25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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marisa56
view post Posted on 24/11/2017, 13:02 by: marisa56
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Giornata contro la Violenza sulle Donne, ecco perchè si celebra il 25 novembre

Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite scelse il 25 novembre per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ecco perchè è stata scelta questa data.

di Redazione Donna


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Oggi, 25 novembre, si celebre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Nel 1999, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite scelse il 25 novembre come data ufficiale per combattere i soprusi e le discriminazioni contro le donne, invitando i diversi governi, le associazioni e le ONG ad organizzare in questo giorno dell'anno una serie di eventi e attività per sensibilizzare l'opinione pubblica su un problema grave, che ancora oggi, nonostante il progresso e la modernizzazione, affligge la società.

Perchè il 25 novembre – Tale data fu scelta da un gruppo di attiviste durante l'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi nel 1981 a Bogotà. All'epoca il gruppo di donne scelse il 25 novembre per ricordare il brutale assassinio delle sorelle Mirabel, avvenuto nel 1960. Queste ultime ancora oggi sono considerate un vero e proprio esempio per tutte le donne nel mondo, un simbolo rivoluzionario. Grazie al loro impegno per la salvaguardia dei diritti femminili alla fine degli anni '60 riuscirono a contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana.

La morte delle sorelle Mirabel – Le tre sorelle furono uccise il 25 novembre del 1960 poichè ritenute figure scomode per il regime. Quel giorno si stavano recando in carcere per far visti ai propri mariti, furono bloccate sulla strada da alcuni agenti e trasportate con la forza in un luogo nascosto per essere torturate violentemente e strangolate. Dopo il feroce assassinio i corpi delle sorelle Mirabel furono rimessi in auto e gettati in un precipizio per simulare un incidente stradale. Ancora oggi la morte delle tre sorelle è considerata come uno degli episodi più assurdi e violenti della storia dell'America Meridionale.

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“Avrei potuto essere lei”: la campagna per immedesimarsi con le donne vittime di violenza

La Fondazione Kering ha lanciato un’iniziativa molto particolare per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Si chiama “I Could Have Been” e ha coinvolto alcuni dei più grandi nomi del mondo della moda, a cui è stato chiesto: come sarebbe stata la tua vita se fossi nato donna?

di Valeria Paglionico


Il 25 novembre verrà celebrata la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite che intende sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema tanto attuale ma spesso sottovalutato. Secondo le stime, le rappresentanti di sesso femminile che subiscono un abuso sono ancora moltissime, tanto che addirittura una su tre potrebbe denunciare dei casi di violenza o di disparità di trattamento. E' proprio per combattere un problema simile che l'azienda Kering con la sua Fondazione dal 2012 sta lanciando la campagna White Ribbon For Women, che quest'anno ha visto la creazione di un progetto molto particolare chiamato "I Could Have Been".

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Il mondo della moda contro la violenza sulle donne

I Could Have Been è la campagna lanciata quest’anno dalla Fondazione Kering per combattere i casi di violenza sulle donne e la sua particolarità sta nel fatto che ha coinvolto alcuni grandi nomi del mondo della moda, nonché ambasciatori dell'azienda. Alessandro Michele, Stella McCartney, Christopher Kane, Joseph Altuzarra, Dennis Chan, Salma Hayek Pinault, sono quelli che hanno prestato il loro volto per dare vita a un movimento digitale che vuole sensibilizzare l'opinione pubblica al motto di #ICouldHaveBeen. Agli uomini è stato chiesto di immaginare come sarebbe stata la loro vita se fossero nati donna, scegliendo anche un presunto nome, mentre le donne si sono dovute immedesimare in una vittima di violenza, così da cercare di capire quali sono stati i sentimenti provati in quei terribili momenti.

L'obiettivo di I Could Have Been
L'obiettivo della campagna I Could Have Been è far capire a tutti che le ragazze corrono maggiori rischi rispetto agli uomini nella loro vita quotidiana per il semplice fatto che appartengono al sesso femminile. “Nascere donna non dovrebbe equivalere a un più alto rischio di violenza. Eppure, purtroppo, è il caso nel nostro mondo di oggi. Avremmo tutti potuto nascere donna, tutti noi dobbiamo affrontare questa lotta. Una battaglia che sono orgoglioso di fronteggiare con la Kering Foundation” ha dichiarato François-Henri Pinault, presidente e CEO di Kering e presidente della Fondazione Kering. I Could Have Been si propone dunque di stimolare un cambiamento profondo nel modo di pensare e di comportarsi, così che le barriere di genere riescano ad aprirsi al 100%. L’iniziativa andrà avanti fino al 25 novembre e potrà essere seguita sul sito ufficiale della campagna ICouldHaveBeen.org ma anche su Instagram, Facebook, Twitter, LinkedIn e WeChat attraverso gli hashtag appositi.

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Non solo con le percosse, ci sono tanti modi con cui si può fare violenza sulle donne

Abbiamo sempre creduto che solo le percosse, gli schiaffi, gli attacchi aggressivi contro le donne potessero essere considerate delle forme di violenza ma la verità è ben diversa. Fare un fischio a una bella ragazza mentre cammina, essere troppo insistenti nei tentativi di conquista, chiamarla “mestruata”: anche queste sono piccole violenze nei confronti del sesso femminile.

di Valeria Paglionico


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Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La ricorrenza è stata creata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema scottante ma spesso sottovalutato. A oggi ben una donna su 3 sarebbe vittima di violenze, abusi, disparità di trattamento, ma il più delle volte la cosa non viene denunciata per paura che possa avere ripercussioni ancora più gravi sulla propria vita privata. Non bisogna credere però che solo le percosse e le violenze fisiche, che lasciano dei segni sul corpo, devono essere considerate le uniche forme di violenza esistenti verso il genere femminile, la verità è che molte donne, purtroppo, sono costrette a subire molestie e a vivere in un continuo stato d'ansia sempre, in casa, in strada, sul posto di lavoro. La loro "colpa"? Semplicemente quella di essere donne. Fare un fischio a una ragazza che cammina in strada, essere troppo insistenti nei tentativi di conquista, chiamarla "mestruata", anche queste sono piccole forme di violenza nei confronti delle donne. Ecco 10 "violenze" a cui molte devono sottostare nella vita quotidiana.

1. "Sei isterica hai le tue cose?"– A quale donna non è mai capitato di essere chiamata "troia", "isterica", "mestruata", anche senza motivo? Spesso le rappresentanti del sesso femminile sono costrette ad ascoltare offese e a subire abusi linguistici semplicemente perché hanno indossato una gonna, perché si sono arrabbiate o perché hanno cambiato idea all'ultimo momento. Spesso le parole riescono a creare veri e propri traumi tanto quanto i gesti.

2. Fischi e apprezzamenti fisici – Non c'è nulla di più umiliante per una donna del ricevere un fischio in strada mentre cammina da sola. E' la dimostrazione del fatto che quell'uomo l'ha guardata dalla testa ai piedi, considerandola come un oggetto da apprezzare o disprezzare a piacimento. E' inaccettabile che una donna non sia libera di passeggiare sola senza essere costretta a ricevere apprezzamenti non richiesti quando indossa un tacco più alto o una gonna corta.

3. Credere che i meriti professionali siano dovuti a prestazioni sessuali – E' inutile negarlo, quando una donna di bell'aspetto riesce a raggiungere un importante traguardo lavorativo, si pensa subito a delle presunte prestazioni sessuali rivolte al suo capo che le hanno permesso di ottenere quella posizione. Per quale motivo risulta così tanto assurdo credere che una rappresentante del sesso femminile possa essere brillante e talentuosa? Sentire delle accuse simili per una donna è davvero umiliante e frustrante.

4. Battute e apprezzamenti sul lavoro – Andare in ufficio per una donna può diventare un vero e proprio incubo, soprattutto quando è costretta a subire apprezzamenti da parte di colleghi particolarmente avvezzi a commenti e battutine. Anche se non arrivano a vere e proprie molestie, quelle battute spesso sono sufficienti per rendere l'atmosfera tesa.

5. Se indossi una gonna troppo corta te la sei cercata – Una delle cose che i rappresentanti del sesso maschile non riescono proprio a capire è che spesso le donne amano vestirsi sexy e provocanti semplicemente per vanità e non perché hanno voglia di essere lascive con la prima "preda" che gli capita davanti. Nonostante ciò, quando mettono le gambe o il décolleté in mostra, ci sono elevate probabilità che vengano additate come delle poco di buono, anche se non hanno fatto nulla per essere considerate tali.

6. Una donna attraente non può essere intelligente – Per quale motivo una donna attraente non può essere anche intelligente? Si tratta di un luogo comune così radicato nella società odierna che si guarda sempre con sospetto a una rappresentante del sesso femminile di bell'aspetto, convinti del fatto che non sia particolarmente dotata mentalmente. Dover dimostrare a tutti i costi le proprie qualità, però, a lungo andare può diventare davvero frustrante.

7. Essere eccessivamente gelosi – La gelosia è una delle forme di violenza peggiori che una donna possa subire. Controllo eccessivo, accuse di infedeltà infondate, comportamenti ossessivi, non solo rovinano la relazione ma finiscono per rendere la vita della vittima impossibile, visto che si ritrova a vivere in un continuo stato d'ansia per qualcosa che non ha fatto.

8. Seguirla mentre torna da sola a casa di notte – Essere donna significa anche provare una paura immensa quando si torna a casa da sole durante la notte. Alcuni uomini lo sanno bene ma non per questo evitano di inseguirle nella speranza di conoscerle o conquistarle. Anche se il più delle volte non succede nulla, la semplice preoccupazione che possa accadere qualcosa di brutto è una forma di violenza poiché preclude alcune scelte e impedisce di essere indipendenti.

Combattere i casi di violenza sulle donne è possibile

Negli ultimi anni sono stati fatti dei passi da gigante quando si parla di parità tra i due sessi. Le donne sono sempre più emancipate, indipendenti e hanno dimostrato che non hanno nulla da invidiare agli uomini. Hanno raggiunto questi grandi traguardi solo grazie alla loro forza e alla loro determinazione ma, nonostante ciò, i numeri parlano chiaro: sono ancora troppi i casi di abusi e femminicidio e, se si contano anche quelli non denunciati, la cifra sale in modo esorbitante. E' chiaro dunque che c'è ancora tanta strada da fare per mettere fine a una simile piaga sociale ma per riuscirci è fondamentale partire dalle piccole cose. Stare attenti alle parole che si usano, evitare di giudicare una donna dall'aspetto, non sostenere delle idee antiquate e sessiste, sono solo alcune dei cambiamenti che ognuno di noi può fare nella quotidianità. La donna non è un oggetto che l'uomo può usare a suo piacimento ed è arrivato il momento di affermarlo con forza in una società ancora troppo patriarcale.

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