marisa56 |
|
| Le tre voglie
C'era una volta un uomo che non era per niente ricco; si sposò con una donna bellina. Una sera, era d'inverno, stavano a sedere sul canto del fuoco e parlavano delle grandi soddisfazioni dei loro vicini, che erano più ricchi di loro. - Ma oh - disse la moglie - se potessi avere io tutto quello che voglio, sarei di certo più soddisfatta e contenta di quelli là. - In quel preciso momento videro apparire lì nella stanza una bella signora che gli disse: - Dato che sono una fata, prometto di concedervi le prime tre cose che chiederete. Ma, occhio: dopo le prime tre non vi concederò più niente. - - Per me - disse la moglie - so benissimo quello che mi fa voglia: ancora non lo dico, ma mi sembra che non ci sia niente di meglio che essere bella, ricca e gran signora.- - Ma sentila - disse il marito - perché, anche sistemato così, a uno non può succedere di essere malato, di essere triste, di morire giovane? Meglio, molto meglio sarebbe chiedere salute, allegria e una vita più lunga. - - Ma che se ne fa della vita lunga uno che è povero vergognoso? - rispose la moglie - Per far bene, la fata avrebbe dovuto promettercene almeno una dozzina di questi regali - - In questo sono d'accordo con te - disse il marito - ma non facciamoci prendere dalla furia. guardiamo bene, da qui a domattina, di capire quali sono le tre cose che ci sono più necessarie; e poi chiediamole. Mentre si aspetta mettiamo un altro po' di legna sul fuoco, perché mi è preso freddo. - Subito la moglie prese le molle e rassettò il fuoco e quando vide che tutti i tizzi avevano ripreso a bruciare benissimo, disse senza pensarci: - Con questo bel fuoco vorrei avere un pezzo di buristio per la nostra cena: arrostirebbe da fare invidia. - Non aveva finito di dirlo che dalla cappa del camino venne giù un buristio intero, unto, nero di sangue di maiale, che era una delle sette meraviglie. - Che ti venga un canchero in cotesta gola!- berciò il marito. - Ora non ci rimane che due cose da chiedere. Per me mi fai tanta bile che vorrei che quel buristio ti venisse sulla punta del naso. - Detto fatto, il marito si accorse di essere stato anche più matto della moglie perchè, con questa seconda richiesta, il buristio era saltato al naso di quella povera donna e non c'era più verso di staccarlo. - Chi ha mai conosciuto una donna più disgraziata di me! - disse urlando e piangendo la moglie. - Sei davvero una bella carogna, se avevi voglia di vedere questo buristio sulla cima del mio naso! - - Moglie mia te lo giuro, non ci ho proprio pensato. Vuol dire che ora chiederò grandi ricchezze e così potrò farti fare un astuccio tutto d' oro e pietre dure per conservare e nascondere codesto buristio. - Levatelo subito dalla testa - strillò ancora più roca la moglie - mille volte preferirei ammazzarmi piuttosto che vivere con questa specie di salame morbido attaccato al naso. Dammi retta non ci resta che una voglia da dire, lasciatela dire a me o mi butto subito dalla finestra. - - Fermati, cara moglie! Ti lascio chiedere tutto quello che vuoi - - Allora - disse la moglie - chiedo che il buristio caschi per terra. - Subito il buristio si staccò e la donna, che era sveglia di mente disse al marito: - La fata ci ha preso per il bavero; e forse ha fatto bene. Può anche darsi che saremmo stati più disgraziati di come lo siamo ora. Credimi, marito mio, è meglio avere meno voglie e prendere le cose come vengono, come Dio le manda; e mentre si aspetta vediamo di far cena con questo buristio, che di tutto quello che si è chiesto è tutto quello che si è avanzato. - Il marito pensò che la moglie aveva ragione: cenarono di buonissimo umore e non s' impicciarono più delle cose che avrebbero avuto voglia di avere. la fata
di LEPRINCE DE BEAUMONT
fonte
|
| |