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La leggenda di san Martino di N. Giustino
Umido e freddo spunta il mattino, ed a cavallo va San Martino Quand’ecco appare un mendicante, lacero e scalzo vecchio e tremante Il cavaliere mosso a pietà, vorrebbe fargli la carità Ma nella borsa non ha un quattrino, e allora dice: “Oh poverino! Mi spiace nulla io posso darti, ma tieni questo per riscaldarti.” Divide in due il suo mantello, metà ne dona al poverello. Il sole spunta e brilla in cielo, caccia la nebbia con il suo velo. E San Martino continua il viaggio, sempre allietato dal caldo raggio.
Nero il cielo era; la pioggia fitta al suol precipitava nè una casa nè una roggia al meschin si presentava avanzava sconfortato, le sue gambe eran tremanti ecco un giovane soldato si presenta a lui davanti snello biondo ardito e bello, ei sta ritto sul cavallo guarda e subito il mantello svelto taglia senza fallo ne dà mezzo al poveretto, che l’indossa, e il donatore fissa. Dice ” Benedetto, sia per sempre il tuo buon cuore.” Freddo non aveva più, e Martino se ne andava ora non pioveva più, ecco il cielo rischiarava riapparì smagliante il sole, s’udì dolce un’armonia gelsomini, rose, viole, infioravano la via.
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