Ayrton Senna

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Il mito di Ayrton Senna rivive in un libro fotografico

Gli scatti di Ercole Colombo ripercorrono vittorie, sconfitte e vita privata del pilota brasiliano


Come un circuito, tra successi e difficoltà, il libro fotografico Ayrton Senna - L'ultima notte corre e tratteggia l'uomo e il campione. Curato da Giorgio Terruzzi, il volume raccoglie oltre 150 scatti del grande pilota brasiliano firmati da Ercole Colombo. Raccontare Senna, scrive Terruzzi, "non è cosa semplice", per via della particolare intensità della sua avventura agonistica e per la tragicità del suo epilogo.

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La monografia (Skira, 160 pagine, 45 euro) è un viaggio guidato e, per certi versi, un inedito racconto della vita di Ayrton Senna. Oltre a ripercorrere la carriera del pilota, lo sguardo dell'appassionato fotografo ne svela anche i momenti intimi. L'idea del volume nasce dall'avvincente romanzo del giornalista Giorgio Terruzzi Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna (2014) da cui emergono gli ultimi momenti della vita e le riflessioni del grande brasiliano nel suo approssimarsi al momento fatale.

Raccontare Senna, scrive Terruzzi, "non è cosa semplice": per la peculiarità della sua figura, da un lato, e per la profondità del segno che ha lasciato nella storia della Formula 1. Il libro è un omaggio "a una vera e propria figura eroica, i cui tratti conservano grazia e fascino". Per il curatore, tornare alla vicenda del pilota brasiliano vuol dire fare "un viaggio nella memoria collettiva […] Ogni appassionato conserva momenti particolari, ricordi personali, emozioni e dolori legati ad Ayrton Senna, che in qualche modo continua ad apparire e correre in un coloratissimo firmamento". Le fotografie di Colombo, in questo senso, rappresentano il punto d’incontro tra "un’attitudine giornalistica profonda" e "il tocco estetico del grande fotografo".

Nato a San Paolo nel 1960, Ayrton Senna è stato tre volte campione del mondo di Formula 1. Nell'anno del suo esordio, a 21 anni, conquista 12 vittorie su 19 gare. Considerato tuttora il più grande pilota di sempre, Senna è morto a 34 anni a causa di un grave incidente durante il Gran Premio di San Marino.

Foto di Ercole Colombo


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Spa ’92, il coraggio di Ayrton

Oltre a grandi vittorie e strabilianti prove di abilità al volante Senna è stato protagonista di alcuni dei gesti più eroici verificatisi nella storia della Formula 1. Come quando nelle prove libere del GP del Belgio salvò la vita al francese Comas mettendo a repentaglio la propria.


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La storia della Formula 1 è fatta di grandi piloti, magnifiche vittorie, lotte epiche, sorpassi al limite, incidenti, strategie vincenti, ma è fatta anche da gesti di grandi uomini. Come quei grandissimi uomini che hanno rischiato la propria vita per salvare quella di un altro pilota. Per questo qui vogliamo ricordare Ayrton Senna non per le sue leggendarie gesta al volante ma per la sua umanità e per il suo coraggio.

Stagione da dimenticare per Senna

Venerdì 28 agosto 1992, prove libere del Gran Premio del Belgio sul circuito di Spa Francorchamps. Ayrton, campione in carica, sta girando sulla sua McLaren per trovare il giusto assetto per le qualifiche del giorno dopo (che verranno poi annullate per la pioggia). Per il brasiliano, ormai fuori dalla lotta per il titolo iridato a causa della poca affidabilità della sua MP4/7A, l’obiettivo è quello di chiudere al meglio la stagione senza rischiare oltre il dovuto (non proprio la cosa più semplice per un fenomeno come lui).

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Ayrton: cuore e coraggio

Verso la fine della sessione, a seguito di un incidente, la Ligier del pilota francese Erik Comas carambola a centro pista e il pilota sviene col motore acceso al centro di una nuvola di fumo. A grande velocità sopraggiunge la McLaren di Senna che riesce ad evitare l’impatto, ma una volta superata l’auto del transalpino decide di accostare la sua monoposto, scendere e correre a gran velocità verso la Ligier. Senza pensare al grande rischio che stava correndo (la vettura rimasta al massimo dell’accelerazione sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro) pensò prima a spegnere il motore e poi a raddrizzare la testa dell’inerme Comas, muovendola verso una posizione più naturale.

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La vita di Comas

In poche parole gli ha salvato la vita, come confermerà poi lo stesso pilota francese che ringrazierà sempre il brasiliano per il suo enorme atto di coraggio e di umanità. Il destino volle poi che lo stesso Comas fu uno dei pochi piloti in pista a vedere le condizioni di Senna dopo l’incidente mortale in quel maledetto GP di San Marino del 1994.

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Lo ‘scherzo’ del destino

Fermo ai box da tre giri per riparare alcune noie tecniche, il transalpino, passato alla Larrousse, ripartì senza sapere che la corsa era stata bloccata per l'incidente mortale di Ayrton. Nessuno, né il suo team, né i commissari lo fermarono, e lui non poteva sapere essendo rimasto per tutto il tempo all’interno dell'abitacolo in attesa di riprendere la gara. Giunto al Tamburello ad altissima velocità trovò la pista completamente occupata, ma per fortuna riuscì in extremis a frenare evitando di una carneficina. Dopo questo episodio Erik rimase molto sconvolto e deluso anche perché venne sanzionato dalla federazione. Ma soprattutto fu molto turbato da ciò che era successo al brasiliano, tanto da spingerlo a ritirarsi dalla Formula 1 al termine della stagione.

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Michele Mazzeo


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Suzuka ’88, la grande magia iridata di Senna

La grande impresa della leggenda brasiliana grazie alla quale conquista vittoria e primo titolo mondiale della sua carriera davanti a quello che diventerà il suo più acceso rivale, Alain Prost.


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La storia della Formula 1 è piena di duelli tra grandi piloti che si sono sfidati sia dentro che fuori la pista dando vita a delle rivalità che in qualche modo hanno reso ancora più appassionanti i vari campionati mondiali. Quella durata più a lungo è quella che andò in scena tra Ayrton Senna e Alain Prost tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. L'inizio della rivalità tra i due piloti risale al 1988, quando il brasiliano arrivò per la prima volta in McLaren, la scuderia del francese lì dal 1984. Molti i GP che i due animarono quell’anno ma solo quello del Giappone del 30 ottobre fu quello in cui si decise tutto.

Dominio McLaren

La schiacciante superiorità tecnica della McLaren – Honda ridusse di fatto il campionato del 1988 ad un lungo duello tra i due piloti del team inglese. Si arriva al Gp del Giappone, quindicesimo e penultimo appuntamento stagionale, con il brasiliano che aveva conquistato fin lì 7 vittorie contro le 6 del compagno di scuderia, e con ben 8 doppiette McLaren. In gioco c’è il titolo iridato con il paulista che potrebbe chiudere i giochi già nel Sol Levante grazie alla regola degli scarti.

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Senna sbaglia e mette a rischio il mondiale

Come di consueto anche sul circuito di Suzuka i due piloti monopolizzano la prima fila, con Senna in pole position davanti a Prost e tutto fa presagire che per Ayrton il primo alloro in carriera sia molto vicino. Ma ecco il colpo di scena: al via Senna fa spegnere il motore, riuscendo a riavviarlo sfruttando la lieve pendenza della griglia di partenza. Il brasiliano finisce però in quattordicesima posizione, mentre il suo compagno di scuderia si invola al comando, seguito dalla Ferrari di Gerhard Berger e dalla March di Ivan Capelli. Poco dopo l’italiano sorpassa l'austriaco, andando poi ad insidiare la leadership di Prost, rallentato da un problema al cambio, che conquista al sedicesimo giro solo per poche centinaia di metri, cioè prima che il francese lo superasse nuovamente e lui fosse invece costretto al ritiro per un problema elettrico.

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Arriva la pioggia: è tempo di “Magic”

Ma i colpi di scena non sono finiti. Nel frattempo infatti comincia a piovere e Senna, maestro di guida sul bagnato, dopo una grande rimonta fatta di sorpassi al limite, si riporta vicino agli scarichi dell’altra McLaren. Ha così inizio un duello casalingo, l’ennesimo di quella stagione, che avrà il suo epilogo al 28° passaggio, quando Ayrton tira fuori dal cilindro l’ennesima magia della sua carriera: approfittando di un doppiaggio supera il compagno di scuderia fino a quel momento bravissimo a tenerlo dietro. Da qui in poi sarà uno show del brasiliano che impose un ritmo insostenibile, anche per Prost, alla gara fino alla bandiera a scacchi, vincendo il GP e il titolo mondiale.

Il primo alloro di Ayrton grazie agli scarti

Infatti, nonostante il transalpino avesse conquistato più punti del rivale meno continuo ma più vincente, per via della regola degli scarti (grazie alla quale si considerano validi per la classifica piloti solo i migliori undici risultati stagionali) il francese fu costretto a scartare diversi piazzamenti, mentre Senna, con le sue otto vittorie, aveva dovuto rinunciare solo ad un punto. Per Senna arriva così il primo titolo iridato della sua carriera, nell’anno in cui prende il via quella accesa rivalità con Prost che ancora oggi, a quasi 30 anni di distanza, appassiona, emoziona e divide tutti gli amanti delle quattro ruote e in special modo quelli della Formula 1.

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Michele Mazzeo


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“Ayrton Day”, la pista di Imola omaggia Senna nell’anniversario della sua morte

Il 1° maggio, a 23 anni dall’incidente che costò la vita al tre volte campione del mondo, l’autodromo Enzo e Dino Ferrari aprirà le porte della pista al pubblico dove sarà esposto il kart con il mitico numero 17 che lanciò il brasiliano sulla scena dell’automobilismo internazionale.

di Matteo Vana


Sono passati 23 anni da quel terribile schianto a Imola: era il 1° maggio del 1994 quando Ayrton Senna, uno dei piloti di Formula 1 più amati di sempre, impattava con la propria vettura contro il muretto di recinzione alla curva del Tamburello. Una tragedia per tutto il circus, una ferita che, nonostante siano trascorsi molti anni, ancora non si è rimarginata.

Un evento per ricordare il campione brasiliano

Proprio nell'anniversario della morte del brasiliano, tre volte campione del mondo con la McLaren, l'autodromo romagnolo aprirà al pubblico la pista Enzo e Dino Ferrari e sarà messo in mostra il leggendario kart con il numero 17 che lanciò Senna sulla scena dell'automobilismo internazionale. Una bella iniziativa per ricordare uno dei campioni più amati della Formula 1 che non si limiterà solo all'esposizione del suo mezzo, ma cercherà di far rivivere le sue gesta attraverso le parole di chi lo ha conosciuto: alle 16.30, infatti, nella terrazza del museo Checco Costa, dove è allestita la mostra "Imola Formula Uno 1963 – 2006: la storia continua", Senna verrà raccontato da Gian Carlo Minardi, dall'ex pilota Gianluigi Martini e dal direttore di Autosprint, Andrea Cordovani, prendendo spunto dalle foto del fotoreporter Angelo Orsi il cui sodalizio con il campione durò 11 anni.

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in foto: Ayrton Senna – Getty Images

Una giornata per ricordare uno dei weekend più neri della Formula 1. Prima l'incidente nel venerdì a Rubens Barrichello che riprese conoscenza solo dopo l'intervento dei medici, poi la morte di Roland Ratzenberger, pilota austriaco della scuderia Simtek che, mentre affrontava il rettilineo all'uscita della curva Tamburello, subì la rottura dell'ala anteriore andando a sbattere contro il muro. Infine la tragica sorte toccata a Senna che, proprio mentre si trovava in testa alla gara, a causa della rottura del piantone dello sterzo, finì contro il muro perdendo la vita.

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Quel giorno che Ayrton Senna se n’è andato, e abbiamo perso quello sguardo

I piloti scarsi seguono tutti sudati le orme degli altri, i piloti veloci infilano le linee più brevi e poi ci sono gli artisti. Senna disegnava linee che gli altri non vedono. Semplicemente.

di Giulio Cavalli


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Di quella domenica mi ricordo la televisione accesa, come tutte le domeniche che si correva un Gran Premio, in casa mia, con mio padre incassato nella poltrona e mia madre impegnata a vincere sul volume della telecronaca mentre stava al telefono con qualcuno. La F1 per me, da ragazzo e da bambino, è sempre stata un sottofondo. Una striscia di rombo e colori che si rifletteva in salotto. Si tifava Ferrari, i piloti italiani e Ayrton Senna.

La Ferrari si tifa perché è Ferrari; si tifa perché se la velocità ha un colore, per noi che siamo nati qui, la velocità è rossa. Patrese, Alboreto e gli altri erano le mensole dove appoggiavamo il pensiero di poterci diventare anche noi, piloti di Formula Uno. Senna invece si tifava perché era il più forte. Semplicemente. Ma non il più forte perché per forza era quello che aveva vinto di più, nemmeno perché girasse sempre più veloce degli altri e nemmeno per quella noiosa capacità di stare primo per tutto il tempo: se si fosse potuto fare, Ayrton Senna, quelli che l'hanno amato, l'avrebbero fatto partire per ultimo per tutte le gare della sua vita solo per gustarselo in sorpasso. Noi che abbiamo avuto la fortuna di vederlo vincere dal vivo probabilmente sognavamo una gara con lui ultimo a partire e cento piloti davanti: quei cento sorpassi sarebbero stati un Picasso, un Klimt o uno di quei quadri che ti verrebbe voglia di annusare il cervello di chi li ha dipinti.

Correre in auto è una questione di linee possibili. I piloti scarsi seguono tutti sudati le orme degli altri, i piloti veloci infilano le linee più brevi e poi ci sono gli artisti. Gli artisti della corsa in auto disegnano linee che gli altri non vedono. Semplicemente. Creano traiettorie che non c'erano mai state prima e rimangono sull'asfalto come un monumento. Ayrton era quella cosa lì: un gomitolo di linee innaturali sciolte con la semplicità di chi le ha sempre avuta in tasca, anche se non se n'era accorto nessuno.

Poi c'era il suo sguardo. Quello di Ayrton. Brasiliano fuori dai canoni, lo sguardo sempre lontano come se già fosse un chilometro più avanti di ciò che stava guardando. Negli occhi sempre, anche dopo un trionfo, qualche millilitro di malinconia. Anche sul gradino più alto del podio, anche con la coppa da campione del mondo, dietro agli occhi ci leggevi il suo angolo privato ad Angra dos Reis, dei genitori, degli amori. E di Dio.

"Ho visto Dio accanto a me sullo schieramento di partenza" aveva detto nel 1988 durante il Gran Premio di Giappone. Perché Ayrton era così: religioso e appuntito anche nelle interviste. Noi non l'abbiamo mica visto, invece, Dio. Ma Ayrton, sì.

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Newey: “Mi sento responsabile della morte di Senna”

L’ingegnere britannico ammette: “Sono stato io ad aver scombinato l’aerodinamica del veicolo e mi rammarica essere stato uno dei senior officer nel gruppo di progettazione di una monoposto che ha ucciso un grande uomo”.

di Matteo Vana


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in foto: Ayrton Senna – Getty Images

Sono passati 23 anni dalla morte di Ayrton Senna, ma la tragedia che colpì il pilota brasiliano è ancora ben impressa nella mente di tutti gli sportivi: era il 1° maggio 1994 quando la Williams del tre volte campione finì fuori alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo, urtando il muro. Un incidente che segnò profondamente il mondo della Formula 1, in particolare la sua scuderia, di cui faceva parte anche Adrian Newey, ora passato alla Red Bull.

Il ricordo dell'ingegnere britannico

Newey, da sempre definito un genio dell'aerodinamica, all'epoca dell'incidente era al vertice del reparto design della Williams e, in seguito all'incidente, finì anche sotto processo per aver costruito una vettura pericolosa, o comunque sistemata dopo alcune richieste da parte del pilota, in maniera non conforme. Un episodio che ha segnato in maniera profonda l'ingegnere che, nella sua autobiografia, intitolata "How to build a car", è tornato a parlare dell'episodio.

Al di là dell'ipotesi che l'incidente sia stato causato dalla rottura del piantone dello sterzo, non si può negare che sulla FW16 ci fosse una componente sbagliata che non avrebbe mai dovuto essere lasciata in sede. E mi rammarica essere stato uno dei senior officer nel gruppo di progettazione di una monoposto che ha ucciso un grande uomo – si legge nel libro -. Sono stato io ad aver scombinato l'aerodinamica del veicolo. Ho riportato l'utilizzo delle sospensioni passive e disegnato una monoposto instabile, e lui ha dovuto compensare le mancanze del mezzo. Anche se non avesse forato, prendere l'interno e dunque una traiettoria veloce ma sconnessa, sarebbe stato difficile pure per uno come lui considerate le problematiche dell'auto. Per questo mi sento in parte responsabile del suo decesso, anche se non colpevole.

Secondo Newey, dunque, la responsabilità fu in parte sua per avere progettato una macchina al limite della guidabilità, fin troppo complicata anche per un pilota della caratura di Ayrton Senna. Il processo che si svolse in seguito alla morte del brasiliano ha assolto sia l'ingegnere, attualmente in Red Bull sia Frank Williams. La Corte di Cassazione ha invece sentenziato, nel 2005, il "non luogo a procedere" per la richiesta di assoluzione rivolta al direttore tecnico del team Patrick Head, in quanto egli, già riconosciuto colpevole di omicidio colposo, non era condannabile essendosi estinto il reato per prescrizione.

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L’omaggio ad Ayrton Senna, una scultura per ricordare il mito brasiliano della Formula 1

L’artista e scultore inglese, Paul Oz ha voluto rendere omaggio al compianto pilota brasiliano con una scultura in bronzo del peso di 160 kg, esposta all’Autosport International Show di Birmingham, che ritrae Senna impegnato nell’affrontare la curva Eau Rouge sul tracciato di Spa-Francorchamps.

di Matteo Vana


Ayrton Senna è senza dubbio uno dei piloti di Formula 1 più amati di sempre: nonostante siano passati ormai quasi 25 anni dalla sua prematura scomparsa sulla pista di Imola, quando la sua Williams andò a sbattere violentemente alla curva del Tamburello mettendo fine alla vita dello sfortunato brasiliano, ancora oggi il tre volte campione del mondo rimane uno dei più osannati rimanendo una fonte di ispirazione per tanti piloti.

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in foto: La scultura di Ayrton Senna impegnato all’Eau Rouge – Twitter

La scultura dedicata allo sfortunato brasiliano


Tra i suoi fan più accaniti c'è anche Lewis Hamilton, il campione del mondo in carica, che non perde occasione per rendergli omaggio. Il britannico della Mercedes, però, non è l'unico ad essere stato conquistato dalle gesta del brasiliano; l’artista e scultore inglese, Paul Oz, infatti, ha voluto rendere omaggio al compianto pilota brasiliano con una scultura in bronzo del peso di 160 kg esposta all'Autosport International Show di Birmingham, che ritrae Senna impegnato nell'affrontare la curva Eau Rouge sul tracciato di Spa-Francorchamps, proprio una delle sue preferite tanto da dichiarare, nel 1993, "se togliete l'Eau Rouge, cancellate la ragione per cui faccio il pilota".

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Revealed! Paul Oz’ unique tribute in bronze to #F1 legend #AyrtonSenna created in collaboration with Instituto #Senna.

As your official Oz partner, we’re delighted to offer the collection. Details 01565 633777 #Formula1 #McLaren #PaulOz #OfficialPartner #AttitudeGallery

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12:08 - 10 gen 2019



Un omaggio al brasiliano, un modo per ricordare il campione scomparso troppo presto: "Ho creato per la prima volta un’opera d'arte per Bianca Senna e l'Instituto Ayrton Senna in occasione dei 20 anni dalla morte di Ayrton: un dipinto ad olio che è stato messo all'asta per beneficenza. Da quel momento ho pensato a cosa avrei potuto creare per il 25esimo anniversario. Volevo utilizzare un sistema utilizzato dai miei fotografi per creare immagini e modelli in 3D, combinando centinaia di immagini 2D. Inizialmente i progetti dovevano essere delle piccole sculture bronzee di componenti della Formula 1, poi ho avuto una folgorazione: catturare una figura per realizzare una scultura da zero" ha dichiarato l'artista. L'ennesimo omaggio ad Ayrton Senna, un campione in grado di essere fonte d'ispirazione anche per le generazioni future superando lo scorrere del tempo.

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Ayrton Senna Day, Imola celebra il campione mettendo in mostra le sue monoposto di F1

Sul tracciato di Imola, il prossimo 1° maggio, saranno esposte alcune delle vetture con le quali l’asso brasiliano ha scritto al storia della Formula 1: tra gi esemplari ci saranno anche la Lotus 97T/4 nera nei colori John Player Special, le McLaren MP4-5B e MP4-7 fino a concludere con la Williams FW16 – Renault, la vettura gemella di quella nella quale perse la vita Senna.

di Matteo Vana


La scomparsa di Ayrton Senna, avvenuta il 1° maggio 1994 sul tracciato di Imola, è una ferita ancora aperta per la Formula 1: impossibile dimenticare quel maledetto incidente che ha portato via uno dei talenti più puri mai visti in pista, una carambola difficile da prevedere ma così letale da risultare fatale per lo sfortunato campione brasiliano.

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in foto: Ayrton Senna insieme al suo casco – LaPresse

A Imola le vetture con le quali ha fatto la storia


Tra pochi giorni ricorrerà l'anniversario della morte di Senna; il 1° maggio 2019, infatti, saranno esattamente 25 anni dalla morte dell'asso verdeoro e il circuito di Imola, lo stesso sul quale perse la vita nell'incidente alla curva del Tamburello, ha deciso di dedicare un'intera giornata alla sua memoria con alcune iniziative speciali volte a rendere omaggio al campione: tra queste una delle più importanti sarà quella che vedrà protagoniste le monoposto con le quali Senna ha costruito la sua carriera in Formula 1. Sul tracciato, infatti, saranno presenti la Williams FW08C, ossia la vettura con la quale il brasiliano ebbe il primo contatto con una monoposto di F1, così come ci sarà sia la Lotus 97T/4 nera nei colori John Player Special sia la Lotus 99 T/6 nella livrea Camel per arrivare alle McLaren MP4-5B e MP4-7 fino a concludere con la Williams FW16 – Renault, la vettura gemella di quella nella quale perse la vita Senna.

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in foto: la McLaren di Senna a Monaco – Getty images

Non ci saranno solo le monoposto a ricordare la figura del brasiliano, uno dei piloti che più di tutti hanno influenzato il mondo della Formula 1 diventando un modello anche per le generazioni future: sono diversi gli eventi in programma per ricordare lo sfortunato campione e tra questi anche la Santa Messa che verrà celebrata a partire dalle 14:17, ora in cui la Williams del tre volte campione del mondo impattò contro il muro del Tamburello nel corso del settimo giro del GP di San Marino 1994. Per tutti i presenti all'evento in ricordo di Senna, inoltre, sono previste delle visite guidate nelle strutture del circuito come il paddock, il podio o i box con i presenti che potranno cimentarsi con i simulatori di guida disponibili nell'hub turistico.

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25 anni senza Ayrton Senna, il mito immortale che cambiò la Formula 1

Un quarto di secolo fa il tragico incidente sulla pista di Imola nel quale perse la vita lo sfortunato pilota brasiliano: da quel momento, in Formula 1, tutto è cambiato. L’unica cosa a rimanere immutata è stata l’affetto dei tifosi nei confronti di “The Magic”, considerato ancora oggi un vero e proprio mito senza tempo.

di Matteo Vana


Non avrebbe voluto correre quel maledetto 1° maggio 1994, ancora scosso per la morte del collega austriaco Roland Ratzenberger, ma nessuno può sfuggire all'appuntamento con il proprio destino, neanche se sei il pilota più veloce del mondo e il tuo nome è Ayrton Senna. Una tragedia, quella capitata allo sfortunato pilota brasiliano, che ha avuto il potere di cambiare la Formula 1; dopo lo schianto del tre volte campione del mondo alla curva del Tamburello nulla è più stato uguale.

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in foto: Ayrton Senna – Getty images

Il mito oltre la Formula 1


The show must go on anche se, per molti, il tempo si è fermato a quel maledetto 1° maggio del '94 nel quale istanti sono diventati ore, resi pesanti dall'incertezza trasformatasi in paura prima e in incubo poi; un destino beffardo quello riservato dagli Dèi a "Magic", capace di portarsi via la stella più brillante dell'intera Formula 1. Un mito immortale – frase della quale troppo spesso si abusa, ma non in questo caso – che a 25 anni dalla scomparsa, da quel tragico incidente di Imola, resiste con una forza senza pari; la figura di Senna, infatti, continua a vivere di vita propria, come se in realtà non se ne fosse mai andato. A lui sono stati dedicati film, canzoni, auto, mostre e sculture – una consegnata addirittura a Papa Francesco -: dimostrazioni di affetto che non hanno pari non solo nell'automobilismo, ma in tutto il mondo dello sport. Senna rappresenta il mito immortale per eccellenza, il campione in grado di attraversare epoche e generazioni senza subire lo scorrere del tempo.

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Un campione immortale

Chi lo ha vissuto rivede le immagini scorrere nella propria mente come fossero passati appena pochi minuti: la Williams che perde aderenza, l'uscita di pista, lo schianto alla curva del Tamburello, i soccorsi e la sua vettura distrutta. Aveva 34 anni e tre mondiali vinti alle spalle, ma anche molto di più; l'esordio nel GP di casa con la Toleman e un popolo intero a spingerlo, un rapporto di odio e amore con la McLaren e una rivalità con Alain Prost destinata a fare la storia, poi il passaggio alla Williams per quella prima e unica maledetta stagione durata appena 3 gare. Più dei successi in pista, dei numeri e dei record che ancora oggi resistono, c'è un momento che rende alla perfezione l'idea della grandezza non solo del pilota, ma di cosa rappresentava Ayrton Senna per il proprio paese e per il mondo intero: una volta riportata la salma in Brasile, rigorosamente in prima classe per volere della famiglia, al suo funerale si presentarono quasi un milione di persone che a San Paolo sfilarono in processione per 17 chilometri, la distanza dal palazzo del Parlamento dove era stata allestita la camera ardente, fino al cimitero di Morumbi, dove Senna è stato seppellito. Un modo per accompagnare Beco verso il suo ultimo viaggio, ma soprattutto per non lasciarlo andare via mai del tutto tenendo vivo il ricordo di uno dei piloti – e degli uomini – più straordinari che la Formula 1 abbia avuto la fortuna di conoscere.

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60 anni fa nasceva Ayrton Senna, leggenda della F1 e ‘Master of Monaco’

Oggi Ayrton Senna avrebbe compiuto 60 anni, era nato a San Paolo il 21 marzo del 1960. Il brasiliano a Montecarlo vinse sei volte (record assoluto) e ottenne cinque pole, e anche quando non trionfò mostrò il suo enorme talento. Questo anniversario arriva, curiosamente, a due giorni dalla cancellazione del Gp di Monaco del 2020. Il legame tra Senna e la gara del Principato c’è ancora.

di Alessio Morra


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Il destino a volte gioca degli scherzi davvero incredibili o forse è solo il caso che regola la vita di tutti noi. Oppure in tante cose c’è un po’ di magia come quella che ha sempre legato Ayrton Senna e il Gran Premio di Monaco. Oggi non è un giorno come tutti gli altri. Perché sessant’anni fa, il 21 marzo del 1960 a San Paolo, era nato Senna e quest’anniversario si celebra due giorni dopo l’annullamento della gara del Principato, cancellazione definitiva dal calendario. Nel 2020 a Montecarlo non si corre, ed è il momento giusto anche per ripercorrere anzi ricordare un’epopea, quella di un pilota che in un tracciato particolare ha fatto quello che voleva e che ha stabilito un record storico che finora nessuno è riuscito a battere.

60 anni fa nasceva Ayrton Senna

Fa molto impressione per chi ha qualche anno sulle spalle pensare che oggi Ayrton Senna avrebbe compiuto 60 anni! Quando ha perso la vita, in Italia il 1° maggio del 1994, ne aveva 34. Un’altra epoca quella, non solo per la Formula 1, e sottolinearlo sembra quasi retorico. Certo è che pochi piloti hanno legato il proprio nome a un circuito come Senna a quello di Montecarlo: 6 vittorie, record assoluto, e cinque pole position con quella del 1988, che ha fatto storia. Ma anche un errore incredibile, sempre nel 1988, che costò un successo agile al brasiliano, che avrebbe potuto infilare sette vittorie in fila.

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Senna Principe di Monaco (in pista)

Da meno di due giorni, anche i detrattori del circuito di Montecarlo, sono un po’ tristi. Perché la gara del Principato fa parte della storia della Formula 1, storia con la S maiuscola. E la S maiuscola è un passaggio automatico che ci porta a Senna che vinse nel 1987 con la Lotus, tutta gialla, e con la McLaren per cinque anni di fila tra il 1989 e il 1993. Tutte vittorie memorabili, perché anche se hai la macchina migliore in quelle stradine strette a un passo dal mare l’errore è sempre dietro l’angolo. Forse quella del 1992, con un arrembante Mansell, è la più bella. Ma ora in un’annata senza Monaco GP tutto acquista un fascino maggiore. Oggi si celebrano i 60 anni dalla nascita di Senna e l’omaggio a uno dei più grandi piloti di sempre si lega si anche al Gran Premio di Montecarlo che già da adesso si prepara già per il grande ritorno nel circus della Formula 1.

fanpage.it

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