerazione al pilota. In Brasile furono proclamati 3 giorni di lutto nazionale, mentre a seguito delle indagini sulla morte del brasiliano, il circuito di Imola fu posto sotto sequestro. Successivamente, nel 1997 si aprì il processo sulla morte di Senna, che portò nel 2005 all'assoluzione sia del patron della Scuderia Williams F1 Frank Williams, sia del progettista della vettura Adrian Newey, in tutti i 3 gradi di giudizio; la Corte di Cassazione ha invece sentenziato nel medesimo anno, il "non luogo a procedere" per l'accusa di omicidio colposo rivolta al direttore tecnico del team Patrick Head, in quanto il reato estintosi per prescrizione.
Ayrton Senna ha preso il via in 161 GP (su 162 partecipazioni), cogliendo 41 vittorie, 65 pole position, 19 giri più veloci in gara e 610 punti iridati validi (su 614 totali). È partito per 87 volte in prima fila ed ha ottenuto 96 piazzamenti a punti, 80 dei quali sul podio, percorrendo 13672 km al comando di una corsa. Memorabili e ricche di pathos furono le sue vittorie commentate dal famoso telecronista brasiliano Galvão Bueno, che per Ayrton aveva una autentica predilezione. Proprio Galvão commentò in diretta e con grande emozione, la gara in cui Ayrton perse la vita per la tv brasiliana Rede Globo.
Dopo il tragico incidente, tutti i circuiti di Formula 1 furono oggetto di controlli e successive revisioni dei tracciati, ove necessarie, per garantire maggior sicurezza ai piloti. La curva del Tamburello, nella fattispecie, fu modificata e, nel tratto centrale, sostituita con una chicane. Furono anche prese misure, sia immediate che di lungo periodo, per aumentare la sicurezza delle vetture e diminuirne le velocità, tanto che dall'incidente di Senna non ci sono più stati incidenti mortali.
Rimpatriata la salma di Senna, questa venne inumata nel cimitero di Morumbi, nella città natale di San Paolo.
Senna e la religione
« Mi ferisce che si dica che credo di essere imbattibile a causa della mia fede in Dio. Ciò che voglio dire è che Dio mi dà la forza e inoltre che la vita è un dono che Dio ci ha dato e noi siamo obbligati a mantenerlo con cura. » Il rapporto di Ayrton Senna con la religione aveva radici lontane, nella sua famiglia, nell'educazione ricevuta dalla madre. Nella sua valigetta personale Senna portava con sé la Bibbia e prima di ogni partenza ne leggeva un passo. In una intervista, dichiarò di aver visto Dio accanto a lui, sullo schieramento di partenza del Gran Premio del Giappone del 1988.
Sulla sua tomba, a San Paolo del Brasile, è scolpita una citazione dalla Lettera dell'apostolo Paolo ai Romani 8,39: «Nada pode me separar do amor de Deus», in italiano Niente mi può separare dall'amore di Dio. Edited by marisa56 - 25/4/2024, 13:21
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