I 3 giorni della Merla...

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I GIORNI DELLA MERLA

Oh che freddo! Oh che gelo!
Vento forte e nubi in cielo!
La pozzanghera è ghiacciata,
la grondaia si è gelata!

Indossiam sciarpe e cappelli,

bei maglioni e gran mantelli,
paraorecchie e poi giacconi
canottiere, calzettoni!

Ma ‘sto freddo non va via:
gela tutto, mamma mia!
Più pungente di una sberla:
sono i giorni della merla!

Jolanda Restano

 
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Giorni della Merla, perché si chiamano così e quali sono

I Giorni della Merla stanno arrivando, ma perché si chiamano così? E quando sono? Il 29, 30 e 31 gennaio, o il 30 e 31 gennaio e l’1 febbraio, sono stati ribattezzati i Giorni della Merla e sarebbero le giornate invernali in cui si registrano le temperature più rigide dell’anno, ma è davvero così? Ecco cosa c’è da sapere.

di Zeina Ayache


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in foto: Credit Wikipedia

Gli ultimi tre giorni di gennaio, o gli ultimi due di gennaio e il primo di febbraio, arrivano i Giorni della Merla, cioè quelle giornate in cui si registrano (o si dovrebbero registrare) le temperature più fredde dell’anno. Ma perché li chiamiamo i ‘Giorni della Merla’ e qual è la spiegazione scientifica che si nasconde dietro queste giornate? Scopriamolo insieme.

Giorni della Merla, spiegazione scientifica

Il 29, 30 e 31 gennaio, o il 30 e 31 gennaio e l’1 febbraio, sono conosciuti come i ‘Giorni della Merla’, giornate in cui le temperature calano drasticamente al punto da definirle le più fredde dell’anno, scientificamente però, così come statisticamente, non è vero: insomma, i ‘Giorni della Merla’ sono un’invenzione che trova la sua origine nelle leggende e tradizioni popolari. Certo non possiamo dire che faccia caldo, ma sarebbe anche scorretto definire con certezza i giorni più freddi dell’anno.

Perché si chiamano Giorni della Merla

Resta comunque il fatto che ogni anno, quando si avvicina il 29 gennaio, tutti noi parliamo dei ‘Giorni della Merla’ aspettandoci giornate molto fredde, ma perché si chiamano così? Il motivo è legato ai miti popolari che vedono protagonisti una bianchissima merla e un dispettoso Gennaio. Secondo la leggenda principale infatti, un Gennaio dispettoso avrebbe ‘rubato’ tre giorni a febbraio per fare uno scherzo ad una merla che, a causa delle rigide temperature, non riusciva a trovare il cibo per i suoi pulcini. Disperata, la merla chiese clemenza a Gennaio chiedendogli di durare meno, ma senza ottenere il suo aiuto.

La mamma disse così a Gennaio che per l’anno seguente si sarebbe organizzata con una maggiore scorta di cibo così da rimanere al caldo con i suoi pulcini per l’intero mese. Gennaio, che a quanto pare è piuttosto permaloso, decise di vendicarsi rendendo gli ultimi giorni ancor più gelidi, per mettere ancor più in difficoltà la merla e cogliendola di sorpresa proprio quando sarebbe dovuta tornare nel nido. La merla non si fece scoraggiare e si nascose con la famiglia in un comignolo per scaldarsi, qui il piumaggio da bianco divenne nero, trasformando per sempre il colore di questi uccelli.

Ad essere corretti però va detto che le femmine di merlo non sono nere col becco arancio come i maschi, ma marroni per mimetizzarsi con l’ambiente.

Le altre leggende dei Giorni della Merla

Esistono però altre leggende utili a spiegare i ‘Giorni della Merla’. Ad esempio quella del reverendo Sebastiano Pauli esposta in una cronaca settecentesca e secondo la quale un cannone, chiamato ‘La Merla’, venne trasportato oltre il Po grazie alle temperature rigide di questi giorni che resero il fiume una strada ghiacciata. Sulla scia del Po ghiacciato utilizzato come strada c’è anche la leggenda della Nobile Signora di Caravaggio, chiamata ‘de Merli’ che riuscì a sfruttare le temperature gelide per raggiungere il marito dall’altra parte del fiume.

Giorni della Merla e leggende meteorologiche

Per tornare sulle meteorologia, c’è anche chi sostiene che le temperature rigide dei Giorni della Merla ci aiutino a prevedere che una bella primavera, diversamente arriverà in ritardo. Ma anche in questo caso non possiamo parlare di certezza scientifica.

Insomma, i Giorni della Merla ci servono per ricordarci che fa freddo… come se ce ne fosse bisogno!

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" I giorni della merla "

Gennaio fu impertinente
con una merla intelligente.
Lui era corto un tempo lontano
ma non volendo dare una mano
ad una merla che seppe arrangiarsi,
ecco che vide i suoi giorni allungarsi.

Chi concesse alla merla i tre giorni?
Febbraio! Era della merla nei dintorni,
alle suppliche non seppe resistere e così
gennaio si allungò per magia di ben tre dì!

(Marzia Cabano)


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Giorni della merla: cosa sono e perché si chiamano così

Alla fine di gennaio arrivano come sempre i “Giorni della Merla”, quelli che secondo le tradizioni popolari dovrebbero essere i più freddi di tutto l’inverno e dunque dell’intero anno. In realtà le cose non stanno affatto così, dato che non c’è alcun nesso scientifico. Ecco alcune delle leggende che spiegano l’origine di questi particolari giorni.

di Andrea Centini


Gli ultimi tre giorni di gennaio o gli ultimi due più il primo di febbraio sono i cosiddetti “Giorni della Merla”, che in base ad alcune tradizioni popolari dovrebbero essere quelli più freddi dell'inverno e dunque dell'intero anno. Ma si tratta appunto di racconti folcloristici, che non hanno nulla a che vedere con la scienza meteorologica e la climatologia; com'è facile intuire, dunque, i “Giorni della Merla” non sono affatto i più freddi dell'anno, e anche nel caso in cui dovessero esserlo, questa condizione sarebbe soltanto una pura e semplice casualità. Del resto, statisticamente, in Italia i giorni più freddi – di norma – cadono nella prima decade del mese di gennaio, ma anche in questo caso vanno fatti dei distinguo a livello regionale, in particolar modo tra Nord e Sud, a causa dell'influenza del mare e di altri fattori. Insomma, siamo innanzi a una vera e propria leggenda, che affonda le sue radici in antichissimi racconti, soprattutto del Nord Italia. Ma perché si chiamano proprio “Giorni della Merla”?

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La merla e Gennaio dispettoso

Ci sono diverse versioni di questa peculiare leggenda invernale, delle quali le più fiabesche coinvolgono proprio l'uccello (Turdus merula), il passeriforme più diffuso in Italia e nel resto dell'Europa. Una di esse ha come protagonisti una merla con i suoi pulcini – tutti caratterizzati da un candido piumaggio – e un mese di Gennaio permaloso e dispettoso, che inizialmente aveva una durata di soli 28 giorni. La merla, esasperata dal freddo e stanca di fare scorte di cibo per affrontare il rigido mese con i suoi piccoli, chiese a Gennaio di durare un po' di meno dei suoi “canonici” 28 giorni. In tutta risposta, Gennaio, risentitosi per la richiesta, disse all'uccello che non sarebbe durato un minuto di meno. La merla gli rispose che l'anno successivo avrebbe fatto scorte di cibo ancora maggiori per superare indenne il gelo. Gennaio non la prese bene, e decise di pianificare una vera e propria trappola: chiese in prestito a Febbraio tre giorni per durare più a lungo, durante i quali avrebbe dato il meglio di sé per scatenare tormente di neve, gelate e altri fenomeni meteorologici nefasti, che avrebbero messo a rischio la sopravvivenza della famigliola. Ancor più subdolo, Gennaio avrebbe scatenato la sua ira proprio nel momento in cui i merli sarebbero usciti dal nido. E così fece. La merla e i piccoli, colti di sorpresa, sarebbero volati all'interno di un comignolo per proteggersi, e fu così che il loro piumaggio, da candido, sarebbe diventato per sempre scuro, a causa della fuliggine.

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in foto: Una merla. Credit: Andrea Centini

Come specificato, esistono diverse varianti di questa favola. In una, ad esempio, i merli sono tutti neri come i maschi, e la fuliggine del camino avrebbe ingrigito la merla e i piccoli dando loro il caratteristico colore criptico. In questi uccelli, infatti, c'è un evidente dimorfismo sessuale, dove i maschi risultano neri con becco arancione mentre le femmine e i pulcini sono marroni, un piumaggio che permette loro di mimetizzarsi con l'ambiente circostante e all'interno del nido. È un adattamento che presentano moltissime altre specie di uccelli. In altre varianti nella storia è coinvolto anche il merlo maschio, e talvolta uno degli adulti muore a causa della cattiveria di Gennaio; il risultato è sempre il piumaggio cambiato e il mese che inizia a durare tre giorni in più.

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in foto: Un merlo maschio col suo piumaggio tipicamente nero. Credit: Andrea Centini

Le leggende del Po


Oltre alle favole con gli uccelli, esistono altre leggende alla base dei “Giorni della Merla”. Una delle più famose riguarda un cannone chiamato “La Merla”, secondo quanto scritto da Sebastiano Pauli nella metà del XVIII secolo. Alcuni soldati avrebbero dovuto trasportare il cannone al di là del Po, e per farlo attesero diligentemente i giorni più freddi dell'anno, durante i quali le acque si sarebbero ghiacciate e avrebbero permesso il passaggio. Ciò sarebbe avvenuto proprio negli ultimi giorni di Gennaio; da qui l'origine della tradizione. Un altro racconto ha come protagonista una nobildonna di Caravaggio, la Signora “de Merli”, che per congiungersi col marito sull'altra sponda del Po dovette attendere che il fiume gelasse; anche in questo caso, l'evento si sarebbe verificato negli ultimi, gelidi giorni di gennaio, i giorni della Merla, appunto.

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I giorni della merla: significato, leggenda e credenze

Gli ultimi tre giorni di Gennaio, i più freddi dell'anno, ovvero nei giorni della merla, si concentrano leggende, racconti, credenze popolari sacre e profane.

Di redazione


Con questo caldo anomalo i giorni della merla sembrano essere ancora lontani? Forse, ma le previsioni meteo sembrano spianare loro la strada visto che i prossimi giorni saranno caratterizzati da piovaschi. Ritornando però a questi famosi giorni, chi da bambino in un’antologia scolastica non ha mai letto la storia, o meglio al leggenda, sui quei giorni particolari di fine Gennaio?

I giorni della merla: la leggenda

Per giustificare l’arrivo, soprattutto in passato, degli ultimi giorni di Gennaio come i più freddi dell’anno, qualcuno s’inventò la leggenda dei giorni della merla. Gennaio (che all’epoca constava di 28 giorni) invidioso di una merla che ogni fine mese usciva dal rifugio per far scorta di cibo, per dispetto scatenava il freddo più ombroso che potesse mai arrivare. Un anno però, la merla, stufa della prepotenza di Gennaio, si fece furba e raccolse così tante provviste per l’inverno che rimase chiusa nel proprio rifugio per tutto il mese di Gennaio. Quest’ultimo che si sentì sfidato dalla merla chiese aiuto al fratello Febbraio, che di mesi ne aveva 31, e così fu che Gennaio da quel momento avrebbe avuto più giorni a disposizione, mentre Febbraio il benevolo avrebbe salutato prima di tutti il calendario.

La leggenda Campana

Quella del mese di Gennaio contro la merla è la più diffusa in Campania, ma ve n’è un’altra che si racconta ai bambini. Durante gli ultimi giorni del mese di Gennaio si racconta che un papà merlo lasciò mamma merla e i suoi pulcini accanto a un camino per consentire loro di scaldarsi mentre lui era via per cercare del cibo. Al suo ritorno però a stento riuscì a riconoscere la sua famiglia, tutti coperti di fuliggine si erano anneriti, anche i piccolini di merlo, e così, da quel giorno questi uccelli nacquero di colore nero.

Credenze popolari: se i giorni della merla sono caldi

Ancora più affascinante però sono le credenze popolari sui giorni della merla. Si narra infatti che se in questi giorni faccia davvero molto freddo allora la primavera in arrivo sarà più bella e calda che mai; se dovessero essere caldi, invece, la primavera tarderà ad arrivare. Negli Stati Uniti d’America ci sono altre credenze: una è nota come il giorno della marmotta (il 2 febbraio). Gli americani osservano la tana della marmotta aspettando la sua uscita. L’animale se riesce a vedere la sua ombra con il tempo nuvoloso e rientra, indicherà che l’inverno non sarà rigido e che finirà presto, se invece non vedrà l’ombra e uscirà dal rifugio, l’inverno purtroppo continuerà più agguerrito che mai.

Quali sono i giorni della merla?

Dunque questi giorni così freddi cadono a fine gennaio: 29, 30, 31, conosciuti anche come i tre giorni della merla. Una testimonianza storica su questa credenza la troviamo in un compendio del 1740 ad opera di Sebastiano Pauli: “Modi di dire toscani ricerca ricercati nella loro origine“. In questo racconto si narra che un nucleo di soldati piemontesi avrebbe dovuto trasportare un pesante cannone da una sponda all’altre del fiume Po. Il cannone era stato ribattezzato “La Merla”, per via del suo colore corvino. Ma il vento era impetuoso e le acque gelide del fiume scorrevano troppo veloci. I soldati le provarono tutte, tentarono di costruire un ponte ma le condizioni climatiche non glielo consentirono. Poi però durante gli ultimi giorni di Gennaio un freddo pungente ghiacciò il fiume. Un ghiaccio così spesso che era impossibile penetrarlo. A questo punto il manipolo di soldati decise di attraversare il fiume ghiacciato con il pesante cannone riuscendo ad attraversarlo, e da qui prese origine il modo di dire “I giorni della merla”, giorni tanto gelidi che riuscirono a ghiacciare anche l’acqua del Po.

La Candelora

A Roma, ancor più radicata è invece la Candelora. Risale al 474 d.C., rito introdotto dal patriarca di Roma, Gelasio, in sostituzione del rito pagano dei Lupercali: “Quando vien la Candelora, de l’inverno semo fora; ma se piove o tira il vento, de l’inverno semo dentro“. Ovviamente gli USA si sono ispirati a questa credenza visto che il proverbio volge allo stesso significato: se nel giorno di Candelora (il 2 febbraio) si avrà bel tempo allora bisognerà aspettare a lungo la primavera; viceversa la primavera farà il suo ingresso più trionfante che mai!

Proverbi e modi di dire sui giorni della merla

29, 30, 31
dal gelo non si salva nessuno!
Di gennaio tal giornate
son da sempre assai gelate;
le più fredde, le più glaciali
adatte solo agli orsi polari!

Lo sa bene mamma merla
che era bianca come perla
ma per scaldarsi un po’ al camino
diventò nera carboncino!
Da quel dì scura a vederla:
furono i Giorni della Merla!
(Poesia di Jolanda Restano)

Il proverbio marchigiano

“Se li gljorni de la merla voli passà, pane, pulenta, porcu e focu a volontà!”

Altro proverbio sulla Cannelora

“Cannelora, dell’inverno semo fora; se ce negne e se ce pioe, ce ne sta quarandanòve, se ce dà sole e soléllu, c’è un quaranda dì d’inverno.”

“Madonna Cannelòra dell’inverno semo fora, se ce pioe e se ce negne, po’ durà fino a vellegne, se cce da sole e soléllu, quaranda dì pe tembu vellu.”

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Giorni della merla, smentito il proverbio sui giorni più freddi dell’anno

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Redazione

Allarme Coldiretti: "Inverno anomalo con temperature miti e senza piogge significative al Nord. Smog in città e allarme siccità con fiumi e laghi svuotati"


ROMA – Smog in città e mimose già fiorite dalla Sicilia alla Liguria in un inverno anomalo con temperature miti e senza piogge significative al Nord dove in molte zone non piove da settimane ed è allarme siccità con fiumi e laghi svuotati. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti che evidenzia come con i cambiamenti climatici vengano smentiti addirittura i proverbi sui giorni della merla (29, 30 e 31 gennaio).

Il clima in questi giorni – continua la Coldiretti – è invece segnato da un anticiclone invadente e tutt’altro che gelido con giornate soleggiate e temperature oltre le medie climatiche ma nebbia nella Pianura Padano-Veneta dove le temperature risultano più basse rispetto al resto d’Italia. È dunque saltata la tradizione dei giorni della merla (29-30-31 di gennaio) che secondo la leggenda – ricorda Coldiretti – sono i più freddi di tutto l’anno e prendono il nome da una merla bianca che si rifugiò dentro un camino proprio per sfuggire al gelo. Dopo tre giorni uscì dal comignolo, completamente nera. Da allora tutti i merli sono neri. La tradizione attribuisce alla “merla” anche la capacità di prevedere l’andamento delle stagioni successive: se i 3 giorni saranno freddi, la primavera sarà calda e soleggiata. In caso contrario, la primavera tarderà a manifestarsi.

L’anomalia climatica è evidente dalla situazione del fiume Po che ha portate praticamente dimezzate rispetto ad un anno fa e sono scese a Piacenza ad appena 379,7 metri cubi al secondo, il dato più basso degli ultimi 16 anni secondo l’Anbi. Una condizione di magra invernale che – precisa la Coldiretti – riguarda anche altri del nord mentre i grandi laghi che, da quello Maggiore a quello di Como che sono scesi ad un livello ben al di sotto della media storica del periodo. A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un -57.6%. Sono gli effetti di un andamento climatico anomalo che – sottolinea la Coldiretti – condiziona la vita sia in città con l’innalzamento dei livelli di inquinamento e nelle campagne dove ci sarà bisogno di acqua per le coltivazioni con la ripresa vegetativa.

Nelle campagne le mimose sono fiorite in grande anticipo sul tradizionale appuntamento della Festa della donna dell’8 marzo ma il caldo – sottolinea la Coldiretti – ha provocato il “risveglio” anticipato della natura con i mandorli che sono già fioriti in Sicilia e le coltivazioni più vulnerabili ai danni provocati dall’annunciato ritorno del maltempo nei prossimi giorni con repentine ondate di gelo notturno.

Una tendenza destinata ad accentuarsi che influenza anche i microclimi urbani con l’inquinamento dell’aria e l’allarme smog e polveri sottili nelle città di diverse regioni d’Italia. Una emergenza divenuta strutturale sulla quale bisogna intervenire ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori.

Con l’Italia che dispone di appena 31 metri quadrati di verde urbano per abitante è strategico puntare su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini che migliori la qualità dell’aria e della vita della popolazione dando una spinta all’economia e all’occupazione. L’obiettivo – precisa la Coldiretti – è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili. A provocare lo smog nelle città – continua la Coldiretti – è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono in modo rilevante e a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. Una situazione preoccupante anche per i grandi centri urbani – evidenzia Coldiretti – dove il verde per mitigare il clima e ammortizzare gli effetti negativi dell’inquinamento oscilla su valori che vanno dai 6,4 metri quadrati per abitante di Messina ai 16,7 a Roma, dai 18 di Milano ai 24,3 di Firenze, dai 43 di Venezia ai 9,3 di Bari. In questo contesto la piantumazione di nuovi alberi e la crescita del verde viene favorita dalla proroga del bonus verde prevista dalla manovra di bilancio che pone l’Italia all’avanguardia nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici. Un obiettivo in linea con le strategie nazionali del Pnrr dove – conclude la Coldiretti – sono stati stanziati 330 milioni di euro per la forestazione urbana che consentono di piantare 6,6 milioni di alberi attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi.


«Agenzia DiRE» e l’indirizzo «www.dire.it»


fonte«www.dire.it»

 
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I giorni della merla: significato, leggenda e credenze

Gli ultimi tre giorni di Gennaio, i più freddi dell'anno, ovvero nei giorni della merla, si concentrano leggende, racconti, credenze popolari sacre e profane.

Di redazione


Con questo caldo anomalo i giorni della merla sembrano essere ancora lontani? Forse, ma le previsioni meteo sembrano spianare loro la strada visto che i prossimi giorni saranno caratterizzati da piovaschi. Ritornando però a questi famosi giorni, chi da bambino in un’antologia scolastica non ha mai letto la storia, o meglio al leggenda, sui quei giorni particolari di fine Gennaio?

I giorni della merla: la leggenda

Per giustificare l’arrivo, soprattutto in passato, degli ultimi giorni di Gennaio come i più freddi dell’anno, qualcuno s’inventò la leggenda dei giorni della merla. Gennaio (che all’epoca constava di 28 giorni) invidioso di una merla che ogni fine mese usciva dal rifugio per far scorta di cibo, per dispetto scatenava il freddo più ombroso che potesse mai arrivare. Un anno però, la merla, stufa della prepotenza di Gennaio, si fece furba e raccolse così tante provviste per l’inverno che rimase chiusa nel proprio rifugio per tutto il mese di Gennaio. Quest’ultimo che si sentì sfidato dalla merla chiese aiuto al fratello Febbraio, che di mesi ne aveva 31, e così fu che Gennaio da quel momento avrebbe avuto più giorni a disposizione, mentre Febbraio il benevolo avrebbe salutato prima di tutti il calendario.

La leggenda Campana

Quella del mese di Gennaio contro la merla è la più diffusa in Campania, ma ve n’è un’altra che si racconta ai bambini. Durante gli ultimi giorni del mese di Gennaio si racconta che un papà merlo lasciò mamma merla e i suoi pulcini accanto a un camino per consentire loro di scaldarsi mentre lui era via per cercare del cibo. Al suo ritorno però a stento riuscì a riconoscere la sua famiglia, tutti coperti di fuliggine si erano anneriti, anche i piccolini di merlo, e così, da quel giorno questi uccelli nacquero di colore nero.

Credenze popolari: se i giorni della merla sono caldi

Ancora più affascinante però sono le credenze popolari sui giorni della merla. Si narra infatti che se in questi giorni faccia davvero molto freddo allora la primavera in arrivo sarà più bella e calda che mai; se dovessero essere caldi, invece, la primavera tarderà ad arrivare. Negli Stati Uniti d’America ci sono altre credenze: una è nota come il giorno della marmotta (il 2 febbraio). Gli americani osservano la tana della marmotta aspettando la sua uscita. L’animale se riesce a vedere la sua ombra con il tempo nuvoloso e rientra, indicherà che l’inverno non sarà rigido e che finirà presto, se invece non vedrà l’ombra e uscirà dal rifugio, l’inverno purtroppo continuerà più agguerrito che mai.

Quali sono i giorni della merla?

Dunque questi giorni così freddi cadono a fine gennaio: 29, 30, 31, conosciuti anche come i tre giorni della merla. Una testimonianza storica su questa credenza la troviamo in un compendio del 1740 ad opera di Sebastiano Pauli: “Modi di dire toscani ricerca ricercati nella loro origine“. In questo racconto si narra che un nucleo di soldati piemontesi avrebbe dovuto trasportare un pesante cannone da una sponda all’altre del fiume Po. Il cannone era stato ribattezzato “La Merla”, per via del suo colore corvino. Ma il vento era impetuoso e le acque gelide del fiume scorrevano troppo veloci. I soldati le provarono tutte, tentarono di costruire un ponte ma le condizioni climatiche non glielo consentirono. Poi però durante gli ultimi giorni di Gennaio un freddo pungente ghiacciò il fiume. Un ghiaccio così spesso che era impossibile penetrarlo. A questo punto il manipolo di soldati decise di attraversare il fiume ghiacciato con il pesante cannone riuscendo ad attraversarlo, e da qui prese origine il modo di dire “I giorni della merla”, giorni tanto gelidi che riuscirono a ghiacciare anche l’acqua del Po.

La Candelora

A Roma, ancor più radicata è invece la Candelora. Risale al 474 d.C., rito introdotto dal patriarca di Roma, Gelasio, in sostituzione del rito pagano dei Lupercali: “Quando vien la Candelora, de l’inverno semo fora; ma se piove o tira il vento, de l’inverno semo dentro“. Ovviamente gli USA si sono ispirati a questa credenza visto che il proverbio volge allo stesso significato: se nel giorno di Candelora (il 2 febbraio) si avrà bel tempo allora bisognerà aspettare a lungo la primavera; viceversa la primavera farà il suo ingresso più trionfante che mai!

Proverbi e modi di dire sui giorni della merla

29, 30, 31
dal gelo non si salva nessuno!
Di gennaio tal giornate
son da sempre assai gelate;
le più fredde, le più glaciali
adatte solo agli orsi polari!

Lo sa bene mamma merla
che era bianca come perla
ma per scaldarsi un po’ al camino
diventò nera carboncino!
Da quel dì scura a vederla:
furono i Giorni della Merla!
(Poesia di Jolanda Restano)

Il proverbio marchigiano

“Se li gljorni de la merla voli passà, pane, pulenta, porcu e focu a volontà!”

Altro proverbio sulla Cannelora

“Cannelora, dell’inverno semo fora; se ce negne e se ce pioe, ce ne sta quarandanòve, se ce dà sole e soléllu, c’è un quaranda dì d’inverno.”

“Madonna Cannelòra dell’inverno semo fora, se ce pioe e se ce negne, po’ durà fino a vellegne, se cce da sole e soléllu, quaranda dì pe tembu vellu.”


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Giorni della merla

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Merla con le penne arruffate per ridurre la dispersione del calore

Tipo Folklore popolare
Data 29 30 31 gennaio
Celebrata in Italia
Oggetto della ricorrenza tre giorni più freddi dell'anno

I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31). Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell'anno. Le statistiche meteorologiche disponibili dicono che dopo la prima decade di gennaio in realtà si osserva una tendenza all'aumento della temperatura.

Sono diverse le leggende della merla che fanno parte del folklore italiano e ha le sue radici nel mito di Demetra e Persefone[4]. I "giorni della merla" sono il 29, 30 e 31 gennaio (Martius per il calendario di Romolo e le comparazioni dei calendari romani fornite dallo storico William Warde Fowler), tre giorni in cui Gennaio o l'Inverno, rappresentati nella cultura rinascimentale dalla figura dell'Appennino o vecchio, scatena la sua ira contro la merla con pioggia, nevicate e vento gelido. La merla annuncerebbe l'arrivo della primavera in anticipo o in ritado a seconda dell'attesa che essa lascia in quei tre giorni detti appunto "giorni della merla" e/o a seconda che quei giorni siano miti o veramente freddi: se in quei tre giorni le temperature sono miti, allora significa che l'inverno durerà ancora a lungo; se invece farà molto freddo, l'inverno non tarderà ad arrivare e finirà presto.

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Turdus merula, maschio e femmina

Leggende

Esistono varie e differenti leggende sui "giorni della merla".


1) La leggenda che ha più coerenza e risconti con le culture latina e greca, dalla quale deriva quella italiana, è quella che vede la merla messaggera di Persefone annunciatrice dell'arrivo della primavera. Secondo questa leggenda, Persefone preannuncerebbe la sua visita alla madre Demetra (o Cerere) dal regno dell'Ade attraverso un uccello messaggero, la merla. Infatti, gli uccelli erano visti dagli antichi come messaggeri degli dei. A seconda dei giorni e del clima in cui questa merla faceva la sua comparsa (i latini usavano un calendario romano e quindi i giorni non corrispondono esattamente al calendario odierno) Persefone andrebbe in visita alla madre Demetra, così quest'ultima farebbe arrivare la primavera anticipatamente o in ritardo. Se nei giorni in cui la merla usciva dal nido le temperature erano miti, significava che l'inverno sarebbe durato a lungo, perché Persefone sarebbe arrivata dopo; se invece faceva veramente molto freddo, l'inverno non avrebbe tardato ad arrivare perché Demetra avrebbe rivisto presto la figlia. Questa parte del mito di Demetra e Persefone è poco conosciuta, in quanto le versioni successive sono state tramandate in maniera scarna, perdendo informazioni anche a causa del passaggio tra paganesimo e cristianesimo e la modifica ai calendari. Con la cultura cristiana i contadini hanno dimenticato le radici della leggenda, omettendo informazioni.

2) Una leggenda narra di una merla e dei suoi piccoli che alla fine di gennaio trovarono rifugio in un comignolo, da qui uscirono dopo tre giorni di colore grigio o bruno-nerastro per via della cenere. Questa leggenda cerca di motivare la differente colorazione delle piume tra esemplari maschi e femmine. Infatti, il merlo (Turdus merula, Linnaeus) maschio ha una livrea completamente nera e il becco giallo, mentre la femmina è bruno-nerastra.

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Colosso dell'Appennino a Pratolino, detto anche Gennaio o Inverno, del Giambologna

3) Un'altra versione racconta dei dispetti che il mese di Gennaio faceva alla merla, scatenando piogge. Il mese di gennaio era inizialmente di 28 giorni, per questo la merla per non patire il freddo del mese che le faceva i dispetti decise di fare scorta di provviste e non lasciare il nido per quei giorni. Così gennaio prolungò la sua durata di altre tre giorni, "i giorni della merla" (29, 30 e 31), per poter scatenare la sua ira contro la merla con pioggia, neve e venti gelidi per far crollare le temperature. Quindi la merla cercò rifugio in un comignolo per tre giorni. Alla fine della tempesta le sue piume avevano virato i colore, la merla era diventata bruno-nerasta o nera a causa della cenere.

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Appennino oppure Gennaio o Inverno nella villa di Castello, opera di Bartolomeo Ammannati

4) Un'altra leggenda popolare, mantiene la funzione perdendo la sua caratterizzazione e i connotati del paganesimo. I "giorni della merla" sono indicati per le previsioni del tempo a lungo termine. Se infatti in quei tre giorni le temperature sono miti, allora significa che l'inverno durerà ancora a lungo. Se invece farà molto freddo, allora l'inverno sta per finire e la primavera non tarderà ad arrivare. Questo ai romani indicava l'arrivo di Persefone e quindi la gioia di Demetra che faceva sbocciare la primavera.

Ipotesi sulla locuzione "i giorni della merla"

L'origine della locuzione "i giorni della merla (o Merla)" non è ben chiara. Ad esempio Sebastiano Pauli pubblica nel 1740 due ipotesi di spiegazione:

«"I giorni della Merla" in significazione di giorni freddissimi. L'origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s'aspettò l'occasione di questi giorni: ne' quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giugnere all'altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne' quali passò sopra il fiume gelato.»

Secondo altre tradizioni la spiegazione della locuzione deriverebbe da una leggenda secondo la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini, in origine bianchi, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli furono neri. La leggenda, infatti, vuole giustificare in maniera favolistica il forte dimorfismo sessuale che si osserva nella livrea del merlo, che è bruna (becco incluso) nelle femmine, mentre è nera brillante (con becco giallo-arancione) nel maschio.

Secondo una versione più elaborata della leggenda, una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni. L'ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito tre giorni a febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa della fuliggine del camino, e così essa rimase per sempre con le piume nere.

Sempre secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.

I giorni della merla sono un romanzo di Gian Antonio Cibotto (2000).

La merla a Lodi

I giorni della merla a Lodi vengono festeggiati da cori che, posti sulle rive opposte dell'Adda, si "chiamano" e si "rispondono", e la strofa iniziale di questo "botta e risposta" dice:

(lmb)
«tra la ruca in mez a l'era, se ghe nigul se insirena»

(IT)
«butta la rocca in mezzo all'aia, se è nuvolo verrà il sereno»

la canzone dedicata è "La Merla" registrata dal gruppo dei Baraban.

I canti della merla nel Cremonese

Anche in provincia di Cremona è tradizione riproporre i canti popolari della merla negli omonimi giorni per rivivere l'antica atmosfera contadina. In particolare in molti comuni si usa riunirsi dinnanzi a un grande falò o sul sagrato di una chiesa o in riva al fiume, a seconda della tradizione, per intonare insieme al coro abbigliato con abiti contadini (le donne con gonna e scialle, gli uomini con tabarro e cappello) e degustare vino e cibi tradizionali. I testi delle canzoni differiscono leggermente da un paese all'altro, ma mantengono come denominatore comune i temi dell'inverno e dell'amore. Solitamente il coro gioca con la parte maschile e quella femminile, intonando simpatici battibecchi come nel canto rappresentato a Stagno Lombardo. I giorni della Merla in provincia di Cremona sono il 30, 31 gennaio e 1º febbraio.

La leggenda infatti cita che ci fu un gennaio particolarmente mite e in quegli anni i merli erano di colore bianco. Infatti sbeffeggiavano gennaio per il fatto che l'inverno stesse finendo senza che ci fosse stato un gran gelo. Ciò fece arrabbiare gennaio che pur essendo verso la fine del mese, si vendicò facendo arrivare un freddo polare... da qui il detto duù t'i dò, öön t'el prumetarò, cioè "due te li do e uno te lo prometterò", per il fatto che anche febbraio ci mise del suo. Per il gran freddo i merli, allora bianchi, si dovettero rifugiare all'interno dei comignoli, diventando tutti neri.

I giorni della merla nel Friuli

Un tempo i contadini del Friuli osservavano le condizioni meteorologiche dei tre giorni della merla e, sulla base di esse, facevano le previsioni sul tempo dei mesi di gennaio, febbraio e marzo. Se il 29 era molto freddo e soleggiato anche l'ormai passato gennaio, era stato per la maggior parte dei giorni freddo ma soleggiato, mentre se il 30 era piovoso e più mite, anche la maggior parte del mese di febbraio sarà piovoso e le temperature saranno più miti.

I giorni della merla nel Forlivese e nel Cesenate

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Merlo affetto da leucismo


Nel Forlivese e nel Cesenate si racconta di una merla bianca che aveva atteso tutto l'inverno al caldo del suo nido fin quando, gli ultimi tre giorni di gennaio, un bel sole si alzava nel cielo. La merla, convinta che fosse arrivata la primavera, uscì dal suo nido ma fu accolta da un freddo glaciale (una variante della leggenda dice che gennaio, per dispetto, fece in modo che diventasse così freddo) talmente intenso che la merla, per non morire, fu costretta a ripararsi all'interno di un camino fumante. La merla si salvò ma rimase per sempre nera, ed ecco perché i merli oggi sono neri.

Racconto maremmano

Nei dintorni di Santa Fiora si tramanda per via orale la storia di due merli, una femmina e un maschio, di colore originariamente bianco, che, durante un periodo tempestoso e freddo (diaccio marmato) a fine gennaio, trovarono rifugio dentro il comignolo di una casa e vi rimasero per tre giorni, finché non cessò di cadere la neve e tornò a splendere il sole; a quel punto, uscendo sul tetto, i due uccelli si accorsero che le loro penne erano diventate tutte nere per la fuliggine, in modo indelebile. Così, da quel giorno, i merli nascono con le piume nere.

Leggende greche e romane correlate

Il mito di Demetra e Persefone (per i romani Cerere e Proserpina), insieme ai "giorni della merla" e al mito del "Ratto della Sabine" possono essere visti uno collegato all'altro attraverso analogie.

Il primo giorno dell'anno secondo il calendario di Romolo era Martius (31 giorni), cioè il mese dedicato a Marte. Marte era considerato il padre dei romani, perché secondo la leggenda si invaghì della vestale Rea Silvia mettendola incinta e procreando Romolo e Remo. Romolo avrebbe poi fondato Roma. Secondo la tradizione, Romolo, dopo aver fondato Roma, si rivolse alle popolazioni vicine per stringere alleanze e ottenere delle donne con cui procreare e popolare la nuova città. Al rifiuto dei vicini risponse con l'inganno e organizzò un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione e rapire le loro donne. Da questo rapimento detto "ratto delle sabine" (753 a.C.) sarebbe poi sbocciata la popolazione romana.

Analogamente Ade si invaghì di Persefone (o Proserpina) e la rapì, portandola via salla made Demetra (o Cerere) che per la tristezza portò autunno e inverno (la carestia) agli uomini e la primavera quando rivedeva la figlia tornare dal regno degli inferi o Ade (anche detto Averno oppure Orco). Purtroppo Ade costrinse Persefone a mangiare dei chicchi di melagrana e poiché una eterna legge del destino stabiliva che chi avesse mangiato nella casa del marito alcuni chicchi di questo frutto presto avrebbe fatto ritorno, Persefone era costretta a tornare nel regno di Ade. Poi Zeus (o Giove) stabilì che Persefone avrebbe vissuto mezzo anno con la madre e mezzo anno con il marito.

Anche se sembrano leggende diverse, poiché Ade non si fa corrispondere a Marte, parlano entrambe di una fioritura e germogliare di un popolo romano e l'arrivo della primavera. Inoltre, va ricordato che il mese di Martius corrisponderebbe proprio al mese di gennaio (Ianuarius, secondo i calendari di Macrobio e Plutarco e anche secondo Ovidio comprarati con le ipotesi di William Warde Fowler), cioè il mese in cui si parla della merla, un uccello. Gli uccelli erano messaggeri degli dei. Infatti, a tal proposito esisteva l'àugure, un sacerdote dell'antica Roma che aveva il compito di interpretare la volontà degli dèi osservando il volo degli uccelli, a partire dalla loro tipologia, dalla direzione del loro volo, dal fatto che volassero da soli o in gruppo e dal tipo di versi che emettevano. Secondo gli antichi sacerdoti degli uccelli, la merla poteva dare indicazioni sull'avvento della primavera.

Guardacaso, secondo le tradizioni questo ordine sacerdotale sarebbe stato creato proprio da Romolo (il rapitore delle sabine), che avrebbe scelto i primi tre sacerdoti, nominandone uno per ogni tribù di Roma. Un'altra non casuale coincidenza sarebbe che i romani cominciarono ad utilizzare la centuriazione dei campi da coltivare in relazione alla fondazione di nuove colonie proprio nell'ager sabinus. Quindi dedicando il territorio della Sabina alla coltivazione e di fatto alla dea Cerere (o Demetra).

Controversie

Paragonando leggende antiche e calendari di altri tempi con le leggende de' "i giorni della merla" e "i giorni della vecchia" si può notare che i giorni corrispondono rispettivamente al 29, 30 e 31 gennaio e al 29, 30 e 31 marzo. Una spiegazione logica sta nella confusione che può portare il mese odierno di Gennaio col mese del calendario di Romolo, dove il mese di Martius (31 giorni) secondo William Warde Fowler corrisponderebbe al mese di Ianuarius (Gennaio, secondo i calendari di Macrobio, Plutarco e Ovidio) e non all'odierno mese di Marzo. Secondo i latini l'anno cominciava a Martius, che secondo Fowler non corrisponderebbe però al periodo dell'odierno Marzo, ma a quello di Gennaio.




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Al Merlo

Appena se ne va l’urtima stella

e diventa più pallida la luna

c’è un Merlo che me becca una per una

tutte le rose de la finestrella:

s’agguatta fra li rami de la pianta,

sgrulla la guazza, s’arinfresca e canta.

L’antra matina scesi giù dar letto

co’ l’idea de vedello da vicino,

e er Merlo furbo che capì el latino

spalancò l’ale e se n’annò sur tetto.

– Scemo! – je dissi – Nun t’acchiappo mica…-

E je buttai du’ pezzi de mollica.

– Nun è – rispose er Merlo – che nun ciabbia

fiducia in te, ché invece me ne fido:

lo so che nu m’infili in uno spido,

lo so che nun me chiudi in una gabbia:

ma sei poeta, e la paura mia

è che me schiaffi in una poesia.

È un pezzo che ce scocci co’ li trilli!

Per te, l’ucelli, fanno solo questo:chiucchiù, ciccì, pipì…

Te pare onesto de facce fa la parte d’imbecilli

senza capì nemmanco una parola

de quello che ce sorte da la gola?

Nove vorte su dieci er cinguettio

che te consola e t’arillegra er core

nun è pe’ gnente er canto de l’amore

o l’inno ar sole, o la preghiera a Dio:

ma solamente la soddisfazione

d’avè fatto una bona diggestione.

Trilussa


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