Conoscere i Funghi, Funghi commestibili e velenosi

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 25/9/2016, 13:52
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Manina, Ditola - Clavaria flava

lTVSmhO

La manina o ditola gialla è un fungo dall’aspetto curioso e allo stesso tempo appariscente, a causa della sua struttura “ramificata” e coralliforme. I suoi rami, divisi in molte parti a loro volta ramificate, sono molto fragili, di color giallo chiaro e terminano nella parte alta con due o tre punte.

La sua carne è bianca, un po’ acquosa e molto tenera con un gradevole odore di fungo e un ottimo sapore nei giovani esemplari; quando la manina invecchia la sua carne assume un gusto un po’ amarognolo e acidulo e, se consumata può provocare problemi di natura gastro-intestinale. Per questo motivo si consiglia la raccolta solo di esemplari giovani.

Bisogna anche in questo caso fare attenzione a non confondere la manina con altre specie simili che non sono commestibili, ad esempio la Ramaria pallida che, se consumata in grande quantità può provocare seri problemi.

Per quanto riguarda la manina o ditola gialla si consiglia di non esagerare con il consumo poiché in abbondante quantità può provocare diarrea ed altri piccoli fastidi. Si consiglia anche di eliminare le estremità delle ramificazioni in quanto amarognole e fibrose.

Habitat della Manina, Ditola gialla

ZtcbkiM

La ditola gialla vive normalmente in grandi colonie nei boschi di conifere e di latifoglie (castagni, faggi e betulle) preferendo le zone più fresche dei boschi. La manina fa la sua comparsa verso la fine dell’estate e la si può raccogliere quasi fino alla fine dell’autunno in gran parte dell’Italia settentrionale e centrale. Di norma può raggiungere i 18-20 cm. di altezza. Se raccogliete la ditola gialla ricordate che non va consumato crudo ma previa cottura.

Curiosità Manina, Ditola gialla
In Basilicata la ditola gialla è un fungo apprezzato e consumato dai tempi antichi e la sua carne, una volta tagliata, non muta di colore.

Prima di procedere con il consumo della manina si ricorda che prima va bollita e l’acqua impiegata per la bollitura va eliminata. Il fungo deve essere anche ben cotto, in caso contrario potrebbe avere effetti lassativi fastidiosi.

Un piccolo elenco di nomi con cui la ditola gialla è conosciuta in varie parti d’Italia: in Liguria viene chiamata Diete, Manette, Dietegiane. In Lombardia Manina gialla, in Piemonte Manina e Carnina, in Veneto Dèdele zale, in Toscana Ditola gialla, in Basilicata Mannuzza e in Calabria Maniceja gialla.

Specie Velenose di Ramaria

Come scritto sopra, esistono delle varietà nocive di Ramaria che possono essere facilmente confuse con quelle buone, va comunque precisato che per facilitare il loro riconoscimento bisogna cogliere esemplari giovani in quanto, i funghi appartenenti al genere Clavaria, quando adulti, assumono colorazioni e tonalità che rendono molto simili le varie specie.

EWjr3YL

Appartenente al genere della Ramarie, la pallida è anche una delle più grandi ed è facilmente riconoscibile per il colore molto più sbiadito, quasi caffelatte con carne totalmente inodore. Come le altra Ramarie questo fungo ha la particolarità di sbiadire con l’invecchiamento aumentando così le probabilità di essere confuso con gli esemplari commestibili.

Chi erroneamente ingerisce questi funghi si trova a dover affrontare problemi di tipo gastrointestinale come diarrea e vomito che possono durare anche qualche giorno ma che poi si risolvono spontaneamente.

Anche la Ramaria formosa può essere facilmente riconosciuta ed evitata. Infatti è molto evidente la sua colorazione a sfumature color rosa che la caratterizzano (vedi foto a lato). Oltre a questi indizi da sottolineare il fatto che la carne di questo particolare fungo, oltre ad essere amara, si scurisce a contatto con l’aria. Per quanto riguarda gli effetti nocivi dovuti alla sua ingestione, la Ramaria formosa ha in comune le stesse sostanze tossiche della Ramaria pallida, per cui gli effetti sono gli stessi descritti sopra.

IJHwxYP

Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.


per gentile concessione

fonte

 
Web  Top
view post Posted on 5/10/2016, 16:32
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Commestibili: Cardarello o Pleurotus eryngii

TSia0wM

Il Pleurotus eryngii è un fungo commestibile conosciuto anche con i nomi di Cardarello e Cardoncello e prende il suo nome dalla parola latina eryngium che è il nome di una pianta (eringio) che rappresenta il suo habitat preferenziale.

Il cardarello (Pleurotus eryngii) ha un cappello con dimensioni massime di 15 cm. con colori molto variabili che vanno dal bianco grigio al marrone scuro. Le lamelle, dapprima bianche ed in seguito grigiastre, sono fitte e decorrono sul gambo.

Il gambo ha forma cilindrica ed è molto solido, di colore bianco con una lunghezza massima di 6 cm. circa. La carne, bianca e soda, non ha odori particolari, il gusto è leggermente dolciastro.

I cardarelli sono funghi molto apprezzati e ricercati, sono funghi che crescono spontanei nelle regioni del sud Italia grazie al tipico clima temperato.

Habitat Cardarello o Pleurotus eryngii

uus2pja

È particolarmente diffuso nel sud Italia, cresce anche in Sardegna dove viene chiamato “cardolinu de petza”che significa “fungo di carne”.

Il cardoncello cresce in luoghi erbosi, nei pascoli e nelle zone incolte, in presenza di piante appartenenti al genere Eryngium da cui prende anche il nome.

I cardarelli crescono da fine estate fino ad autunno inoltrato, come già scritto in prevalenza al sud Italia, mentre è più raro trovarlo in altre regioni del nord e centro Italia.

Commestibilità Pleurotus eryngii o Cardarello

La commestibilità dei cardarelli è nota fin dai tempi più antichi e questi funghi sono particolarmente apprezzati da secchi grazie all’aroma che emanano. Nelle zone del sud Italia, dove cresce spontaneo, il Pleurotus eryngii è il fungo più apprezzato e ricercato, anche più dei porcini.

I funghi caedarelli si prestano molto bene ad essere conservati sott’olio o essiccati, ideali per la preparazione di sughi ed anche abbinati a piatti di pesce.

Curiosità Pleurotus eryngii, Cardarello

Il Pleurotus Eryngii, come anche il Pleurotus ostreatus è un fungo molto facile da coltivare, sia a livello industriale che in ambito domestico.

I cardarelli sono funghi “abituali”, ovvero sono soliti ricrescere ogni anno nelle stesse zone di crescita ( stazioni ), caratteristica questa non comune a tutti i funghi.

In Puglia e Basilicata i cardoncelli sono conosciuti con il nome di Cardungìdde mentre in Sicilia il fungo è conosciuto con il nome di Fungo di ferla.

Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.



per gentile concessione

fonte

 
Web  Top
view post Posted on 10/10/2016, 16:08
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Commestibili: Fungo spia o Clitopilus prunulus

cPSMGK3

Il fungo Clitopilus prunulus è anche conosciuto con il nome di Prugnolo bastardo e fungo spia. Il fungo non ha grandi dimensioni ma è un fungo particolarmente apprezzato per il suo gusto delicato.

Il suo cappello è di colore bianco grigio, con un diametro che normalmente non supera i 12 cm, le lamelle sono fitte dello stesso colore del cappello e decorrono per un breve tratto sul gambo.

Il gambo del Clitopilus prunulus o fungo spia è corto e sodo con forma cilindrica ed a volte curvato alla base.

La carne è bianca, molto delicata e tenera, con un profumo che ricorda quello della farina fresca.

Bisogna fare molta attenzione quando si coglie questo fungo perché, come vedremo in seguito, può essere confuso con altre specie velenose.

Habitat Clitopilus prunulus o Fungo spia

Il Clitopilus prunulus, o fungo spia, cresce nei boschi di conifere e di latifoglie, a volte è possibile trovarlo anche nei prati e nei pascoli dall’inizio dell’estate fino all’autunno.

La particolarità di questo fungo è che esso condivide lo stesso habitat dei pregiati porcini ( Boletus edulis ) che spesso è facile rinvenire nelle vicinanze del Clitopilus prunulus che per questo motivo è anche detto fungo spia.

Commestibilità Clitopilus prunulus – Fungo spia


I390YJC

Il Clitopilus prunulus è un ottimo fungo commestibile dal gusto prelibato grazie alla sua carne tenera e dal profumo particolare. Può essere essiccato, consumato fritto oppure grigliato.

A causa del suo profumo e gusto particolari però questo fungo non è gradito da tutti.

Somiglianza con altri Funghi

Il fungo spia può essere confuso con alcune specie tossiche come per esempio la Clitocybe rivulosa, la Clitocybe dealbata oppure la Clitocybe cerussata. Queste specie, pur assomigliando molto al Clitopilus prunus hanno un odore sgradevole, la carne fibrosa ed elastica e le lamelle restano sempre di color bianco mentre nel fungo spia, quando non più giovane, diventano leggermente rosate.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.


per gentile concessione

fonte

 
Web  Top
view post Posted on 11/10/2016, 13:33
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Commestibili: Agarico Violetto o Lepista nuda

usWVssE

Il fungo Lepista nuda, conosciuto anche col nome di Agarico violetto ha un cappello di colore viola con un diametro che può arrivare a raggiungere i 15 centimetri. Le lamelle sono fitte e di color viola che tendono a sbiadirsi leggermente con l’invecchiamento del fungo.

Il gambo, leggermente ingrossato alla base, ha una forma cilindrica e, pur mantenendosi sul viola, ha un colore più chiaro rispetto al cappello.

La carne della Lepista nuda è molle e tenera, di colore leggermente grigio con sfumature viola e caratterizzata da un forte aroma gradevole.

Habitat della Lepista Nuda

La Lepista nuda cresce solitamente in gruppo in boschi di conifere e latifoglie e lo si può trovare in tutte le zone d’Italia, il fungo cresce normalmente nel periodo autunnale ma è anche possibile trovarne alcuni esemplari a primavera inoltrata.

L’agarico violetto è un fungo saprofita e tende quindi a crescere su legname morto e foglie da cui trae le sostanze per il proprio nutrimento.

Commestibilità della Lepista nuda

La Lepista nuda è un fungo dal sapore gradevole ma è commestibile solo dopo cottura in quanto da crudo è leggermente tossico. Il gambo è leggermente fibroso per cui si consiglia di consumare solo il capello.

La raccolta dell’agarico violetto è sconsigliata ai meno esperti in quanto il fungo può essere confuso con altre specie tossiche del genere Lepista e del genere Cortinarius.

Lepista nuda o Agarico violetto: Curiosità

Quando piove e quando il clima è particolarmente umido la Lepista nuda tende ad assorbire l’acqua, in questo caso se ne sconsiglia la raccolta.

L’agarico violetto è un fungo abbastanza sconosciuto ai più ed il suo color viola spesso scoraggia i raccoglitori che associano il suo colore alla presunta tossicità del fungo.

La Lepista nuda è anche conosciuta con il nome di agarico nudo, il nome nudo deriva dal latino “nudus” che significa nudo. Nel fungo il termine nudo viene utilizzato a causa della pelle liscia del cappello.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.



per gentile concessione

fonte

 
Web  Top
view post Posted on 11/10/2016, 16:29
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Commestibili: Agarico Violetto o Lepista nuda

jotSAuZ

Il fungo Lepista nuda, conosciuto anche col nome di Agarico violetto ha un cappello di colore viola con un diametro che può arrivare a raggiungere i 15 centimetri. Le lamelle sono fitte e di color viola che tendono a sbiadirsi leggermente con l’invecchiamento del fungo.

Il gambo, leggermente ingrossato alla base, ha una forma cilindrica e, pur mantenendosi sul viola, ha un colore più chiaro rispetto al cappello.

La carne della Lepista nuda è molle e tenera, di colore leggermente grigio con sfumature viola e caratterizzata da un forte aroma gradevole.

Habitat della Lepista Nuda

La Lepista nuda cresce solitamente in gruppo in boschi di conifere e latifoglie e lo si può trovare in tutte le zone d’Italia, il fungo cresce normalmente nel periodo autunnale ma è anche possibile trovarne alcuni esemplari a primavera inoltrata.

L’agarico violetto è un fungo saprofita e tende quindi a crescere su legname morto e foglie da cui trae le sostanze per il proprio nutrimento.

Commestibilità della Lepista nuda

La Lepista nuda è un fungo dal sapore gradevole ma è commestibile solo dopo cottura in quanto da crudo è leggermente tossico. Il gambo è leggermente fibroso per cui si consiglia di consumare solo il capello.

La raccolta dell’agarico violetto è sconsigliata ai meno esperti in quanto il fungo può essere confuso con altre specie tossiche del genere Lepista e del genere Cortinarius.

Lepista nuda o Agarico violetto: Curiosità

Quando piove e quando il clima è particolarmente umido la Lepista nuda tende ad assorbire l’acqua, in questo caso se ne sconsiglia la raccolta.

L’agarico violetto è un fungo abbastanza sconosciuto ai più ed il suo color viola spesso scoraggia i raccoglitori che associano il suo colore alla presunta tossicità del fungo.

La Lepista nuda è anche conosciuta con il nome di agarico nudo, il nome nudo deriva dal latino “nudus” che significa nudo. Nel fungo il termine nudo viene utilizzato a causa della pelle liscia del cappello.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.



per gentile concessione

fonte

 
Web  Top
view post Posted on 21/10/2016, 16:13
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Velenosi: Entoloma lividum o Entoloma sinuatum

6MTlfUw

L’Entoloma lividum prende il suo nome dalla parola latina lividum che significa livido e sta ad indicare il colore del cappello biancastro con sfumature grigie.

L’Entoloma lividum è un fungo robusto con cappello biancastro a sfumature grigio cenere a volte tendenti al giallastro il cui diametro può variare dai 5 ai 20 cm. Le lamelle, fitte e inizialmente di color crema diventano in seguito rosa/arancio.

Il gambo, di forma cilindrica e curvato alla base (da qui la parola sinuatum che significa piega) si presenta compatto e duro.

Tossicità dell’Entoloma lividum

È un fungo molto tossico in grado di provocare forti disturbi gastrointestinali a chi lo ingerisce. Anche se normalmente l’entoloma lividum è segnalato come tossico e basta sono stati segnalati anche casi mortali legati ad abbondante ingestione del fungo o a particolari condizioni fisiche.

Contiene sostanze tossiche che danneggiano il fegato e le mucose dello stomaco. I sintomi si possono manifestare entro pochi minuti dall’ingestione fino a sei, sette ore dopo con possibile nausea, vomito, diarrea, mal di testa, vertigini e difficoltà respiratorie.

L’avvelenamento da Entoloma lividum può essere letale, non solo quando se ne ingeriscono grandi quantità, ma anche se viene somministrato ad anziani e bambini o a persone in condizioni fisiche non ottimali.

Habitat dell’Entoloma lividum


c8HQeTz

L’Entoloma lividum cresce nei boschi di latifoglie con preferenza di querce, faggi, e castagni e lo si trova spesso in gruppi di tre, quattro funghi o più. Compare in estate e più raramente anche in autunno. Predilige terreni argillosi anche se si sviluppa su qualsiasi terreno purché sia umido.

Il fungo cresce anche disposto in forme circolari che rappresentano i cosiddetti circoli delle streghe.

Curiosità sull’Entoloma lividum

Per il suo aspetto molto invogliante e per la sua somiglianza con specie commestibili in Francia l’Entoloma lividum viene chiamato il perfido. È importante, per chi è solito cercare e raccogliere funghi, saper ben riconoscere questo fungo molto pericoloso onde evitare di correre seri rischi.

Quando giovane il fungo ha un buon profumo di farina ed è molto accattivante, assomiglia molto e viene spesso confuso con il Clitocybe nebularis, un fungo tossico che viene spesso ugualmente consumato.

Un altro fungo facilmente confondibile con l’Entoloma lividum è la Calocybe gambosa un fungo considerato eccellente in molte zone d’Italia.

Altro fungo commestibile con cui è possibile confonderlo è l’Hygrophorus penarius, un fungo da molti considerato ottimo. Attenzione anche all’Entoloma sepium, fungo commestibile previa cottura e molto simile all’Entoloma lividum.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.



per gentile concessione

fonte

 
Web  Top
view post Posted on 24/10/2016, 13:26
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Velenosi: Amanita Pantherina

JbEdIp8

L’Amanita pantherina prende il suo nome dalla parola latina pantherinus che significa panterino, probabilmente per indicare la famiglia di felini in generale a cui richiama il cappello maculato dell’ amanita pantherina.

Il cappello dell’Amanita pantherina può raggiungere i 15 cm. di diametro, è di colore marrone e sulla sua superficie sono presenti tante piccole verruche bianche; le lamelle sono fitte e di colore bianco.

Il gambo è liscio e cilindrico con anello posizionato verso la parte alta del gambo nei funghi giovani, mentre negli esemplari adulti è possibile trovarlo spostato più verso il basso.

La base del gambo presenta una volva, tipica delle amanite, bianca ed aderente al gambo.

Tossicità dell’Amanita pantherina

L’Amanita pantherina è un fungo velenoso che in alcuni casi, se assunto in dosi elevate, ha esito mortale. I sintomi dell’avvelenamento con questo fungo sono simili a quelli dell’Amanita muscaria e si presentano in media dai 60 minuti alle 3 ore dopo l’assunzione.

I sintomi da intossicazione da amanita pantherina si presentano a volte anche con disturbi gastrointestinali ma la parte che viene principalmente colpita è il sistema nervoso centrale su cui il fungo agisce con azione psicotropica: eccitazione, vertigini, ebbrezza, allucinazioni, depressione, sonno profondo e stati ansiosi sono le manifestazioni più frequenti.

La Tignosa bruna cresce nei boschi di aghifoglie e di latifoglie, con preferenza sotto ai faggi, lo si può trovare in tutta Italia a partire dall’estate fino ad autunno inoltrato.

Può crescere sia come esemplare isolato che in gruppo, a volte si diffonde anche per vasti tratti del bosco.

TDnsmihwmITj65

Curiosità

L’Amanita pantherina cresce nello stesso habitat dei funghi porcini, per questo motivo la sua presenza nei boschi è considerata un segnale spia che potrebbe indicare la presenza dei pregiati porcini.

Il fungo presenta molte analogie con l’amanita excelsa dalla quale si riconosce per il numero di verruche che sulla pantherina sono presenti in maggior numero.

Il grado di intossicazione e la durata degli effetti provocati dall’amanita pantherina dipendono dalla quantità di fungo ingerita.

In media i sintomi dell’avvelenamento scompaiono nel giro di 24/48 ore ma ricordiamo che assunzioni abbondanti dell’amanita pantherina possono risultare letali.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.


per gentile concessione

fonte

 
Web  Top
view post Posted on 30/10/2016, 17:39
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Commestibili: Fungo Marzuolo

fa6RNfR

Il fungo marzuolo, come ci suggerisce il nome, è uno dei primi funghi a comparire nei boschi alla fine dell’inverno ed è anche per questo motivo che il marzuolo è un fungo molto ricercato dagli appassionati raccoglitori di funghi.

Il cappello del marzuolo dormiente ha un diametro che può variare dai 4 cm. ai 12/13 cm., è di colore chiaro quando è ancora giovane e coperto dalle foglie del bosco poi, in seguito, il suo colore varia al grigio, a volte con macchie più chiare. Le lamelle sono rade e di colore bianco, in netto contrasto con il grigio del cappello.

Il gambo è robusto ed abbastanza tozzo, spesso negli esemplari più grandi presenta un’incurvatura alla base. Il colore è bianco e la carne, di sapore dolce, è leggermente fibrosa senza particolare odore.

Habitat del Fungo Marzuolo

lKsDQNE

Il fungo marzuolo cresce in gruppo sotto alle conifere e sotto alle latifoglie come querce e castagni ma il suo habitat preferito è composto da un misto di abeti, pini e castagno.

Come già scritto sopra, il fungo marzuolo compare normalmente nei boschi a fine marzo allo sciogliersi delle nevi ed è possibile imbattersi in qualche esemplare di marzuolo fino al mese di maggio, anche se bisogna dire che esistono stagioni in cui il marzuolo cresce anche a novembre / dicembre in determinate zone d’Italia.

Una delle caratteristiche di questo fungo è quella di crescere abbastanza interrato e sotto le foglie rendendo così difficile il suo ritrovamento ai cercatori.

Commestibilità Fungo Marzuolo

Il fungo marzuolo è considerato un buon commestibile, grazie alla sua carne bianca e compatta è un fungo che si presta molto bene a vari tipi di preparazione in cucina. Può essere utilizzato in varie ricette come contorno oppure si può utilizzare per la preparazione di vari sughi per la pasta o per il risotto. Ottimi anche gratinati o in frittata.

Anche grazie al periodo di crescita molto precoce difficilmente il fungo marzuolo può essere confuso con qualche altra specie non commestibile.

Fungo Marzuolo o Dormiente: Curiosità

Come si evince dal suo nome latino Hygrophorus il fungo di marzo ama gli ambienti molto umidi e per questo motivo cresce spesso in prossimità di corsi d’acqua, in zone ricche di muschio o in zone del bosco particolarmente umide.

A volte è possibile arrivare al ritrovamento di alcuni esemplari di fungo dormiente grazie all’opera di alcuni animali selvatici come scoiattoli o cinghiali che li scoprono dalle foglie per nutrirsi.

Il fungo dormiente fu studiato e catalogato per la prima volta dal micologo e botanico fiorentino Pier Antonio Micheli che, imbattendosi in qualche esemplare del fungo nella zona toscana di Valleombrosa, lo studiò e gli assegnò il nome di fungo marzuolo.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.



fonte

 
Web  Top
view post Posted on 2/11/2016, 15:23
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Velenosi: Cortinarius orellanus

C5LreIi

Il Cortinarius orellanus, anche conosciuto con il nome Cortinario orellano è un fungo velenoso mortale con cappello marrone, rossastro, rugginoso, a volte molto scuro.

Le lamelle sono larghe, non fitte, sono dello stesso colore del cappello per poi raggiungere tonalità più scure con riflessi anche rossastri.

Il gambo del Cortinarius orellanus ha una forma cilindrica, spesso allargata nella parte finale ed il colore ha tonalità simili al cappello mentre, di solito ma non è una regola assoluta, nella parte finale è più chiaro. La carne del gambo è compatta e soda.

Anche la carne del cappello è compatta e soda, il colore è giallastro ocra con sfumature rossastre; il sapore è piuttosto acido ed asciutto.

Habitat del Cortinarius Orellanus

Cresce solitamente da settembre fino ad ottobre nei boschi di latifoglie. Lo si può trovare come singolo esemplare oppure in gruppo. Il Cortinario orellano è un fungo abitudinario, ovvero è solito crescere nei luoghi di crescita abituali.

Commestibilità

Il Cortinarius orellanus è un fungo velenoso mortale e non può quindi essere consumato in nessun modo; il fungo contiene una tossina chiamata orellanina che è la responsabile dell’avvelenamento in caso di ingestione.

L’ingestione del fungo provoca gravi lesioni ai reni con conseguente morte cellulare (necrosi). I sintomi si possono manifestare dai 3 ai 14 giorni dopo l’ingestione. Sete e urinamento continuo corrispondono alla prima fase dei sintomi mentre la seconda fase è costituita da vomito, diarrea e dolori intestinali.

Dopo queste due fasi si presenta un periodo di apparente benessere che precede poi l’insufficienza renale acuta che, se non trattata in tempo, porta alla morte.

L’avvelenamento da Cortinarius orellanus anche se non porta alla morte, lascia comunque gravi segni nell’organismo del soggetto che se ne è cibato: obbligo di dialisi per tutta la vita o trapianto dei reni.

Cortinarius Orellanus: Curiosità


lf5Qxcs

Il Cortinarius orellanus può essere confuso dai meno esperti con un fungo commestibile dal nome Chroogomphus rutilus. Sebbene però alcune somiglianze siano realmente presenti, vi sono altri aspetti che permettono di distinguere in modo netto i due funghi.

Ad esempio l’aspetto delle lamelle ci può permettere di fare un distinguo tra i due funghi. Le lamelle del Chroogomphus rutilus infatti sono nettamente decorrenti sul gambo mentre quello del Cortinarius orellanus no.

per gentile concessione

fonte

 
Web  Top
view post Posted on 21/2/2017, 15:24
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Pleurotus ostreatus

ltBdD1n
Pleurotus ostreatus
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Pleurotaceae
Genere Pleurotus
Specie P. ostreatus
Nomenclatura binomiale
Pleurotus ostreatus
(Jacq.) P. Kumm., 1871


Caratteristiche morfologiche
Pleurotus ostreatus


32qnV8m
Cappello convesso

LOa9oLW
Imenio lamelle

ft2fVyn
Lamelle decorrenti

zmzRQd8
Sporata bianca

lEDTuuw
Velo nudo

6h1SOZR
Saprofita

2Fdi1T1
Commestibile


Pleurotus ostreatus (Jacq.) P. Kumm., Führer Pilzk. (Zwickau): 24, 104 (1871).

Si tratta di una delle specie fungine più coltivate e conosciute nel mondo; in Italia è molto comune e viene denominata orecchione o fungo ostrica.


Descrizione della specie

avfqwYY
Esemplari adulti di ostreatus

Cappello

Allo stadio iniziale di crescita assume una forma convessa, intimamente unito ad altri cappelli che gli crescono attorno; successivamente una forma di ostrica o di ventaglio, spesso cespitoso, imbricato con altri cappelli, a volte numerosi.

Il colore varia da bruno-violaceo, bruno-rossiccio o grigio-biancastro; il margine è involuto, liscio, ma a maturità tende ad appianarsi con andamento gibboso-lobato, presentando anche delle fratture.

Il diametro può misurare da 5 a 25 cm.

Cuticola

liscia, sericea, ma diventa decisamente vischiosa con il tempo umido.

Lamelle

Fitte, strette, intercalate da lamellule, lungamente decorrenti sul gambo, di colore da bianco a bianco-crema o grigiastre.

Gambo

Laterale od eccentrico, irregolarmente cilindrico, talvolta assai corto, assottigliato alla base, assume spesso un aspetto fusiforme; di colore bianco o biancastro, ricoperto più o meno fittamente di pruina di colore grigiastre o bruno-grigiastre; alto 2–6 cm e spesso 1–2 cm.

Spore

Bianche in massa, cilindriche, lisce, 8-12 x 3-4 µm.

Carne

Molto compatta, soda, bianca.

Odore: forte, di farina fresca o di rosa

Sapore: dolciastro, molto gradevole, più aromatico ed intenso negli esemplari spontanei piuttosto che in quelli coltivati.

Commestibilità

AnNRDVMOttima, specialmente se il fungo viene cotto alla graticola, gastronomicamente molto versatile.

Si presta molto bene alla coltivazione.


Proprietà terapeutiche

SOyESMYLe informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Il P. ostreatus contiene dei composti che avrebbero un effetto antinfiammatorio, antiaggregante piastrinico, antiossidante, ipocolesterolemizzante e stimolante del sistema immunitario. Inoltre produce lovastatina, una sostanza utilizzata come medicamento ipocolesterolemizzante.


Habitat

Cresce su vecchie ceppaie, su tronchi vivi di latifoglie (gelsi, pioppi, ecc.); fruttifica dall'autunno alla primavera successiva e anche in inverni miti.

jIUkh9X
Illustrazione di P. ostreatus


Etimologia

Genere: dal greco pleurón = di fianco e oûs, otós = orecchio, con l'orecchio (il cappello) a fianco, per la forma del carpoforo.

Specie: dal latino ostrea = ostrica, per la somiglianza del suo cappello al guscio di un'ostrica

Nomi comuni

Cerrena
Orecchietta
Orecchione
Recchia
Gelone

Sbrise
Cerlengo
Pennella
Melina
Minina[senza fonte]

NsqBCih
Coltivazione del P. ostreatus

doDW6aM
Esemplare coltivato: in evidenza la forma di guscio d'ostrica


Sinonimi e binomi obsoleti

Agaricus opuntiae Durieu & Lév., in Bory de St. Vincent & Durieu de Maisonneuve, Atlas de la Flore d'Algérie ou Illustrations d'un Grand Nombre de Plantes Nouvelles ou Rares de ce Pays, Botanique (Paris): 15 + pl. 32, fig. 1 (1850)
Agaricus ostreatus Jacq., Fl. austriac. 2: 3 (1774)
Agaricus revolutus J.J. Kickx, Fl. Crypt. Flandres 1: 158 (1867)
Agaricus salignus Pers., Synopsis Methodica Fungorum (Göttingen): 478 (1801)
Crepidopus ostreatus (Jacq.) Gray, A Natural Arrangement of British Plants (London) 1: 616 (1821)
Crepidopus ostreatus ß atroalbus Gray, A Natural Arrangement of British Plants (London) 1: 616 (1821)
Dendrosarcus ostreatus (Jacq.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3: 463 (1898)
Panellus opuntiae (Durieu & Lév.) Z.S. Bi, in Bi, Zheng & Li, Acta Mycologica Sinica, Supplement 1: 286 (1987) [1986]
Pleurotus opuntiae (Durieu & Lév.) Sacc., Sylloge fungorum (Abellini) 5: 363 (1887)
Pleurotus ostreatus f. salignus (Pers.) Pilát, Atlas des Champignons de l'Europe, II: Pleurotus *Fries: 119 (1935)
Pleurotus ostreatus subsp. opuntiae (Lév.) A. Ortega & Vizoso, Documents Mycologiques 22(no. 86): 35 (1992)
Pleurotus pulmonarius sensu auct.; fide Checklist of Basidiomycota of Great Britain and Ireland (2005)
Pleurotus revolutus (J. Kickx f.) Gillet, Hyménomycètes de France: 347 (1874)
Pleurotus salignus (Schrad.) P. Kumm., Führer Pilzk.: 105 (1871)



fonte

 
Web  Top
view post Posted on 11/6/2017, 10:08
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Otidea onotica

cIo3C3R
Otidea onotica

Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Ascomycota
Sottodivisione Pezizomycotina
Classe Pezizomycetes
Ordine Pezizales
Famiglia Pyronemataceae
Genere Otidea
Specie O. onotica
Nomenclatura binomiale
Otidea onotica
(Pers.) Fuckel, 1870


Otidea onotica (Pers.) Fuckel, Jb. nassau. Ver. Naturk. 23-24: 330 (1870).

Otidea onotica è un fungo ascomicete appartenente alla famiglia Pyronemataceae.

Descrizione della specie

Carpoforo

2–6 x 3–10 cm, a forma di orecchio di coniglio, di color giallo ocra, leggermente pruinoso sulla parete esterna.

Gambo

Breve e di colore bianco.

Carne

Bianca, sottile, senza odore e sapore particolari.

Microscopia

Spore

12-14 x 6-7 µm, lisce ellissoidali, mono o bi guttulate, bianche in massa.

Aschi

Tetrasporici, 200 x 11 µm.

Habitat

Fungo saprofita, cresce nei boschi soprattutto di latifoglie, in estate-autunno.

Commestibilità

Commestibile, di scarso valore alimentare.

Sinonimi e binomi obsoleti

Peziza onotica Pers., Synopsis Methodica Fungorum (Göttingen) 2: 637 (1801)

Scodellina onotica (Pers.) Gray

Varietà di Otidea onotica

Otidea onotica var. brevispora W.Y. Zhuang (2006)

Otidea onotica var. ochracea Fr.

Otidea onotica var. onotica (Pers.) Fuckel (1870)]

Nomi comuni

Eselsohr, Hare's Ear

(FR) Oreille d'âne, Oreille de lièvre



fonte



Lyophyllum loricatum

QqtsenK
Lyophyllum loricatum

Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Tricholomataceae
Genere Lyophyllum
Specie L.loricatum
Nomenclatura binomiale
Lyophyllum loricatum
(Fr.) Kühner ex Kalamees, 1994


Lyophyllum loricatum (Fr.) Kühner ex Kalamees, Z. Mykol. 60(1): 14 (1994)

qDNivDB

Descrizione della specie

Cappello

Convesso, poi espanso depresso o umbonato; colore castaneo chiaro, con cuticola cartilaginea.

Lamelle

Bianche, poi gialline, più o meno fitte, annesse al gambo.

Gambo

Cilindrico, spesso radicante alla base; depresso in basso e formante cespo con altri gambi; color biancastro o grigio-marrone in basso, bianco e farinoso in alto.

Carne

Consistente, tenace, bianca.

Odore: gradevole di nocciole.

Sapore: dolce e poi amarognolo.

Spore

Globose, bianche in massa.

Habitat

Cresce in estate-autunno, tra l'erba, a grandi cespi, nei boschi misti.

Commestibilità

Ottimo.



fonte

 
Web  Top
view post Posted on 3/9/2017, 14:07
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Commestibili

Tricholoma terreum – Fungo Moretta


Il Tricholoma terreum è un buon fungo commestibile conosciuto anche con il nome volgare moretta. È molto apprezzato e ricercato nel nord Italia e nelle Marche. Il suo nome scientifico deriva dal termine greco thrix che significa pelo e da lôma che significa orlo. La parola terreum invece deriva dal latino terreus e significa di terra. Riassumendo il nome scientifico significa fungo color terra con l’orlo peloso.

R8SlW8l
Photo Credit: Wikimedia Commons

Il suo cappello ha un diametro che va dai 4 ai 10 cm. Il suo colore è un misto di grigio marrone che ricorda appunto il colore della terra. La sua cuticola è caratterizzata da una superficie filamentosa che è composta da una sorta di sottilissimi fili di colore grigiastro.

Le lamelle del Tricholoma terreum sono fitte e di colore chiaro, con sfumature lievemente grigie. Quando il fungo è maturo le lamelle assumono un colore più scuro.

Il gambo può raggiungere un’altezza di 7 cm ed è di colore biancastro. Negli esemplari giovani è pieno e tenero, quando invecchia invece diventa cavo e fibroso.

La carne della moretta, bianca e fragile negli esemplari giovani, tende a diventare fibrosa con l’invecchiamento del fungo. Il suo odore è molto delicato ed il sapore è dolce, con sentore di farina.

Habitat Tricholoma terreum

Il Tricholoma terreum cresce nei boschi di aghifoglie o latifoglie con una predilezione per i pini e gli abeti. La moretta fa la sua comparsa nei boschi in primavera per poi scomparire nei mesi estivi più caldi e secchi. Ricompare poi in autunno e, nelle regioni con clima mite, può resistere fino ad inverno inoltrato.


dACX7zJ

Commestibilità

La moretta è un buon fungo commestibile che viene venduto anche nei mercati di alcune regioni del nostro paese. Questo fungo, quando è appena raccolto, non emana un particolare odore. Questa su caratteristica può scoraggiare i meno esperti che non conoscono la moretta. Una volta cotto però, il fungo diventa molto gustoso anche se il suo sapore resta sempre delicato. Per questo motivo si consiglia di non cucinarlo insieme ad altre specie che andrebbero a coprire il suo gusto.

A causa della fragilità della sua carne si consiglia di impiegarlo per la preparazione di sughi che si possono usare per condire la pasta o per accompagnare la polenta.

Il Tricholoma terreum è anche uno dei funghi che si presta meglio ad essere conservato sott’olio.


ax9VVGy
Photo Credit: Wikimedia Commons

Somiglianza con Specie Velenose


La moretta può essere confusa dai meno esperti con il T. pardinum che però, a differenza del Tricholoma terreum, ha dimensioni maggiori ed il cappello più chiaro. Questo genere di confusione può essere molto pericolosa in quanto il T. pardinum è un fungo molto velenoso. In alcuni casi questo fungo è stato responsabile di gravi avvelenamenti.

Nelle regioni settentrionali d’Italia il rischio più alto è rappresentato dal T. josserandii. Questo fungo, che è molto velenoso, si distingue dal Tricholoma terreum per il suo odore sgradevole che assomiglia a quello delle cimici. In ultimo, la moretta può essere confusa con alcuni esemplari della specie Inocybe che però si differenziano per il colore delle lamelle che sono gialle verdastre.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.


per gentile concessione


fonte

 
Web  Top
view post Posted on 3/9/2017, 16:18
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Velenosi

Clitocybe nebularis, Fungo della Nebbia


Pm8C1ma

Il Clitocybe nebularis, anche noto come fungo della nebbia o nebbiolo, ha una storia un po’ controversa per quanto riguarda la sua commestibilità. Per anni è stato uno dei funghi più consumati in Italia ma ora gli ultimi studi hanno dimostrato con certezza la sua tossicità.

d7GmFjl

Il nome Clitocybe nebularis deriva dal termine greco klitos che significa pendìo e dalla parola kúbe che significa testa. In pratica la traduzione è “dalla testa inclinata” a causa della forma del suo cappello. Il termine nebularis invece deriva dal latino nebula che significa nebbia. Questo termine fa riferimento al colore grigiastro del cappello.

Il Clitocybe nebularis ha un cappello che può raggiungere i 18 cm di diametro. Negli esemplari giovani la forma è convessa per poi appiattirsi quando maturo. Il colore va dal bianco sporco al grigiastro. Le lamelle sono fitte e decorrenti. Il loro colore è biancastro negli esemplari giovani e giallognolo nei funghi adulti.

Il gambo del fungo della nebbia è robusto e pieno all’inizio, per poi diventare cavo in età avanzata. Il colore è biancastro, a volte con sfumature grigie. La sua lunghezza va dai 3 ai 10 cm, con un diametro massimo di 4 cm.

La carne è bianca e soda nei funghi giovani, in seguito diventa molle. Ha un odore forte ed intenso che negli esemplari vecchi risulta sgradevole. Il sapore è delicato ma diventa un po’ acre quando il fungo invecchia.

Habitat

Il fungo Clitocybe nebularis vive gregario nei boschi di conifere e di latifoglie. Lo si può trovare disposto in lunghe file oppure in grandi gruppi. Fa la sua comparsa nei boschi da settembre fino a novembre. Si trova in prevalenza nel centro Italia e nel settentrione.

Commestibilità

Come accennato in precedenza, il fungo della nebbia per molti anni è stato un fungo molto consumato in Italia. Malgrado la sua tossicità sia stata dimostrata in modo inconfutabile, in alcune zone d’Italia viene ancora regolarmente consumato. Nei vecchi libri di micologia questa specie viene classificata come commestibile ma la sua commercializzazione è vietata ormai da tempo.

Il Clitocybe nebularis contiene una tossina che è stata scoperta solo di recente, la Nebularina. Questo composto tossico pare avere blande proprietà mutagene che però non rappresentano un rischio per la salute umana. Il vero rischio è rappresentato dalle altre tossine presenti nel fungo, alcune termolabili ed altre termostabili. Le prime vengono disattivate dalle alte temperature mentre le seconde non vengono metabolizzate dal nostro organismo.

In caso di un consumo eccessivo e protratto nel tempo, le tossine termostabili si accumulano nel fegato. Le conseguenze di questo accumulo di tossine sono le intossicazioni di tipo neurologico e gastrointestinale.


uW9Cej6
Photo Credit: gailhampshire @Flickr

Vi sono molte testimonianza che riferiscono che i vapori emanati durante la cottura provocano forti mal di testa e nausee. Questi sintomi potrebbero essere causati dall’evaporazione delle tossine termolabili. Oltre a questo, il Clitocybe nebularis ospita spesso sul cappello un altro fungo parassita il cui micelio risulta essere tossico, il Volvariella surrecta.

Specie Simili

Il fungo nebbiolo può essere confuso con il più velenoso Entoloma lividum con cui condivide lo stesso habitat. I 2 funghi si possono distinguere per il colore delle lamelle negli esemplari adulti. Nel Clitocybe nebularis queste sono giallognole mentre nell’ E. Lividum le lamelle sono rosa.

Il problema della loro distinzione in questo caso però non sussiste in quanto, essendo entrambi velenosi, non vanno raccolti.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità.

Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.


per gentile concessione

fonte

 
Web  Top
view post Posted on 22/9/2017, 17:01
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Funghi Porcini – Boletus edulis o Porcino Comune

È il più conosciuto ed apprezzato tra i funghi porcini commestibili. È molto facile da riconoscere grazie alle evidenti caratteristiche familiari che rendono quasi superflua la sua descrizione.


JdASEOA

I funghi porcini sono caratterizzati da un cappello carnoso a forma circolare e facile da riconoscere. Il cappello può raggiungere un diametro di 30 cm (anche qualcosa in più in sporadici casi) con colore castano/bruno. A seconda del luogo di provenienza sono presenti diverse sfumature di marrone che rendono il porcino un fungo unico.

La parte sotto al cappello è solitamente di colore bianco giallognolo nel fungo giovane. Con il passar del tempo questa parte assume un colore che da sul verdognolo.

Il gambo dei funghi porcini è molto robusto, ingrossato verso la base e di colore biancastro con sfumature brune. La sua carne è soda, bianca e non cambia colore dopo essere stata tagliata. Odore e sapore sono piacevoli.

Habitat Funghi Porcini

16kn2VeWW7rK5x

L’habitat dei funghi porcini comuni è rappresentato dai boschi di conifere e di latifoglie. Cresce preferibilmente sotto a querce, castagni e faggi.

I funghi porcini fanno la loro prima comparsa in primavera. Dopo un periodo di arresto che coincide con l’estate, ricompaiono più tardi. Solitamente in concomitanza con le prime piogge autunnali nei mesi di settembre e ottobre.

Li possiamo trovare in tutte le zone di Italia. Ovunque, grazie alla sua carne pregiata, è oggetto di attiva ricerca e raccolta.

Varietà di Funghi Porcini

Oltre al classico Boletus edulis troviamo altre varietà di funghi porcini, ed esattamente:

Il Porcino Nero

rIdvPSe

Il Porcino nero Boletus aereus – È probabilmente il più pregiato della famiglia dei Porcini, oltre ad essere il più robusto e colorato. Il suo cappello è di colore bruno scuro, quasi nero. Il suo nome aereus significa letteralmente colore del bronzo.

Questo fungo vive prevalentemente nei boschi di conifere e lo si può trovare in molte zone dell’Italia settentrionale e centrale, ma non ovunque. Grazie alle sue caratteristiche uniche è il più apprezzato dei funghi porcini.

Il Porcino Elegante

QgelVEb

Il Porcino elegante Boletus elegans – Questo fungo porcino è ben caratterizzato dall’anello bianco e dal colore giallo lucente del suo cappello. Questo assume l’aspetto viscido con il tempo particolarmente umido.

Il suo gambo è di dimensioni molto più esili se confrontate con quelle dei porcini precedenti e di colore giallognolo. Questo tipo di fungo cresce prevalentemente sotto i larici nelle Alpi e nell’ Appennino settentrionale. Si raccomanda di consumare esemplari preferibilmente giovani.

Il Porcino Giallo

nM9d4qU

Il Porcino giallo Boletus luteus – Nonostante il nome, l’unica parte gialla di questa varietà di funghi porcini è rappresentata dalla parte sottostante del cappello. Il suo colore è marrone cioccolato, lucente e viscido con tempo umido.

Le dimensioni massime del cappello non superano i 15 cm di diametro. La sua carne è particolarmente molle e in grado di assorbire molta acqua come una spugna. L’habitat dei porcini gialli è rappresentato dai boschi e da prati. Cresce di preferenza sotto a piante come pini e betulle.

Il fungo, come i precedenti, è naturalmente commestibile. Meglio però raccoglierlo con tempo asciutto, scartando gli esemplari vecchi o pieni d’acqua.

Porcino d’Estate

jw7NrJW

Il Porcino d’estate Boletus aestivalis – Si tratta di un bel fungo porcino di buone dimensioni. È riconoscibile dal cappello color caffè latte. Questo ha la singolare caratteristica di screpolarsi letteralmente in caso di tempo secco o con l’invecchiamento.

Le altre caratteristiche sono quelle comuni agli altri porcini, con odore e sapore molto gradevoli. Cresce preferibilmente nei boschi di latifoglia, querce, faggi e castagni in particolare. Lo possiamo trovare un po’ in tutta Italia da maggio fino all’inizio dell’autunno.

Il Porcino Bovino

OPrZ5mh

Il Porcino bovino – Il nome ha origine al colore del cappello che ricorda quello di alcune razze bovine. Qualcuno invece sostiene che il nome deriva dal fatto che questo porcino verrebbe mangiato volentieri dai bovini.

Il suo cappello è molle e viscido, di colore nocciola scuro e non supera gli 8 cm di diametro. Possiamo trovare questa varietà di porcini in boschi di conifere, prevalentemente nelle pinete con terreni sabbiosi. Cresce normalmente nell’Italia settentrionale e centrale ed è un fungo commestibile di modesto valore. Non si presta ad essere essiccato.

Il Boleto Lurido

C3IocYT

Il Boleto lurido Boletus luridus – Questo fungo, appartenente alla famiglia dei porcini, ha un cappello che può raggiungere i 25 cm di diametro. Il gambo può misurare fino a 15 cm.

Il Boletus luridus è un fungo che deve essere consumato solo dopo cottura, se consumato crudo risulta tossico. Anche se assunto in contemporanea con sostanze alcoliche risulta tossico per l’organismo umano. I sintomi si possono presentare anche dopo 3 giorni dall’assunzione.

Il Porcino Granuloso

FPcAZhC

Il porcino granuloso Boletus granulatus – Assomiglia ai porcini gialli dai quali però si differenzia a causa della mancanza dell’anello. Anche le sue dimensioni inferiori che non superano gli 8-9 cm.

Anche questo fungo diventa viscido con tempo umido. Il colore del suo cappello è un marrone ruggine con la parte sottostante giallognola. Questa famiglia di funghi vive in gruppi numerosi nei boschi di conifere e di latifoglie nel nord e centro Italia.

Anche in questo caso si consiglia la raccolta di esemplari giovani e non impregnati d’acqua.

Il Porcino Bruno

x4UOi8f

Il Porcino bruno Boletus badius – Richiama alla mente i porcini comuni se non fosse per la sua consistenza molto più gracile. Anche ad una prima occhiata balza subito all’occhio l’aspetto molto delicato del fungo.

Il suo cappello è di colore marrone scuro, molle, viscido con tempo umido e può raggiungere un diametro massimo di 15 cm. Come i suoi cugini vive nei boschi di conifere e latifoglie, con preferenza nelle pinete con terreno sabbioso.

Anche se cresce da aprile ad ottobre la sua crescita è più abbondante in autunno. Lo si trova soprattutto in Italia settentrionale e meno in quella centrale. La sua carne è pregiata quasi quanto quella dei funghi porcini comuni. Si presta benissimo ad essere essiccata.

Il Porcinello

jOTqO2g

Il porcinello Boletus scaber – Specie molto bella e difficilmente confondibile. Ha un cappello un po’ rugoso dal colore piuttosto variabile che va dal grigio marrone al marrone cuoio. Le sue dimensioni possono raggiungere i 12 cm di diametro.

La sua carne molle e bianca assume un colore grigiastro una volta tagliata, ma il suo odore e sapore risultano comunque gradevoli. Il porcinello cresce in boschi di latifoglie in gran parte dell’Italia settentrionale fino alla Campania.

Il fungo è commestibile ed annerisce durante la cottura. Per le sue caratteristiche molto evidenti non può essere confuso con altre specie velenose.

Porcinello Rosso

MXIu89Q

Di questa specie ne esiste un’altra varietà chiamata porcinello rosso. Il suo nome scientifico è Boletus rufus. Si differenzia, come suggerisce il nome stesso, dal colore del cappello che è di un arancione che richiama il colore di certi mattoni. Le caratteristiche sono le stesse.

Porcino Rosso

pPRufUo

Il Porcino rosso Boletus pinophilus – Questo fungo porcino è conosciuto anche come porcino dei pini. È caratterizzato da un cappello di color marrone che tende al rossastro e da un gambo piuttosto robusto ed arrotondato alla base.

Il Porcino rosso è un ottimo fungo commestibile dalla carne bianca e delicatamente profumata, caratteristica questa in comune a tutti i porcini più rinomati. Quando ancora giovane questo ha la carne particolarmente compatta e dura. Necessita quindi di essere cotto più a lungo rispetto alla normalità. Questo porcino cresce in primavera fino alla fine dell’autunno nei boschi di aghifoglie e latifoglie.

Boleto Regale

V4op4np

Il Boleto regale Boletus regius – Fungo molto riconoscibile grazie al caratteristico cappello rosso chiaro tendente al rosa ed al gambo giallo arrotondato nella parte finale. È un porcino dal discreto valore gastronomico. Il suo gambo ha però la carne dura e nel complesso risulta piuttosto difficoltoso da digerire.

Nei libri di micologia si suggerisce spesso di consumarlo insieme ad altri funghi proprio per poter essere meglio digerito. Questo fungo porcino cresce nei boschi di latifoglie con preferenza per castagni e querce. Fa la sua comparsa ad inizio primavera fino ad autunno inoltrato.

Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità.

Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.



fonte

 
Web  Top
view post Posted on 11/8/2018, 13:22
Avatar

Millennium Member

Group:
Founder
Posts:
218,866
Location:
bologna

Status:


Agaricus augustus

Y85Sk3T

Classificazione scientifica

Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Agaricaceae
Genere Agaricus
Specie A. augustus

Nomenclatura binomiale

Agaricus augustus
Fr., 1838


L'Agaricus augustus Fr., 1838 (prataiolo maiestoso) è un fungo basidiomicete della famiglia delle Agaricaceae. È tra le specie di funghi appartenenti al genere Agaricus quello che raggiunge le maggiori dimensioni. Secondo alcuni testi può raggiungere il diametro di 35 cm e superare in altezza i funghi del genere Macrolepiota.

Etimologia

Dal latino augustus, a, um = maestoso, regale, per l'aspetto imponente.

Descrizione della specie

6325b1i
Agaricus augustus

Cappello


Fino a 30 cm di diametro, inizialmente globoso, poi emisferico-espanso, spesso appianato al centro, carnoso.

Cuticola

bruno giallognola, presto dissociata fuori dal disco in squame e fioccosità spesso concentriche di colore bruno su sfondo biancastro paglierino, ingiallente per sfregamento.

Lamelle

Libere, fitte, strette, di colore inizialmente molto chiaro, biancastro negli esemplari immaturi, poi rosa-carnicino, infine bruno-cioccolato in maturità, biancastre negli esemplari immaturi, attenuate alle estremità.

Gambo

18 x 3 cm, cilindrico, pieno, robusto, bianco, ingiallente per sfregamento e fioccoso con squame incurvate sotto l'anello, liscio bianco rosato sopra l'anello, spesso ingrossato alla base.

Anello

Supero, molto ampio, esternamente areolato squamoso, di colore bianco.

Carne

Soda, bianca, bruno rosata alla base del gambo.

Odore: intenso di mandorle amare.

Sapore: molto gradevole, piuttosto dolce e per questo motivo non da tutti apprezzato.

Caratteri microscopici

Spore


Spore: 7-9 x 5-6 µm, ellittiche, mono o pluri guttulate, lisce, di colore bruno scuro in massa.

Basidi

tetrasporici, clavati, 20-40 x 7-10 µm.


Distribuzione e habitat

Fungo saprofita, predilige terreni acidi ricchi di humus. Cresce dalla primavera all'autunno in boschi e parchi sotto alberi di conifere e latifoglie.

7VAQK0R

Commestibilità


Ottima, anche se non da tutti gradito perché molto dolce.
Molto elevata la resa.

Tassonomia

Binomi e sinonimi obsoleti
Agaricus augustus var. perrarus (Schulzer) Bon & Cappelli, Docums Mycol. 13(no. 52): 16 (1983)
Agaricus perrarus Schulzer, Verh. zool.-bot. Ges. Wein 29: 493 (1880)
Pratella augusta (Fr.) Gillet, Les Hyménomycètes ou description de tous les champignons (fungi) qui croissent en France (Alençon): 561 (1878)
Psalliota augusta (Fr.) Quél., Mém. Soc. Émul. Montbéliard, Sér. 2 5: 255 (1872)
Psalliota peronata Massee, Brit. Fung.-Fl. 1: 415 (1892)
Psalliota subrufescens sensu J. Lange; fide Checklist of Basidiomycota of Great Britain and Ireland (2005)

Specie simili

L'Agaricus augustu è una specie molto variabile e presenta varie forme.

Altre specie vicine, che alcuni ritengono sue varietà, sono:

Agaricus salicophilus M. Lange, presente in nord Europa, che cresce sotto le piante di salice.

Agaricus heterocystis Heinem. & Gooss.-Font., con il cappello più chiaro e che non odora di mandorle.
L'A. augustus può essere confuso con:

Altre specie dello stesso genere, commestibili come:

Agaricus silvaticus, con la carne fortemente arrossante

Agaricus langei, di color bruno scuro e con carne arrossante

Altre specie dello stesso genere, leggermente tossiche come:

Agaricus xanthodermus, che presenta il viraggio del colore della base del gambo ed un odore simile a quello dell'inchiostro oppure di fenolo.


pmr02pz


fonte

 
Web  Top
46 replies since 10/12/2011, 15:39   58916 views
  Share