25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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marisa56
view post Posted on 25/11/2016, 12:44 by: marisa56
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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in Italia quasi 7 milioni ha subito violenza

Solo nei primi 10 mesi dellʼanno sono state uccise 116 donne


Manifestazioni, dibattiti e convegni sono in programma oggi in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Giovedì alcuni emendamenti alla legge di bilancio hanno consentito di stanziare un fondo di 5 milioni annui nel triennio 2017-19 per le donne vittime di violenza e per i loro figli, ma anche di consentire 3 mesi di stop alle lavoratrici autonome vittime di violenza di genere.

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Da inizio anno sono state 116 le donne uccise - Centosedici donne uccise nei primi dieci mesi del 2016, più di una ogni tre giorni, appena il 3,3% in meno rispetto alle 120 dello stesso periodo dell'anno scorso. Al Nord spetta la maglia nera. L'età media delle vittime è di 50,8 anni, l'arma da taglio è quella più usata (in un caso su 3), gli uomini sono il 92,5% dei killer. Tra il 2000, anno record con 199 donne uccise, e il 2016, le donne vittime di omicidio in Italia sono state oltre 2.800, un numero tale da connotare il fenomeno "come un fenomeno di carattere sociale".

Istat: quasi 7 milioni di donne hanno subito qualche forma di violenza - Secondo l'Istat 6 milioni 788mila donne hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Di queste il 20,2% ha subito violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri.

Secondo l'Istat i partner, attuali o ex, commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%).

Dalle statistiche arrivano però anche segnali di miglioramento: negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all'11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006. Ciò è frutto di una maggiore informazione, del lavoro sul campo, ma soprattutto di una migliore capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza.


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Giornata contro la violenza sulle donne? Inutile, ma in Italia ne abbiamo bisogno
Il 25 novembre di ogni anno, dal 1999, è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in cui i governi e le Ong organizzano campagne per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema.


Nonostante tutto, però, in Italia questa problematica viene ancora costantemente sminuita e non sono rari i casi in cui le donne vengono ancora additate come fossero le reali colpevoli delle violenze subite.

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Oggi è la Giornata contro la violenza sulle donne. Il 25 novembre di ogni anno, dal 1999, in tutte le Nazioni del mondo ci si ferma per un giorno e si cerca di discutere del problema e proporre soluzioni per arginare questo fenomeno che colpisce le donne attraverso una capillare campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Per certi versi, in molti pensano che questa giornata sia una celebrazione abbastanza inutile e che la violenza sulle donne si dovrebbe contrastare in altra maniera. Potrebbe essere, in un Paese normale, ma questo discorso non vale poi così tanto per l'Italia. Nel Belpaese è sotto gli occhi di tutti la scarsissima attenzione al tema, il costante sminuire la problematica, relegata sempre a un personale cattivo rapporto con l'altro sesso e quasi mai analizzata in ottica più ampia.

Prendiamo l'esempio del femminicidio: è vero che, stando alle statistiche, gli omicidi che vedono vittime le donne sono inferiori rispetto a quelli compiuti contro gli uomini. E' anche vero che, nel caso dell'Italia, si tratta di qualche centinaio di casi all'anno. Ma è soprattutto vero che ciò che differenzia l'omicidio di un uomo da quello di una donna sono le motivazioni che spesso spingono parenti, compagni, mariti o ex fidanzati a punire la propria compagna arrivando spesso a ucciderla. E la risposta, il motivo di quell'omicidio, spesso si nasconde nell'aggettivo possessivo che ho utilizzato per descrivere la donna vittima di violenza di genere: propria. La propria donna, la compagna vista come fosse un oggetto di proprietà da parte dell'uomo che si arroga il diritto di scegliere per lei, di imporle uno stile di vita, di decidere perfino quando toglierle la vita, nel caso si dimostri troppo libertina o troppo poco ligia alle regole che dovrebbe seguire per scelta altrui. Motivazioni che invece, tendenzialmente, non si ritrovano alla base degli omicidi che vedono vittime gli uomini.

La violenza sulle donne, però, non è solo il femminicidio, quello è "solo" la punta dell'iceberg. La violenza sulle donne ha tante sfaccettature, spesso molto subdole, che costituiscono il fertile terreno da cui poi scaturiscono i gesti più estremi: è violenza sulle donne la prevaricazione di un capo che ti ritiene un essere inferiore a causa del tuo genere sessuale. E' violenza sulle donne la prepotenza utilizzata nel sottolineare che una femmina dovrebbe starsene a casa a fare la mamma e la casalinga e non dovrebbe perdere tempo a studiare o fare carriera. E' violenza sulle donne sostenere che "beh, con quella minigonna lo stupro se l'è cercato" oppure ancora "se ti picchia è perché tu glielo permetti".

E' violenza sulle donne il costante sminuire le responsabilità non solo dell'uomo che commette un femminicidio, ma soprattutto quelle del contesto sociale e culturale in cui si è consumato. E' violenza sulle donne una campagna di sensibilizzazione, come quella creata dalla televisione pubblica di cui tanto si sta parlando in queste ore, che fa intendere che ci siano delle persone predestinate a essere picchiate, maltrattate, prevaricate e uccise dai propri compagni. Come se la violenza capitasse, come se la violenza fosse un qualcosa di ineluttabile, imprevedibile, imponderabile. Ed è violenza sulle donne, anche, paradossalmente, il pensare che sia necessaria una giornata mondiale di sensibilizzazione dell'opinione pubblica perché questa problematica viene ancora oggi, purtroppo, decisamente sottovalutata, sminuita e costantemente relegata al classico "sono cose che capitano".

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Violenza sulle donne: ogni anno sono oltre 100 le vittime che perdono la vita

Secondo un'inchiesta condotta dalla Polizia di Stato, ogni anno sarebbero più di 100 le vittime di femminicidio in Italia. Nella maggior parte dei casi, le violenze e i maltrattamenti verrebbero messi in atto da uomini con cui si avevano delle relazioni affettive.

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Con l'avvicinarsi della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, vengono fatti dei bilanci e, purtroppo, con il passare del tempo i dati diventano sempre più inquietanti. Secondo un'inchiesta condotta dalla Polizia di Stato, che ha lanciato l'iniziativa "Questo non è amore", sarebbero infatti oltre cento le donne che in Italia verrebbero uccise da uomini che conoscevano o con cui avevano una relazione.


I fenomeni di femminicidio sono articolati e subdoli e spesso nascondono fattori educativi sbagliati, dinamiche nella coppia e nella convivenza tra uomo e donna che degenerano. Si registrano ovunque, non solo negli ambienti in cui la cultura e il denaro scarseggiano, e nella maggior parte dei casi si verificano dopo un lungo periodo di maltrattamenti che non vengono denunciati. "E' un fenomeno trasversale che non ha tempo e non ha età. Non ha territorialità, non ha categorie, non è frutto di emarginazione, non appartiene ad un basso ceto sociale", ha spiegato Mariacarla Bocchino, Dirigente del Servizio Centrale Operativo.

Con il progetto "Questo non è amore", la Polizia intende far capire ai ragazzi adolescenti come bisogna comportarsi se si è vittima di violenza o di atti persecutori o se si è a conoscenza di un maltrattamento. La scuola deve essere infatti il primo punto di riferimento per le giovani che cominciano a essere picchiate dal fidanzato o dal padre troppo geloso. In tutti i casi, la propria privacy verrà sempre preservata e si farà il possibile per migliorare la vita di una donna che non crede di avere più speranze.

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Edited by marisa56 - 25/11/2016, 13:02
 
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