25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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marisa56
view post Posted on 22/11/2023, 19:08 by: marisa56
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Claudia Gerini e Actionaid lanciano ‘Black Freeday’, la campagna contro i tagli ai fondi per la prevenzione contro la violenza sulle donne

Tra via del Corso e via Frattina, a Roma, un maxi cartellone per denunciare la decurtazione del 70% rispetto al 2022

Redazione


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Un cartellone luminoso in dimensioni mega da oggi campeggia tra via Frattina e via del Corso, cuore nevralgico dello shopping capitolino. Il volto di una donna esce dall’ombra e sovrasta la scritta a intermittenza: ‘Black Freeday -70%’. Ma non è uno sconto, non è il Black Friday. È il taglio che i fondi sulla prevenzione contro la violenza di genere hanno subito rispetto al 2022. E quel cartellone non è una pubblicità, ma una campagna di denuncia lanciata da Actionaid in vista del 25 novembre, Giornata per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne. A rafforzare il messaggio c’è Claudia Gerini, attrice e testimonial sensibile al tema della violenza sulle donne.

Le persone si fermano, le chiedono autografi, selfie, foto di gruppo. Lei sorride, non dice di no, sa che anche quello è un modo per attirare l’attenzione sul tema. “La violenza contro le donne in Italia è quotidiana- dice Gerini- Si manifesta in molti modi diversi, e devasta la vita di chi la subisce senza eccezioni. Intervenire in supporto di queste donne è fondamentale, ma arrivare dopo non basta. È necessario contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme, prima che si verifichi. Per questo fare sconti sulla prevenzione non è ammissibile“.

Uno sconto “incredibile che batte tutte le offerte del Black Friday e che arriva dall’attuale Governo”, ribadisce Actionaid. Il -70% è decurtato dagli oltre 17 milioni di euro del 2022, che così si abbassano a 5 milioni stanziati per il 2023. Eppure i numeri “sono abominevoli e non possono passare inosservati”, riprende l’attrice: “In Italia sono quasi 7 milioni le donne che hanno subito violenza fisica, oltre 2 milioni sono quelle che subiscono stalking e milioni coloro che subiscono violenza economica e psicologica. E dall’inizio dell’anno- scandisce Gerini- sono 104 i femminicidi“.

Per questo ActionAid con la campagna Black Freeday chiede al Governo “una strategia di prevenzione di medio e lungo periodo che agisca sulla diffusa cultura maschilista in Italia, che produce discriminazioni e violenza contro le bambine, le ragazze e le donne”.

LA CAMPAGNA

“In 10 anni- dice Katia Scannavini, vicesegretaria generale Actionaid Italia- le risorse economiche stanziate per la Legge sul femminicidio per il sistema antiviolenza sono aumentate del 156%, ma il numero delle donne uccise da uomini in ambito familiare-affettivo non è diminuito, restando simile di anno in anno. Questo dimostra come siano state inadeguate le politiche antiviolenza adottate, con una forte penalizzazione dei fondi destinati alla prevenzione, che nell’ultimo triennio sono stati solo il 12% del totale. Con la campagna Black Freeday vogliamo chiedere al Governo e al Parlamento di costruire davvero un futuro libero dalla violenza per bambine e ragazze, perché senza fondi sufficienti e politiche mirate alla prevenzione si continuerà ad intervenire sempre e solo in risposta alle violenze già subite dalle donne”.

I DATI SU RISORSE ECONOMICHE E POLITICHE ANTIVIOLENZA

Qual è stato l’effettivo impegno di Governo e Parlamento nello sradicare un fenomeno sistemico che ha luogo dentro e fuori le mura domestiche, e che colpisce donne di ogni età, nazionalità e classe sociale? È la domanda a cui risponde lo studio di Actionaid Prevenzione sottocosto: “Nei 10 anni della Legge 119/2013, le risorse allocate hanno avuto una crescita importante, il maggiore incremento di fondi (67%) si è avuto tra il 2020 e il 2023, periodo in cui lo Stato ha impegnato circa 248,8 milioni di euro. Di questi, solo il 12%, cioè 30,9 milioni di euro, sono stati destinati alla prevenzione. E per gli interventi di educazione e sensibilizzazione che hanno l’obiettivo di scardinare norme e comportamenti sociali che producono e riproducono la violenza, la cosiddetta prevenzione primaria, è stato stanziato solo il 5,6% rispetto al totale dei fondi antiviolenza 2020-2023. Ma l’urgenza di intervenire sulla prevenzione primaria con azioni di impatto e lunga durata- spiega Actionaid- è evidenziata anche dai dati mondiali del Gender Social Norm Index delle Nazioni Unite (Undp 2023), che misura stereotipi e credenze che danno vita alle diseguaglianze di genere. Oggi, rivela l’Indice, più di un quarto della popolazione mondiale ritiene giustificabile che un uomo picchi la moglie. L’Italia ha indici particolarmente preoccupanti: il 61.58% della popolazione italiana ha pregiudizi contro le donne e il 45% ha convinzioni che possono condurre a giustificare la violenza fisica, sessuale e psicologica da parte del partner. In confronto, la Spagna negli anni ha fatto meglio di noi: c’è solo il 50,74% della popolazione con pregiudizi e il 29% che giustifica la violenza. Solo un lavoro culturale che contrasti le consuetudini e i modelli di violenza contro le donne e le ragazze può quindi invertire la rotta”.



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“Puttana, ti rovino”: l’Emilia-Romagna denuncia la violenza sulle donne con dei manifesti sui muri

La campagna choc della regione per sensibilizzare, 12 manifesti per 2024

Redazione


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BOLOGNA – “Se mi lasci ti rovino”, “Puttana”, “Dove cazzo sei stata? Dammi il cellulare”, “Stai zitta, devi obbedirmi”. La Regione Emilia-Romagna sceglie frasi dure come schiaffi per sensibilizzare la popolazione contro la violenza sulle donne: frasi che per tutto il 2024 sarà possibile leggere nelle strade e nelle piazze attraverso “Se te lo dice è violenza”, la nuova campagna di comunicazione ideata dalla Regione che partirà da gennaio. Si tratta di 12 frasi violente rivolte dagli uomini alle donne: una per ciascun mese del prossimo anno.

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“Ciò che sta accadendo non è un’emergenza, è un problema sociale“, affermano il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessora alle Pari opportunità Barbara Lori. “Praticamente ogni giorno- affermano- leggiamo di donne picchiate o uccise da compagni ed ex. L’ultimo caso è quello di Giulia Cecchettin, ma purtroppo ce ne sono molti altri. Anche negli ultimi giorni in Emilia-Romagna ci sono stati episodi gravissimi di donne scampate per miracolo alla violenza dei partner. È arrivato il momento di rispondere con la stessa forza. Serve informare e educare a un modello relazionale sano e mai dominante, a partire dalle scuole. Ma serve, subito, andare oltre finte cautele, per aiutare le donne a riconoscere la violenza in tempo, prima che degeneri, e fare in modo che chiedano sostegno alla rete dei servizi sul territorio, ai Centri antiviolenza. Perché la violenza psicologica non invisibile, si vede benissimo“.

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Con questa campagna, affermano ancora Bonaccini e Lori, “diciamo concretamente cosa significa umiliare una donna, facendo esempi concreti, scrivendo chiaramente le frasi dette dagli uomini, risultato di una cultura patriarcale che deve cessare, affermazioni che non possono essere considerate normali: sono violente e nessuna donna deve mai sentirsele dire. Sopportarle in silenzio, mentre il tempo passa, ha conseguenze negative per l’autostima e potrebbe averne per l’incolumità fisica. Basta”.

I femminicidi “sono la ‘punta dell’iceberg’ di un fenomeno molto più esteso, che è la violenza di genere. Espressione di un pensiero patriarcale, arcaico, seppure ancora molto radicato, la cui più diffusa manifestazione è la violenza psicologica”, sottolinea Cristina Magnani, presidente del coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna. “Questa è terreno fertile di ogni altro abuso. L’emersione dalla società della violenza di genere presuppone un radicale cambiamento culturale. Non ci può essere cambiamento senza riconoscimento di cosa sia la violenza. Per questo è importante chiarire che le parole non sono indifferenti. Insulti, denigrazioni, svilimenti sono il primo segnale di una personalità prepotente, padronale e costituiscono violenza essi stessi. E’ importante che la società non sia assuefatta a determinate espressioni, lesive della dignità e del decoro delle donne, ma le riconosca per quello che sono: atti di violenza. Per questo la campagna ‘se te lo dice è violenza’ è un passo importante per orientare le coscienze al cambiamento culturale, al rispetto della donna”.



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