Marilyn Monroe - Gli uomini preferiscono le bionde

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view post Posted on 12/6/2011, 20:00
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Marilyn Monroe nasce il giorno 1 giugno 1926 alle 9,30 presso il General Hospital di Los Angeles come Norma Jeane Baker Mortenson. La madre è una donna affetta da gravi disturbi mentali, che la costringono a frequenti ricoveri in un ospedale psichiatrico.

La piccola Norma, non ancora Marilyn, trascorre un'infanzia assai travagliata. Ovviamente le condizioni della madre non consentiva a quest'ultima di prendersi cura della bambina, costretta invece a subire continui affidamenti a famiglie sconosciute, se non a essere "depositata" presso vari orfanotrofi. In questa situazione di sostanziale isolamento affettivo, Marilyn cerca un punto di appoggio sicuro, una certezza e una guida, desiderio che la porta a sposarsi a soli sedici anni con il ventunenne James Dougherty. Il legame evidentemente è prematuro e infatti da lì a poco i due si separano e il matrimonio fallisce.



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Prima di questo infausto avvenimento devono però succedere ancora parecchie cose. Una di queste riguarda il suo timido ingresso nel mondo della carta stampata. Tutto accade per caso e in un luogo che non ci si aspetterebbe mai. Infatti, Marilyn a quel tempo aveva trovato un lavoro presso un'industria aeronautica produttrice di paracaduti quando il fotografo David Conover, impegnato a documentare il lavoro femminile nel periodo bellico, la nota e la convince a intraprendere la carriera di modella e ad iscriversi ad una scuola specializzata. Deve decidere in fretta e in completa solitudine dato che il marito in quel momento svolgeva servizio presso la Marina militare e si trovava assai lontano da casa. Come ormai ben sappiamo, Marilyn accetta il lavoro che le cambierà il destino.

Da quel momento in poi, sotto la guida di un altro fotografo, Andrè de Denes, conquista le copertine delle riviste, finché viene notata dalla Fox e le si aprono le porte di Hollywood. A vent'anni, nel 1946, divorzia, si schiarisce i capelli e si cambia il nome in Marilyn Monroe (Monroe è il cognome da nubile della madre): è la metamorfosi radicale che la porterà a divenire forse il sex-symbol del 20° secolo.



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La sua carriera di attrice inizia con parti da comparsa ("Ladies of the chorus" del 1949, "LoveHappy" sempre del 1949 con i Marx Brothers, etc.), poi conquista piccole, ma significative, parti che la lanciano nel firmamento del cinema: nel 1950 in "Giungla d'asfalto" e in "Eva contro Eva", nel 1952 con Cary Grant e Ginger Rogers in "Monkeys Business" e altri ancora.

Nel 1952 ottiene il suo primo ruolo da protagonista, nei panni di una babysitter psicolabile in "La tua bocca brucia" e nel '53 con "Niagara", al fianco di Joseph Cotten, ottiene il successo mondiale.
Nel 1953 gira ancora "Come sposare un milionario" e "Gli uomini preferiscono le bionde", con i quali si conferma una delle star più amate dal pubblico. Seguono clamorosi successi come "La magnifica preda" del 1954 e "Quando la moglie è in vacanza" in cui Billy Wilder le affida la parte della svampita inquilina del piano di sopra.
Nel 1954 Marilyn sposa il famoso giocatore di baseball, Joe Di Maggio, da cui divorzia nel giro di un anno. Il fallimento anche di questa relazione le lascia dentro una ferita profonda e incancellabile, la prima di una serie che saranno destinate ad allargare sempre di più la sua sensazione di sconforto e di sostanziale solitudine. Dopo la separazione col campione Di Maggio, si trasferisce a New York per studiare all'Actor's Studio, un impegno che sembra rigenerarla e farle momentaneamente dimenticare i suoi travagli interiori.



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Conosce l'affermato commediografo, Arthur Miller, un intellettuale affascinante che poteva vantare la rappresentazione delle sue commedie in tutto il mondo (far cui la celeberrima "Un tram chiamato desiderio", testo originale di Tennessee Williams). E' il colpo di fulmine. Marilyn ha l'illusione di aver finalmente trovato l'uomo della sua vita e i due si sposano nel 1956. L'anno dopo fonda, con l'amico fotografo Milton Green, la sua casa di produzione cinematografica, la Marilyn Monroe Productions, con cui gira "Il Principe e la ballerina" al fianco di Laurence Olivier. E' il primo e unico film della sua casa di produzione, dato che al botteghino la pellicola è un autentico fiasco. Come attrice, invece, si risolleva giusto due anni dopo con l'esilarante commedia, sempre del genio Billy Wilder, "A qualcuno piace caldo". Anche in questo caso, il personaggio da lei interpretato si stampa indelebilmente nella mente degli spettatori.

La relazione con Miller, ad ogni modo, traballa. Le tentazioni, poi, sono dietro l'angolo. In questo caso, la nuova fiamma della passione si chiama Yves Montand con cui nel 1960 gira "Facciamo l'amore". Il loro flirt è breve, intenso e soprattutto materia infuocata di gossip e pettegolezzi. Nel 1962 Marilyn riceve il Golden Globe come migliore attrice: è la conferma mondiale delle sue capacità, un misto di carisma e di appeal. In questo periodo, fra l'altro, izia la relazione segreta con il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e con il fratello Robert.

Ma l'instabilità emotiva della diva si aggrava, forse proprio a causa delle altrettanto instabili storie d'amore in cui si getta. Qualcuno ha avanzato anche l'ipotesi che Marilyn soffrisse per l'incapacità di avere figli o per la mancanza di un amore vero. Stufa di essere considerata una dea, desiderava essere trattata semplicemente come una donna bisognosa di affetto. La conseguenza di questo tormentato stato psichico è che si rifugia nell'alcool e nei barbiturici. In breve, la situazione si aggrava: entra ed esce dalle cliniche.



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Nel 1962 esce il suo ultimo film: "Gli spostati" scritto per lei dal marito Miller e nello stesso anno divorziano. A causa dei continui ritardi, delle continue crisi isteriche, delle sbornie e dell'inaffidabilità viene licenziata dal set del film "Something got to give" e, un mese più tardi, nella notte fra il 4 e il 5 agosto 1962, viene trovata morta, apparentemente suicida, nella sua casa, per un' overdose di barbiturici, anche se molte voci hanno sempre sostenuto l'ipotesi dell'omicidio. Il mistero sulla sua morte, insomma, non è mai stato completamente svelato, ma ha sicuramente contribuito a fare entrare Marilyn nel mito.

Nel testamento che Marilyn aveva redatto a scopo preventivo si lesse poi che l'attrice aveva lasciato il suo patrimonio (un paio di milioni di dollari) alla scuola di recitazione di Lee Strasberg, alla sua psicoanalista e alle cure per la madre malata. Venne sepolta al Westwood Memorial Park di Los Angeles. Tanto per comprendere quanto il suo mito sia ancora vivo e vegeto basti dire che nel 1999 Christie's battè all'asta per un milione di dollari il famoso vestito color carne con il quale Marilyn cantò la canzone di buon compleanno a John Fitzgerald Kennedy.



Aforismi di Marilyn Monroe

«Mi è capitato spesso di finire su un calendario. Ma mai per una data precisa.»

«Un bacio sulla mano può farti sentire meglio, ma una tiara di diamanti è per sempre.»

«La notte mi vesto di Chanel numero 5.»



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Edited by marisa56 - 5/8/2021, 19:10
 
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Marilyn Monroe, tra sogni e amarezze.

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Marilyn, poetessa e diva in noir a 50 anni da morte
Libri, foto e film per celebrare il mito dei miti, trovata morta - in circostanze misteriose - il 5 agosto del 1962


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di Mauretta Capuano

Marilyn poetessa. Marilyn in un noir ambientato in una Los Angeles alla James Ellroy. Marilyn dalla psiche tormentata, spumeggiante oca e bomba sexy. A 50 anni dalla morte di Norma Jane Baker, vero nome di Marilyn Monroe, e' un'esplosione di libri, fotografie e film per celebrare il mito. E ora che la fatidica data e' arrivata ed e' davvero passato mezzo secolo da quel 5 agosto del 1962 in cui la Monroe venne trovata morta, in circostanze ancora misteriose, nella sua casa di Los Angeles, ci si rende conto che e' proprio vero che il mito della piu' diva tra le dive supera le ricorrenze, anche in libreria. Alcuni fra i volumi piu' preziosi di e su Marilyn sono usciti con grande anticipo, adesso sono diventati film e restano imperdibili insieme ad altre interessanti nuove pubblicazioni e ristampe.

In 'Fragments', pubblicato nel 2010 da Feltrinelli, con la prefazione di Antonio Tabucchi, scopriamo un'inedita Monroe autrice, fra il 1943 e il 1962, di poesie, lettere e appunti che mostrano il suo amore per la letteratura e la scrittura. Questa Marilyn lettrice dell'Ulisse di Joyce, che contempla una ballerina di Degas e che si sente ''due persone in una'' ha ispirato il film di Liz Garbus, 'Love, Marilyn' che sara' in anteprima mondiale al Festival del cinema di Toronto, il prossimo settembre. Anche i diari originali 'La mia settimana con Marilyn' di Colin Clark - il giovane che rimase accanto alla Monroe durante i sette giorni di pausa dal set del film 'Il principe e la ballerina' di e con Laurence Olivier - usciti recentemente per Mondadori, hanno ispirato un film: 'Marilyn' di Simon Curtis con Michelle Williams nel coraggioso ruolo della diva, nelle sale lo scorso giugno.

Clark riusci' a conquistare la fiducia dell'attrice che condivise con lui le piu' intime confidenze e ha scritto questo libro come un'intensa lettera d'amore. Marilyn racconta l'infanzia negata, le prime esperienze sessuali, il matrimonio con Joe DiMaggio, in una lunga confessione a Ben Hecht, uno dei piu' grandi sceneggiatori di Hollywood, in 'La mia storia', l'autobiografia uscita per la prima volta in italiano per Donzelli nel 2010, con 47 foto esclusive dall'archivio di Milton H.Greene e la prefazione del figlio del fotografo, Joshua Greene. I segreti della psiche dell'attrice e il suo rapporto con gli uomini vengono esplorati anche da una grande scrittore come Norman Mailer nella biografia 'Marilyn' (Dalai), corredata dalle foto della diva scattate, in tempi diversi, dai piu' grandi fotografi del mondo.

E la Monroe entra nella fiction con il noir 'Il diario di segreto di Marilyn' (Rizzoli) di J.I.Baker, executive editor di Conde' Nast Traveler, dove troviamo il vice coroner Ben Fitzgerald indagare, con l'aiuto del diario della Monroe, sulla sua misteriosa morte. 'Gli ultimi giorni di Marilyn Monroe' (Rizzoli) vengono ricostruiti anche dal giornalista Keith Badman in un libro che fa luce sulle relazioni pericolose con la famiglia Kennedy , con Frank Sinatra e Joe DiMaggio. Fra i titoli sulla sua vita anche la 'Marilyn-Vivere e morire d'amore' (Oscar Mondadori) di Alfonso Signorini.

'I film di Marilyn Monroe' sono stati raccolti da Gremese in un libro a cura di Michael Conway, Mark Ricci ed Enrico Magrelli e arriva anche, tradotta per la prima volta in italiano, la commedia romantica in tre atti 'Quando la moglie e' in vacanza' (Oscar Mondadori) di George Axelrod che ha ispirato il celebre film. Fra i memoir fotografici ecco 'Marilyn&me' (Castelvecchi) di Lawrence Schiller e l'imperdibile 'Marilyn' del fotografo Andre' De Dienes nelle preziose edizioni Taschen. Centosettanta immagini della star e venti documenti in facsimile tra cui fra cui un bozzetto di scena per 'Gli uomini preferiscono le bionde' sono stati raccolti in 'Marilyn Monroe. Gli archivi segreti' (Magazzini Salani), a cura di Cindy De La Hoz.



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Le foto di nudo di Marylin Monroe su Playboy, omaggio alla diva immortale



Playboy, la più famosa rivista al mondo nel campo della celebrazione della bellezza femminile, dedica un intero servizio alla diva senza tempo Marilyn Monroe, raggruppando tutte le foto che nel tempo l'hanno vista protagonista.
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Marilyn Monroe, la diva eterna, viene celebrata in occasione del 50esimo anniversario della morte dalla celebre rivista Playboy che proprio a lei dedica un intero servizio. Quello di Hugh Hefner – patron del marchio – nei suoi confronti è un vero e proprio debito di riconoscenza. Il fondatore della nota rivista non ha mai dimenticato che proprio Marilyn, una sconosciuta nel 1953, acconsentì a posare senza veli finendo dritta dritta nel paginone centrale più ambito che il mondo conosca e dando il là a quello che poi sarebbe diventato un vero e proprio fenomeno nell’editoria per soli uomini. Fu in quel momento che Marilyn smise di essere Norma Jeane Mortenson (il suo nome da nubile) per abbracciare il ruolo della più grande star che il mondo abbia mai conosciuto. Una star che scelse di mostrare il suo corpo nudo per la prima volta proprio dalle pagine del mensile che adesso, per ricambiare, le dedica uno speciale affinché il suo ricordo non sia mai sopito.

E’ splendido il servizio dedicato alla Monroe, una carrellata delle foto più belle che negli anni sono state scattate a questa indimenticabile icona di stile. Hefner non ha mai scordato il fatto che proprio lei ha contribuito a lanciare la sua rivista nella legenda – e viceversa – e nonostante la miriade di modelle in circolazione, è alla sua diva preferita che dedica il suo più romantico omaggio. Il servizio sarà pubblicato anche nel numero 41 di Playboy Italia in uscita a Dicembre, affinché anche al pubblico italiano sia permesso di acquistare gli scatti che resero la sconosciuta Norma la più famosa – e rimpianta – icona sexy di tutti i tempi. Una stella che nessuno – Hefner meno che mai – ha ancora dimenticato.

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Marilyn per la cover di Playboy
Scatti dal portfolio "The nude Marilyn"


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A 50 anni dalla sua scomparsa Marilyn Monroe resta la ragazza copertina per eccellenza. E Playboy le dedica la sua preziosa cover nel numero 41 e un servizio esclusivo, che ripercorre la storia di un mito senza tempo, aprendo per la prima volta gli archivi fotografici del portfolio "The nude Marilyn" e celebrando una delle icone di bellezza dell'immaginario collettivo.
Sensuale, sexy, forte e fragile allo stesso tempo ma soprattutto irresistibile, la donna più bella del mondo torna negli speciali scatti di Tom Kelly, mostrando la sua vera essenza, da pin-up a femme fatale fino ai nudi e al triste epilogo. La diva morì misteriosamente il 5 agosto del 1962, aveva solo 36 anni.

Da allora no ha masi smesso di affascinar e sedurre il pubblico di tutto il mondo. Hugh Hefner, fondatore della rivista Playboy racconta: "I momenti in cui aveva più controllo (della situazione) erano quelli in cui era nuda. Quella che era una posizione di vulnerabilità per gli altri era una posizione di potere per lei".


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Nuovi scatti di Marilyn Monroe, sexy ed intima (FOTO)

Spuntano scatti intimi realizzati in un "tete a tete" tra Bret Stern e la diva del cinema, la Freeman Auctioneers mette in asta 10 scatti a partire da 10mila euro al pezzo.

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“Marilyn Monroe: The Last Sitting”, un inedito set di Bert Stern, il fotografo morto all’età di 83 anni, che ha ripreso la diva in oltre 2500 fotografie e nelle pose più intime. Accattivante, seducente e sexy, Marilyn Monroe ha realizzato questo servizio una settimana prima di morire. Adesso la Freeman Auctioneer mette in vendita, dal prossimo 10 settembre, 10 fotografie di quest’ultimo servizio. Immagini assolutamente uniche, dal valore commerciale potenzialmente inestimabile, anche se la base d’asta su cui partire per ogni singola fotografia è di circa 10mila dollari. Questi scatti sono stati realizzati quando il fortunato fotografo era da solo con Marilyn Monroe: senza filtri, dunque, e senza la mediazione di assistenti al trucco o assistenti alla fotografia. Solo lui e la meravigliosa Marilyn.

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“Bob Kennedy uccise Marilyn Monroe con un’iniezione letale per farla tacere”

Il libro "The Murder of Marilyn Monroe: Case Closed" punta nuovamente i riflettori sulla morte della diva. L'attrice non si sarebbe suicidata, ma sarebbe stata assassinata con un'iniezione letale di pentobarbital. Ad ucciderla sarebbero stati Bob Kennedy e lo psichiatra Ralph Greenson, per evitare che lei rivelasse la relazione che aveva avuto con loro e con John Fitzgerald Kennedy.


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Il libro “The Murder of Marilyn Monroe: Case Closed” promette di riaprire il dibattito riguardo alle cause che hanno portato alla morte di Marilyn Monroe. Gli autori sono Jay Margolis, reporter investigativo ed un vero e proprio esperto quando si tratta dell’attrice, e lo scrittore Richard Buskin. Secondo quanto affermano, la diva non si sarebbe suicidata, ma sarebbe stata assassinata.

CHI LA VOLEVA MORTA? - La sua morte sarebbe stata orchestrata da Bob Kennedy, per metterla a tacere. Secondo quanto scritto nel libro, che uscirà i primi di giugno, infatti, il politico temeva che potesse rivelare tutti “gli sporchi segreti della sua famiglia”, che la Monroe aveva annotato in un piccolo diario rosso. Kennedy non avrebbe agito da solo. Con lui avrebbero cospirato anche suo cognato, l’attore Peter Lawford, e lo psichiatra di Marilyn, il dottor Ralph Greenson, che avrebbe somministrato alla star, un’iniezione letale di pentobarbital. Il Mail Online rivela in anteprima che il libro si propone di sollevare il velo su una delle morti più discusse, tramite interviste e dichiarazioni di testimoni oculari. Gli autori affermano che Peter Lawford fu divorato dal senso di colpa, perciò fu lui stesso a svelare:

‘Bobby Kennedy era determinato a farla tacere, a prescindere dalle conseguenze. Fu la cosa più folle, che commise e io fui pazzo abbastanza da lasciare che accadesse.”

I TESTIMONI - Secondo Margolis e Buskin, l’omicidio sarebbe avvenuto davanti a testimoni. James C. Hall, il soccorritore che giunse con l’ambulanza, avrebbe assistito al momento esatto in cui lo psichiatra dell’attrice, le iniettava direttamente nel cuore pentobarbital non diluito, rompendole brutalmente una costola. Il dottor Greenson, sarebbe stato assunto proprio da Bob Kennedy per “prendersi cura” di Marilyn.

BOB KENNEDY E MARILYN MONROE - La relazione tra il politico e l’attrice scoppiò nell’estate del 1962, quando fu mandato a Los Angeles per chiedere alla diva di smetterla di chiamare il presidente Kennedy alla Casa Bianca. John Kennedy non avrebbe mai lasciato Jackie, per sposare Marilyn. Bobby, però, si invaghì di lei. Peter Lawford, infatti, spiegò:

“Non era intenzione di Bobby, ma quella sera diventarono amanti e passarono la notte a letto insieme. Quasi subito, la relazione divenne molto intensa e iniziarono a vedersi spesso.”
Aggiunse, poi, che la star si innamorò perdutamente di Bob ed era certa che l’avrebbe sposata, lasciando la moglie Ethel, nonostante “i fratelli se la passassero come fosse una palla, facendola sentire solo un pezzo di carne.”

BOB KENNEDY VOLEVA LASCIARLA - Quando Kennedy iniziò ad allontanarsi da lei, Marilyn lo minacciò di indire una conferenza stampa, in cui avrebbe rivelato la sua relazione sia con John che con Bob, oltre a tutti i segreti che sapeva sulla loro famiglia, che aveva annotato in un piccolo diario rosso, che teneva nascosto. Gli autori raccontano che Kennedy si scagliò contro di lei, urlando che doveva tirar fuori il diario, ma lei non si lasciò intimorire. Il politico era al corrente del fatto che Marilyn avesse avuto una relazione anche con il suo psichiatra. Lo sapeva anche Lawford, che aveva ascoltato le registrazioni dei dispositivi dell’FBI, piazzati in casa dell’attrice. In modo da averlo dalla sua parte, Kennedy fece credere al dottor Greenson che Marilyn avesse intenzione di rendere pubblica la loro relazione. Ciò avrebbe posto fine alla carriera del dottore e probabilmente lo avrebbe anche spedito in prigione.

LA LITE - L’ultima visita di Bob Kennedy alla Monroe risale al 4 agosto 1962, poche ore prima della morte della diva. Lawford attendeva in giardino che i due si chiarissero. Sentendo Marilyn urlare, entrò, e la vide agitare un coltellino contro Bob. Riuscì a disarmarla. Con l’aiuto di una guardia del corpo, le somministrarono il pentobarbital, in modo da poter cercare il diario indisturbati. Quando l’attrice sembrò svegliarsi, le fecero una nuova iniezione. Lasciarono la casa alle 22:30.

I PRIMI SOCCORSI - Il cagnolino di Marilyn continuava ad abbaiare, attirando l’attenzione della governante Eunice Murray e del figlio Norman Jefferies. I due, trovando l’attrice riversa sul letto, chiamarono un’ambulanza. Il primo infermiere arrivato, James C. Hall, dichiarò:

“Era nuda. Non aveva addosso un lenzuolo o una coperta. Non c’erano bicchieri d’acqua. Non c’erano alcolici. Abbiamo riscontrato che il suo respiro era corto, il polso molto debole e rapido e non era cosciente. Non c’era traccia di vomito, insolito per un’overdose che era ciò che la governante pensava avesse avuto. Non proveniva odore di droga dalla sua bocca. Un altro sintomo classico. Poi è arrivato Greenson dicendo: “Sono il suo dottore”.

Hall si disse sorpreso del modo di agire del dottore, che definisce “brutale” a tal punto da “rompere una costola” alla povera Marilyn:

“Ha premuto con forza sulla costola, fino a che non si è sentito distintamente, il rumore dell’osso che si rompeva.”

Gli autori del libro non hanno dubbi:

“C’erano cinque testimoni all’assassinio di Marilyn Monroe. Tre dei cinque hanno dichiarato che il dottor Ralph Greenson fu il responsabile.”

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Marilyn Monroe, un weekend a Milano
per ricordare la donna e il mito

In occasione dell'anniversario della sua morte, Fermo Immagine
le dedica un evento di due giorni con proiezioni, cimeli, locandine


Nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 1962 a Brentwood, nei sobborghi di Los Angeles, Marilyn Monroe ha smesso per sempre di recitare. Sono passati più di 50 anni (52 per l’esattezza) da quel giorno eppure nessuno sa cosa sia veramente successo quella notte. Le teorie sono molte, tutte affascinanti: c’è chi propende per il suicidio, chi per l’omicidio, ma c’è anche chi ritiene che si sia rifatta una vita e gestisca, ormai ottantenne, un drive sulla 66. E c’è chi è convinto che, stanca della ribalta, viva su un’isola dei Carabi con Elvis e Moana. Comunque sia andata, Marilyn rimane una figura mitica.

L’anniversario della sua morte diventa allora l'occasione per ricordarla. Per farlo Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico di Milano (Via Gluck 45) le dedica un week-end davvero speciale, animato da una mostra, proiezioni video e da un incontro (sabato ore 18.30) con esperti e appassionati. La mostra, a ingresso gratuito, è aperta sabato 2 e domenica 3 agosto dalle 14.00 alle 19.00.


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Sabato 2 agosto, a partire dalle 18.30, si terrà un incontro con esperti e studiosi che racconteranno al pubblico la Marilyn attrice e donna, la poesia e la tragedia della sua vita. Saranno presenti Francesca Brignoli e Nuccio Lodato, autori del recentissimo saggio “Marilyn Monroe. Inganni”. L’incontro, moderato da Riccardo Mazzoni, sarà accompagnato da spezzoni originali e video realizzati per l’occasione.

In mostra una selezione dei manifesti più rari e spettacolari dei suoi film e una ricca serie di fotobuste che raccontano la sua carriera, da “Niagara” a “Il Principe e la Ballerina”, da “A qualcuno piace caldo” a “Quando la moglie è in vacanza”. Non solo cinema: grazie alla collaborazione di alcuni collezionisti saranno esposte una parte delle riviste italiane che a partire dai primi anni Cinquanta fino a quel fatidico 1962, le hanno dedicato articoli e copertine, un viaggio alla scoperta di come gli italiani hanno imparato a conoscerla. Sul megaschermo della sala si alterneranno i trailer originali dei suoi film.

In esposizione anche riproduzioni di tavole e gli albi originali dei fumetti in cui Marilyn compare come coprotagonista accanto a veri e propri miti del fumetto italiano.


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Marilyn Monroe, rivelazioni shock sulla morte: "Il seno non sembrava il suo"

Sono passati 53 anni dal tragico evento ma non tutti i segreti sono ancora stati svelati


E' passato oltre mezzo secolo dalla morte Marilyn Monroe, ma alcuni degli aspetti legati al tragico evento rimangono ancora poco chiari. Le ultime rivelazioni shock arrivano da Abbott & Hast, l'impresa di pompe funebri che si occupò della salma della diva. "Sembrava molto più anziana, poco curata - hanno svelato nel nuovo libro - Tra le sue cose trovammo anche un paio di seni finti, che servivano a nascondere il suo vero décolleté".


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"Quando rimuovemmo il lenzuolo che la copriva era quasi impossibile credere che fosse il corpo di Marylin. Sembrava una donna come tante, più anziana della sua età e che non si era presa cura di sé. Ovviamente le circostanze della morte avevano aggravato molto le sue condizioni. Era irriconoscibile".

Al momento della morte la Monroe presentava quindi un'immagine assai diversa da quella a cui aveva abituato Hollywood: "Aveva dei lividi sulla faccia e il suo collo era gonfio. I capelli erano corti e crespi, non se li tingeva da parecchio perché le radici erano scure. Le gambe non erano rasate da almeno una settimana e le labbra erano molto screpolate".

I vestiti rivelarono un altro piccolo segreto della diva, utilizzato per non mostrare i segni del tempo: "L'esecutrice di Marylin ci portò i suoi abiti, ma non c'erano mutandine perché non le indossava mai. C'erano però un paio di piccoli seni finti, che decidemmo di non utilizzare. Il suo truccatore Allan Snyderci ci spiegò che li indossava tra il reggiseno e i vestiti. In questo modo dava l'impressione di non indossare il reggiseno e di avere un décolleté che rimanesse su da solo".


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