International Women’s Day, 8 donne che hanno cambiato il mondo
In occasione della Festa della donna, la storia di otto delle tante donne che nel corso del tempo hanno cambiato il mondo.
Gloria Marinelli
ROMA – Hanno scritto libri che hanno rivoluzionato la visione della società, fatto scoperte scientifiche che hanno trasformato la medicina come oggi la conosciamo, dato la vita per cause che hanno riscritto i diritti civili. In occasione della Festa della donna, la storia di otto delle tante donne che nel corso del tempo hanno cambiato il mondo.
HARRIET BEECHER STOWE, SCRITTRICE E ATTIVISTA
Harriet Beecher Stowe è l’autrice americana del best-seller del 1852 ‘La capanna dello Zio Tom‘. La scrittrice ha contribuito a diffondere il movimento anti-schiavitù nel mondo. Leggenda vuole che Abraham Lincoln accolse Beecher Stowe alla Casa Bianca dicendo: “Quindi tu sei la piccola donna che ha scritto il libro che ha iniziato questa grande guerra”, in riferimento alla guerra civile. Il suo celebre romanzo segue la vita dello schiavo nero Zio Tom, ed è stato il secondo libro più venduto del 19° secolo, dopo la Bibbia.
EMMELINE PANKHURST E IL DIRITTO DI VOTO ALLE DONNE
Emmeline Pankhurst fu un’importante attivista per i diritti delle donne. La suffragetta inglese fondò il Women’s Social and Political Union, un gruppo conosciuto per le forme estreme di protesta, come incatenarsi alle ringhiere e aderire allo sciopero della fame. Purtroppo Pankhurst non visse mai abbastanza per vedere il suo sogno diventare realtà, morendo tre settimane prima dell’approvazione di una legge che dava alle donne pari diritti di voto degli uomini.
ANNA FRANK E LE MEMORIE DELL’OLOCAUSTO
La saggezza e lo spirito della studentessa ebrea di 13 anni Anna Frank sono raccolti in un libro best seller, scritto mentre si nascondeva ad Amsterdam durante la seconda guerra mondiale. Il suo diario è uno dei libri più letti al mondo, con oltre 30 milioni di copie vendute. Una potente raccolta di memorie che è stata tradotta in 67 lingue e adattata per il cinema e il teatro. Anna Frank morì nel campo di concentramento di Bergen-Belsen nel 1945, poche settimane prima della liberazione.
SIMONE DE BEAUVOIR, FILOSOFA E SCRITTRICE
Filosofa esistenzialista francese, Simone de Beauvoir scrisse nel 1949 il libro ‘Il secondo sesso’ (Le deuxième sexe), diventato un punto di riferimento del femminismo. Nel saggio ha analizzato il trattamento e la percezione delle donne nel corso della storia, ed è stato ritenuto così controverso che il Vaticano lo mise nell’Indice dei libri proibiti. “Tutte le oppressioni creano uno stato di guerra, questa non fa eccezione”, ha detto De Beauvoir, che insieme al partner Jean Paul Sartre è stata uno dei pensatori più influenti del 20° secolo.
ROSALIND FRANKLIN, CHIMICA E FISICA
Le ricerche approfondite di Rosalind Franklin furono fondamentali nel rivelare la struttura del DNA. Le sue fotografie a raggi X della doppia elica sono state utilizzate dagli scienziati Francis Crick, James Watson e Maurice Wilkins, a cui nel 1962 fu assegnato congiuntamente un Premio Nobel per la medicina. Tuttavia, il lavoro di Franklin non venne mai riconosciuto. Morì di cancro ovarico nel 1958 a 37 anni.
BILLIE JEAN KING, LA LEGGENDA DEL TENNIS
L’americana Billie Jean King è stata una delle più grandi tenniste della storia. Il suo nome entrò nella leggenda per la partita soprannominata ‘La battaglia dei sessi‘ contro il collega Bobby Riggs nel 1973. Il tennista aveva rilasciato alcune dichiarazioni nelle quali sosteneva l’inferiorità del tennis femminile e sfidò Billie Jean. La tennista lo sconfisse di fronte a un pubblico televisivo mondiale di 50 milioni di spettatori. In seguito formò la Women’s Tennis Association e fece una campagna per la parità di premi in denaro per i giocatori di sesso femminile.
WANGARI MAATHAI, FONDATRICE DEL GREEN BELT MOVEMENT
“Quando piantiamo alberi, piantiamo i semi di pace e di speranza”, così affermò nel 2004 Wangari Maathai, ambientalista e prima donna africana vincitrice del Nobel per la Pace. L’attivista politica keniana ha fondato il Green Belt Movement nel 1977, un’organizzazione non governativa per aiutare le donne dei paesi rurali. Il movimento da allora si è diffuso in tutto il mondo, collaborando con il Programma delle Nazioni Unite.
GRETA THUNBERG E LA LOTTA PER L’AMBIENTE
Era l’agosto 2018 quando Greta Thunberg, allora quindicenne, ha cominciato uno sciopero per il clima sedendosi ogni giorno fuori dal Parlamento svedese a Stoccolma. “Se a voi non interessa il mio futuro sulla Terra, perché a me dovrebbe interessare il mio futuro a scuola?”. Il suo grido di protesta varcò le soglie del Paese, diventando un’eco che risuonò in tutto il mondo. Oggi, grazie all’attivismo di Greta, milioni di giovani si sono uniti nel movimento Fridays For Future per dare voce alla lotta per l’ambiente.
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Festa della donna, ecco perché si celebra l’8 marzo
In Italia la Festa della donna venne celebrata per la prima volta il 12 marzo del 1922
Gloria Marinelli
ROMA – L’8 marzo in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale della donna. Più di una festa, un’occasione per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze che avvengono ancora ogni giorno. Ma perché si celebra l’8 marzo?
8 MARZO, FESTA DELLA DONNA
È conoscenza comune che l’origine della Festa della donna sia da ricercare nella storia delle 134 operaie che persero la vita nel rogo della ‘Cotton’, una fabbrica di camicie di New York, in cui erano state rinchiuse dal titolare perché non partecipassero allo sciopero dell’8 marzo del 1908. In realtà, non esista alcuna prova a sostegno di questo tragico avvenimento: in nessun archivio storico, infatti, ne viene riportata notizia. Un reale incendio avvenne a New York il 25 marzo del 1911 nella fabbrica Triangle. Causò la morte di 146 persone, di cui 123 donne.
L’origine dell’8 marzo come giorno dedicato alla donna non è ben chiara. L’ipotesi più accreditata riguarda un episodio accaduto in Russia, a San Pietroburgo (all’epoca Pietrogrado). L’8 marzo del 1917 migliaia di donne si riversarono nelle strade della città per chiedere la fine della Prima guerra mondiale. L’evento ebbe una grande risonanza, e complice la risposta fiacca di repressione militare, ebbero origine ulteriori manifestazioni una dopo l’altra, che portarono al crollo dello zarismo. Per questo l’8 marzo venne scelto nella Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenutasi a Mosca il 14 giugno del 1921, come ‘Giornata internazionale dell’operaia’.
PERCHÉ SI REGALA LA MIMOSA?
In Italia la Festa della donna venne celebrata per la prima volta il 12 marzo del 1922 grazie all’iniziativa del Partito comunista italiano. Tuttavia, è solo nel settembre del 1944 che l’Udi, l’Unione delle donne in Italia, decise di celebrare la prima giornata della donna nelle zone liberate del Paese.
Così, l’8 marzo del 1946, a guerra terminata, finalmente si poté celebrare la festa in tutta Italia. Per l’occasione, le organizzatrici Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei cercavano un fiore che potesse simboleggiare la giornata, un fiore di stagione e che costasse poco. La scelta ricadde sulla mimosa.
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Festa della donna, perché l’8 marzo si regalano le mimose?
A scegliere questa pianta furono le femministe dell'Unione Donne Italiane, Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei
Maria Rita Graziani
ROMA – L’8 marzo è la Giornata internazionale della donna e in Italia tradizione vuole che venga celebrata regalando delle mimose. Ma perché proprio questo fiore?
LA MIMOSA E L’8 MARZO: PERCHÉ È IL SIMBOLO DELLA FESTA DELLA DONNA
Prima di tutto è bene fare una doverosa precisazione: la mimosa non è un fiore. Si tratta infatti un’acacia originaria dell’Australia, introdotta in Europa solo nel 1800. Si presenta con una fioritura rigogliosa di colore giallo in forma di alberi o arbusti. A livello simbolico rappresenta forza e femminilità ma anche libertà, autonomia e sensibilità e fiorisce nel mese di marzo, periodo perfetto per celebrare la Giornata delle donne.
LA LEGGENDA SULLA MIMOSA E LA FESTA DELLA DONNA
La Festa della Donna si lega, secondo una leggenda, a un incendio di una fabbrica tessile di New York, la Cottons, avvenuto l’8 marzo del 1908, in cui persero la vita un gruppo di operaie. In realtà non ci sono prove di questo avvenimento, ma negli Usa la nascita del National Woman’s Day (celebrato per la prima volta il 28 febbraio del 1908) si lega agli scioperi del settore tessile di New York e in qualche modo può aver alimentato la leggenda. Fatto sta che fuori dalla fabbrica di Cottons pare ci fosse un albero di mimose, ecco perché la pianta sarebbe legata alla celebrazione della festa delle donne.
LA MIMOSA IN ITALIA, CHI LA SCELSE PER CELEBRARE LE DONNE
In Italia la mimosa diventa il simbolo della Festa della donna nel 1946 quando per la prima volta, l’8 marzo, nell’intera penisola liberata si celebra la ricorrenza. A scegliere di utilizzare questa pianta furono Teresa Noce, tra le fondatrici del Pci, la comunista Rita Montagnana, prima moglie di Palmiro Togliatti, e la partigiana Teresa Mattei, tutte e tre elette per l’Assemblea costituente nelle elezioni del 2 giugno 1946. Il motivo di questa scelta è legato al fatto che la mimosa è prima di tutto una pianta economica e in secondo luogo che fiorisce a marzo quindi in corrispondenza della Giornata Internazionale dell’operaia (l’8 marzo appunto), istituita in Russia durante Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste nel 1921. Successivamente l’8 marzo è diventata in tutto il mondo la Giornata Internazionale della donna.
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