Hydnum repandum o Steccherino dorato
Funghi Commestibili: Hydnum repandum
Lo steccherino dorato, nome scientifico Hydnum repandum, è un fungo commestibile molto apprezzato quando ancora giovane. Quando il fungo invecchia assume un sapore amaro e risulta difficile da digerire.
L’Hydnum repandum ha un cappello molto carnoso, dapprima depresso, può assumere forma piana e poi convessa. Le sue dimensioni variano dai 5 ai 17 cm circa mentre il suo colore va dal giallo dorato al giallo pallido, quasi bianco.
Lo steccherino dorato non ha lamelle ma aculei fragili e discendenti sul gambo, di colore bianco quando il fungo è giovane, assumono in seguito il colore del cappello.
Il gambo, che può raggiungere un’altezza di 10 cm, è pieno e compatto, dapprima di color bianco, quando adulto assume lo stesso colore degli aculei e del cappello.
La carne del fungo è bianca e fragile, diventa giallognola quando a contatto con l’aria. Il suo odore è molto delicato, quasi assente, il sapore un po’ acidulo negli esemplari giovani diventa amaro negli adulti.
Habitat dello Steccherino dorato
Il fungo è molto comune nei boschi di latifoglie e di conifere dove cresce in estate ma in modo più abbondante in autunno, formando a volte cerchi oppure gruppi disordinati. Lo si trova quasi in tutt’Italia. Gli esemplari che crescono nel centro Italia raggiungono spesso dimensioni ragguardevoli.
Nelle zone del sud Italia, dove d’inverno la temperatura non scende mai sotto lo zero, è possibile imbattersi in questi funghi anche ad inverno inoltrato.
Commestibilità Hydnum repandum
Come accennato in precedenza è un buon fungo commestibile anche se questo dipende molto dall’età del fungo, gli esemplari giovani sono i migliori mentre quelli vecchi sono da evitare.
Bisogna tuttavia sottolineare che le opinioni in merito alla bontà del fungo sono spesso diverse e contrarie tra loro. C’è chi sostiene che sia un fungo mediocre e chi un fungo di buona qualità, come sempre determinati pareri sono molto soggettivi per cui dipendono dai gusti degli interessati.
Curiosità
L’Hydnum repandum viene spesso confuso dai meno esperti con i più famosi finferli (Cantharellus cibarius), questi ultimi però sono facilmente riconoscibili grazie alla presenza di pseudo lamelle sotto al cappello mentre lo steccherino dorato ha gli aculei. In questo caso fortunatamente la confusione non genera nessun problema in quanto i finferli sono degli ottimi funghi commestibili.
È opinione comune che prima di consumare lo steccherino dorato sia buona norma privarlo degli aculei che possono essere piuttosto amarognoli.
Il nome comune steccherino con cui l’Hydnum repandum viene spesso chiamato si deve alla presenza degli aculei sotto al cappello.
Il nome latino deriva invece da repandus che significa piegato in alto.
per gentile concessione
fonte
Fungo dell’inchiostro o Coprinus comatus
Il fungo Coprinus comatus è conosciuto anche come fungo dell’inchiostro, il suo cappello ha una forma oblunga a forma di grosso sigaro e per gran parte ricopre il gambo.
Invecchiando il cappello si apre ed il suo bordo comincia a consumarsi arrotolandosi verso l’alto per poi letteralmente liquefarsi in una sostanza liquida e di colore nero che richiama alla mente il petrolio e l’inchiostro. Da questa caratteristica ha origine il nome fungo dell’inchiostro.
Il cappello presenta delle lamelle molto fitte che in origine sono di colore bianco ma che, durante la crescita, diventano prima rosa, poi viola ed infine nerastre.
Il gambo, sottile e slanciato con la base ingrossata, nello stadio giovanile presenta un anello che spesso perde durante la crescita.
Habitat del Fungo dell’Inchiostro
Il fungo dell’inchiostro cresce un po’ in tutta Italia da aprile fino a novembre, predilige terreni umidi e ricchi di nutrienti, prati e boschi sono i luoghi dove cresce in gruppi composti da molti esemplari.
Sembra che il Coprinus comatus per crescere prediliga zone in cui si trovano pezzi di legno in decomposizione come per esempio le piazzole dei boschi in cui si esegue il taglio del legname e nelle quali è facile trovare scarti di legno come trucioli e segatura.
Commestibilità Fungo dell’inchiostro
Anche se il fungo dell’inchiostro è commestibile solamente quando giovane con il cappello ancora chiuso, è un fungo molto apprezzato e dal gusto delicato. Va consumato appena colto in quanto si degrada con molta rapidità. Una volta colto, per rallentarne la maturazione si consiglia di privare il fungo del gambo.
Il fungo dell’inchiostro non deve essere consumato quando non più giovane, ovvero quando il cappello si è ormai aperto, in quanto potrebbe provocare disturbi gastrointestinali inoltre, a causa di una sostanza in esso contenuta, la coprina, il suo consumo non va abbinato a bevande alcoliche.
Fungo dell’Inchiostro: Curiosità
La coprina, contenuta in minima quantità nel fungo Coprinus comatus, è invece presente in grande quantità in uno stretto parente di questo fungo, il Coprinus atramentarius, un fungo non commestibile. Questa sostanza è una tossina che interferisce con la metabolizzazione dell’alcol e da luogo a disturbi come nausea e mal di testa.
Il termine “comatus” deriva dal latino e significa “dotato di chioma” a causa dei filamenti presenti sul cappello che assomigliano vagamente ad una sorta di capigliatura.
Alcuni studi risalenti al 2003 hanno confermato la presenza nel fungo dell’inchiostro di un aminoacido, l’ergotioneina, avente proprietà antiossidanti.
Attenzione:
La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.
per gentile concessione
fonte
Lepista nuda o Agarico violetto
Funghi Commestibili: Agarico Violetto o Lepista nuda
Il fungo Lepista nuda, conosciuto anche col nome di Agarico violetto ha un cappello di colore viola con un diametro che può arrivare a raggiungere i 15 centimetri. Le lamelle sono fitte e di color viola che tendono a sbiadirsi leggermente con l’invecchiamento del fungo.
Il gambo, leggermente ingrossato alla base, ha una forma cilindrica e, pur mantenendosi sul viola, ha un colore più chiaro rispetto al cappello.
La carne della Lepista nuda è molle e tenera, di colore leggermente grigio con sfumature viola e caratterizzata da un forte aroma gradevole.
Habitat della Lepista Nuda
La Lepista nuda cresce solitamente in gruppo in boschi di conifere e latifoglie e lo si può trovare in tutte le zone d’Italia, il fungo cresce normalmente nel periodo autunnale ma è anche possibile trovarne alcuni esemplari a primavera inoltrata.
L’agarico violetto è un fungo saprofita e tende quindi a crescere su legname morto e foglie da cui trae le sostanze per il proprio nutrimento.
Commestibilità della Lepista nuda
La Lepista nuda è un fungo dal sapore gradevole ma è commestibile solo dopo cottura in quanto da crudo è leggermente tossico. Il gambo è leggermente fibroso per cui si consiglia di consumare solo il capello.
La raccolta dell’agarico violetto è sconsigliata ai meno esperti in quanto il fungo può essere confuso con altre specie tossiche del genere Lepista e del genere Cortinarius.
Lepista nuda o Agarico violetto: Curiosità
Quando piove e quando il clima è particolarmente umido la Lepista nuda tende ad assorbire l’acqua, in questo caso se ne sconsiglia la raccolta.
L’agarico violetto è un fungo abbastanza sconosciuto ai più ed il suo color viola spesso scoraggia i raccoglitori che associano il suo colore alla presunta tossicità del fungo.
La Lepista nuda è anche conosciuta con il nome di agarico nudo, il nome nudo deriva dal latino “nudus” che significa nudo. Nel fungo il termine nudo viene utilizzato a causa della pelle liscia del cappello.
Attenzione:
La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.
per gentile concessione
fonte
Marzuolo o dormiente – Hygrophorus marzuolus
Funghi Commestibili: Fungo Marzuolo
Il fungo marzuolo, come ci suggerisce il nome, è uno dei primi funghi a comparire nei boschi alla fine dell’inverno ed è anche per questo motivo che il marzuolo è un fungo molto ricercato dagli appassionati raccoglitori di funghi.
Il cappello del marzuolo dormiente ha un diametro che può variare dai 4 cm. ai 12/13 cm., è di colore chiaro quando è ancora giovane e coperto dalle foglie del bosco poi, in seguito, il suo colore varia al grigio, a volte con macchie più chiare. Le lamelle sono rade e di colore bianco, in netto contrasto con il grigio del cappello.
Il gambo è robusto ed abbastanza tozzo, spesso negli esemplari più grandi presenta un’incurvatura alla base. Il colore è bianco e la carne, di sapore dolce, è leggermente fibrosa senza particolare odore.
Habitat del Fungo Marzuolo
Il fungo marzuolo cresce in gruppo sotto alle conifere e sotto alle latifoglie come querce e castagni ma il suo habitat preferito è composto da un misto di abeti, pini e castagno.
Come già scritto sopra, il fungo marzuolo compare normalmente nei boschi a fine marzo allo sciogliersi delle nevi ed è possibile imbattersi in qualche esemplare di marzuolo fino al mese di maggio, anche se bisogna dire che esistono stagioni in cui il marzuolo cresce anche a novembre / dicembre in determinate zone d’Italia.
Una delle caratteristiche di questo fungo è quella di crescere abbastanza interrato e sotto le foglie rendendo così difficile il suo ritrovamento ai cercatori.
Commestibilità Fungo Marzuolo
Il fungo marzuolo è considerato un buon commestibile, grazie alla sua carne bianca e compatta è un fungo che si presta molto bene a vari tipi di preparazione in cucina. Può essere utilizzato in varie ricette come contorno oppure si può utilizzare per la preparazione di vari sughi per la pasta o per il risotto. Ottimi anche gratinati o in frittata.
Anche grazie al periodo di crescita molto precoce difficilmente il fungo marzuolo può essere confuso con qualche altra specie non commestibile.
Fungo Marzuolo o Dormiente: Curiosità
Come si evince dal suo nome latino Hygrophorus il fungo di marzo ama gli ambienti molto umidi e per questo motivo cresce spesso in prossimità di corsi d’acqua, in zone ricche di muschio o in zone del bosco particolarmente umide.
A volte è possibile arrivare al ritrovamento di alcuni esemplari di fungo dormiente grazie all’opera di alcuni animali selvatici come scoiattoli o cinghiali che li scoprono dalle foglie per nutrirsi.
Il fungo dormiente fu studiato e catalogato per la prima volta dal micologo e botanico fiorentino Pier Antonio Micheli che, imbattendosi in qualche esemplare del fungo nella zona toscana di Valleombrosa, lo studiò e gli assegnò il nome di fungo marzuolo.
Attenzione:
La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.
per gentile concessione
fonte
Fungo Cardarello o Pleurotus eryngii
Funghi Commestibili: Cardarello o Pleurotus eryngii
Il Pleurotus eryngii è un fungo commestibile conosciuto anche con i nomi di Cardarello e Cardoncello e prende il suo nome dalla parola latina eryngium che è il nome di una pianta (eringio) che rappresenta il suo habitat preferenziale.
Il cardarello (Pleurotus eryngii) ha un cappello con dimensioni massime di 15 cm. con colori molto variabili che vanno dal bianco grigio al marrone scuro; le lamelle, dapprima bianche ed in seguito grigiastre, sono fitte e decorrono sul gambo.
Il gambo ha forma cilindrica ed è molto solido, di colore bianco con una lunghezza massima di 6 cm. circa. La carne, bianca e soda, non ha odori particolari, il gusto è leggermente dolciastro.
I cardarelli sono funghi molto apprezzati e ricercati, sono funghi che crescono spontanei nelle regioni del sud Italia grazie al tipico clima temperato.
Habitat Cardarello o Pleurotus eryngii
Il Pleurotus eryngii è particolarmente diffuso nel sud Italia, cresce anche in Sardegna dove viene chiamato “cardolinu de petza”che significa “fungo di carne”.
Il cardoncello cresce in luoghi erbosi, nei pascoli e nelle zone incolte, in presenza di piante appartenenti al genere Eryngium da cui prende anche il nome.
I cardarelli crescono da fine estate fino ad autunno inoltrato, come già scritto in prevalenza al sud Italia, mentre è più raro trovarlo in altre regioni del nord e centro Italia.
Commestibilità Pleurotus eryngii o Cardarello
La commestibilità dei cardarelli è nota fin dai tempi più antichi e questi funghi sono particolarmente apprezzati da secchi grazie all’aroma che emanano. Nelle zone del sud Italia, dove cresce spontaneo, il Pleurotus eryngii è il fungo più apprezzato e ricercato, anche più dei porcini.
I funghi caedarelli si prestano molto bene ad essere conservati sott’olio o essiccati, ideali per la preparazione di sughi ed anche abbinati a piatti di pesce.
Curiosità Pleurotus eryngii, Cardarello
Il Pleurotus Eryngii, come anche il Pleurotus ostreatus è un fungo molto facile da coltivare, sia a livello industriale che in ambito domestico.
I cardarelli sono funghi “abituali”, ovvero sono soliti ricrescere ogni anno nelle stesse zone di crescita ( stazioni ), caratteristica questa non comune a tutti i funghi.
In Puglia e Basilicata i cardoncelli sono conosciuti con il nome di Cardungìdde mentre in Sicilia il fungo è conosciuto con il nome di Fungo di ferla.
Attenzione:
La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.
per gentile concessione
fonte