Replying to Conoscere i Funghi, Funghi commestibili e velenosi
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marisa56Posted: 16/6/2023, 11:24

Il fungo più velenoso al mondo sembra finalmente avere un antidoto
Potrebbe averlo identificato un team di ricerca cinese che ha dimostrato che una sostanza chimica, chiamata verde indocianina, può ridurre la potenza della principale tossina dell’Amanita falloide.

A cura di Valeria Aiello


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Amanita falloide (Amanita phalloides), chiamato anche angelo della morte e ovolo bastardo, è un fungo mortale molto diffuso, il più pericoloso esistente in natura. Credit: Archenzo/Wikipedia

L’Amanita falloide, il fungo più pericoloso e mortale che esista in natura, responsabile del 90% dei decessi legati al consumo di funghi, sembra finalmente avere un antidoto in grado di ridurre la potenza del suo veleno. Potrebbe averlo identificato un team di ricerca guidato dai chimici Guohui Wan e Qiaoping Wang della Sun Yat-sen University in Cina che ha dimostrato che una sostanza chimica, chiamata verde indocianina, inibisce l’enzima STT3B, una proteina che ha un ruolo chiave nella tossicità di questo fungo.

Un antidoto per il fungo più velenoso al mondo

Per comprendere i meccanismi molecolari alla base della tossicità dell’amanita falloide, i ricercatori hanno adottato un approccio in più fasi. Come dettagliato in un articolo pubblicato su Nature Communication, il team ha in primo luogo analizzato il genoma di questo fungo per capire in che modo la sua tossina, α-amanitina, agisca nelle cellule umane, osservando i geni e i percorsi cellulari che vengono influenzati dalla tossina.

Questo screening ha permesso agli studiosi di scoprire che la biosintesi di alcune proteine, note come N-glicani, è coinvolta nella morte cellulare indotta dalla tossina. Ulteriori indagini hanno quindi rivelato che l’enzima STT3B, necessario per la sintesi degli N-glicani, avrebbe potuto essere un bersaglio in grado di bloccare la tossicità dell’ α-amanitina.

Successivamente, gli studiosi hanno esaminato le sostanze già approvate dalla Food and Drugs Administration (FDA) per cercare potenziali inibitori STT3B, identificando nel verde indocianina, una molecola utilizzata come tracciante fluorescente per l’imaging diagnostico medico, come un possibile inibitore.

I test, condotti su linee cellulari umane e murine, hanno mostrato che le cellule erano molto più resistenti alla α-amanitina quando pretrattate con verde indocianina. Test analoghi sono stati condotti trattando organoidi del fegato di topo e topi vivi, che hanno mostrato rispettivamente una maggiore resistenza alla morte cellulare e minori danni d’organo, con un conseguente aumento complessivo della sopravvivenza degli animali.

Per determinare in che modo il verde indocianina inibisca l’α-amanitina e valutare quanto la sua somministrazione sia sicura negli esseri umani, sarà comunque necessario condurre ulteriori ricerche. Ma questi primi risultati sono certamente promettenti e aprono la strada allo sviluppo di un antidoto in un futuro non troppo lontano. “Nel complesso – scrivono i ricercatori – dimostriamo che accoppiando la genomica funzionale dell'intero genoma con la previsione di farmaci in silico, possiamo definire rapidamente e quindi indirizzare i processi rilevanti dal punto di vista medico”.

fanpage.it

fonte

marisa56Posted: 7/11/2022, 10:18

I regali del bosco: i funghi porcini.

I funghi porcini sono certamente i più conosciuti nel mondo dei funghi. ll fungo porcino, il più nobile dei funghi, si trova nei boschi da maggio/giugno e poi a seguire durante i mesi d'autunno, compatibilmente con l'andamento del clima. I funghi porcini nascono a diverse latitudini dai 700m ai 1600m possiamo trovarli in un castagneto, sotto una quercia o un faggio, ma anche in bosco di pini. Se si è in dubbio sui funghi raccolti nel bosco, è bene consultare un micologo esperto o l’Azienda sanitaria locale più vicina. Quelli in vendita presso negozi e supermercati sono invece controllati e dunque possono essere mangiati senza problemi.


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fonte fb

marisa56Posted: 11/8/2018, 13:22

Agaricus augustus

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Classificazione scientifica

Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Agaricaceae
Genere Agaricus
Specie A. augustus

Nomenclatura binomiale

Agaricus augustus
Fr., 1838


L'Agaricus augustus Fr., 1838 (prataiolo maiestoso) è un fungo basidiomicete della famiglia delle Agaricaceae. È tra le specie di funghi appartenenti al genere Agaricus quello che raggiunge le maggiori dimensioni. Secondo alcuni testi può raggiungere il diametro di 35 cm e superare in altezza i funghi del genere Macrolepiota.

Etimologia

Dal latino augustus, a, um = maestoso, regale, per l'aspetto imponente.

Descrizione della specie

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Agaricus augustus

Cappello


Fino a 30 cm di diametro, inizialmente globoso, poi emisferico-espanso, spesso appianato al centro, carnoso.

Cuticola

bruno giallognola, presto dissociata fuori dal disco in squame e fioccosità spesso concentriche di colore bruno su sfondo biancastro paglierino, ingiallente per sfregamento.

Lamelle

Libere, fitte, strette, di colore inizialmente molto chiaro, biancastro negli esemplari immaturi, poi rosa-carnicino, infine bruno-cioccolato in maturità, biancastre negli esemplari immaturi, attenuate alle estremità.

Gambo

18 x 3 cm, cilindrico, pieno, robusto, bianco, ingiallente per sfregamento e fioccoso con squame incurvate sotto l'anello, liscio bianco rosato sopra l'anello, spesso ingrossato alla base.

Anello

Supero, molto ampio, esternamente areolato squamoso, di colore bianco.

Carne

Soda, bianca, bruno rosata alla base del gambo.

Odore: intenso di mandorle amare.

Sapore: molto gradevole, piuttosto dolce e per questo motivo non da tutti apprezzato.

Caratteri microscopici

Spore


Spore: 7-9 x 5-6 µm, ellittiche, mono o pluri guttulate, lisce, di colore bruno scuro in massa.

Basidi

tetrasporici, clavati, 20-40 x 7-10 µm.


Distribuzione e habitat

Fungo saprofita, predilige terreni acidi ricchi di humus. Cresce dalla primavera all'autunno in boschi e parchi sotto alberi di conifere e latifoglie.

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Commestibilità


Ottima, anche se non da tutti gradito perché molto dolce.
Molto elevata la resa.

Tassonomia

Binomi e sinonimi obsoleti
Agaricus augustus var. perrarus (Schulzer) Bon & Cappelli, Docums Mycol. 13(no. 52): 16 (1983)
Agaricus perrarus Schulzer, Verh. zool.-bot. Ges. Wein 29: 493 (1880)
Pratella augusta (Fr.) Gillet, Les Hyménomycètes ou description de tous les champignons (fungi) qui croissent en France (Alençon): 561 (1878)
Psalliota augusta (Fr.) Quél., Mém. Soc. Émul. Montbéliard, Sér. 2 5: 255 (1872)
Psalliota peronata Massee, Brit. Fung.-Fl. 1: 415 (1892)
Psalliota subrufescens sensu J. Lange; fide Checklist of Basidiomycota of Great Britain and Ireland (2005)

Specie simili

L'Agaricus augustu è una specie molto variabile e presenta varie forme.

Altre specie vicine, che alcuni ritengono sue varietà, sono:

Agaricus salicophilus M. Lange, presente in nord Europa, che cresce sotto le piante di salice.

Agaricus heterocystis Heinem. & Gooss.-Font., con il cappello più chiaro e che non odora di mandorle.
L'A. augustus può essere confuso con:

Altre specie dello stesso genere, commestibili come:

Agaricus silvaticus, con la carne fortemente arrossante

Agaricus langei, di color bruno scuro e con carne arrossante

Altre specie dello stesso genere, leggermente tossiche come:

Agaricus xanthodermus, che presenta il viraggio del colore della base del gambo ed un odore simile a quello dell'inchiostro oppure di fenolo.


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fonte

marisa56Posted: 22/9/2017, 17:01

Funghi Porcini – Boletus edulis o Porcino Comune

È il più conosciuto ed apprezzato tra i funghi porcini commestibili. È molto facile da riconoscere grazie alle evidenti caratteristiche familiari che rendono quasi superflua la sua descrizione.


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I funghi porcini sono caratterizzati da un cappello carnoso a forma circolare e facile da riconoscere. Il cappello può raggiungere un diametro di 30 cm (anche qualcosa in più in sporadici casi) con colore castano/bruno. A seconda del luogo di provenienza sono presenti diverse sfumature di marrone che rendono il porcino un fungo unico.

La parte sotto al cappello è solitamente di colore bianco giallognolo nel fungo giovane. Con il passar del tempo questa parte assume un colore che da sul verdognolo.

Il gambo dei funghi porcini è molto robusto, ingrossato verso la base e di colore biancastro con sfumature brune. La sua carne è soda, bianca e non cambia colore dopo essere stata tagliata. Odore e sapore sono piacevoli.

Habitat Funghi Porcini

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L’habitat dei funghi porcini comuni è rappresentato dai boschi di conifere e di latifoglie. Cresce preferibilmente sotto a querce, castagni e faggi.

I funghi porcini fanno la loro prima comparsa in primavera. Dopo un periodo di arresto che coincide con l’estate, ricompaiono più tardi. Solitamente in concomitanza con le prime piogge autunnali nei mesi di settembre e ottobre.

Li possiamo trovare in tutte le zone di Italia. Ovunque, grazie alla sua carne pregiata, è oggetto di attiva ricerca e raccolta.

Varietà di Funghi Porcini

Oltre al classico Boletus edulis troviamo altre varietà di funghi porcini, ed esattamente:

Il Porcino Nero

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Il Porcino nero Boletus aereus – È probabilmente il più pregiato della famiglia dei Porcini, oltre ad essere il più robusto e colorato. Il suo cappello è di colore bruno scuro, quasi nero. Il suo nome aereus significa letteralmente colore del bronzo.

Questo fungo vive prevalentemente nei boschi di conifere e lo si può trovare in molte zone dell’Italia settentrionale e centrale, ma non ovunque. Grazie alle sue caratteristiche uniche è il più apprezzato dei funghi porcini.

Il Porcino Elegante

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Il Porcino elegante Boletus elegans – Questo fungo porcino è ben caratterizzato dall’anello bianco e dal colore giallo lucente del suo cappello. Questo assume l’aspetto viscido con il tempo particolarmente umido.

Il suo gambo è di dimensioni molto più esili se confrontate con quelle dei porcini precedenti e di colore giallognolo. Questo tipo di fungo cresce prevalentemente sotto i larici nelle Alpi e nell’ Appennino settentrionale. Si raccomanda di consumare esemplari preferibilmente giovani.

Il Porcino Giallo

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Il Porcino giallo Boletus luteus – Nonostante il nome, l’unica parte gialla di questa varietà di funghi porcini è rappresentata dalla parte sottostante del cappello. Il suo colore è marrone cioccolato, lucente e viscido con tempo umido.

Le dimensioni massime del cappello non superano i 15 cm di diametro. La sua carne è particolarmente molle e in grado di assorbire molta acqua come una spugna. L’habitat dei porcini gialli è rappresentato dai boschi e da prati. Cresce di preferenza sotto a piante come pini e betulle.

Il fungo, come i precedenti, è naturalmente commestibile. Meglio però raccoglierlo con tempo asciutto, scartando gli esemplari vecchi o pieni d’acqua.

Porcino d’Estate

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Il Porcino d’estate Boletus aestivalis – Si tratta di un bel fungo porcino di buone dimensioni. È riconoscibile dal cappello color caffè latte. Questo ha la singolare caratteristica di screpolarsi letteralmente in caso di tempo secco o con l’invecchiamento.

Le altre caratteristiche sono quelle comuni agli altri porcini, con odore e sapore molto gradevoli. Cresce preferibilmente nei boschi di latifoglia, querce, faggi e castagni in particolare. Lo possiamo trovare un po’ in tutta Italia da maggio fino all’inizio dell’autunno.

Il Porcino Bovino

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Il Porcino bovino – Il nome ha origine al colore del cappello che ricorda quello di alcune razze bovine. Qualcuno invece sostiene che il nome deriva dal fatto che questo porcino verrebbe mangiato volentieri dai bovini.

Il suo cappello è molle e viscido, di colore nocciola scuro e non supera gli 8 cm di diametro. Possiamo trovare questa varietà di porcini in boschi di conifere, prevalentemente nelle pinete con terreni sabbiosi. Cresce normalmente nell’Italia settentrionale e centrale ed è un fungo commestibile di modesto valore. Non si presta ad essere essiccato.

Il Boleto Lurido

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Il Boleto lurido Boletus luridus – Questo fungo, appartenente alla famiglia dei porcini, ha un cappello che può raggiungere i 25 cm di diametro. Il gambo può misurare fino a 15 cm.

Il Boletus luridus è un fungo che deve essere consumato solo dopo cottura, se consumato crudo risulta tossico. Anche se assunto in contemporanea con sostanze alcoliche risulta tossico per l’organismo umano. I sintomi si possono presentare anche dopo 3 giorni dall’assunzione.

Il Porcino Granuloso

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Il porcino granuloso Boletus granulatus – Assomiglia ai porcini gialli dai quali però si differenzia a causa della mancanza dell’anello. Anche le sue dimensioni inferiori che non superano gli 8-9 cm.

Anche questo fungo diventa viscido con tempo umido. Il colore del suo cappello è un marrone ruggine con la parte sottostante giallognola. Questa famiglia di funghi vive in gruppi numerosi nei boschi di conifere e di latifoglie nel nord e centro Italia.

Anche in questo caso si consiglia la raccolta di esemplari giovani e non impregnati d’acqua.

Il Porcino Bruno

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Il Porcino bruno Boletus badius – Richiama alla mente i porcini comuni se non fosse per la sua consistenza molto più gracile. Anche ad una prima occhiata balza subito all’occhio l’aspetto molto delicato del fungo.

Il suo cappello è di colore marrone scuro, molle, viscido con tempo umido e può raggiungere un diametro massimo di 15 cm. Come i suoi cugini vive nei boschi di conifere e latifoglie, con preferenza nelle pinete con terreno sabbioso.

Anche se cresce da aprile ad ottobre la sua crescita è più abbondante in autunno. Lo si trova soprattutto in Italia settentrionale e meno in quella centrale. La sua carne è pregiata quasi quanto quella dei funghi porcini comuni. Si presta benissimo ad essere essiccata.

Il Porcinello

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Il porcinello Boletus scaber – Specie molto bella e difficilmente confondibile. Ha un cappello un po’ rugoso dal colore piuttosto variabile che va dal grigio marrone al marrone cuoio. Le sue dimensioni possono raggiungere i 12 cm di diametro.

La sua carne molle e bianca assume un colore grigiastro una volta tagliata, ma il suo odore e sapore risultano comunque gradevoli. Il porcinello cresce in boschi di latifoglie in gran parte dell’Italia settentrionale fino alla Campania.

Il fungo è commestibile ed annerisce durante la cottura. Per le sue caratteristiche molto evidenti non può essere confuso con altre specie velenose.

Porcinello Rosso

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Di questa specie ne esiste un’altra varietà chiamata porcinello rosso. Il suo nome scientifico è Boletus rufus. Si differenzia, come suggerisce il nome stesso, dal colore del cappello che è di un arancione che richiama il colore di certi mattoni. Le caratteristiche sono le stesse.

Porcino Rosso

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Il Porcino rosso Boletus pinophilus – Questo fungo porcino è conosciuto anche come porcino dei pini. È caratterizzato da un cappello di color marrone che tende al rossastro e da un gambo piuttosto robusto ed arrotondato alla base.

Il Porcino rosso è un ottimo fungo commestibile dalla carne bianca e delicatamente profumata, caratteristica questa in comune a tutti i porcini più rinomati. Quando ancora giovane questo ha la carne particolarmente compatta e dura. Necessita quindi di essere cotto più a lungo rispetto alla normalità. Questo porcino cresce in primavera fino alla fine dell’autunno nei boschi di aghifoglie e latifoglie.

Boleto Regale

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Il Boleto regale Boletus regius – Fungo molto riconoscibile grazie al caratteristico cappello rosso chiaro tendente al rosa ed al gambo giallo arrotondato nella parte finale. È un porcino dal discreto valore gastronomico. Il suo gambo ha però la carne dura e nel complesso risulta piuttosto difficoltoso da digerire.

Nei libri di micologia si suggerisce spesso di consumarlo insieme ad altri funghi proprio per poter essere meglio digerito. Questo fungo porcino cresce nei boschi di latifoglie con preferenza per castagni e querce. Fa la sua comparsa ad inizio primavera fino ad autunno inoltrato.

Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità.

Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.



fonte

marisa56Posted: 3/9/2017, 16:18

Funghi Velenosi

Clitocybe nebularis, Fungo della Nebbia


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Il Clitocybe nebularis, anche noto come fungo della nebbia o nebbiolo, ha una storia un po’ controversa per quanto riguarda la sua commestibilità. Per anni è stato uno dei funghi più consumati in Italia ma ora gli ultimi studi hanno dimostrato con certezza la sua tossicità.

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Il nome Clitocybe nebularis deriva dal termine greco klitos che significa pendìo e dalla parola kúbe che significa testa. In pratica la traduzione è “dalla testa inclinata” a causa della forma del suo cappello. Il termine nebularis invece deriva dal latino nebula che significa nebbia. Questo termine fa riferimento al colore grigiastro del cappello.

Il Clitocybe nebularis ha un cappello che può raggiungere i 18 cm di diametro. Negli esemplari giovani la forma è convessa per poi appiattirsi quando maturo. Il colore va dal bianco sporco al grigiastro. Le lamelle sono fitte e decorrenti. Il loro colore è biancastro negli esemplari giovani e giallognolo nei funghi adulti.

Il gambo del fungo della nebbia è robusto e pieno all’inizio, per poi diventare cavo in età avanzata. Il colore è biancastro, a volte con sfumature grigie. La sua lunghezza va dai 3 ai 10 cm, con un diametro massimo di 4 cm.

La carne è bianca e soda nei funghi giovani, in seguito diventa molle. Ha un odore forte ed intenso che negli esemplari vecchi risulta sgradevole. Il sapore è delicato ma diventa un po’ acre quando il fungo invecchia.

Habitat

Il fungo Clitocybe nebularis vive gregario nei boschi di conifere e di latifoglie. Lo si può trovare disposto in lunghe file oppure in grandi gruppi. Fa la sua comparsa nei boschi da settembre fino a novembre. Si trova in prevalenza nel centro Italia e nel settentrione.

Commestibilità

Come accennato in precedenza, il fungo della nebbia per molti anni è stato un fungo molto consumato in Italia. Malgrado la sua tossicità sia stata dimostrata in modo inconfutabile, in alcune zone d’Italia viene ancora regolarmente consumato. Nei vecchi libri di micologia questa specie viene classificata come commestibile ma la sua commercializzazione è vietata ormai da tempo.

Il Clitocybe nebularis contiene una tossina che è stata scoperta solo di recente, la Nebularina. Questo composto tossico pare avere blande proprietà mutagene che però non rappresentano un rischio per la salute umana. Il vero rischio è rappresentato dalle altre tossine presenti nel fungo, alcune termolabili ed altre termostabili. Le prime vengono disattivate dalle alte temperature mentre le seconde non vengono metabolizzate dal nostro organismo.

In caso di un consumo eccessivo e protratto nel tempo, le tossine termostabili si accumulano nel fegato. Le conseguenze di questo accumulo di tossine sono le intossicazioni di tipo neurologico e gastrointestinale.


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Photo Credit: gailhampshire @Flickr

Vi sono molte testimonianza che riferiscono che i vapori emanati durante la cottura provocano forti mal di testa e nausee. Questi sintomi potrebbero essere causati dall’evaporazione delle tossine termolabili. Oltre a questo, il Clitocybe nebularis ospita spesso sul cappello un altro fungo parassita il cui micelio risulta essere tossico, il Volvariella surrecta.

Specie Simili

Il fungo nebbiolo può essere confuso con il più velenoso Entoloma lividum con cui condivide lo stesso habitat. I 2 funghi si possono distinguere per il colore delle lamelle negli esemplari adulti. Nel Clitocybe nebularis queste sono giallognole mentre nell’ E. Lividum le lamelle sono rosa.

Il problema della loro distinzione in questo caso però non sussiste in quanto, essendo entrambi velenosi, non vanno raccolti.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità.

Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.


per gentile concessione

fonte

marisa56Posted: 3/9/2017, 14:07

Funghi Commestibili

Tricholoma terreum – Fungo Moretta


Il Tricholoma terreum è un buon fungo commestibile conosciuto anche con il nome volgare moretta. È molto apprezzato e ricercato nel nord Italia e nelle Marche. Il suo nome scientifico deriva dal termine greco thrix che significa pelo e da lôma che significa orlo. La parola terreum invece deriva dal latino terreus e significa di terra. Riassumendo il nome scientifico significa fungo color terra con l’orlo peloso.

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Photo Credit: Wikimedia Commons

Il suo cappello ha un diametro che va dai 4 ai 10 cm. Il suo colore è un misto di grigio marrone che ricorda appunto il colore della terra. La sua cuticola è caratterizzata da una superficie filamentosa che è composta da una sorta di sottilissimi fili di colore grigiastro.

Le lamelle del Tricholoma terreum sono fitte e di colore chiaro, con sfumature lievemente grigie. Quando il fungo è maturo le lamelle assumono un colore più scuro.

Il gambo può raggiungere un’altezza di 7 cm ed è di colore biancastro. Negli esemplari giovani è pieno e tenero, quando invecchia invece diventa cavo e fibroso.

La carne della moretta, bianca e fragile negli esemplari giovani, tende a diventare fibrosa con l’invecchiamento del fungo. Il suo odore è molto delicato ed il sapore è dolce, con sentore di farina.

Habitat Tricholoma terreum

Il Tricholoma terreum cresce nei boschi di aghifoglie o latifoglie con una predilezione per i pini e gli abeti. La moretta fa la sua comparsa nei boschi in primavera per poi scomparire nei mesi estivi più caldi e secchi. Ricompare poi in autunno e, nelle regioni con clima mite, può resistere fino ad inverno inoltrato.


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Commestibilità

La moretta è un buon fungo commestibile che viene venduto anche nei mercati di alcune regioni del nostro paese. Questo fungo, quando è appena raccolto, non emana un particolare odore. Questa su caratteristica può scoraggiare i meno esperti che non conoscono la moretta. Una volta cotto però, il fungo diventa molto gustoso anche se il suo sapore resta sempre delicato. Per questo motivo si consiglia di non cucinarlo insieme ad altre specie che andrebbero a coprire il suo gusto.

A causa della fragilità della sua carne si consiglia di impiegarlo per la preparazione di sughi che si possono usare per condire la pasta o per accompagnare la polenta.

Il Tricholoma terreum è anche uno dei funghi che si presta meglio ad essere conservato sott’olio.


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Photo Credit: Wikimedia Commons

Somiglianza con Specie Velenose


La moretta può essere confusa dai meno esperti con il T. pardinum che però, a differenza del Tricholoma terreum, ha dimensioni maggiori ed il cappello più chiaro. Questo genere di confusione può essere molto pericolosa in quanto il T. pardinum è un fungo molto velenoso. In alcuni casi questo fungo è stato responsabile di gravi avvelenamenti.

Nelle regioni settentrionali d’Italia il rischio più alto è rappresentato dal T. josserandii. Questo fungo, che è molto velenoso, si distingue dal Tricholoma terreum per il suo odore sgradevole che assomiglia a quello delle cimici. In ultimo, la moretta può essere confusa con alcuni esemplari della specie Inocybe che però si differenziano per il colore delle lamelle che sono gialle verdastre.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.


per gentile concessione


fonte

marisa56Posted: 11/6/2017, 10:08

Otidea onotica

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Otidea onotica

Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Ascomycota
Sottodivisione Pezizomycotina
Classe Pezizomycetes
Ordine Pezizales
Famiglia Pyronemataceae
Genere Otidea
Specie O. onotica
Nomenclatura binomiale
Otidea onotica
(Pers.) Fuckel, 1870


Otidea onotica (Pers.) Fuckel, Jb. nassau. Ver. Naturk. 23-24: 330 (1870).

Otidea onotica è un fungo ascomicete appartenente alla famiglia Pyronemataceae.

Descrizione della specie

Carpoforo

2–6 x 3–10 cm, a forma di orecchio di coniglio, di color giallo ocra, leggermente pruinoso sulla parete esterna.

Gambo

Breve e di colore bianco.

Carne

Bianca, sottile, senza odore e sapore particolari.

Microscopia

Spore

12-14 x 6-7 µm, lisce ellissoidali, mono o bi guttulate, bianche in massa.

Aschi

Tetrasporici, 200 x 11 µm.

Habitat

Fungo saprofita, cresce nei boschi soprattutto di latifoglie, in estate-autunno.

Commestibilità

Commestibile, di scarso valore alimentare.

Sinonimi e binomi obsoleti

Peziza onotica Pers., Synopsis Methodica Fungorum (Göttingen) 2: 637 (1801)

Scodellina onotica (Pers.) Gray

Varietà di Otidea onotica

Otidea onotica var. brevispora W.Y. Zhuang (2006)

Otidea onotica var. ochracea Fr.

Otidea onotica var. onotica (Pers.) Fuckel (1870)]

Nomi comuni

Eselsohr, Hare's Ear

(FR) Oreille d'âne, Oreille de lièvre



fonte



Lyophyllum loricatum

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Lyophyllum loricatum

Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Tricholomataceae
Genere Lyophyllum
Specie L.loricatum
Nomenclatura binomiale
Lyophyllum loricatum
(Fr.) Kühner ex Kalamees, 1994


Lyophyllum loricatum (Fr.) Kühner ex Kalamees, Z. Mykol. 60(1): 14 (1994)

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Descrizione della specie

Cappello

Convesso, poi espanso depresso o umbonato; colore castaneo chiaro, con cuticola cartilaginea.

Lamelle

Bianche, poi gialline, più o meno fitte, annesse al gambo.

Gambo

Cilindrico, spesso radicante alla base; depresso in basso e formante cespo con altri gambi; color biancastro o grigio-marrone in basso, bianco e farinoso in alto.

Carne

Consistente, tenace, bianca.

Odore: gradevole di nocciole.

Sapore: dolce e poi amarognolo.

Spore

Globose, bianche in massa.

Habitat

Cresce in estate-autunno, tra l'erba, a grandi cespi, nei boschi misti.

Commestibilità

Ottimo.



fonte

marisa56Posted: 21/2/2017, 15:24

Pleurotus ostreatus

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Pleurotus ostreatus
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Pleurotaceae
Genere Pleurotus
Specie P. ostreatus
Nomenclatura binomiale
Pleurotus ostreatus
(Jacq.) P. Kumm., 1871


Caratteristiche morfologiche
Pleurotus ostreatus


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Cappello convesso

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Imenio lamelle

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Lamelle decorrenti

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Sporata bianca

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Velo nudo

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Saprofita

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Commestibile


Pleurotus ostreatus (Jacq.) P. Kumm., Führer Pilzk. (Zwickau): 24, 104 (1871).

Si tratta di una delle specie fungine più coltivate e conosciute nel mondo; in Italia è molto comune e viene denominata orecchione o fungo ostrica.


Descrizione della specie

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Esemplari adulti di ostreatus

Cappello

Allo stadio iniziale di crescita assume una forma convessa, intimamente unito ad altri cappelli che gli crescono attorno; successivamente una forma di ostrica o di ventaglio, spesso cespitoso, imbricato con altri cappelli, a volte numerosi.

Il colore varia da bruno-violaceo, bruno-rossiccio o grigio-biancastro; il margine è involuto, liscio, ma a maturità tende ad appianarsi con andamento gibboso-lobato, presentando anche delle fratture.

Il diametro può misurare da 5 a 25 cm.

Cuticola

liscia, sericea, ma diventa decisamente vischiosa con il tempo umido.

Lamelle

Fitte, strette, intercalate da lamellule, lungamente decorrenti sul gambo, di colore da bianco a bianco-crema o grigiastre.

Gambo

Laterale od eccentrico, irregolarmente cilindrico, talvolta assai corto, assottigliato alla base, assume spesso un aspetto fusiforme; di colore bianco o biancastro, ricoperto più o meno fittamente di pruina di colore grigiastre o bruno-grigiastre; alto 2–6 cm e spesso 1–2 cm.

Spore

Bianche in massa, cilindriche, lisce, 8-12 x 3-4 µm.

Carne

Molto compatta, soda, bianca.

Odore: forte, di farina fresca o di rosa

Sapore: dolciastro, molto gradevole, più aromatico ed intenso negli esemplari spontanei piuttosto che in quelli coltivati.

Commestibilità

AnNRDVMOttima, specialmente se il fungo viene cotto alla graticola, gastronomicamente molto versatile.

Si presta molto bene alla coltivazione.


Proprietà terapeutiche

SOyESMYLe informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Il P. ostreatus contiene dei composti che avrebbero un effetto antinfiammatorio, antiaggregante piastrinico, antiossidante, ipocolesterolemizzante e stimolante del sistema immunitario. Inoltre produce lovastatina, una sostanza utilizzata come medicamento ipocolesterolemizzante.


Habitat

Cresce su vecchie ceppaie, su tronchi vivi di latifoglie (gelsi, pioppi, ecc.); fruttifica dall'autunno alla primavera successiva e anche in inverni miti.

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Illustrazione di P. ostreatus


Etimologia

Genere: dal greco pleurón = di fianco e oûs, otós = orecchio, con l'orecchio (il cappello) a fianco, per la forma del carpoforo.

Specie: dal latino ostrea = ostrica, per la somiglianza del suo cappello al guscio di un'ostrica

Nomi comuni

Cerrena
Orecchietta
Orecchione
Recchia
Gelone

Sbrise
Cerlengo
Pennella
Melina
Minina[senza fonte]

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Coltivazione del P. ostreatus

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Esemplare coltivato: in evidenza la forma di guscio d'ostrica


Sinonimi e binomi obsoleti

Agaricus opuntiae Durieu & Lév., in Bory de St. Vincent & Durieu de Maisonneuve, Atlas de la Flore d'Algérie ou Illustrations d'un Grand Nombre de Plantes Nouvelles ou Rares de ce Pays, Botanique (Paris): 15 + pl. 32, fig. 1 (1850)
Agaricus ostreatus Jacq., Fl. austriac. 2: 3 (1774)
Agaricus revolutus J.J. Kickx, Fl. Crypt. Flandres 1: 158 (1867)
Agaricus salignus Pers., Synopsis Methodica Fungorum (Göttingen): 478 (1801)
Crepidopus ostreatus (Jacq.) Gray, A Natural Arrangement of British Plants (London) 1: 616 (1821)
Crepidopus ostreatus ß atroalbus Gray, A Natural Arrangement of British Plants (London) 1: 616 (1821)
Dendrosarcus ostreatus (Jacq.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3: 463 (1898)
Panellus opuntiae (Durieu & Lév.) Z.S. Bi, in Bi, Zheng & Li, Acta Mycologica Sinica, Supplement 1: 286 (1987) [1986]
Pleurotus opuntiae (Durieu & Lév.) Sacc., Sylloge fungorum (Abellini) 5: 363 (1887)
Pleurotus ostreatus f. salignus (Pers.) Pilát, Atlas des Champignons de l'Europe, II: Pleurotus *Fries: 119 (1935)
Pleurotus ostreatus subsp. opuntiae (Lév.) A. Ortega & Vizoso, Documents Mycologiques 22(no. 86): 35 (1992)
Pleurotus pulmonarius sensu auct.; fide Checklist of Basidiomycota of Great Britain and Ireland (2005)
Pleurotus revolutus (J. Kickx f.) Gillet, Hyménomycètes de France: 347 (1874)
Pleurotus salignus (Schrad.) P. Kumm., Führer Pilzk.: 105 (1871)



fonte

marisa56Posted: 2/11/2016, 15:23

Funghi Velenosi: Cortinarius orellanus

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Il Cortinarius orellanus, anche conosciuto con il nome Cortinario orellano è un fungo velenoso mortale con cappello marrone, rossastro, rugginoso, a volte molto scuro.

Le lamelle sono larghe, non fitte, sono dello stesso colore del cappello per poi raggiungere tonalità più scure con riflessi anche rossastri.

Il gambo del Cortinarius orellanus ha una forma cilindrica, spesso allargata nella parte finale ed il colore ha tonalità simili al cappello mentre, di solito ma non è una regola assoluta, nella parte finale è più chiaro. La carne del gambo è compatta e soda.

Anche la carne del cappello è compatta e soda, il colore è giallastro ocra con sfumature rossastre; il sapore è piuttosto acido ed asciutto.

Habitat del Cortinarius Orellanus

Cresce solitamente da settembre fino ad ottobre nei boschi di latifoglie. Lo si può trovare come singolo esemplare oppure in gruppo. Il Cortinario orellano è un fungo abitudinario, ovvero è solito crescere nei luoghi di crescita abituali.

Commestibilità

Il Cortinarius orellanus è un fungo velenoso mortale e non può quindi essere consumato in nessun modo; il fungo contiene una tossina chiamata orellanina che è la responsabile dell’avvelenamento in caso di ingestione.

L’ingestione del fungo provoca gravi lesioni ai reni con conseguente morte cellulare (necrosi). I sintomi si possono manifestare dai 3 ai 14 giorni dopo l’ingestione. Sete e urinamento continuo corrispondono alla prima fase dei sintomi mentre la seconda fase è costituita da vomito, diarrea e dolori intestinali.

Dopo queste due fasi si presenta un periodo di apparente benessere che precede poi l’insufficienza renale acuta che, se non trattata in tempo, porta alla morte.

L’avvelenamento da Cortinarius orellanus anche se non porta alla morte, lascia comunque gravi segni nell’organismo del soggetto che se ne è cibato: obbligo di dialisi per tutta la vita o trapianto dei reni.

Cortinarius Orellanus: Curiosità


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Il Cortinarius orellanus può essere confuso dai meno esperti con un fungo commestibile dal nome Chroogomphus rutilus. Sebbene però alcune somiglianze siano realmente presenti, vi sono altri aspetti che permettono di distinguere in modo netto i due funghi.

Ad esempio l’aspetto delle lamelle ci può permettere di fare un distinguo tra i due funghi. Le lamelle del Chroogomphus rutilus infatti sono nettamente decorrenti sul gambo mentre quello del Cortinarius orellanus no.

per gentile concessione

fonte

marisa56Posted: 30/10/2016, 17:39

Funghi Commestibili: Fungo Marzuolo

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Il fungo marzuolo, come ci suggerisce il nome, è uno dei primi funghi a comparire nei boschi alla fine dell’inverno ed è anche per questo motivo che il marzuolo è un fungo molto ricercato dagli appassionati raccoglitori di funghi.

Il cappello del marzuolo dormiente ha un diametro che può variare dai 4 cm. ai 12/13 cm., è di colore chiaro quando è ancora giovane e coperto dalle foglie del bosco poi, in seguito, il suo colore varia al grigio, a volte con macchie più chiare. Le lamelle sono rade e di colore bianco, in netto contrasto con il grigio del cappello.

Il gambo è robusto ed abbastanza tozzo, spesso negli esemplari più grandi presenta un’incurvatura alla base. Il colore è bianco e la carne, di sapore dolce, è leggermente fibrosa senza particolare odore.

Habitat del Fungo Marzuolo

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Il fungo marzuolo cresce in gruppo sotto alle conifere e sotto alle latifoglie come querce e castagni ma il suo habitat preferito è composto da un misto di abeti, pini e castagno.

Come già scritto sopra, il fungo marzuolo compare normalmente nei boschi a fine marzo allo sciogliersi delle nevi ed è possibile imbattersi in qualche esemplare di marzuolo fino al mese di maggio, anche se bisogna dire che esistono stagioni in cui il marzuolo cresce anche a novembre / dicembre in determinate zone d’Italia.

Una delle caratteristiche di questo fungo è quella di crescere abbastanza interrato e sotto le foglie rendendo così difficile il suo ritrovamento ai cercatori.

Commestibilità Fungo Marzuolo

Il fungo marzuolo è considerato un buon commestibile, grazie alla sua carne bianca e compatta è un fungo che si presta molto bene a vari tipi di preparazione in cucina. Può essere utilizzato in varie ricette come contorno oppure si può utilizzare per la preparazione di vari sughi per la pasta o per il risotto. Ottimi anche gratinati o in frittata.

Anche grazie al periodo di crescita molto precoce difficilmente il fungo marzuolo può essere confuso con qualche altra specie non commestibile.

Fungo Marzuolo o Dormiente: Curiosità

Come si evince dal suo nome latino Hygrophorus il fungo di marzo ama gli ambienti molto umidi e per questo motivo cresce spesso in prossimità di corsi d’acqua, in zone ricche di muschio o in zone del bosco particolarmente umide.

A volte è possibile arrivare al ritrovamento di alcuni esemplari di fungo dormiente grazie all’opera di alcuni animali selvatici come scoiattoli o cinghiali che li scoprono dalle foglie per nutrirsi.

Il fungo dormiente fu studiato e catalogato per la prima volta dal micologo e botanico fiorentino Pier Antonio Micheli che, imbattendosi in qualche esemplare del fungo nella zona toscana di Valleombrosa, lo studiò e gli assegnò il nome di fungo marzuolo.


Attenzione:

La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.



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