Replying to Il Ciliegio e la Ciliegia
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marisa56Posted: 24/4/2012, 13:06

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Fiori di ciliegio
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Genere Prunus
Specie Prunus avium
Nomenclatura binomiale
Prunus avium
L.


Il ciliegio (Prunus avium) chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvaggio è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, originario dell'Europa (dalle Isole Britanniche fino alla Russia) e del Medio Oriente. Assieme al Prunus cerasus esso è una delle due specie di ciliegio selvatico che sono all'origine delle varietà di ciliegio coltivato che produce tipologie di ciliegie che vanno dal graffione bianco piemontese, al Durone nero di Vignola.

Storia

Plinio il Vecchio distingue tra Prunus, l'albero, e Cerasus, l'albero delle ciliegie. Plinio aveva già descritto un certo numero di coltivazioni ed alcune specie citate, Aproniana, Lutatia, Caeciliana, eccetera. Plinio le distingue per il sapore da dolce a aspro.

Egli afferma che prima che il console romano Lucius Licinius Lucullus sconfiggesse Mithridates nel 74 a.C., Cerasia ... non fuere in Italia, "Non vi erano ciliegie in Italia". Secondo lui fu Lucullus ad introdurle da Pontus e nei 120 anni trascorsi da allora il ciliegio si era espanso attraverso l'Europa fino alla Britannia.

I semi di un certo numero di specie di ciliegie sono stati tuttavia trovati in ritrovamenti archeologici dell'età del bronzo ed in siti archeologici romani in tutta Europa. Il riferimento a "dolce" e "aspro" sostiene la moderna teoria che "dolce" fosse riferito al Prunus avium; non vi sono altri candidati trovati tra le ciliegie. Nel 1882 Alphonse de Candolle affermò che semi di Prunus avium furono ritrovati nella Cultura Terramare del nord Italia (1500-1100 a.C.) e in alcuni villaggi archeologici svizzeri di palafitte. De Candolle[5] riguardo Plinio afferma:

« Poiché questo errore è perpetuato dalla sua ripetizione incessante nella scuola classica, si deve affermare che gli alberi di ciliegio (almeno quelli di Prunus avium) esistevano in Italia prima di Lucullus, e che il famoso gourmet non ha bisogno di andare così lontano per cercare le specie dai frutti con il sapore amaro. »
De Candolle suggerisce che quello che Lucullus portò era un particolare tipo di Prunus avium del Caucaso. L'origine del P. avium è ancora una questione aperta. Le moderne ciliegie coltivate differiscono da quelle selvatiche per la dimensione del frutto più grande, 2–3 cm di diametro. Gli alberi sono spesso coltivati in terreni duri per mantenerli più piccoli e per facilitare il raccolto.

Nomenclatura

Storia

La storia della classificazione è piuttosto confusa. Nella prima edizione del suo Species Plantarum (1753), Linneo trattò il ciliegio come una varietà singola, citando il testo di Gaspard Bauhin del 1596 Pinax theatri botanici come riferimento; la sua descrizione, Cerasus racemosa hortensis ("Il Ciliegio dei giardini con racemi") lo mostra descritto come una pianta coltivata. Linneo poi cambiò da una varietà ad una specie Prunus avium nella seconda edizione del suo Flora Suecica del 1755.

Nomenclatura attuale

Prunus avium significa "Ciliegio degli uccelli" in Latino, una traduzione fatta da Linneo dei nomi dati dai danesi e dai tedeschi alla specie (Fugle-Kirsebær, Vogel-Kirsche, rispettivamente). In inglese, il nome Bird Cherry si riferisce al Prunus padus.

Descrizione

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Frutto del ciliegio.

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Ghiandola nettarifera sul picciuolo caratteristica del Prunus avium.

Il genere Prunus è composto da numerose essenze che è difficile a volte differenziare. Il ciliegio si riconosce senza errore grazie a due o tre nettari (piccole ghiandole nettarifere rosse) situate alla base delle foglie caduche oblunghe, dentate e pubescenti al di sotto.

Si tratta di un albero deciduo cresce dai 15 ai 32 m di altezza, con un tronco che raggiunge il diametro di 1,5 m. Gli alberi giovani mostrano una forte dominanza apicale con un tronco dritto e una corona conica simmetrica, che diviene arrotondata ed irregolare negli alberi più vecchi. Vive circa 100 anni ed è molto esigente di luce.

La corteccia è levigata porpora-marrone con prominenti lenticelle orizzontali grigio-marrone negli alberi giovani, che diventano scure più spesse e fessurate negli alberi più vecchi.
Le foglie sono alternate, ovoidali acute semplici, lunghe 7-14 cm e larghe 4-7 cm, glabre di un verde pallido o brillante nella parte superiore, che varia finemente nella parte inferiore, hanno un margine serrato e una punta acuminata, con un picciolo lungo 2–3,5 cm che porta da due a cinque piccole ghiandole rosse. Anche la punta di ogni foglia porta delle ghiandole rosse. In autunno le foglie diventano arancioni, rosa o rosse prima di cadere.
I fiori bianchi peduncolati sono disposti in corimbi di due-sei assieme, ogni fiore pendente su di un peduncolo di 2–5 cm, del diametro di 2,5–3,5 cm, con cinque petali bianchi, stami gialli, ed un ovario supero; i fiori sono ermafroditi e vengono impollinati dalle api. La fioritura ha luogo all'inizio della primavera contemporaneamente alla produzione di nuove foglie.
Il frutto è una drupa carnosa (ciliegia) di 1–2 cm di diametro (più larga in alcune selezioni coltivate), di un rosso brillante fino ad un viola scuro quando matura a metà estate. Il frutto commestibile ha un gusto da dolce ad abbastanza astringente e amaro da mangiarsi fresco; esso contiene un singolo nocciolo lungo 8–12 mm, ampio 7–10 mm e spesso 6–8 mm, il seme dentro al guscio è lungo 6–8 mm.

Ecologia

I frutti vengono mangiati da numerosi uccelli e mammiferi, che digeriscono la carne e disperdono il seme nei loro escrementi. Alcuni roditori, e alcuni uccelli rompono il guscio e mangiano il seme che sta al suo interno. Tutte le parti della pianta eccetto il frutto sono tossici perché contengono glicosidi cianogenetici.

L'albero essuda una resina dalle ferite nella corteccia, per mezzo della quale protegge le ferite dalle infezioni provocate dagli insetti e dai funghi.

Distribuzione e habitat

Il ciliegio si trova in Europa, nord ovest dell'Africa, e a ovest in Asia, dalle Isole Britanniche a sud fino in Marocco e Tunisia, a nord fino a Trondheimsfjord regione in Norvegia e in Svezia, Polonia, Ucrania, nel Caucaso, a nord dell'Iran, con anche una piccola popolazione nell'ovest dell'Himalaya.

Naturalmente poco abbondante e disperso nella foresta, questo albero non è una specie pioniera. Esso necessita dunque per espandersi, di un ambiente e di un micro clima forestale. Tuttavia esso viene piantato in popolazioni miste, viali in ranghi che necessitano allora di una protezione imperativa durante i primi anni, perché raggruppati, questi alberi diventano molto appetibili per i grossi erbivori (come, ad esempio, i caprioli) e più sensibili al cancro batterico, e alla cilindrosporiosi, oltre che agli attacchi degli insetti.

Coltivazione ed uso

Il legno del ciliegio è di qualità ricercata per il valore commerciale, si tratta di un legno di colore bruno rosato da chiaro a giallastro, a volte usato per rimpiazzare legni preziosi come l'anacardo. È ricercato dall'industria mobiliera, sia in tronchi che in travi (mobili e sedie di stile). Questa utilizzazione esige degli alberi di bella conformazione. L'importanza di questa domanda per la falegnameria marginalizza le altre utilizzazioni del legno (scultura, tornitura).

Il ciliegio, come tutte le piante da frutto, offre un legno avente delle buone proprietà meccaniche (resistenza alla compressione, trazione o flessione) ; tuttavia, presenta una facilità di seccaggio e può essere qualche volta molto nervoso.

Frutto

Il ciliegio selvatico ha costituito fonte di nutrimento per gli umani per alcune migliaia di anni. I gusci sono stati trovati in depositi archeologici appartenenti ad insediamenti dell'età del bronzo attraverso l'Europa, inclusa la Britannia. In un caso sono stati trovati macro fossili di ciliegio selvaggio tra i detriti di un villaggio della prima era del bronzo e della media età del bronzo e nei resti di un villaggio di palafitte che si trovava sulla riva di un vecchio lago a Desenzano del Garda o Lonato, vicino alla riva sud del Lago di Garda. La data è stimata alla prima età del bronzo IA, datato al carbonio a 2077 ± 10 a.C. La foresta naturale a quel tempo era poco vasta.

Circa nel IX secolo a.C. le ciliegie venivano coltivate in Turchia e poco più tardi in Grecia.

Come antenato del ciliegio dolce coltivato, il ciliegio selvatico è una delle due specie di ciliegio che supplisce la maggior parte del commercio mondiale di ciliegie commestibili (l'altro è il Prunus cerasus, principalmente usato per cucinare); poche altre specie hanno avuto una diffusione molto limitata. Vari tipi di coltivazioni del ciliegio sono ora diffuse in tutto il mondo in tutti i luoghi in cui il clima lo permette; il numero di coltivazione è ora molto vasto. Le specie ora sono uscite dalle coltivazioni divenendo naturali in alcune regioni temperate, incluso il sud ovest del Canada, il Giappone, la Nuova Zelanda, ed il nord est e nord ovest degli Stati Uniti.

Ornamentale

Il ciliegio è spesso coltivato come albero da fiore. A causa della dimensione dell'albero esso viene usato nei parchi e meno spesso come albero per le strade o per i giardini. La forma a doppia fioritura, Plena, è comunemente trovata, al posto della forma a fioritura singola.

Due ibridi interspecifici, P. x schmittii (P. avium x P. canescens) e P. x fontenesiana (P. avium x P. mahaleb) vengono usati anche ad uso ornamentale.

Falegnameria

Il legno marrone-rosso, molto resistente, viene usato per fare mobili e strumenti musicali.

Altri usi

La resina è aromatica e viene usata come aroma per le gomme da masticare.

L'industria farmaceutica usa il succo dei pedicelli dei frutti che ha proprietà astringente, antitossica e diuretica.

Avversità

Le principali malattie da funghi patogeni che attaccano il ciliegio sono il corineo, la moniliosi, il mal del piombo parassitario, i marciumi radicali da Armillariella mellea e Rosellinia necatrix. Gli insetti parassiti più importanti sono l'afide nero del ciliegio (Myzus cerasi), la cocciniglia bianca (Diaspis pentagona), la cocciniglia a virgola (Mytilococcus ulmi), la mosca delle ciliege (Rhagoletis cerasi), la falena brumale (Operophthera brumata), le ricamatrici (Archips rosana e Archips podana); in alcune zone del sud riveste particolare importanza la cimicetta del mandorlo (Monosteira unicostata).


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Fiori bianchi di ciliegio

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Albero di ciliegio in fiore

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Ciliegie acide (amarene) sul ramo

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Una ciliegia doppia per cause ambientali

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Ciliegia

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Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Genere Prunus
Sottogenere Cerasus



La ciliegia (cerasa, in molti dialetti italiani) è il frutto del ciliegio. Il nome dialettale, così come quello portoghese, francese, spagnolo e inglese deriva dal greco κέρασος (Chérasos) e da qui al nome della città di Cerasunte (o meglio Giresun), nel Ponto (l'attuale Turchia) da cui, secondo Plinio il Vecchio, furono importati a Roma nel 72 a.C. da Lucio Licinio Lucullo i primi alberi di ciliegie.

In effetti il frutto può nascere da due diverse Specie botaniche. Da una parte il ciliegio dolce (cosiddetto Prunus avium), che produce le ciliegie che siamo abituati a consumare come frutta fresca. Dall'altra il ciliegio visciolo (Prunus cerasus) che produce le amarene e le marasche, genericamente definite come ciliegie acide.

Si descrive comunque il ciliegio dolce.

Il frutto, normalmente sferico, di 0,7-2 centimetri di diametro, può assumere anche la forma a cuore o di sfera leggermente allungata. Il colore, normalmente rosso, può spaziare, a seconda della varietà, dal giallo chiaro del graffione bianco piemontese al rosso quasi nero del durone nero di Vignola.

Anche la polpa assume colorazione e consistenza diverse a seconda della varietà e passa dal bianco al rosso nerastro nel primo caso e dal tenero al croccante nel secondo caso. Il gusto è dolce, mai stucchevole, con punte di acidulo.

Il frutto matura nel periodo primaverile-estivo e contiene un solo seme duro, color legno.


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Due ciliegie

Composizione chimica

Acqua: 77-87%
Zuccheri: 11-22,5%
Grassi: 0,1%
Proteine: 0,7-1%
Vitamina A
Vitamina C
Potassio
Fosforo
Secondo uno studio della Michigan State University, una dieta ricca di ciliegie, tiene lontano l'infarto e le malattie vascolari in generale, in quanto questi frutti possiedono proprietà simili all'aspirina.

Raccolta

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Raccolta delle ciliege in una miniatura del Tacuina sanitatis del XIV secolo

La raccolta ha inizio dalla metà di maggio fino ai primi di luglio.

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Ciliegie mature

La raccolta delle ciliegia coincide nella maggior parte dei casi con il mese di giugno. Il 24 giugno, festa di San Giovanni, si completa la raccolta delle ciliegie precoci e di media maturazione, le piccole larve bianche del Dittero Rhagoletis cerasi che si trovano nei frutti infestati in tale periodo sono detti appunto "giovannini", o l'equivalente, nei vari dialetti o lingue locali.

Ci sono però anche varietà che maturano più tardi, come per esempio la ciliegia S.Giacomo che, come suggerisce il nome, matura il 25 luglio, appunto nel giorno di San Giacomo il Maggiore, pur trovandosi nel sud Italia nei territori compresi tra Marzano Appio e Caianello, a bassa altitudine.

Per la vendita al pubblico le ciliegie vengono suddivise in due categorie: nella prima, i frutti devono essere provvisti di peduncolo e corrispondere per forma e colore alla varietà dichiarata; per la seconda categoria si accettano piccoli difetti di forma e colori diversi.

Per sua costituzione naturale (dimensioni degli alberi e dimensione dei frutti, gli alberi sono grandi ed assurgenti, ed i frutti sono relativamente piccoli), buona parte del costo del frutto è dovuto agli oneri di raccolta; in alcuni casi i coltivatori organizzano la vendita "sull'albero"; il cliente ritira un canestro e provvede direttamente a raccogliere i frutti sull'albero ed a riempire il canestro. Provvedendo direttamente alla raccolta il cliente pagherà un prezzo molto limitato.

Elenco di varietà

Arecca
Bigareau
Burlat
Cornum
Del Monte
Durone nero di Vignola
Erniloy
Ernistar
Francesi
Ferrovia
Graffione bianco
Lapins
Malizia
Marasche (varietà di ciliegie piccole ed amarognole che crescono in abbondanza nell'entroterra di Zara, nell'attuale Croazia).
Marosticana
Mora di Cazzano
Moretta di Vignola
Napoleon
Sciazza di Siano
Stella
Summus
Vanna
Curiosità

Per la Chiesa cattolica la ciliegia ha anche un suo Santo protettore: San Gerardo dei Tintori, si trova nella città di Monza nella Omonima chiesa e si festeggia il 6 giugno; anche se il patrono della città è san Giovanni e si festeggia il 24 Giugno.



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